Maglia numero 11 per Jrue Holiday!
With the 17th pick in the 2009 NBA Draft, the Philadelphia 76ers select… Jrue Holiday, from UCLA University.
Con queste parole David Stern, la notte del Draft, ha annunciato la tanto attesa scelta da parte dei Sixers. Alla fine il nome annunciato dal commissioner non è stato nè quello di Ty Lawson, nè quello di Eric Maynor, come ci si poteva aspettare, bensì Jrue Holiday, classe 1990 nativo di Chatsworth, California.
Nelle ore precedenti il Draft nessuno aveva accostato il nome di Holiday ai Sixers in quanto nessuno poteva immaginare che potesse cadere sino alla 17esima chiamata. Invece alcune scelte inaspettate (prima fra tutte quella dei Pacers, con Tyler Hansbrough) ed il fatto che qualche GM si sia spaventato per qualche problema alla spalla (comunque di lievissima entità ) paventato negli ultimi workout hanno fatto sì che il prodotto di UCLA potesse scivolare proprio nella mani di Ed Stefanski, che sapientemente non se l'è lasciato sfuggire. Addirittura lo stesso Stefanski nelle ore successive al Draft ha fatto sapere che aveva cercato di fare una trade per salire di qualche spot appunto per assicurarsi di poter chiamare il nome di Jrue.
Ma andiamo a conoscere meglio questo giocatore, che nelle previsioni di GM, allenatori e tifosi dovrà essere la point guard del futuro di questi Sixers.
Jrue Randall Holiday è un ragazzo del 1990, nato e cresciuto in California. Alla Campbell Hall School si è dimostrato essere come uno dei migliori giocatori di High School californiane degli ultimi anni, giocando per tutti e quattro gli anni nella squadra varsity e vincendo ben tre titoli statali. Nel suo anno da senior (chiuso con 25.9 punti a partita, 11.2 rimbalzi, 6.9 assist e 4.8 palle rubate) è stato eletto Gatorade Player of the Year, cioè come il miglior giocatore di High School di tutta America. Prima di lui anche Kobe Bryant, Baron Davis, LeBron James, Dwight Howard e Greg Oden avevano ricevuto tale onoreficenza.
Ha scelto poi di restare in California per il college, preferendo UCLA a Washington (che invece è stata la destinazione scelta da Justin, il fratellino più piccolo). Nell'ateneo di Los Angeles si è però dovuto re-inventare come shooting guard visto che il posto da playmaker era saldamente nelle mani di Darren Collison, senior nonchè leader della squadra. Pur giocando quindi leggermente fuori posizione, Jrue ha comunque giocato in tutte e 35 le partite stagionali (la maggior parte iniziate nel quintetto base) chiudendo con 8.5 punti a partita, 3.8 rimbalzi e 3.7 assist tirando con un eccellente 45% dal campo (ma solo il 30% da tre punti).
Seppur i numeri non siano forse stati all'altezza delle aspettative Holiday ha comunque vissuto una discreta stagione collegiale, costellata da quegli alti e bassi molto frequenti nei giocatori al primo anno, soprattutto se inseriti in una macchina come quella di UCLA che girava alla perfezione, o quasi, da qualche anno con all'interno del roster diversi upperclassmen.
Una delle sue migliori partite è stata forse quella del primo turno del torneo NCAA contro VCU (la squadra di Eric Maynor, scelto al numero 20 dagli Utah Jazz). In quella partita Holiday è stato utilizzato moltissimo da playmaker visti i problemi di falli del titolare Collison. Jrue chiuse con 13 punti e 6 assist in 38 minuti di utilizzo e tantissime giocate risultate poi decisive nella vittoria di 1 solo punto da parte dei Bruins. A questo link trovate gli highlights della sfida (Holiday veste la maglia numero 21, mentre nei Sixers ha deciso di prendere la 11 visto che il suo numero originale è già saldamente sulle spalle di Thaddeus Young).
Tenendo conto della carta d'identità – 19 anni – e che quindi sia un giocatore che avrà bisogno probabilmente di almeno un paio d'anni per mostrare appieno il suo potenziale andiamo a vedere quali sono effettivamente i punti di forza di questo giocatore.
“Very long 6'3''”, così viene definito il corpo di Holiday, ottimale per una point guard. Non avrà nessun problema di accoppiamento difensivo, grazie anche alla braccia molto lunghe (alle misurazioni pre-Draft la wingspan è stata misurata appena sopra ai 2 metri) con cui riesce a portare pressione sul portatore di palla avversario. Possiede inoltre un'ottima visione di gioco e con un discreto ball-handling non ha problemi nel gestire l'attacco, soprattutto in campo aperto dove eccelle e conclude nei pressi del canestro in maniera autoritaria con entrambe le mani senza farsi troppo intimorire (anche se quest'anno lo si è visto sbagliare qualche layup di troppo). In generale la fase difensiva sembra comunque essere la parte migliore del suo gioco e lo stesso Stefanski ha sottolineato questa cosa durante la prima intervista post-Draft, aggiungendo che il fatto di essere difensivamente pronto al palcoscenico della NBA potrebbe fargli guadagnare da subito qualche importante minuto.
