Hedo Turkoglu ride pensando al suo nuovo contratto…
Mercoledì 1 Luglio si è aperto ufficialmente in mercato dei Free Agent NBA e benchè in rete trapelino già da settimane i primi rumors, compilati da giornalisti con il contributo di insider e dirigenti che rimangono nell'anonimato, è da questo momento che le trattative escono allo scoperto, i rumors si infittiscono e inizia ufficialmente la nuova stagione NBA.
I giocatori sono in vacanza, alcuni sono già in palestra ad allenarsi e le bocce in campo sono ferme, quindi scendono in campo General Manager, Agenti, Proprietari con la lega che scandisce i tempi di tutto ciò.
Perchè prima del 1° luglio se vieni beccato a trattare con i giocatori, raggiungendo accordi di massima, rischi di fare la fine dei Minnesota Timberwolves che nel 2000 con un preaccordo aggirarono le regole NBA per firmare Joe Smith.
La lega con Stern al comando punì severamente la franchigia allora diretta da McHale togliendogli per 5 lunghi anni la possibilità di scegliere al primo giro del draft, facendo anche tabula rasa di dirigenti dei Wolves stracciando il contratto di Smith.
Il periodo che va invece dall'apertura del mercato fino al 15 Luglio è territorio di caccia, con i maggiori Free Agent che hanno l'imbarazzo della scelta, il telefono bollente e con le squadre mostrano le proprie strategie per l'assalto ai top Free Agent del mercato.
Dal 15 Luglio in poi i giocatori possono ufficialmente firmare il loro nuovo (o primo) contratto NBA sulla base dell'accordo che hanno raggiunto dal 1° luglio in poi.
Dopo questa breve e semplice introduzione ai meccanismi ben più complessi e articolati della Free Agency arriviamo finalmente al punto, ovvero cosa offre il mercato quest'anno, chi sono i free agent di punta e quali saranno gli scenari ipotizzabili?
Quest'estate si preannuncia molto movimentata per una serie di motivi più o meno collegati tra loro.
Già prima del draft alcune squadre si sono mosse nelle cosidette blockbuster trade, scambi che coinvolgono giocatori ancora sotto contratto, alcuni di questo destinati a cambiare in bene o in male gli equilibri del prossimo campionato e prima ancora di far partire con il botto il mercato estivo.
Tutti poi parlare della mistica estate del 2010, stagione in cui volgeranno al termine i contratti di gente del calibro di James, Wade, Shaq, Bosh, Stoudamire e altri giocatori non da meno, per la quale è già scattata dallo scorso anno la febbre per LeBron James, da parte dei Knicks.
E direte voi, cosa c'è di interessante in questa estate se quella aspettata da tutti è la prossima?
Semplice… la crisi finanziaria mondiale l'hanno avvertita anche i proprietari delle franchigie NBA, che stanno tirando la cinghia in vista dei prezzi folli del prossimo anno accumulando contratti in scadenza 2010.
Sono quasi tutti proiettati già al prossimo anno, che quasi si dimenticano dei Free Agent disponibili oggi, alcuni dei quali molto ma molto prelibati che verrano contesi però da poche squadre lungimiranti.
C'è anche la possibilità , quest'estate che alcune star in scadenza 2010 rinnovino il proprio contratto con le proprie squadre tra cui Wade, Bosh, Amare e Nash.
In sintesi, i movimenti di quest'anno andaranno a influire direttamente sulle aspettative e speranze della prossima estate.
I TOP FREE AGENT
Tra Free Agent (FA) e Restricted Free Agent (RFA), ovvero colori i quali le squadre di appartenenza possono trattanere pareggiando eventuali offerte di altre team, la rosa di nomi è ampia e molto interessante.
Innanzitutto i Pistons si sono già mossi, con gli accordi raggiunti il primo giorno di trattive con Ben Gordon e Charlie Villanueva.
Il frombolieri ex Bulls è stato firmato per 5 anni a 55 milioni di dollari, cifra che chiedeva anche 12 mesi fa ma che i Bulls non hanno mai paventato l'idea di dargli, firmandolo con la Qualifyng Offer da 6 milioni e rotti per una stagione svincolandolo definitivamente da restrizioni dal 30 giugno in poi.
Gordon dopo la stratosferica stagione passata con il culmine ai playoff contro i Celtics, in cui il suo cuore e la sua freddezza hanno quasi permesso un clamoroso upset dei Bulls contro i campioni uscenti, aveva manifestato in modo chiaro che il suo desiderio era rimanere ai Bulls ma alle cifre che voleva lui.
