Un ritorno e una faccia nuova: Ben Wallace e Charlie Villanueva
Nuova era a Detroit.
Il presidente Joe Dumars ha provveduto a cambiare il look dei suoi Pistons che in un paio d'estati hanno abbandonato la loro storica maschera difensivista e contemporaneamente hanno visto abbassarsi la propria età media.
L'offensivo Kuester sulla panchina, una vita da vice, ora capo assoluto di una squadra vogliosa di rinascere. E nel roster tre giocatori di un certo livello, Gordon, Villanueva e Wilcox, le cui carriere potrebbero subire una bella svolta in caso di affermazione qui nella Motown.
Ma…colto da un momento di improvvisa nostalgia del recente passato, il capo ha cercato di aggiungere un pizzico di Bad in più ai suoi Boys ed ecco il ritorno di Ben Wallace, 6 anni nel Michigan e poco meno di 500 partite sulle spalle, con la magica affermazione del 2004 nel cuore.
Il team delle sei Finali di Conference negli ultimi 7 anni è uno dei più grandi punti interrogativi della stagione che sta per partire.
Quanto sono forti i nuovi Pistons?
Di quanto tempo hanno bisogno per tornare all'attacco del vertice?
Cos'altro gli manca?
Kuester è il coach ideale?
E i tifosi? Contenti o delusi?
Non possiamo rispondere a queste domande senza prima aver riepilogato i nomi dei protagonisti e le altre principali informazioni.
Conference: Eastern
Division: Central
Arrivi: Wilcox, Gordon, Villanueva, B.Wallace, Atkins, Baston.
Partenze: R.Wallace, Iverson, Afflalo, A.Johnson, McDyess
Probabile quintetto base
Playmaker: Stuckey
Guardia: Gordon
Ala piccola: Prince
Ala grande: Villanueva
Centro: Wilcox
Sesto uomo: Hamilton
ROSTER
Guardie: Gordon, Hamilton, Stuckey, Bynum, D.Washngton(R), Atkins
Ali: Prince, Villanueva, Maxiell, Baston, Daye(R), Jerebko(R), Summers(R)
Centri: K.Brown, B.Wallace, Wilcox
Head Coach: Kuester.
Diamo tempo al tempo
Prendendo spunto dalle celebri pubblicità dell'NBA, potremmo dire sorridendo, “where the revolution happens”.
Nella più grande città del Michigan, abbiamo assistito a livello cestistico ad un imponente cambio direzionale che ha portato la storica franchigia rossoblu non solo all'acquisto di un coach che ama il gioco d'attacco (e considerate che da queste parti Detroit ha spesso fatto rima con Defense più di quanto potesse gridare la gente di Auburn Hills vedendo un Kobe lanciato a canestro!), ma anche a cessioni illustri, ovvero all'addio in neanche un anno di due “anime in una” come Rasheed Wallace e Chauncey Billups.
Erano mezza squadra in due, anche se si gioca in 5 titolari più i 5 della panchina.
Chauncey la mente, Rasheed il braccio (non che uno non avesse l'altra cosa, ma lasciateci almeno ricordarli poeticamente…).
Di colpo, in 8 mesi, van via entrambi, seguiti poco dopo da Tony McDyess, destinato ai San Antonio Spurs. A quel punto l'idea della revolution era diventata realtà .
Dopo il fiasco di Iverson (e di Curry…) la gente si è chiesta come fare per tornare grandi subito(o perlomeno quasi subito…) e Dumars le ha regalato il grande Ben Gordon, guardia in cerca della definitiva consacrazione, e un'ala arrembante come Charlie Villanueva, che qualcuno già “colloca” forse un po' frettolosamente nel ruolo che fu di Rasheed.
Il talento di Wilcox e l'esperienza di Big Ben Wallace (oltre al suo cuore che un pochino aveva lasciato da queste parti 3 anni fa…) completano un roster che sembra già pronto per far dimenticare ai tifosi la malinconia dell'ultima annata.
Ma… l'obiettivo? Dar fastidio a chi ci ha usurpato, per quest'anno.
Cioè correr dietro alle lepri Celtics, Magic e Cavs magari sgambettando una di queste Big e regalare ai tifosi qualche serie playoffs da brividi come Gordon l'ha vissuta l'anno scorso di fronte a Boston o come ad Auburn Hills ne han vissute tante, fino a un paio d'anni fa.
Inutile per adesso farsi troppe illusioni di primato, si vede che le migliori della passata stagione hanno ancora qualcosa in più e sarà soprattutto importante valutare l'inserimento dei nuovi: a giugno si tireranno le somme e si capirà se per tornare sul tetto più alto dell'Nba servirà ancora molto o sarà quasi fatta.
Dumars ha approfittato dello spazio salariale messo a sua disposizione dalla scadenza del contratto di A.I. e ha colpito a freddo sul mercato, anche se resta l'incognita centro: Wilcox sarà all'altezza? Kwame Brown e Ben Wallace, è ovvio, saranno riserve.
Andiamo dunque ad occuparci della sistemazione della squadra sul parquet: logico che se Kuester dovesse fare gli esperimenti di Curry le nostre teorie andrebbero al diavolo, e qualche esperimento lo farà pure, il nuovo coach, ma non perdiamoci d'animo e tiriamo giù una bozza di formazione, la più probabile.
Così in campo
L'arrivo di Gordon ha posto il quesito relativo alla sistemazione di Rip Hamilton, che di Ben ha praticamente lo stesso ruolo. Gordon si è affrettato a dire che si sente pronto a giocare anche come play ma l'impressione è che il playmaker sarà ancora Rodney Stuckey con il britannico in campo e Rip sesto uomo di lusso.
Passiamo alle ali: Tayshaun Prince sarà l'ala piccola, da lui ci si aspetta la riscossa forse più che da chiunque altro. Charlie Villanueva giocherà ala grande. Chris Wilcox andrà a fare il centro magari scambiando ogni tanto la posizione con Villanueva.
Il vuoto lasciato da Wallace non sarà facile da colmare ma ora che Sheed ha preso l'aereo per il Massachusetts perdersi nei rimpianti è inutile. E Chris Wilcox avrà un'occasione grande così, facile prevedere che sarà motivatissimo.
Da una rapida occhiata al roster possiamo notare che sono proprio le guardie il reparto forte di Detroit, mentre resta qualche dubbio sulle ali, dove Maxiell dovrà farsi perdonare un'ultima annata da incubo, per tutti ma soprattutto per lui.
Intanto il gruppo è stato completato con gli arrivi di Chucky Atkins(a proposito di nostalgia del passato…) e Maceo Baston.
E Kuester? E' pronto per fare il capo o “finirà ” come Michael Curry, avvilito in uno scenario più grande di lui? Probabilmente Avery Johnson(con cui Dumars parlò senza però trovare un accordo) garantiva qualcosa in più.
Ma John Kuester saprà farsi rispettare e se dovesse azzeccare una buona partenza prenderebbe coraggio e a quel punto, passata la logica ansia del debuttante, potrebbe conquistare i tifosi della Motown e iniziare a pensare in grande.
Ma per ora è meglio tagliar corto con le chiacchiere, nel Michigan comincia una nuova avventura, i Pistoni sono bollenti e i motori pronti ad emettere quel rombo che è mancato per dodici lungissimi mesi;troppi per chi ultimamente si era abituato a non saper più scegliere tra le bellissime auto del Salone e le fantastiche prestazioni dei Bad Boys.