Facce nuove in casa Magic

Il nuovo acquisto dei Magic Vince Carter

L'imperativo delle squadre di vertice NBA per l'anno prossimo è quello di vincere, nell'immediato, come se il 2010 fosse la fine del mondo.

Se per i Celtics e gli Spurs il fattore tempo è imprescindibile, in quanto le loro stelle sono ormai a fine carriera, per i Cavs la paura di perdere James aleggia come un fantasma e l'unico modo per convincerlo a rimanere è vincere subito.

Ad Est le mosse di mercato di Boston e Cleveland, con l'arrivo rispettivamente di Wallace e O'Neal, sottolineano come per fermare i Magic bisogna fermare prima di tutto Howard.

Discorso a parte per gli Orlando Magic, che forse rispetto alle previsioni sono arrivati in finale prima del previsto, con una squadra ancora giovane. Ad oggi si elogiano le mosse del GM Otis Smith che negli ultimi anni sembra non aver sbagliato un colpo, dalla firma di Lewis e Pietrus, alla scelta al Draft di Lee fino all'arrivo di Alston per sostituire Nelson.

Le Finals 2009 hanno però mascherato alcuni errori di valutazione che ora vengono a galla.
Il mega contratto di Lewis, per alcuni un'esagerazione, assieme a quelli di Nelson e Howard, bloccano il salary cap dei Magic, non lasciando spazio per rifirmare Turkoglu, diventato il giocatore di riferimento della squadra. Altra pecca è stato l'aver lasciato andare Ariza ai Lakers meno di due anni fa in cambio praticamente di nessuno.

Svezzato dallo "zio" Divac a Sacramento, Turkoglu è cresciuto alla scuola di Rick Adelman, in una squadra dal potenziale offensivo illimitato che comprendeva anche Chris Webber, Peja Stojakovic, Mike Bibby, Doug Christie e Bobby Jackson. Finita l'era Kings e dopo un anno opaco agli Spurs Turkoglu approda ai Magic, fino a diventare il giocatore di riferimento della squadra e raggiungendo le Finals del 2009.

All'età  di 30 anni preferisce monetizzare i progressi mostrati nelle ultime stagioni. Si accasa a Toronto con un quinquennale da 56 milioni complessivi, contratto che scadrà  quando avrà  35 anni e che i Magic non potevano offrire.

Negli otto anni giocati nella NBA le sue cifre sono aumentate ogni anno. Incrementata la media punti e quella dei rimbalzi come gli assist a partita. Solo in quest'ultima stagione Hedo è stato meno prolifico dell'anno precedente, ma le sue prestazioni ai play-off lo hanno consacrato come una delle stelle emergenti della Lega.

Arrivati alla Finale l'ultimo passo è vincere il titolo, la logica supporrebbe di confermare la squadra dell'anno prima con l'aggiunta di pochi innesti mirati. L'addio di Turkoglu però era nell'aria e il GM Smith ha anticipato tutti andando a prendere Vince Carter da NJ, assieme alla giovane PF Ryan Anderson, in cambio di Lee, Alston e Battie.

Carter, rookie dell'anno nel 1999, 8 volte All-Star, medaglia d'oro olimpica nel 2000, nativo della Florida, arriva ad Orlando per coronare il sogno dell'anello, possibilità  che non ha mai avuto con le squadre precedenti. Nei primi anni a Toronto ha portato i Raptors ai play-off per la prima volta nella loro storia e a NJ è arrivato quando il periodo d'oro del "Flyin' Circus" si era ormai esaurito. Anche con Nord Carolina è arrivato alle Final-Four fermandosi alle semifinali. Orlando è la sua ultima possibilità  di vincere, 32 primavere alle spalle e il tempo che chiede il suo tributo.

Van Gundy ha dimostrato che l'idea D'Antoniana di un basket fatto di giocate semplici, ritmi e numero di possessi alti può essere vincente o almeno è l'allenatore che è arrivato più vicino a vincere il titolo. I Magic sono la squadra con il gioco più europe per quanto fatto vedere nella metà  campo offensiva. Nella NBA non esistono veri schemi ma un'infinita di chiamate, in cui si indica il modo di sviluppare una determinata situazione, in sintesi un gioco basato più sulla lettura che sull'esecuzione pedissequa, caratteristica più europea.

Esempio estremo sono gli Warriors di coach Nelson, nessuno schema, chi ha la palla ha l'obbligo di attaccare il canestro e di tirare se è libero, poi tutti a rimbalzo.

Gli Orlando interpretano un gioco corale, meno basato sugli isolamenti, più alla ricerca del tiro migliore più che del giocatore, responsabilizzando anche i giocatori non di prima fascia.

Turkoglu, classico giocatore europeo, 208cm ma con tecnica raffinata e visione sopra la media, era il partner ideale di Rashard Lewis, due ali atipiche in grado di giocare sia lontano che vicino a canestro, senza soffrire troppo in difesa.

Gioco base dei Magic è la palla in post-basso a Howard, che attacca il canestro e se raddoppiato scarica sul perimetro, dove gli esterni vanno sempre a cercare l'uomo libero, anticipando le rotazioni avversarie. In queste occasioni Hedo è mortifero con il suo tiro dall'angolo. Un interno dominante e quattro esterni tutti in grado di segnare dalla lunga.

Altro gioco base è il "pick-and-roll" 3-4 tra Lewis e Turkoglu, con il primo quasi sempre da bloccante. Turkoglu nella maggior parte dei casi scarica per Lewis, che se marcato da un giocatore più piccolo va in post-basso, se marcato da un lungo attacca il canestro in caso di uscita difensiva o tira da fuori nel caso il difensore sia in ritardo.

