New York Knicks: Preview

A New York tutti sperano che questa sia la stagione di Gallinari…

Estate strana per i New York Knicks; c'era una volta la franchigia regina del mercato, almeno per dollari spesi. Appurato che il dopo Isiah avrebbe comportato difficili scelte, ed un brusco cambio di rotta, nessuno si sarebbe aspettato un simile attendismo da parte dei neworkesi. Si parla fino alla nausea dell'estate 2010, con la franchigia accostata ad ogni rumors, ma del presente pochi paiono interessarsi, o almeno così sembra.

Conference: Eastern Conference
Division: Atlantic

Arrivi: Darko Milicic (Memphis Grizzlies)
Partenze: Chris Wilcox (Detroit Pistons)
Scelte al draft: Jordan Hill (Arizona), Toney Douglas (Florida State)

Probabile quintetto base
Playmaker: Chris Duhon
Shooting Guard: Wilson Chandler
Small Forward: Danilo Gallinari
Power Forward: Al Harrington
Center: David Lee

ROSTER
Guardie:Joe Crawford, Toney Douglas, Chris Duhon, Nate Robinson, Larry Hughes, Gabe Pruitt, Cuttino Mobley (il cui contratto, quasi interamente garantito dall'assicurazione, potrebbe essere ceduto).
Ali: Wilson Chandler, Danilo Gallinari, Al Harrington, Jordan Hill, Chris Hunter, Jared Jeffries, David Lee.
Centri: Eddie Curry; Darko Milicic.

HEAD COACH: Mike D'Antoni

L'obiettivo di Walsh è oramai chiaro, terminare il repulisti iniziato lo scorso anno e creare spazio salariale per almeno due free agent di spicco. Nello specifico Lebron ed un altro a scelta tra Bosh, Wade o Amare.

Più facile a dirsi che a farsi, perché in tempo di crisi, ciò implica in primis la cessione di Curry e Jeffries, ed in seguito un sign & trade per avere da subito uno dei suddetti free agent (Bosh?). In agosto David Lee sembrava essere la vittima sacrificale, visti i problemi sul suo rinnovo contrattuale.

Oltre al lungo anche Nate Robinson sarebbe stato più che volentieri inserito in una bella trade, magari insieme all'ex Gator (a fine agosto giravano le solite voci che davano Portland in pole position, saltate quando New York ha inserito il nome di Rudy Fernandez nell'ipotetica trattativa).

Alla fine ai due è stato concesso un anno di contratto, a cifre ben più alte della qualifying offer (oltre 4 milioni per Nate e 7 milioni più 1 milione di incentivo per Lee).

Un bel sospiro di sollievo per Donnie Walsh a pochi giorni dall'inizio del training camp. L'aver concesso più della qualifying offer è stato un gesto per mostrare rispetto ai due, i quali potrebbero rientrare nel progetto 2010.

Tutto scritto? Macchè.
Posto che Lebron o chi per lui, rinunci ai soldi che le rispettive franchigie potranno offrire in più rispetto ai Knicks, i problemi rimangono altri. Walsh potrebbe giocarsi la carta dell'arena più famosa al mondo, della Mecca del basket e della possibilità  di giocare per D'Antoni.

Ma se quest'anno il team non si qualificherà  per i play off, siamo sicuri che tutto ciò sia convincente?

Chiaramente gli attuali Knicks non sono un team da play off; nel roster ci sono parecchie lacune da colmare.

Fantasticare è lecito ma tornando coi piedi per terra ci si accorge che mancano nell'ordine: un buon play (Duhon rimane un ottimo cambio, avendo dimostrato tutti i suoi limiti); un guardia tiratrice affidabile nei momenti clou (garanzia che ne Robinson ne Hughes hanno dato né potranno dare, per limiti sia tecnici che fisici); infine un lungo atletico, possibilmente dotato di gioco perimetrale che possa garantire punti e rimbalzi.

L'arrivo di Milicic è una scommessa, che potrebbe dare i suoi frutti ma che soprattutto libera spazio salariale nel 2010. Il tira e molla con Lee e Robinson è chiaramente una scelta per non intasare il cap, specialmente per un lungo valido ma troppo limitato in attacco per gli standard D'Antoniani, e per una guardia indisciplinata e con forti limiti fisici e caratteriali.

Allo stesso modo si vorrebbe risparmiare sul ruolo di play, tant'è che non si è speso nemmeno per un giocatore in ascesa e futuribile come Ramon Session.

I miglioramenti nasceranno necessariamente dal mercato (sia in entrata ed in uscita) e dalla crescita che ci si attende da Gallinari e Chandler, attesi nel caso del Gallo ad una stagione da protagonista, e nel caso di Wilson ad un ulteriore crescita dopo le conferme della scorsa annata.

Due estati avare di colpi di scena a New York se le ricordano in pochi.
L'anno scorso arrivò Duhon, quest'anno Milicic, non certo due fenomeni.

Chissà  che l'autunno in arrivo non serbi le sorprese della scorsa stagione. In questo caso i papabili soggetti a cessione dovrebbero essere Curry e Jeffries e\o i due futuri free agent Lee e Robinson. Il tutto fa presagire una continuità  del front office nel tentativo di essere al top nel mercato dei free agent 2010.

Ma se il futuro appare incerto, il presente lo è ancora di più. Nonostante il lavoro di Walsh, a cui va dato merito, sono molte le cose che non vanno nei Knicks attuali.

A mio parere si è persa una grande occasione nel non firmare Ramon Session, finito a Minnesota. I Knicks avrebbero potuto mettere sotto contratto il giocatore, senza fare follie, avendo la pressoché totale certezza che i Bucks non avrebbero pareggiato l'offerta.

