Il nuovo playmaker dei Blazers
La controversa estate dei Blazers sembra essere giunta al termine con la firma del veterano a lungo richiesto da coach McMillan. Eppure l'arrivo di Andre Miller in Oregon non viene indicato in termini di ritrovamento del tassello mancante. Perché?
1. L'indecisione del management
Se i Blazers fossero andati subito e decisi sul play dei Sixers, la migliore point guard tra i free-agent sarebbe arrivata nella città della Nike con ben altra accoglienza. E l'agente di Miller, ad onor del vero, è stato il primo ad essere contattato da Pritchard. Poi però è stato tenuto a bagnomaria, quasi snobbato.
Offerte ufficiali per Turkoglu prima e Millsap poi, entrambe andate a vuoto.
Proprio quando molti insiders giudicavano ormai archiviato il nome di Miller dall'elenco dei papabili, ecco che Portland ci ripensa. Il neo Blazers non ha certo ricevuto il trattamento che merita chi viene chiamato ad offrire un salto di qualità .
2. I dubbi sulla chimica Miller-Roy
La poca convinzione nel corteggiare l'ex Sixers non ha fatto che ingrandire quelli che possono essere i punti deboli del nuovo portatore di palla a disposizione di McMillan. Tutti sostengono che vicino a Brandon Roy serva un playmaker che non voglia avere sempre la palla in mano e condurre l'azione. Meglio un playmaker ordinato, in grado di tirare da fuori sugli scarichi, di muoversi con sapienza senza palla e, soprattutto, un valido difensore.
Miller tira pochissimo e male da tre ed anche la difesa non è mai stata elencata nella colonna dei “pro”. Infine è sempre stato il creatore di gioco delle squadre in cui ha giocato, quello che avvia e costruisce la manovra, non uno spettatore in attesa di vedere che succede.
3. Niente resto in cassa
I sette milioni all'anno del contratto di Miller lasciano solo le briciole nel salary cap dei Blazers. Questo significa che non ci saranno altre addizioni rilevanti. Questo fa sì che quei Blazers che dovevano essere i re del mercato estivo 2009 si presentino al via della prossima stagione con un solo innesto in più: Andre Miller. La domanda circolante: che sia lui il tassello mancante, il giocatore in grado di trasformare Portland in una seria contender?
Messa così, ovvio che la risposta più ottimistica non possa che essere piuttosto scettica.
Ora però giriamo la moneta e scopriamo che il profilo di Andre Miller ci dice anche molte altre cose.
Dieci anni di carriera nella Lega. Questo semplice dato già permette a coach McMillan di affidare la squadra ad un giocatore a cui ha ben poco da insegnare. Ed è stato proprio l'allenatore giunto da Seattle a chiedere con insistenza un giocatore d'esperienza.
In questi dieci anni ha giocato tutte le partite in calendario tranne tre, con una media in carriera di 35 minuti a partita. Altri numeri: 14,6 punti – 7,4 assist – 4,2 rimbalzi – 1,4 recuperi – 2,7 palle perse di media. Negli ultimi sette anni ha tirato ben oltre il 47% dal campo. Nella stagione appena terminata si è guadagnato oltre 400 tiri liberi, laddove vanta un 80% in carriera.
Quel che si dice un giocatore solido.
Andre Miller offre anche un'opzione offensiva fin qui poco percorsa. I Blazers sono noti per uno stile di gioco che sfrutta tutti i 24 secondi di gioco a disposizione, ma con un lungo veloce ed atletico come Aldridge ed un quintetto piccolo con Outlaw e Fernandez potrebbero scegliere in alcuni momenti della partita di metterla sulla corsa. E questa è una specialità di Andre Miller, come dimostrano i suoi recenti trascorsi a Philadelphia. Portland ci ha già provato con Sergio Rodriguez, ma il giovane spagnolo ovviamente non aveva l'esperienza e l'affidabilità offerte ora da Miller.
Quello che secondo me resta il più clamoroso miglioramento rispetto al passato dei Blazers è che ora c'è finalmente un playmaker superbo creatore di gioco, il classico giocatore in grado di migliorare i compagni.
Bravissimo nel penetrare e scaricare al compagno libero, saprà trovare e servire a dovere i martellatori perimetrali: Rudy, Webster, Outlaw, Batum.
È eccellente anche nei passaggi backdoor, motivo per cui continueremo a vedere Fernandez volare in schiacciata partendo dalla linea di fondo.
Ma se c'è un nome su tutti da fare, è quello di Greg Oden. Andre Miller è uno dei migliori lob-passer della Lega e non ci sarà di che stupirsi se l'ex centro di Ohio State avrà due-tre canestri facili facili in ogni partita.
Senza voler passare quello di Andre Miller come l'acquisto perfetto, bisogna sottolineare con forza che questo apparente ripiego di mercato è in realtà un upgrade notevole e consistente nella posizione di point guard.
