Il Prescelto sempre in prima pagina
Si dice che le superstar devono pagare un prezzo per la loro fama: rinunciare a vivere come persone normali.
LeBron James è un oramai un personaggio anche al di fuori del parquet e ogni suo gesto viene letto, amplificato e interpretato in vari modi dai media di mezzo mondo.
Il 31 maggio, in gara 6 della finale Est, James è scappato via dal campo senza celebrare i consueti riti della stretta di mano agli avversari e della conferenza stampa a caldo. La Nba lo ha multato per questo comportamento.
La multa inflitta a LeBron è stata di 25˙000 dollari americani, circa 20˙000 euro, e secondo David Stern (riportato dalla Gazzetta dello Sport del 6 giugno) il giocatore «ha riconosciuto di aver sbagliato, e si scusa soprattutto con i giovani per i quali è un modello».
La spiegazione del suo gesto l'hanno successivamente riportata le agenzie: «Per me è dura congratularmi con chi mi ha appena battuto. Io sono un lottatore, un vincente. Non ha senso per me andare a stringere la mano di chi mi ha appena battuto».
Qualche giorno dopo la partita LeBron James viene operato per un tumore benigno.
Gli viene asportata una forma tumorale alla ghiandola parotide destra.
L'operazione, secondo i vari comunicati che si sono succeduti, è del tutto riuscita.
James sapeva di questo suo problema già da mesi, ma dopo gli esami effettuati dallo staff medico dei Cavaliers, aveva deciso di operarsi solamente alla fine dei playoff.
All'inizio di Luglio, ad Akron in Ohio, LeBron è ancora in prima pagina.
Il fuoriclasse dei Cavs subisce una schiacciata mentre gioca contro un ragazzo del college, ma fa requisire il video che testimonia l'azione.
Il fatto avviene al LeBron James Skills Academy, camp per giovani talenti di high school e college che il Prescelto organizza da cinque anni con la partecipazione della Nike, all'università di Akron, sua città natale.
Succede che LeBron sta giocando l'ultima partitella della giornata contro una squadra di collegiali. In questa selezione gioca Jordan Crawford, al terzo anno all'università : nei primi 20' della gara è proprio lui a schiacciare in testa al festeggiato.
A ridosso del campo ci sono almeno due telecamere in attività , che filmano il fattaccio e il resto della partitella, protrattasi per altre due ore. Finito il match, James confabula con alcuni rappresentanti della Nike, che poi requisiscono i video della schiacciata ai due cameramen.
"Un uomo mi si è avvicinato poco dopo aver parlato con LeBron - ha detto Ryan Miller, uno dei due giornalisti freelance che sono stati lì a seguire la manifestazione "armati" di telecamera - e mi ha detto che doveva prendere il mio nastro, poi ha fatto lo stesso con l'altro tizio".
L'uomo in questione è Lynn Merritt, direttore di Nike basketball.
Con un comunicato stampa l'azienda cerca di giustificarsi: "Nike organizza questi camp per i giovani atleti, e da anni ha una politica molto chiara su quello a cui i media possono o non possono assistere. Sfortunatamente, per la prima volta in quattro anni, due giornalisti non hanno rispettato questa politica, e abbiamo preso provvedimenti".
Miller però ha detto di aver ripreso con la videocamera tutta la giornata senza che nessuno gli chiedesse di smettere, e che l'uomo Nike si è accostato a lui soltanto dopo aver parlottato con LeBron.
Di quello che è successo ne ha discusso anche Crawford, che l'anno prossimo sarà parte della squadra del college di Xavier, dopo una stagione in cui è stato fermo dopo essere uscito da Indiana University: "Non è un problema per me se questo video non si potrà vedere, anche se vorrei che la mia famiglia potesse ammirarlo. Non credo pensasse che io volessi schiacciare, perché è saltato un po' in ritardo. Ma dopo che l'ho fatto James non ha avuto alcuna reazione: ha semplicemente continuato a giocare. Per me è stato davvero eccitante trovarmelo di fronte".