I Bulls non lo hanno ascoltato e i Pistons, che già da tempo stavano preparando un offerta sontuosa si sono precipitati a capofitto sulla combo guard, che andrà ad occupare lo slot di guardia titolare dei Pistons affiancato da Stuckey.
Detroit non sì è fermata qui, e forte di spazio salariale derivante dalla fine dei contratti di Iverson e Wallace, ha firmato anche Villanueva prelevato dai Bucks quando era dato per certo il suo approdo alla corte di James.
Il Glabro da UConn (ex compagno di Gordon al college tra l'altro) è stato blindato per 5 anni a 35 milioni complessivi.
Un affare, vista anche la propensione dell'ala mancina a rimbalzo e la sua capacità di aprire il campo con il suo tiro, che ne fanno un surrogato accettabile (e più gestibile) di Rasheed Wallace.
Partiti i primi colpi, ora rimane da vedere dove approderà il top Free Agent disponibile, ovvero l'Hedo Turkoglu fresco di finale NBA, leader in campo dei sorprendenti Magic che è appena uscito con la early termination option dal suo contratto che chiamava ancora un anno a circa 7 milioni per rifirmare da subito un contratto che il suo entourage ha già precisato che dovrà essere in doppia cifra annua.
Il turco è l'uomo mercato di quest'estate, desidera rimanere a Orlando, che con Carter ora punta senza mezzi termini all'anello da protagonista e non da outsider, ma a patto che l'offerta dei Magic rispecchi il suo reale valore, ovvero quello di una delle prime 5 ali piccole del campionato e leader di una squadra da titolo.
Il suo obbiettivo minimo è quello di firmare un contratto della durata e caratura di quello firmato 12 mesi orsono da Corey Maggette, 5 anni a 50 milioni come base di partenza, mentre i Magic dalle ultime indiscrezioni stanno per proporre un quadriennale da meno di 40 milioni in totale.
L'ex Spurs e Kings potrebbe quindi virare la sua attenzione sui giovani e ben disposti Blazers, il cui GM Pritchard ha già fatto sapere di gradire i servigi del turco come complemento di Roy per portare il suo talento e la sua esperienza alla squadra di McMillan.
Ma Portland non è l'unica squadra che fa la corte a Turkoglu, perchè anche Colangelo sembra interessato a rinforzare l'European Connection dei Raptors, avendo pronto un contratto di 5 anni a 60 milioni complessivi.
Qualora Turkoglu però non arrivasse i Raptors sposterebbero le proprie intenzioni su David Lee, restricted free agent dei Knicks per la solita cifra, preludio alla partenza quasi scontata di Bosh.
Walsh ha offerto all'ala ex Florida un quinquennale da 9 milioni di dollari, che però non soddifa appieno Lee che a questo punto preferirebbe il Canada.
Le ultime indiscrezioni, in ogni caso, parlano dei Raptors come della squadra favorita, essendo quella disposta a mettere in campo più soldi (56 milioni contro i 50 dei Blazers) e potendo contare anche sulla gradimento della signora Turkoglu, che amerebbe vivere in una città dalle caratteristiche e dallo stile di vita europeo…
Spostandoci a ovest sulle sponde del lago salato tiene banco il caso Boozer, che per tutto l'anno pareva intenzionato a uscire dal contratto in essere valido per ancora una stagione a 17 milioni per sondare il mercato e rifirmare un nuovo contratto almeno di 5 anni a cifre simili al precedente.
Dopo aver fatto terra bruciata attorno a se, e non aver avuto risposte da squadre come Miami o Detroit, Boozer ha però fatto marcia indietro e ha deciso di rendersi Free Agent il prossimo anno.
La dirigenza, però non sembra aver preso bene la sua decisione, anche perchè i soldi che liberava l'ex Duke sarebbero serviti a rinnovare Milsapp.
Milsapp piace a molte squadre, e verosimilmente potrebbe trovare estimatori in grado di offrirgli dai 7 ai 10 milioni annui per 3/4 anni, ma Sloan vorrebbe trattenerlo a tutti i costi dato che apprezza l'etica di lavoro, la sua durezza e il suo contributo di energia e testa ai due estremi del campo, particolare di cui difetta Boozer.
Sempre a Utah, anche Okur e Korver poteva uscire con un anno di anticipo dai propri contratti, ma le loro ambizioni erano diverse da quelle di Boozer.
Entrambi infatti sarebbero divenuti Free Agent ma pronti a rifirmare un rinnovo pluriennale con i Jazz.
Qualcosa invece deve essere cambiato, ed anche loro hanno deciso di vedere cosa succederà la prossima, sconvolgente, estate.
