La partenza di Shaq potrebbe essere soltanto l'inizio della rivoluzione in casa Suns.
"Siamo in transizione" dichiarava Steve Kerr poche ore prima del draft, appena dopo aver completato lo scambio con i Cavs per Shaq che porta Sasha Pavlovic e Ben Wallace a Phoenix, anche se tutto sembra indicare che il loro soggiorno nella Valle del Sole sarà piuttosto breve. I Suns infatti hanno già in mente di disfarsi dei due ex-Cavaliers per liberare spazio salariale e far risparmiare qualche milione di dollari a Robert Sarver. Su Pavlovic sembrano non esserci dubbi, verrà rilasciato permettendo alla franchigia di risparmiarsi i 6,9 milioni di dollari del suo contratto parzialmente garantito. Su Ben Wallace c'è qualche dubbio in più. Ci sono tre possibilità : negoziare una rescissione del contratto nel caso Wallace si ritiri, provare a farlo giocare se si dimostra recuperato dai guai fisici dell'anno scorso oppure scambiare il suo contratto in scadenza. Negli ultimi giorni sembra delinearsi la possibilità di uno scambio con gli Hornets, alla disperata ricerca di un modo per tagliare i costi, per Tyson Chandler. Una possibilità che, per ora, sembra più una voce di corridoio che altro.
Indipendentemente dal destino di Wallace, si può affermare chiaramente che la trade è stata fatta per ragioni finanziarie ed è stata anche una ammissione tacita del fallimento dello scambio Marion-O'Neal di poco più di un anno e mezzo fa. "Non è andata come ci aspettavamo - ammetteva il General Manager dei Suns - Ma l'anno scorso sapevamo che con la squadra che avevamo non saremmo andati da nessuna parte, visti i nostri pochi centimetri sotto canestro". Anche con i centimetri di O'Neal non si è andati lontano però, totalizzando soltanto una vittoria ai playoff in due anni.
Lo scambio di O'Neal, comunque, non è stata la sorpresa del giorno, che è invece arrivata più tardi, durante il draft. Infatti quando i Warriors hanno scelto Stephen Curry con il settimo "pick" sono cominciate a circolare voci che quella fosse una scelta fatta per i Suns che stavano per concludere un accordo per scambiare Stoudemire con Curry, Biedrins, Wright e forse anche il nostro Belinelli. Secondo alcune fonti vicine al "front office" dei Suns l'accordo era vicinissimo, così vicino che quando Minnesota ha scelto Johnny Flynn si è sentito un urlo di gioia dagli uffici dello US Airways Center: Steph Curry era in arrivo a Phoenix. Tuttavia, a quanto pare, i Warriors si sono tirati indietro all'ultimo momento.
Le ragioni non sono chiare, ma tutto sembra indicare che l'accordo c'era prima che i Warriors si ritrovassero con Curry, un giocatore che piaceva molto a Don Nelson ma che erano convinti sarebbe stato scelto prima. Da quel momento la vicenda Curry-Stoudemire è diventata una specie di farsa. Il giorno dopo si sono susseguite voci di ogni genere, fonti vicine ai Suns filtravano alla stampa che l'accordo era chiuso e Curry sarebbe stato il nuovo giocatore dei Suns mentre ad Oakland la giovane guardia veniva presentata in conferenza stampa, con maglia dei Warriors inclusa. Inoltre, sia il general manager dei Warriors che coach Nelson dichiaravano all'unisono che non avevano alcuna intenzione di scambiare Curry e che l'avevano scelto "per giocare con i Warriors".
Allo stesso tempo, Amar'e Stoudemire, attraverso il suo account di Twitter, pubblicava informazioni mirate più a confondere che altro. "Breaking News! Amar'e ai Lakers" oppure "Ultime notizie: Amar'e ai Warriors". Il suo rappresentante, invece, dava ad intendere che nonostante le voci, il suo cliente era disposto a rimanere, sempre che i Suns siano pronti a valorizzarlo come merita (leggasi: rinnovo al massimo salariale). "In un modo o nell'altro dovranno prendere un impegno con Amar'e - dichiarava Grantham - a lui piacerebbe vincere un anello qua a Phoenix. Ma adesso sta alla franchigia dirci se vogliono che Stoudemire faccia parte del loro progetto di futuro oppure no".
