Bud Selig, Commissioner della Major League
Qualche giorno fa è stato firmato il nuovo CBA tra la MLBPA (Major League Baseball Players Association), ossia il sindacato dei giocatori, ed il commissioner MLB, Bud Selig. Ma cos'è esattamente il CBA?
Il Collective Bargaining Agreement è il contratto che regola tutti gli aspetti economici del mondo del baseball professionistico americano. Si parte dalla gestione dei contratti per finire all'organizzazione delle World Series ed è ovviamente di fondamentale importanza per chiunque, dai proprietari delle franchigie, ai giocatori fino addirittura ai tifosi.
L'accordo appena firmato entrerà in vigore dopo la prima settimana di dicembre, quando scadrà quello attuale. Il nuovo CBA poi scadrà l'11 dicembre 2011, assicurando dunque un lustro di pace e tranquillità dal punto di vista delle trattative economiche. Eh si, perché negli anni scorsi ci sono state tante discussioni sul CBA. Il quarto di secolo che è andato dal 1970 al 1994 è stato segnato da tante liti, tanti scioperi da parte dei giocatori e tanti ricatti da parte dei proprietari. Col recente aumento di interesse e di introiti, anche internazionali, ci sono più soldi per tutti ed è quindi più semplice trovare un'intesa che soddisfi tutte le parti in causa. C'è da dire in ogni caso che questa sia stata senza dubbio la firma più tranquilla e silenziosa che si ricordi. Nel 1994 ci fu addirittura la cancellazione della post-season a causa di uno sciopero, ma anche nel 2002 la firma arrivò poco prima di una pausa ordinata dal sindacato giocatori, prevista per il 30 agosto.
Questa volta invece il contratto è stato firmato prima della scadenza del precedente, in assoluto silenzio e con molta tranquillità da parte di tutti, con l'annuncio che ha sorpreso molti analisti, perché i nodi da sciogliere sembravano troppi per risolvere tutto con una breve serie di incontri. Così è stato però, e quindi il baseball ha il proprio regolamento che rimarrà valido fino al termine della stagione 2011, assicurando quindi 16 anni di pace consecutivi. Un record praticamente.
Ma cos'è cambiato e cos'è rimasto uguale nel CBA? Andiamo ad analizzare gli aspetti principali punto su punto in 3 puntate.
Suddivisione degli Introiti
Partiamo subito con un discorso abbastanza delicato, ossia quello del trasferimento dei soldi dalle franchigie più ricche alle più povere. Nello scorso contratto era previsto che le più ricche mettessero sul tavolo il 40% degli introiti locali, mentre alle più piccole toccava il 48%. Quei soldi venivano poi ridistribuiti nelle tasche delle sole franchigie più piccole (ed è anche il motivo per il quale mettessero di più). Per introiti locali si intende quanto riesca a fare una franchigia con la vendita dei diritti - tv, radio, giornali, ecc. - sul territorio locale anziché nazionale. Gli introiti generali nazionali dell'MLB vengono ordinariamente suddivisi tra tutte le franchigie, con fette da $35-40 milioni di dollari a testa, a seconda dell'annata.
Ad esempio, gli Yankees nel 2005 hanno generato $277 milioni di introiti (più di tutti), mentre i Minnesota Twins hanno fatto $114 milioni (meno di tutti). Col vecchio regolamento, gli Yankees avrebbero dovuto contribuire con $110.8 milioni di dollari (praticamente gli interi introiti locali dei Twins), mentre i Twins avrebbero dovuto contribuire con $54.72 milioni. La somma totale (che naturalmente riguarderebbe le 30 squadre) sarebbe poi stata suddivisa nelle tasche delle squadre con bacino d'utenza inferiore e meno introiti locali, secondo calcoli annuali dell'ufficio del Commissioner. Il problema con questo sistema si è manifestato in maniera evidente quest'anno: Jeffrey Loria ed i suoi Florida Marlins hanno messo su una squadra con budget bassissimo, composta quasi interamente da rookies. Applauditi da molti dal punto di vista tecnico per aver puntato sui giovani, hanno creato un paradosso economico notevole: hanno intascato più soldi dalla ridistribuzione degli introiti locali rispetto al loro intero payroll. Il concetto della ridistribuzione degli introiti è di aumentare la competitività e permettere alle piccole di spendere di più in stipendi. Nel momento in cui Loria si è preso i soldi di Yankees e Red Sox (ed ovviamente tutte le altre grandi), e si è messo personalmente in tasca la maggior parte, spendendo praticamente il minimo in stipendi, le grandi, Steinbrenner e i suoi Yankees in testa (in quanto nettamente i maggiori contribuenti) si sono ribellate, non trovando giusto che in sostanza stipendiassero Loria, anziché favorire la competizione! E' diventato dunque necessario sorvegliare le spese delle piccole, o ridurre i contributi a loro favore.
