La Notte del Draft

Ovvia la prima scelta del draft. Blake Griffin va ai Clippers.

Che il Draft sia la scienza inesatta per antonomasia, per quanto riguarda i vari sport americani, è risaputo. Ma quello che è successo questo anno nella notte delle scelte ha lasciato di sasso anche i più abituati a seguire tale evento, che dopo le 3 scelte "programmate" ha visto un susseguirsi di colpi di scena non da poco, a partire dalla scelta n°4.

Parliamo dei Kings. Un minuto dopo la fine della lottery hanno iniziato la loro corsa allo spagnolo Ricky Rubio, il play più ambito (o almeno così si pensava) del lotto, manifestando da ogni parte l'amore del catalano aiutati anche dal suo agente Dan Fegan che nell'intervista successiva all'estrazione delle palline ha dichiarato che il suo assistito poteva giocare solo in California. Insomma, i Kings si sono prostituiti mediaticamente per Rubio.

Poi si arriva al Madison, momento della 4° scelta assoluta, e Stern chiama il nome di" Tyreke Evans. Sguardi interlocutori tra i presenti, sorriso a 64 denti per il giocatore uscito da Memphis e faccia inebetita per il catalano. Non male come inizio. Evans può diventare un giocatore ottimo, unico nel suo genere per la combinazione fisico-atletica nel ruolo, ma Sacramento rischia di pagare questa scelta dato che lo spagnolo sembra un giocatore già  mentalmente pronto a guidare una squadra Nba in cerca di rivalsa.

Prima della sorpresona iniziale tutto era andato come previsto.
I Clippers si son portati a casa il giocatore più forte del draft, il Sooner Blake Griffin, iniziando a delineare una discreta spina dorsale per la squadra del futuro assieme ad Eric Gordon e Al Thornton, anche se la priorità  in questo momento è quella di sbolognare almeno due dei tre contrattoni del settore lunghi.

I Grizzlies hanno puntato su Hasheem Thabeet, perticone di 220 cm proveniente da UConn, per iniziare a dare una dimensione difensiva alla squadra, una delle peggiori in Nba sotto questo aspetto. Il tanzaniano dovrà  portare intimidazione a centro area e lo staff dei Grizzlies si aspetta anche di migliorare la sua efficacia offensiva, dato che le basi, ad iniziare dalle buone mani, ci sono.

I Thunder, proprietari di una delle migliori programmazioni future di tutta la Nba, hanno scelto James Harden, guardia di Arizona State molto efficace sia in difesa che in attacco, dove oltre alle buone doti realizzative abbina un ottima gestione di squadra e del pallone, importantissima per la crescita di Westbrook come playmaker.

Dalla 4 in poi inizia la vera e propria bagarre.
Detto di Sacramento, ecco che Stern spunta 5 minuti dopo con il foglietto della prima scelta di Minnesota (i Timberwolves hanno anche la 6). Il verdetto a questo punto è scontato, vanno sullo spagnolo ringraziando sentitamente i fratelli Maloof.

Tutti si aspettano la scelta della guardia/ala in modo da riempire l'ultimo tassello per la ricostruzione dei TWolves, ma ecco che il nostro Commissioner legge il nome di Johnny Flynn, play di Syracuse pronto per la Nba al primo minuto del primo allenamento ma un po' troppo simile a Ricky. Altri sguardi interlocutori, altro sorriso a 64 denti cambiando però il protagonista, stessa facca inebetita dello spagnolo. Benvenuti al Draft Nba 2009.

A caldo può sembrare una scelta che desta più di un dubbio, ma alla fine Khan si trova in mano un giocatore, Rubio, che può interessare a molte squadre, ed il coltello dalla parte del manico ce l'ha lui, quindi può ricevere contropartite molto interessanti.

Alla 7 i Golden State Warriors di Nelson scelgono Stephen Curry, play/guardia dal tiro a dir poco mortifero ma troppo sottodimensionato per giocare da guardia in altre franchigie, a Oakland invece questo problema non ci sarà , vista la concezione della pallacanestro di Don.

Curry era il sogno dei tifosi Newyorchesi presenti al Madison, i quali si son dovuti accontentare, se così si può dire, di Jordan Hill, ala forte/centro di Arizona che può essere il giocatore ideale per D'Antoni sotto canestro con la capacità  di correre da una parte all'altra del campo anche a seguito del rimbalzo difensivo, il buon uso del pick&roll ed un ottimo posizionamento all'interno dell'area o in prossimità  di essa.

Ritorna la calma apparente nel palazzo e la scelta seguente riguarda i Toronto Raptors, alla ricerca di un realizzatore nella posizione di guardia/ala che identificano in DeMar DeRozan, freshman di USC dall'upside notevole. Ad inizio anno era proiettato come una scelta top5, ma le brutte partite d'esordio, anche se ben recuperate dall'ottimo finale di stagione, gli hanno fatto perdere un po' di terreno.

Con la scelta n° 10 i Bucks vanno sull'ex-romano Brandon Jennings, ritardando ancora di più il loro progetto di ricostruzione visto che il ragazzo non sembra ancora pronto per poter dare il suo contributo fin da subito. Alla pronuncia del nome, Stern si guarda un po' in giro cercando spiegazioni sul perché Jennings non si avvicina al palco, salvo poi sapere che se n'era andato, forse scocciato dalla scelta dei Knicks di prendere Hill anziché lui.