Miller si è presentato in conferenza stampa parlando di questa nuova esperienza con grande entusiasmo. E poco importa se l'accoglienza è stata tiepidina: anche a Philadelphia non furono molto contenti di avere lui al posto di Allen Iverson, eppure il tempo ha dato ragione ad Andre.
Arriva una persona seria, che si allena duro e che sa bene di essere arrivato per aiutare il team e non per accumulare statistiche. È per questo motivo che ritengo poco rilevanti i dubbi sull'integrazione con Brandon Roy: i giocatori bravi ed intelligenti in campo sanno cosa fare, sanno adattarsi e se serve anche farsi da parte.
A tal proposito chiamo in soccorso il commento di Kevin Durant.
Li aiuterà moltissimo. Lui e Brandon Roy insieme nel backcourt? Lo dicevo proprio l'altro giorno a mio fratello, saranno una coppia pazzesca.
L'unica vera perplessità che resta ha a che fare con la difesa. Portland sarà ancora più temibile in fase offensiva, ma non cambia di una virgola (o quasi) la propria abilità nel difendere il proprio canestro. Per questo molti individuavano in Hinrich il giocatore ideale da portare in Oregon.
Ultima rapida considerazione, anche questa molto positiva, riguardo al contratto offerto a Miller. Il trentaquatrenne è stato firmato per tre anni a 21 milioni, ma il terzo anno è una team option. Si tratta dunque di un biennale da 14 milioni che permette a Portland di non essere affatto vincolata all'ex Sixers.
Se la prossima estate il G.M. Pritchard dovesse avere l'opportunità di raggiungere il play del futuro della franchigia, il contratto in scadenza di Miller (da 7 milioni di dollari) avrebbe certamente mercato.
PRIMA E DOPO MILLER
Meno male che è arrivato Andre Miller.
Non si può dire che prima, in Oregon, la situazione fosse molto tranquilla. Brandon Roy si aspetta un rinnovo al massimo salariale, ma pare che il management non voglia concedere i cinque anni di contratto. Apparentemente una situazione folle, si dice che la dirigenza Blazers voglia appositamente complicare le trattative fingendo una sorta di braccino corto per poter giustificare l'atteggiamento nei confronti dei futuri rinnovi per le altre star della squadra (Aldridge prima, Oden e Fernandez in futuro).
È vero che non si possono accontentare tutti con dei super-ingaggi, ma la situazione legata a Brandon Roy, l'uomo franchigia, pare sia un po' sfuggita di mano. Tanto che lo stesso Roy ha iniziato a lamentarsi a mezzo stampa dichiarandosi frustrato. Si dice anche che ora sia lui a pretendere una player option per il quinto anno.
Si noti anche che il leader dei Blazers ha saltato (come molti altri big, a dire il vero) la convocazione di Las Vegas del Team Usa. Ovviamente il timore di infortunarsi, nel bel mezzo delle trattative per un contratto da massimo salariale, è ben presente nella mente di ogni atleta.
Altra mossa a sopresa è stata l'estensione di un solo anno accordata a McMillan. È stato l'allenatore dei Blazers a richiederla, pubblicamente con la solita motivazione del voglio dimostrare con i risultati di valere la riconferma, ma i più maliziosi l'hanno letta come una sorta di fiducia a breve termine che il coach ha nei confronti del progetto Blazers (conseguenza naturale di una presunta – e non confermata – differenza di vedute con il G.M. Pritchard).
L'arrivo di Miller dovrebbe calmare tutti i delusi dell'Oregon.
Tutti tranne uno: Jerryd Bayless.
Ma non doveva essere questo l'anno del suo lancio? Quello determinante per decidere se poteva essere l'ex Arizona il play del futuro. Se tre point guard saranno, la competizione per il ruolo di backup non sarà più con Rodriguez, bensì con Blake. Ricordando che negli ultimi otto mesi Portland ha rifiutato molte trade vantaggiose perché non voleva rinunciare a Bayless, viene da chiedersi se questo piccolo patrimonio sia stato gestito nel migliore dei modi.
Sebbene Pritchard non ami i cambiamenti in corso di regular season, non è da escludersi che in Oregon stiano prendendo tempo per compiere le ultime valutazioni prima di scaricare uno dei due playmaker confermati ed uno dei tanti esterni del roster.
Nei prossimi giorni nel mio blog troverete un rapido resoconto della (poco fortunata) Summer League dei Blazers e le ultime news sulla franchigia dell'Oregon.
Una veloce anteprima. Greg Oden, alle prese con il suo programma estivo di alleggerimento del peso e recupero della rapidità di piedi, si sta allenando con un ex-Blazers, Brian Grant. Considerati i problemi di salute che non hanno permesso a Maurice Lucas di essere sempre presente nella passata stagione, a seguire da vicino i lunghi di Portland potrebbe essere proprio Grant, chiamato a fare da assistant coach in Oregon.