Situazione completamente diversa se il bloccante è Howard.
Dopo il blocco, solitamente in punta, Howard si butta a canestro, mentre Turkoglu attacca il ferro la maggior parte delle volte, sapendo che anche se sbaglia il suo centro è pronto per la deviazione.

Situazioni particolari sono i finali di partita.
Se serve un tiro rapido l'indiziato principale è Lewis, se serve una deviazione perché il tempo è di qualche decimo si va al ferro per Howard. Invece se l'azione può essere prolungata e più ragionata la palla è nelle mani di Hedo che ha dimostrato di saper fare spesso la scelta giusta, leggendo alla perfezione ogni singola situazione e prendendosi il miglior tiro possibile per vincere.

Vince Carter è un giocatore diverso.
Sicuramente ha più potenziale realizzativo, è un passatore sottovalutato, che consegna cinque assist a partita. Ottimo tiratore ad inizio carriera era un penetratore mortifero, potenza e agilità  per un mix esplosivo. Oggi, oltre la trentina, non si concede di sfidare le difesa avversarie sempre fino al ferro.

Indubbiamente non potrà  essere utilizzato nei giochi ha due con Lewis o Howard in quando non ha un gran ball-handing e la sua visione dal palleggio è normale. Credo verranno inseriti dei giochi per farlo uscire dai blocchi per tirare libero e altre situazioni per i suoi "uno contro uno" senza coinvolgere gli altri compagni. Trattamento più da All-Star, con Nelson libero di sfogarsi in contropiede, Howard saldamente in post basso e Lewis a sfruttare i miss-match.

Per rendere il gioco meno prevedibile Van Gundy è intenzionato ad inserire delle varianti ai giochi attuali, con più tagli verso il canestro quando la palla è nelle mani di Howard. In quest'ottica Turkoglu, giocatore più cerebrale che d'istinto, sarebbe limitato, mentre Carter sarebbe più adatto.

Altro ruolo da coprire era quello di vice-Howard. Gortat, perfettamente calato nel ruolo, era l'deale per i Magic. Buona presenza sotto canestro, tanti rimbalzi, sempre pronto sugli scarichi dei compagni, specie dopo un "pick and roll". Nonostante Otis Smith avesse dichiarato che di non aver intenzione di pagare tanto per una riserva, i Magic hanno pareggiato l'offerta dei Mavs, 34 milioni per 5 anni, ed essendo un “restricted free-agent” il centro polacco rimarrà  in Florida.

Tornato a casa per la Off-season Gortat ha manifestato il suo disappunto ricevuta la notizia della scelta operata dalla franchigia di Orlando, in quanto rimanendo come cambio di Howard perde la possibilità  di giocare più minuti, potendosi mettere così in luce, prospettiva allettante proposta da Dallas, dove averebbe conteso a Dampier il ruolo di centro titolare.

Infatti Gortat ha giocato una media di soli 12,5 minuti per gara la scorsa stagione. Smith ha dichiarato che la decisione di rifirmare il polacco consente ai Magic di aver una panchina ancora più solida e più profonda.

Trattenere Gortat aumenta il monte ingaggi per la prossima stagione a 80milioni di dollari, oltre 10 milioni in più rispetto al tetto del salary cap. Inoltre per le regole NBA non è possibile scambiare il centro polacco fino al 15 Dicembre, quindi anche un “sign and trade” è improponibile.

Altri nomi liberi sul mercato che Orlando sta sondando sono quelli di Gooden, Bass e Glen Davis ed è proprio a Bass che i Magic affideranno il ruolo di primo cambio in ala, dopo aver fatto firmare all'ex Dallas un contratto di quattro anni per 18 milioni. La partenza di Turkoglu ha portato in dote ai Magic una mid-level exception, in uno scambio a quattro squadre che ha coinvolto anche Dallas, Toronto e Memphis.

Bass, il cui contratto verrà  pagata proprio con parte di questa exception, porta fisicità  sotto canestro e rimbalzi, nonostante non sia altissimo per il ruolo. Van Gundy ha già  dichiarato che potrà  partire anche in quintetto facendo così schierare Lewis da 3, suo ruolo naturale.

Altra soluzione possibile è il suo l'utilizzo, per brevi spezzoni di partita, anche come centro, per un quintetto piccolo ma veloce. L'arrivo di Bass va ad aggiungersi a quello di Ryan Andreson, PF arrivato da NJ, al secondo anno, che sta disputando un'ottima summer league, anche lui sarà  utile per la sue doti di rimbalzista.

Dalle ultime dichiarazioni del GM Smith i Magic sono alla ricerca di un terzo playmaker e di un ala, si è fatto il nome di Wafer. Con un monte ingaggi già  in piena luxury tax e con roster da completera almeno con un giocatore di ruolo che sostituisca Pietrus dalla panchina, molti dubbi sorgono sul mercato estivo dei Magic.

Turkoglu è stato lasciato andare perchè chiedeva troppo, ma per sostituirlo si è rivoluzionata mezza squadra e anche la prospettiva di risparmiare sugli ingaggi è sfumata con la firma di Bass e il rinnovo di Gortat.

Smith ha dichiarato che esiste una finestra temporale in cui una squadra può vincere il titolo e che Orlando la sta vivendo ora e deve far di tutto per provare a vincere.

Tenere il giocatore turco, caricandosi delle sue pretese economiche, avrebbe portato comunque ad una situazione salariale simile a quella attuale, ma dal punto di vista tattico si sarebbe ripartiti da un sistema collaudato negli ultimi anni.

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