Il nuovo accordo ha scelto la seconda strada e privilegia tantissimo le franchigie più ricche. Dall'anno prossimo, ci sarà una tassa fissa del 31%, a prescindere dal bacino d'utenza. I soldi poi verranno comunque ridistribuiti solo alle franchigie più povere, ma con l'aumento degli introiti di cui ha beneficiato il baseball di recente, è stato possibile ridurre le percentuali. L'omologazione delle percentuali di grandi e piccole significa che potranno beneficiare notevolmente squadre come Yankees, Red Sox, Angels, Mets, ecc. dall'aumento degli introiti locali, aumentando dunque la forbice economica con le piccole. Per tornare all'esempio sopra citato, con queste percentuali, gli Yankees avrebbero dovuto contribuire solo con $85.87 milioni, risparmiando circa $25 milioni, mentre i Twins avrebbero dovuto metterci 35.34 milioni, risparmiandone circa $20. Bisogna tenere presente che quanto versato dai Twins è in realtà un po' più fittizio, perché chiaramente cambia poco se devono versare il 20, 30 o 40%, perché alla fine rientra più di quanto mettano in ogni caso. I $25 milioni risparmiati dagli Yankees invece rimarranno interamente a New York, e probabilmente saranno reinvestiti nel monte stipendi.
Riassumendo? Grazie all'aumento generale degli introiti, le grandi squadre daranno meno soldi e saranno ancora più ricche. Le piccole saranno più ricche in totale, perché si stima che il 31% di questi anni sia maggiore del 40% degli anni scorsi, ma molto meno in percentuale, aumentando la forbice economica. Questo è un punto clamorosamente a favore delle grandi squadre, e le piccole non hanno potuto obiettare perché in pratica i Marlins (ed in misura minore Royals e Devil Rays) se ne stavano approfittando nettamente. Se quindi siete tifosi dei Twins, squadra che reinvestiva correttamente nella competitività , e l'anno prossimo non potrete prendere un forte Free Agent che finirà agli Yankees coi soldi che un tempo sarebbero stati vostri, sapete chi ringraziare.
Il nuovo CBA stabilisce, inoltre, che le squadre dovranno investire di più nel prodotto portato in campo, ma non specifica come questo punto verrà fatto rispettare, se non come obbligo morale, relativamente facile da disattendere. Insomma, grazie ai sotterfugi economici di Loria, non nuovo a certi comportamenti, le richieste delle grandi sono state inevitabilmente accolte in toto.
Competitive Balance Tax
Cosa sarà questa nuova tassa? Niente di strano, è la luxury tax. Tutti continueranno a chiamarla col vecchio nome nonostante il restyling. Ci sono stati dei cambiamenti piccoli ma sostanziali nella valutazione di quanta "tassa extra" una squadra debba pagare, ancora una volta a favore delle grandi. La motivazione è semplice: l'MLBPA è chiaramente a sostegno delle squadre più ricche in una situazione del genere. Meno bisogna pagare di tassa, e più potrà andare nelle tasche dei giocatori, senza dover stare a fare calcoli astrusi e stringere magari la cinghia.
Se una squadra dovesse avere un payroll superiore ad una certa quota, sarà soggetta al pagamento di una percentuale da versare alla Major League. Le quote si innalzeranno progressivamente negli anni, permettendo alle più ricche di aumentare annualmente il payroll senza incorrere nella tassa. Nel 2007 il limite sarà di $148 milioni, $155 milioni nel 2008, $162 milioni nel 2009, $170 nel 2010 e finalmente $178 nel 2011. Per la cronaca, il limite nel 2006 era di $136.5 milioni.
La percentuale da pagare verrà stabilita guardando il numero di infrazioni al limite commesse nei 3 anni precedenti. Una infrazione porta al 22.5%, due al 30% e tre al 40%. L'unica squadra soggetta al pagamento della tassa in questo momento è quella dei New York Yankees, che devono versare il 40%. Il calcolo della percentuale viene fatto sull'extra, quindi se gli Yankees mantenessero il payroll di $210 milioni che avevano a fine stagione 2006, anche nel 2007, dovrebbero pagare $24.8 milioni (il 40% di $62 milioni, ossia di quanto eccedano la tassa). I soldi, contrariamente a quanto molti pensino, non vengono versati alle franchigie più povere, ma vengono reinvestiti dalla Major League in iniziative per la promozione e diffusione del baseball, nelle aree povere ed all'estero.
Naturalmente è facile comprendere che, con l'innalzamento della quota (chiamata "threshold" dagli americani), la percentuale calerà drasticamente, a meno che non aumenti di pari passo anche il monte stipendi. Ad esempio, nel 2011 gli Yankees pagherebbero solo $12.8 milioni, mantenendo lo stesso payroll attuale (probabile che comunque investano sempre di più). Si allontanano dunque per i pinstripers i giorni delle spese di quasi $300 milioni di dollari, e si riducono le spese per rimanere competitivi. Questa tassa chiaramente influenza solo le franchigie più ricche, ed un cambiamento di regole in tal senso, con l'innalzamento "feroce" della quota, implica un vantaggio non da poco.
Per la cronaca, gli Yankees per non pagare più la tassa dovrebbero scendere sotto la quota per 3 anni di fila. Se lo facessero un anno, per poi risalire quello successivo, dovrebbero pagare il 30%, avendo commesso due infrazioni in tre anni in ogni caso.
Per completezza ricordiamo come si calcoli il payroll: non si fa sommando il valore annuale di ciascun contratto, ma utilizzando il valore medio. Ad esempio, se un giocatore prende $8 milioni nel 2007, $10 milioni nel 2008 e $12 milioni nel 2009, in tutti e 3 gli anni verrà considerato il valore di $10 milioni (ossia l'AAV, Average Annual Value). Tutt'al più verranno presi in considerazione eventuali bonus acquisiti (come i premi per MVP, Cy Young, ecc) per aumentare l'AAV.