Dalla "calma" dello Utah, spostiamoci all'ebollizione del Texas, precisamente a Houston, che oltre a fare i conti con gli infortuni cronici di McGrady, ora sembra essersi abbattuta la sciagura Yao.
Il cinese dovrà saltare tutta la prossima stagione, e si parla persino di carriera a rischio, trasformando la squadra rivelazione della scorsa stagione con ambizioni da contender, ad una squadra in caduta libera.
In questo scenario si inserisce la partenza di Artest, destinazione Los Angeles Lakers e l'arrivo di Ariza a prendere il suo posto nella squadra texana. RonRon era da anni ambito da coach Jackson e Kobe Bryant, e finalmente potrà giocare in una squadra da titolo.
Per Houston una scelta obbligata, vista la volontà del giocatore di partire, ma Ariza è giovane, è costato relativamente poco ed è una scelta futuribile, visto che il presente è per lo meno un punto interrogativo a causa degli infortuni a Yao e Tmac.
Un altro pezzo da novanta del mercato è il quasi dimenticato Marion, passato dai fasti dei bei Suns all'anonimato ben retribuito a Miami e Toronto.
The Matrix è l'esempio vivente di come a volte bisognerebbe non stare ad ascoltare gli agenti, perchè se avesse fatto di testa sua oggi avrebbe un contratto a oltre 11 milioni a stagione fino al 2011 con i Suns.
Ma il suo legale spinse per fargli rifiutare il prolungamento perchè tanto avrebbe spuntato un rinnovo ad oltre 16 milioni con altre squadre.
Non è decisamente andata così, perchè senza Nash a imbeccarlo ha dimostrato che è ancora un giocatore di un certo livello, ma non da valere i soldi che chiede.
Ora poi, in questo momento finanziario particolare, non troverà nessuno in grado di dargli più di 7/8 milioni, a meno che non resti a Toronto, città di cui però non tollera il freddo e le nulle speranze di titolo.
Toronto tra l'altro si sta muovendo su altri binari, per cercare di ringiovanire la squadra e riempirla di talento e profondità sul perimetro, con i contatti avviati con Ariza e Kleiza (che però dovrebbe essere strapagato, visto che Denver può e vorrebbe trattenerlo).
Un'altra franchigia che è attesa ad un estate di fuoco sono i Lakers, freschi campioni del mondo, che hanno in Odom e Ariza le priorità urgenti da sbrigare per riproporsi ai nastri di partenza della stagione ventura come la squadra da battere.
Del caso Ariza abbiamo già detto; Odom invece viene da un contratto da oltre 15 milioni firmato quando raggiunse Miami nel primo anno dell'era Wade e la dirigenza dei Lakers ne ha pronto uno da 4 anni a cifre che vanno intorno ai 10 milioni annui.
Ci sarebbero poi due tipini di un certo calibro, come Iverson e Wallace che attualmente sono a spasso, accomunabili da caratteri non facili, problemi di gestione annessi, con destini però assai diversi.
Iverson, 34 anni e un fisico che inizia a subire il peso dei contatti che da anni riceve nelle sue scorribande nelle difese avversarie, attualmente, da un punto di vista pratico, non è più una prima punta come lo è stato in tutta la sua carriera, e l'ultima stagione a Detroit lo conferma.
Il problema è che in testa si sente ancora di essere il giocatore di sempre, in grado di segnare tanto e fare e disfare a proprio piacimento, che lo fa divenire per i motivi di cui appena sopra, un giocatore condizionante in negativo se lasciato andare a briglia sciolta.
L'unico che può tenerlo sotto controllo e spremere dai suoi ultimi anni di carriera, la dose giusta di basket non nociva alla chimica di squadra, è Larry Brown con i suoi Bobcats, alla ricerca proprio di una guardia con tanti punti nella mani da inserire nel proprio telaio.
I Bobcats potrebbero rivelarsi per Iverson il giusto compromesso tra soldi, spazio, responsabilità e redenzione tecnica, visto che i Bobcats hanno la possibilità di firmarlo per qualcosa in più della Mid Leavel Exception (MLE), che si aggira sui 5 milioni l'anno e dargli in mano le chiavi offensive della squadra al fianco di tanti buoni gregari limitati offensivamente come Felton, Diaw, Wallace, Bell e Okafor.
Sheed viceversa ha le quotazioni ancora molto alte, visto che un 210 con quel talento e con quelle capacità tecniche anche senza una gamba nel giusto ambiente sposterebbe ancora.
Infatti alla porta di Wallace hanno giù bussato squadre come Cleveland, San Antonio, Orlando, Chicago, Mavericks e New Orleans alla ricerca disperata di un centro da quintetto di talento e esperienza.