Crawford ha detto di aver capito ciò che aveva fatto (una schiacciata a due mani, sfruttando un passo lento di James, riferiscono i testimoni) solo dopo che i ragazzi delle high school che guardavano la partita da bordo campo hanno cominciato a gridare e a saltare come ossessi.
La scelta di far sparire il video è stata un vero e proprio boomerang per LeBron, la cui popolarità negli Stati Uniti in questi ultimi tempi è in parabola discendente.
I tifosi gli hanno ancora perdonato l'uscita polemica dal campo dopo la sconfitta in gara-6 della finale di Eastern Conference. Inoltre ci sono le magliette messe in mostra nei primi giorni della offseason, quelle t-shirt con grandi scritte come "Sono l'Mvp" e "Controlla le mie statistiche" che sono risultate stonate un po' a tutti.
Per un po' a Cleveland gli ha rubato la scena la venuta di Shaq, che potrebbe anche fargli da salvagente.
Il prossimo torneo, con l'ingaggio di The Diesel, infatti, si preannuncia scoppiettante per i Cavs e soprattutto per LeBron che finalmente potrà avere un nuovo mega compagno finalmente tirato a lucido e desideroso di regalarsi l'Anello numero 5.
Il 25 giugno 2009 i Cleveland Cavaliers hanno infatti raggiunto l'accordo con Shaquille O'Neal. The Shaq giocherà il prossimo campionato NBA a fianco del Prescelto.
Cavaliers e Suns hannno raggiunto l'accordo per il trasferimento a Cleveland di Shaq in cambio di Ben Wallace, Sasha Pavlovic e della 46° scelta del draft.
O'Neal, 37 anni, guadagnerà a Cleveland 20 milioni di dollari per la sola stagione 2009-2010.
Con O'Neal al suo fianco, Le Bron James, miglior giocatore della regular season 2009, non avrà più scuse per puntare al titolo, conquistato quest'anno dai Los Angeles Lakers di Kobe Bryant.
Nel campionato da poco concluso le speranze di Cleveland si sono infrante nelle partite di semifinale contro gli Orlando Magic, poi battuti facilmente nelle serie di finale da Kobe Bryant e compagni. Ora, con un centrone come O'Neal, King James non avrà più scuse.
Ma quest'estate sembra non ci sia pace sul fronte LeBron.
Una notizia rimbalzata dall'America ha da poco concluso il giro del web.
La star di Cleveland ha ammesso di aver fumato marijuana e ne sta nascendo, com'era prevedibile, una sorta di caso.
Nelle anticipazioni di un libro in uscita a settembre, "Shooting Stars", scritto da LeBron con il premio Pulitzer Buzz Bissinger, si può leggere di un James inedito degli ultimi due anni di liceo.
Per l'attuale MVP della stagione da poco conclusa tante sue avversità sono cominciate il 18 febbraio 2002, quando Sports Illustrated lo mise in copertina dandogli un po' troppa andrenalina.
Tutte queste attenzioni montarono talmente la testa a lui e ai suoi compagni (Dru Joyce, Sian Cotton, Romeo Travis e Willie McGee) che, per l'unica volta nei quattro anni con James in squadra, non vinsero il campionato statale.
"L'attenzione dei giornalisti ci rese delle rockstar e ne approfittammo. Perdemmo la testa, io più di tutti. La colpa fu soprattutto nostra, ma anche di quegli adulti che prima ci trattarono da superstar e poi assisterono senza fare nulla alla nostra autodistruzione".
Fumavano allora marijuana di nascosto in una stanza di un hotel di Akron a cui "avevano avuto accesso", scrive LeBron. Ad aiutarli fu allora coach Dru Joyce II, che li trovò e li fece ragionare dandogli una "scossa" decisiva.
"Sono stato arrogante facendomi chiamare il Prescelto. Con il senno di poi dico che sarei dovuto rimanere tranquillo, ma allora ero quello che ero, un teenager a cui ogni giornalista del mondo aveva corso dietro almeno una volta".
A settembre, quando uscirà il libro, potremo leggere altre delle verità di James.