Passato l'imbarazzo, i Nets, reduci dallo scambio che ha portato Carter ai Magic, scelgono il versatilissimo Terrence Williams da Louisville, giocatore interessante su tutti e due i lati dal campo che quais sicuramente andrà  a prendere il posto di Vincredible nel quintetto di coach Frank.

Gerald Henderson viene scelto dai Bobcats in un contesto che fa sorridere se si pensa che due Tar Heels come Larry Brown e Michael Jordan siano andati a scegliere un Blue Devil. Stiamo parlando comunque di un giocatore perfetto per giocare la right way di Brown se prendiamo in considerazione le buone doti difensive e l'abitudine di giocare in un sistema ben definito.

Parlando di Tar Heels ecco che sbuca in anticipo rispetto alle previsioni Tyler Hansbrough, scelto da Indiana con la tredicesima scelta, mentre Earl Clark si accasa a Phoenix dove cercheranno di trasformarlo in uno Shawn Marion con più tiro da fuori. L'ala di Louisville non c'è al Madison, ma attenzione" dopo tante ricerche ecco che da dietro il Commissioner spunta Brandon Jennings. E' la prima volta nella storia che un giocatore stringe la mano a Stern 4 scelte dopo la pronuncia del suo nome, e non crediamo che sia una cosa per cui andarne fieri.

Alla 15 Detroit dà  la sensazione di voler ripartire da 0 scegliendo Austin Daye, ala piccola di 210 cm ma ancora troppo acerbo fisicamente per dare il suo contributo da subito. Cosa che invece può fare James Johnson, tweener di wake Forest scelto dai Bulls con la sedicesima.

Da questo punto inizia il valzer dei playmaker, con ben 5 scelte consecutive nel ruolo. I Sixers prendono il giocatore più adatto per la Princeton Offense di Jordan con Jrue Holiday, i Twolves scelgono Ty Lawson per conto di Denver, mentre Jeff Teague sarà  invece il backup di Bibby (se viene rifirmato) o Crawford agli Hawks portando punti istantanei dalla panchina.
Eric Maynor e Darren Collison andranno invece a dare fiato rispettivamente a Deron Williams e Chris Paul.

Forse convinti dalla stagione di Rudy Fernandez, i Blazers scelgono Victor Claver lasciandolo crescere in Europa, mentre non si sa se la stessa decisione la prenderà  anche Omri Casspi, ala israeliana scelta dai Sacramento Kings.

Un alto europeo, Rodrigue Beaubois, viene scelto da Oklahoma per conto di Dallas, che in cambio dà  BJ Mullens, forse il lungo più futuribile del draft che ad Oklahoma può veramente venir fuori bene. Taj Gibson va fare compagnia a Noah e Thomas nell'esile frontcourt dei Bulls, mentre DeMarre Carroll porterà  la sua energia a Memphis, ma la vera notizia è che Minnesota con la 28 evita di scegliere un altro playmaker e prende la guardia tiratrice di cui aveva bisogno, ovvero Wayne Ellington di UNC, giocatore che può essere utile sin da subito per i Twolves, così come Toney Douglas per New York, classico giocatore D'Antoniano che porta tiro ma che sa anche difendere in maniera egregia.

Alla 30 c'è il colpo finale del primo giro. Con giocatori ancora non scelti come DaJuan Summers, Chase Budinger Sam Young, DeJuan Blair, ecc, i Cavs puntano sul nome nuovo. Nuovissimo, visto che la maggior parte dei presenti non sapeva neanche dell'esistenza di un ragazzo di nome Christian Eyenga, proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo che nell'ultima stagione ha giocato nelle fila del CB Prat, in terza divisione spagnola. Quindi, o Ferry è un genio, oppure Cleveland sta cercando di risparmiare più soldi possibili per riuscire a firmare LeBron a fine anno. Possiamo tranquillamente andare sulla seconda ipotesi.

Come di consueto, Stern lascia la direzione del secondo giro ad Adam Silver, che rispetto agli scorsi anni avrà  nomi molto interessanti da pronunciare.
Come quello di DeJuan Blair, ala forte di Pittsburgh dato come lottery pick alla vigilia nonostante i problemi alle ginocchia riscontratogli alla combine e finito a San Antonio con la scelta numero 37. O come il suo compagno di squadra al college Sam Young, scelta top20 finito con la 36 a Memphis.

O ancora come Chase Budinger, che se fosse uscito dal college due anni or sono sarebbe stato scelto con una delle prime 15, mentre quest'anno è arrivato alla 44, scelto da Detroit ma girato immediatamente ai Rockets.

Altri ragazzi che sono slittati dal possibile primo giro al secondo sono DeJuan Summers (scelto alla 35 dai Pistons), Derrick Brown (alla 40 dai Bobcats), Marcus Thornton (alla 42 agli Hornets), Danny Green (alla 46 a Cleveland), Jack McClinton (alla 51 a San Antonio) e Patrick Mills (alla 55 dai Blazers).

Eravamo abituati a dei Draft non convenzionali, ma quello di quest'anno ha regalato emozioni continue, tra scelte inaspettate, entrate a sorpresa, giocatori sconosciuti ed un secondo giro pieno di talento. Insomma, chi è riuscito ad arrivare alla fine non si pentirà  di avere perso una nottata.

Ps: Voglio ringraziare tutti quelli che hanno preso parte alla Radio-chat di giovedì notte, sia chi ha resistito fino all'alba (eroici), sia chi ha resistito fino ad un certo punto (capibili). Grazie mille a tutti!

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