Session sarebbe stato un innesto ideale, un giocatore utile fin da subito e con enormi margini di miglioramento, per di più adattissimo al gioco di D'Antoni. Lo stesso procuratore di Session, Chubby Wells ha dichiarato che a fine luglio le parti sono state vicinissime ad un accordo quadriennale, salvo poi un passo indietro da parte di Walsh di fronte alle prospettive di un ribasso del cap nel 2010.

La chiave di tutto è stato il mancato approdo di Rubio a Minnesota.
Si sono sentiti anche dei rumors che volevano i Knicks proprio interessati al play spagnolo, il quale però sarà  disponibile solo tra due anni, poiché nel contratto firmato con il Barcellona c'è la possibilità  di svincolarsi con una NBA escape rule solo tra due anni.

Di conseguenza lo spot di play è scoperto, manca tuttora il direttore d'orchestra ideale per esaltare il gioco di D'Antoni. Chris Duhon gode di stima, ma ha dei limiti di gioco e di tenuta, ampiamente dimostrati lo scorso anno. Robinson non è un play, può dare qualche minuto nel ruolo ma è un realizzatore, un sesto uomo da sfruttare più da guardia che da play.

Altra lacuna è nel reparto guardie.
Larry Hughes scade nel 2010, non ha reso per quanto ci si aspettava, e lo si attende al varco per vedere quanto potrà  contribuire.

Di sicuro non è più il giocatore ammirato a Washington, ma a suo discapito vanno citati i problemi fisici che ha avuto nelle ultime due stagioni. L'impressione è che vedremo spesso Chandler nello spot di guardia con Gallinari schierato in ala piccola.

Toney Douglas alla 29° chiamata potrebbe essere lo steal del draft; molto simile a Nate Robinson fisicamente, si è dimostrato un ottimo difensore al college, grazie alla notevole velocità  laterale che gli consente di essere efficace in questo fondamentale. Inoltre è un realizzatore, dotato di ottimo tiro, quello che serve attualmente al team.

In ala piccola ci si aspetta molto da Gallinari. Walsh e D'Antoni lo hanno già  detto la scorsa stagione, serviranno come il pane il gioco perimetrale del Gallo e le sue capacità  di andare a rimbalzo. Per intenderci e con i dovuti paragoni, lo si attende nei panni di uno Stojakovic prima maniera. Wilson Chandler sarà  il titolare o l'alternativa, qualora si decida di schierarlo spesso da guardia.

L'ala grande titolare sarà  Harrington; troppo discontinuo lo scorso anno, e propenso a scomparire nei finali di partita quando la palla scotta. Il giocatore ha dichiarato che mai come prima si è allenato in estate per migliorare questo aspetto del suo gioco ed essere maggiormente decisivo. Qualora non ci riuscisse il suo è uno dei tanti contratti in scadenza al termine della prossima stagione.

David Lee non è la power forward D'Antoniana per eccellenza, viste le sue carenze nel jumper. Potrebbe giocare titolare fisso da centro atipico, come lo scorso anno, vista la sua propensione a rimbalzo (re della doppia doppia lo scorso anno).

Il rookie Jordan Hill ricorda Wilcox, ed in prospettiva potrebbe essere utile dato il suo atletismo e la capacità  di correre. La sua chiamata è coincisa con i soliti booh del pubblico newyorkese, ma una volta persi Rubio, Curry & C. è sembrata la scelta più logica.

Uno dei migliori big man disponibili, atletico e versatile, nonché ottimo stoppatore, categoria nella quale i Knicks erano e sono una delle squadre peggiori della lega. Molti analisti considerano la chiamata un grande affare alla otto.

Le incognite maggiori riguardano lo spot di centro.
Curry sta lavorando perdere peso e tornare un giocatore NBA, ma ad oggi è un azzardo; nonostante il contratto non certo abbordabile, la giovane età  potrebbe giocare a favore dei Knicks, qualora qualche altro team decidesse di dargli una chance (Randolph insegna). Milicic è una scommessa a breve termine; il ragazzo ha i mezzi per far bene, e di certo non si è mai rotto la schiena più di tanto.

Potrebbe avere la sua chance, visto che potrà  giocare maggiormente fronte a canestro, e sarà  più libero di tirare di quanto non lo sia mai stato altrove. Walsh e D'Antoni hanno buone aspettative su di lui, ma se non funziona è uno dei tanti contratti che nel 2010 evaporano.

Riassumendo, la strategia di New York è chiara.
Risparmiare oggi per avere più spazio possibile il prossimo anno. Basterà ?

Di sicuro è un rischio che Walsh sembra disposto a correre. Di certo il prossimo anno i soldi a disposizione verranno spesi per uno\due nomi di spicco; chiunque arrivi vorrà  giocare in un team con delle prospettive, che possa fornire delle garanzie di vittoria. In una piazza affamata di vittorie si vorrebbe tornare protagonisti fin da subito, basterebbero i play off dopo anni di latitanza.

L'ipotesi play off è tuttavia assai remota al momento attuale.
Le pressioni non mancano, tuttavia vista la scarsa considerazione (giustificata) da parte degli addetti ai lavori, potrebbe essere una motivazione in più per cercare di fare meglio.

Più che altro la strategia del team sembra delineata, guardare con fiducia al 2010, disposti per questo a sacrificare la stagione che si appresta ad iniziare. Il tutto in una Eastern Conference, ed in un Atlantic Division che si è ulteriormente rafforzata in termini di avversari diretti.

Molte squadre che lo scorso anno sono rimaste fuori dai play off si sono rafforzate nella post season, Washington e Toronto su tutte. A meno di colpi di scena in autunno o a febbraio, le soddisfazioni potrebbero essere avare per i newyorkesi.

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