Ad Amar'e rimangono ancora altri due anni ma la prossima stagione può scegliere di rescindere il contratto rinunciando ai circa 17 milioni di dollari dell'ultimo anno e diventando un free agent. Questa possibilità non è da escludere visto che sia il giocatore che il suo rappresentante hanno ripetutamente dato ad intendere di volere un contratto col massimo salariale, al pari di stelle come LeBron o Duncan. Da parte dei Suns per ora c'è calma. "Questo fa tutto parte del business - affermava Steve Kerr - Non c'è niente di anormale. A noi piace moltissimo Amar'e, ha sempre giocato bene qua con noi. Ha tutto il diritto di considerare tutte le possibilità ".
Non solo il futuro del numero 1 dei Suns è al momento incerto. C'è Grant Hill che è al momento un free agent e aspetta che i Suns lo chiamino per rinnovare. "Mi piacerebbe rimanere. Sono stato molto bene qui, mi sento come a casa" dichiarava l'ex Magic. I Suns dovrebbero fargli un'offerta appena si aprirà ufficialmente il periodo di "free agency", nella notte di martedì 30 Giugno, ma non è da escludere che altre squadre come Boston o Denver cerchino di acquisire il veterano che ha giocato in tutte e 82 le partite l'anno scorso, per la prima volta in carriera e potrebbe essere un innesto importante ad un prezzo molto contenuto.
Anche per Nash il futuro non è così sicuro. Il due volte MVP ha detto chiaramente che Phoenix è la sua opzione numero 1 ma anche che vuole vedere "in che direzione va la squadra" prima di decidere il suo futuro. Nash ha ancora un anno di contratto ma i Suns hanno l'opzione di rescinderlo oppure offrirgli un rinnovo. Non è un segreto che a Nash non dispiacerebbe tornare agli ordini di Mike D'Antoni a New York e, a questo punto della sua carriera, vincere l'anello è la priorità numero uno per il canadese che, quindi, forse non vedrebbe di buon occhio la partenza di Stoudemire per un gruppetto di giovani che servirebbero più per il futuro che per tentare un ultimo assalto al titolo la prossima stagione.
Tornando alla notte del Draft, i Suns hanno scelto al numero 14 l'ex alunno di Louisville, Earl Clark, un'ala piccola che potrà giocare da 4 nel sistema dei Suns e che ha impressionato per le sue capacità difensive e l'abilità nel palleggio. "È esattamente il tipo di giocatore che mi piace allenare, per la sua versatilità - dichiarava Coach Gentry nella conferenza stampa di presentazione del rookie - è un giocatore capace di prendere rimbalzi e anche portare la palla in contropiede. Sicuramente la sua virtù migliore è la difesa". Anche Kerr sottolineava la sua "abilità difensiva" e il fatto che "si muove molto bene per essere alto 208 cm". Non è chiaro di quanti minuti disporrà visto che, in teoria, davanti a lui ci sono Hill e Dudley, ma tutto dipenderà da cosa succede con Stoudemire.
L'altro rookie scelto dai Suns è Taylor Griffin, fratello maggiore di Blake, la prima scelta assoluta, preso dai Clippers. David Griffin, vicepresidente dei Suns, lo descriveva così: "È tremendamente atletico. È molto aggressivo sia difensivamente che offensivamente, un po' come Amundson. Ed ha una buona visione di gioco". Secondo Kerr, Griffin è "un vincente" e "dà il massimo in ogni azione". Che faccia parte del roster dei Suns all'inizio della stagione dipenderà da molti fattori, in questo momento i Suns hanno sotto contratto 12 giocatori (contando Clark, Pavlovic e Ben Wallace) e le intenzioni della dirigenza sono di non superare il limite minimo stabilito dalla NBA di 13 giocatori. "Non so che intenzioni abbiano nei miei confronti - ammetteva Griffin - cercherò di far vedere di cosa sono capace nella Summer League".
Insomma, aggiungete un altro giocatore alla lista dei "punti interrogativi" di Phoenix che adesso, più che mai, sembra davvero una franchigia persa nel deserto.