Il futuro dei Sixers

The Next Big Three?

Ci siamo quasi! Il training camp è ormai ben avviato, la pre-season è alle porte e questo significa che tra una ventina di giorni circa prenderà  il via la nuova stagione NBA (l'esordio stagionale è fissato per il 28 ottobre, a casa dei campioni in carica della Eastern Conference Orlando Magic).

Ci eravamo lasciati durante l'estate con gli arrivi di Jrue Holiday e Jason Kapono prima e poco altro poi. Per avere un'idea più chiara di come è stato ultimato il roster e su cosa ci dobbiamo aspettare dalla squadra in questo prossimo campionato vi rimando al pezzo di Preview che trovate a questo link.

In questo pezzo del Team Report vorrei invece fare qualche previsione (qualcuna positiva, qualche altra un pò meno) sulla squadra in generale e su qualche singolo più in particolare.

10 Previsioni

1. Dopo 4 anni (e cioè dall'addio di Allen Iverson) la squadra tornerà  ad avere un giocatore sopra i 20 punti di media. Quell'Andre Iguodala che l'anno scorso si attestò sui 18.8 (19.9 due anni fa) credo che quest'anno non avrà  grosse difficoltà  ad alzare la sua media sopra la fatidica quota dei venti. Il che ci porta diretti al secondo punto…

2. I Sixers avranno il loro primo giocatore convocato all'All Star Game dai tempi di Allen Iverson. Esatto, se non lo sapevate da quando AI lasciò Philadelphia la squadra non ha più avuto un rappresentante alla partita delle stelle di febbraio. Io mi gioco il fatidico dollaro sulla convocazione di Iguodala, arrivato ormai al momento di compiere l'ultimo passo e passare dall'essere considerato un buon giocatore ad un grande giocatore.

3. Elton Brand non tornerà  ai fasti degli anni di Los Angeles dove sfornava prestazioni da 20+10 come se nulla fosse ma, a patto che resti sano per tutto il corso della stagione, sarà  comunque un fattore importante all'interno della squadra. 17 punti e 8/9 rimbalzi a partita sono sempre ampiamente alla sua portata.

4. Thaddeus Young continuerà  la sua crescita, migliorandosi nella gran parte delle statistiche rispetto allo scorso anno (soprattutto alla voce assist dove si fermò ad un misero 1.1 di media). Il tiro da tre punti e il ball-handling saranno i miglioramenti più visibili del suo gioco.

5. Marresse Speights deluderà  le attese di qualche fan non migliorando il suo gioco e il suo apporto rispetto all'anno scorso. Qualche errore difensivo di troppo (cosa tra l'altro già  emersa durante i primi allenamenti stagionali) e qualche lapsus mentale qua e la gli faranno perdere diversi minuti a favore di…

6. …Jason Smith, sarà  una grandissima aggiunta uscendo dalla panchina e risulterà  essere il lungo più produttivo al di fuori dei due titolari. Completamente ristabilito dall'infortunio al ginocchio che lo tenne fuori per tutta la scorsa stagione, ha migliorato il suo gioco e soprattutto il suo fisico (decisamente ingrossato nella parte superiore del corpo). Le sue abilità  nel passare la palla e prendersi il jumper dalla media distanza verrano enfatizzate con il nuovo schema di gioco imposto da Eddie Jordan.

7. Un pò come Smith un altro “figliol prodigo” come Rodney Carney avrà , a differenza dei suoi primi anni con la squadra, un discreto impatto uscendo dalla panchina portando tanto atletismo, difesa e tiro dalla grande distanza (fondamentale in cui è decisamente migliorato rispetto ai primi anni della carriera).

8. L'impatto di Carney farà  crollare, finalmente permettetimi di aggiungere, i minuti e i numeri di Willie Green che seppur favorito dalla Princeton Offense non sarà  più che il decimo, undicesimo uomo del roster.

9. Jrue Holiday passerà  un anno di apprendistato, giocando poco e guardando (molto) dalla panchina. Il futuro potrà  essere suo ma al momento il prodotto di UCLA non mi sembra ancora pronto, soprattutto fisicamente, ad avere un qualsiasi tipo di impatto in una stagione NBA lunga 82 partite e 7 mesi. Coach Jordan riceverà  magari qualche critica per non provare ad inserire il rookie negli schemi della squadra, ma alla lunga sarà  un comportamento che (spero) pagherà  i suoi dividendi.

76. Proviamo anche ad azzardare il record della squadra: 46 vittorie, 36 sconfitte. Secondo posto nell'Atlantic Division (aggiungo anche che i Toronto Raptors saranno la squadra delusione dell'anno), quinto all'interno della Eastern. Se passeremo il primo turno di Playoffs però non ve lo dico, vi toglierei la sorpresa…

Punti forti e punti deboli

Una delle domande più frequenti che un tifoso si pone prima dell'inizio di una nuova stagione è quali siano i punti forti e deboli della proprio squadre del cuore. Proviamo ad analizzare quelli dei Sixers versione 2009/2010.