Inizialmente l'ex Blazers aveva sparato alto, dichiarando di voler firmare per non meno di 10 milioni l'anno per una contender, ritirandosi viceversa se non avesse ottenuto quei soldi.
Ora invece sembra sempre più propenso a firmare per la MLE che le squadre sopra elencate hanno messo sul piatto, con l'imbarazzo della scelta nel decidere la sua prossima meta.
I Cavs sembrano in vantaggio, visto che il fresco arrivo di Shaq ha reso urgente per la squadra di James la necessità di un lungo in grado di aprire il campo, prendere rimbalzi, e far pagare il raddoppi sulle due star, e Wallace tutte queste cose è in grado di farla ad un livello molto alto, testa permettendo.
Ma nelle ultime ora, Garnett sta letteralmente pressando Ainge per convincerlo a portare nella Bean Town il suo rivale di tante battaglie.
Ferry però ha un'altra gatta da pelare, perchè Anderson Varejo, fidato scudiero di James e uomo di energia vitale per la difesa studiata da coach Brown, ha esercitato la clausola che lo libera con un anno di anticipo dal suo contratto e lo rende unrestricted Free Agent (UFA).
Due anni fa i Cavaliers avevano il coltello dalla parte del manico, in pratica constringendo il brasiliano a firmare con loro un rinnovo alla metà della cifra che sparò inizialmente, e il medusa dopo aver valutato anche un clamoroso (allora) ritorno in Europa cedette e firmò a dicembre l'estensione.
Adesso è lui che dirigerà le manovre, non essendo legato ad alcun vincolo con i Cavaliers che possono perderlo per nulla.
I Mavericks sembrano essere i più interessanti anche se l'offerta che potrebbero formulargli non sarebbe molto alta.
L'alternativa è scendere di livello e firmare per squadre con spazio salariale importante come Bobcats, Thunder o Grizzlies.
La dirigenza dei Cavs si sta guardando attorno e punta a inserire al suo posto anzichè un lungo, un'ala piccola tra Hill o Barnes per spostare qualche minuto James in ala forte al fine di combattere i quintetti piccolo che coach Brown ha dimostrato di soffrire.
Un altro nome forte del mercato, destinato con tutta probabilità a cambiare aria è David Lee, ritenuto dai Knicks come sacrificabile nell'ambito del piano di svuotamento del CAP in vista del 2010.
Lee ha numeri da All-Star, in parte gonfiati dal gioco spumeggiante di D'Antoni, ma alcuni limiti che secondo Walsh non fanno di lui un giocatore da 10 milioni l'anno, cifra che Lee ha fissato come tetto minimo del suo prossimo ingaggio.
Lee è un'ala di appena 205 cm, che già lo rendono al limite della decenza per una power forward, e decisamente troppo pochi per vederlo in pianta stabile da centro, in più il suo impatto fisico e la sua energia, sono molto più spesso in attacco che in difesa, e il suo tempismo per il rimbalzo potrebbe venir visto come fumo negli occhi perchè non supportato da una tenuta difensiva efficace.
Se poi aggiungete al mix di "difetti", l'incapacità di crearsi un proprio tiro, ma essere un giocatore di sistema, ecco servito il dilemma che Walsh e D'Antoni stanno cercando di risolvere: Lee vale davvero 10 milioni l'anno?
I due factotum della grande mela sono propensi al "no" e sono già corsi ai ripari con Milicic che potrà non essere all'altezza dell'ex Florida, ma per lo meno è un degno sostituto per una stagione.
I Knicks hanno anche un'altra gatta da pelare, ovvero Nate Robinson, il cui contratto da rookie è in scadenza (come Lee) ed è RFA (come Lee).
New York già da tempo ha iniziato a sondare gli agenti di Kryptonate per un eventuale rinnovo, ma la distanza tra domanda e offerta è ancora importante e dopo la scelta al draft di Douglas, l'addio di Robinson pare quasi certo, anche se i Knicks hanno comunque la possibilità di pareggiare qualsiasi offerta che perverrà al folletto idolo incontrastato del Madison.
Probabilmente sia per Lee che per Robinson i Knicks cercheranno di monetizzare le loro perdite con la più classica delle Sign & Trade.
Non fosse altro che per la deludente stagione finale ai Mavericks, avremmo parlato di Jason Kidd nelle prime righe di questo articolo, invece il buon vecchio Giasone è scivolato così in basso anche come quotazione di mercato agli occhi degli addetti ai lavori, colpiti dal suo crollo a livello di fisico e di statistiche.