Seppur scoccato con una buonissima meccanica, il tiro in sospensione lascia più di qualche dubbio. Al college molto spesso “andava e veniva” e per ritagliarsi un ruolo di prim'ordine al livello superiore ha sicuramente bisogno di trovare consistenza e fiducia. Qui entrano in gioco la sua voglia di lavorare (un'altra delle cose che hanno positivamente colpito molti GM durante i workout precedenti al Draft) e gli allenatori dei Sixers, che lo aiuteranno durante l'estate a migliorare il suo jumper. In generale quello che manca a Holiday è un pò di maturità (spesso a UCLA quando iniziava male una partita, magari con qualche cattiva decisione offensiva o qualche brutta azione difensiva, usciva mentalmente dalla gara ed aveva difficoltà a ritrovare la concentrazione) ma qui torniamo al discorso iniziale, siamo di fronte ad un ragazzino di soli 19 anni, che non si chiama LeBron…
In generale comunque trovare un talento del genere alla 17esima chiamata del Draft non è cosa da tutti i giorni e lo staff di Philadelphia è estremamente entusiasta di aver avuto questa fortuna. È parere comune che a livello di talento puro Holiday fosse infatti tra i primi 7/8 giocatori del lotto. Come detto non lo si vedrà forse eccellere dal day one, avrà bisogno di un paio di stagioni per maturare definitivamente ed apprendere a fondo il gioco NBA, ma all'interno della franchigia tutti sono convinti che Jrue possa essere la point guard su cui costruire il futuro della squadra. Sarà comunque importantissimo che durante questa sua prima stagione ci sia a roster, tra i playmakers, un veterano che possa indirizzarlo sulla giusta via e prestargli attenzione dentro e fuori dal campo.
FREE AGENCY
E parlando proprio di questo, andiamo a dare un'occhiata alla situazione di Andre Miller, che dal prossimo 1 luglio diventerà a tutti gli effetti un Free Agent.
La volontà del giocatore è abbastanza chiara, le sue richieste prevedono 3 anni di contratto a $10 milioni all'anno. Le cifre sono state considerate come fuori dal mondo da parte del GM Stefanski, che ha ribattuto dicendo che non offriranno più di $7-8 milioni per soli 2 anni di contratto. Nel caso in cui Miller non dovesse accettare l'offerta dei Sixers l'unica possibilità di ricavare qualcosa dalla sua partenza sarebbe quella di mettere in atto un sign and trade con un'altra squadra.
I rumors in questi giorni si susseguono e quello più pressante (e forse veritiero) sembra essere la possibile trade che spedirebbe Miller ai Blazers in cambio di due giocatori: Steve Blake e Travis Outlaw (entrambi proprietari di un contratto annuale che si aggira sui $4 milioni).
Lo scambio sembra essere favorevole ad entrambe le squadre, mentre Portland vede in Miller la PG adatta ad affiancare Brandon Roy, i Sixers riceverebbero in cambio un playmaker con diversi anni di NBA alle spalle che non avrebbe problemi a gestire l'attacco di Eddie Jordan e che potrebbe fare da maestro per Holiday; e un'ala come Outlaw che porterebbe in dote punti ed atletismo dalla panchina (o che eventualmente potrebbe essere inserito in un pacchetto con Samuel Dalembert, ormai perennemente sul mercato, per arrivare ad un altro lungo).
Le carte verranno comunque scoperte fra pochissime ore, il primo giorno di luglio si apre infatti ufficialmente la Free Agency. Tutte le mosse di Philadelphia saranno determinate da quello che deciderà di fare il Sig. Miller, la palla come vedete sembra avercela in mano lui anche fuori dal campo.
OLD SCHOOL
Ultima notizia, che forse avrete già letto negli scorsi giorni.
Capitanati da Jordan e Stefanski, i 76ers hanno deciso di dare un taglio netto al passato… Tornando indietro nel tempo. Hanno infatti deciso di salutare il vecchio logo (per intenderci quello con la scritta “76ers” in orizzontale, di cui potete vedere un'immagine qui) per tornare a quello utilizzato dal 1977 al 1997 (che potete ammirare a questo indirizzo) tornando quindi ad una prevalenza dei colori storici della franchigia (il bianco, rosso e blu) abbandonando quel nero che aveva fatto da padrone nell'ultima decade.
“By bringing back the old Sixers logo, we are connecting the past with the future,” said Comcast-Spectacor Chairman Ed Snider. “This logo evokes memories of some of this franchise's proudest moments. We also made this change because we understood how much this logo means to our fans, this franchise and to our city. The fans had a big input on this decision. We're excited and we want the entire City of Philadelphia to be excited for Sixers basketball.”
Durante l'estate verranno poi presentate le nuove uniformi e il nuovo stile che sarà adottato sul parquet del Wachovia Center.