L'atletismo è sicuramente la prima cosa che balza all'occhio leggendo il roster e guardando poi una partita. Pur nella NBA di oggi è difficile trovare una squadra con al proprio interno tanti atleti quanti ce ne sono a Philadelphia (pensiamo per esempio a Iguodala, Young, Dalembert, gli stessi Williams, Carney ma anche i vari Speights e Holiday).

Questo, come abbiamo ben potuto vedere negli ultimi anni, permette alla squadra di volare in contropiede, di riuscire a segnare canestri falici e di portare costante pressione sulla palla. E proprio da qui partono quelli che dovranno appunto essere i punti di forza della squadra: contropiede, difesa, pressione e attributi (giocate sporche, di pura forza fisica e atletismo, quelli che in gergo americano vengono chiamati “hustle plays”).

Se del contropiede e della facilità  di segnare in campo aperto ne siamo a conoscenza lo stesso non può essere detto delle capacità  difensive che ha questa nucleo di giocatori. Ci basti però pensare che il miglior giocatore della squadra (Iguodala) è uno dei primissimi difensori uno contro uno dell'intera Lega nel suo ruolo e che la coppia Brand / Dalembert quando ha potuto giocare insieme è stata in grado di fare il vuoto a rimbalzo (ma pensiamo anche alla coppia Ivey / Holiday, due PG con delle qualità  difensive innate).

Inoltre Coach Jordan durante il training camp ha spesso fatto sostenere degli allenamenti solo ed esclusivamente dediti alla fase difensiva per cui è plausibile che rispetto allo scorso anno (11esima difesa per punti subiti e 18esima per percentuali concesse) ci sarà  un netto miglioramento anche in questa fase del gioco.

Due invece sono i punti deboli che giganteggiano sulla squadra: tiro dalla distanza e posizione di point guard.

Come tutti sappiamo negli ultimi anni i Sixers si sono perennemente trovati sul fondo delle classifiche del tiro da tre punti. Osservando più a fondo le statistiche possiamo notare come proprio la mancanza di tiro da tre abbia “ucciso” l'attacco e sia costata molto probabilmente anche qualche vittoria in più. Seppur tirando con un discreto 46% dal campo (in pieno nella media NBA) ed andando a rimbalzo meglio della stragrande maggioranza della Lega l'efficienza offensiva è risultata essere solamente la ventesima della Lega, appunto per la mancanza del tiro pesante.

Il 31.8% dall'arco è stato di gran lunga il peggior risultato tra le trenta squadre e Thaddeus Young è risultato essere il miglior tiratore con il suo 34.2% (ben al di sotto della media NBA di 36.7%). Si spera che l'arrivo di Kapono e l'estate passata in palestra dei vari Young, Iguodala e Williams possa migliorare questo aspetto del gioco.

La partenza di Andre Miller ha invece lasciato un vuoto nella posizione di playmaker.
Lou Williams è stato dichiarato lo starter dal Day One e Coach Jordan ha più volte ripetuto che nel suo sistema di gioco non serve una point guard nel vero senso della parola (quello che appunto era Miller) ma sono richieste le qualità  di cui dispone Williams.

Nessuno ha ancora visto all'opera Lou in questo sistema quindi fare previsioni è abbastanza difficile, l'unica cosa che sappiamo è che l'ultima PG del genere che allenò Jordan a Washington era un tale di nome Gilbert Arenas.

L'ultima volta che ho controllato era un discreto giocatore e i Wizards non avevano problemi a gestire l'attacco con lui al timone. Possiamo solo augurarci che capiterà  la stessa cosa a Philadelphia con il nostro Looooooou (citando lo speaker del Wachovia).

Pillole

Christmas's Gift "¢ Molto bella la storia di Dionte Christmas, figliol prodigo della città  di Philadelphia dove nasce, cresce e frequente pure il college (a Temple con ottimi risultati, quasi 20 punti di media negli ultimi tre anni). Cinque minuti dopo la conclusione dello scorso Draft, in cui nessuno si prese la briga di sceglierlo, riceve una telefonata da Eddie Jordan che lo invita a partecipare alla Summer League con i Sixers. Passa l'estate quindi a giocare prima con la squadra della sua città  e poi con i Clippers; a settembre viene poi invitato al training camp da tre squadre NBA. Quale scegliere? Ovviamente per lui si tratta di un “no-brainer”, Philadelphia è la sua città , è la sua squadra, è la sua vita. Così in questi giorni si sta giocando un posto nel roster dei Sixers, un posto che gli permetterebbe di realizzare il sogno di quand'era bambino: giocare nella NBA. Giocare nei Philadelphia 76ers.

Jerseys & Logo "¢ Come ormai tutti saprete si è deciso di dare un taglio al passato… Tornando indietro nel tempo! Abbandonate quelle odiose (almeno per il sottoscritto) canotte nere, rosse e d'orate si è tornati ad un qualcosa di molto più classico e semplice, che ricorda il passato. Le nuove jerseys sono state presentate durante il Media Day, che ha di fatto aperto la stagione. Qui trovate qualche foto dell'evento mentre questo sarà  il nuovo parquet dove si può anche vedere il nuovo (vecchio) logo della squadra.

Allacciatevi le cinture, siamo in rampa di lancia, si sta per partire!

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