Il peso dell'età si fa sentire e Kidd non ha più lo smalto di quando ai Nets era considerato il miglior play del globo e per lui attualmente ci sono poche offerte da vagliare, alcune delle quali gli precluderanno la possibilità di giocare per il titolo mentre altre non saranno remunerative dal punto di vista finanziario e di responsabilità .
Miami e New York sono infatti sulle piste del play da Oakland, i primi per renderlo il padre putativo di Chalmers e dare una mano a Wade nel cercare di tornare competitivi ad est senza però velleità di titolo, i secondi invece per tornare a accarezzare il sogno dei play-off.
La squadra di D'Antoni pare essere in pole per Kidd a cui però può offrire solo la MLE per massimo 3 stagioni, per il solito discorso di non ingolfare il cap in vista dell'estate delle corsa a James.
I Knicks sono la squadra in cui può spremere le sue ultime cartucce e dimostrare ancora di valere un posto a ridosso di Paul e Williams come uno dei primi 5 play della lega.
Nelle ultime ora comunque si discute di un rinnovo a cifre intorno i 25 milioni con i Mavericks spalmate su tre anni.
Altri due playmaker come Bibby e Miller sono nelle mire di diverse squadre.
Per il play dei Sixers si sono già fatti avanti i Blazers, squadra attivissima sul mercato, che ha bisogno proprio di un play esperto, leader e di talento offensivo per svezzare i molti giovani a roster.
L'unico ostacolo è che Miller cerca il solito contratto in doppia cifra, cosa che può ottenere solo in squadre di seconda fascia o a Phila, che dopo aver draftato Holiday per il futuro hanno già pronti il piano B, ovvero Ronnie Price in uscita da Utah.
Probabile che Miller finisca ad un contender o aspirante contender come Boston, Portland o Dallas abbassando le sue pretese (ovvero prendendo la MLE) per provare a vincere.
La situazione è analoga appunto a quella di Bibby, quasi sicuro partente da Atlanta che ha già preso Crawford dai Warriors e draftato Teague.
Anche per lui sono pronte MLE per un ruolo da comprimario extra lusso in squadre che cercano in tassello giusto a un prezzo concorrenziale.
Si parlava di una reunion con Adelman a Houston a svezzare Brooks in regia e offrire il suo tiro nell'ambito di una Princeton offense che conosce a menadito, ma su di lui ci sono anche i soliti Mavericks e Heat alla ricerca di un play con punti nelle mani e la giusta dose di esperienza e leadership.
Dietro questi nomi altisonanti, c'è però un vario e interessante brulicare di altri Free Agent importanti.
Molti di loro non saranno certamente future star, ma tutti ottimi complementi per quintetti di squadre in crescita o cambi di lusso per contender.
E' il caso di BigBaby Davis, RFA dei Celtics che pare interessare ai Thunder e Grizzlies come starter ma che Boston può trattenere pareggiando le varie offerte.
C'è poi il caso Gortat, centro di riserva dei Magic, boscaiolo dotato di poco talento, ma che lavora, suda e si impegna più di molti all-star e sta catturando il cuore di diversi allenatori per la sua dedizione e fisicità sotto i tabelloni.
I Magic, come spiegato sopra, hanno altre priorità e potrebbero non esercitare la restrizione qualora gli arrivasse un contratto lungo e oneroso da parte di altre squadre.
Cosa che sta per fare Dallas, disposta a versare sul conto del polacco, tutta la propria MLE da 5 milioni in 5 anni.
Se Gortat da Orlando va a Dallas, c'è Brandon Bass che da Dallas sostituirebbe Gortat a Orlando, magari proprio con una sign & trade con l'ex cambio di Howard.
Chi invece volesse tappare qualche falla a roster, con un occhio sempre rivolto al bilancio invece dovrebbe citofonare ai vari Szczerbiak, che vale ancora 15 minuti di qualità in diverse squadre anche di alto livello, Frye, Wilcox, Gooden, Powe, Pachulia, Moon, Murray, Andersen, Nesterovic, Jack, Desmond Mason e Marquis Daniels, rimasti appiedati e pronti a mettere la loro firma in contratti di valore anche onesti purchè pluriennali (e molti di loro sono anche RFA).
Ci sono invece giocatori come McDyess, Joe Smith e Anthony Parker, Marbury, che ascolteranno solo offerte da parte di contender, per ruoli da gregario extralusso pur di riuscire a mettersi al dito un benedetto anello a lungo agognato.
Su di loro, come arpie, svolgono gli sguardi le "solite" big come Spurs, Cavaliers, Celtics e la new entry a questi livelli Magic.