Draft ’09: Internationals ’87

Jonas Jerebko, una nostra conoscenza: ha concrete possibilità  di essere scelto al primo giro

Cominciamo la rassegna dei principali prospetti "internationals" del prossimo draft partendo dai nati nel 1987, e quindi automaticamente eleggibili.

Nessuno di questi ragazzi sembra avere potenziale per diventare una stella, perlomeno non nella NBA. Jerebko escluso, poi, nessuno di loro può sperare di essere scelto al primo giro; tuttavia ognuno degli altri giocatori sui quali ci soffermeremo maggiormente ha discrete possibilità  di sentire chiamato il proprio nome da qualche parte nel secondo giro, eccettuato forse Gigi Datome che qui viene citato soprattutto per ragioni "territoriali".

In ogni caso, quasi tutti trascorreranno almeno un'altra stagione nel vecchio continente ed alcuni, forse, non lo lasceranno mai.

Va ricordato che per "internationals" vengono intesi i giocatori che entrano nel draft dopo aver disputato la stagione precedente in un campionato straniero rispetto agli USA anziché in un college americano.

Per questo motivo verranno considerati tali giocatori americani come Brandon Jennings o Patrick Beverley, mentre non si parlerà  degli stranieri che hanno giocato nella NCAA, come il nostro Daniel Hackett o Patty Mills.

Senza ulteriori indugi, passiamo all'articolo vero e proprio, che consterà  delle descrizioni un po' più approfondite dei nove giocatori più interessanti in questa categoria oltre a una rapida rassegna di altri prospetti che presumibilmente avranno meno speranze di una scelta.

JONAS JEREBKO
(204×105 kg, SF/PF, Angelico Biella)

Il primo giocatore è uno che in molti conosceranno già , avendo militato in Italia con l'Angelico Biella per le ultime due stagioni. Lo svedese è un giocatore piuttosto atipico per essere un prospetto europeo, a cominciare dal suo background: proveniente da una nazione non certamente conosciuta per la qualità  dei propri giocatori di pallacanestro, e figlio di un ex giocatore americano che aveva concluso lì la propria carriera, qualche anno fa era sul punto di andare a giocare nella NCAA ma ha cambiato idea all'ultimo minuto, preferendo restare in Svezia fino al 2007, anno in cui si spostò a Biella, dove l'anno prima Thabo Sefolosha era cresciuto al punto da essere diventato una scelta di lotteria. Rivista adesso, davvero un'ottima decisione.

Una buona parte dell'appeal di Jerebko presso le squadre americane sta nelle sue caratteristiche fisiche e atletiche. Alto, con braccia lunghe, e un fisico che in due anni di lavoro si è trasformato, aggiungendo una gran quantità  di muscoli senza perdere in agilità , Jonas ha già  ora un corpo da NBA, e lo potrà  migliorare ulteriormente. Ma a questo, lo svedese unisce qualità  atletiche notevoli: corre velocemente, ha piedi sorprendentemente rapidi per la stazza ed anche buona elevazione.

Per queste ragioni, a differenza di molti altri prospetti europei, la parte interessante del suo gioco è rappresentata dalle sue potenzialità  difensive. Può marcare diverse posizioni: non solo "3" ma anche le guardie più fisicate ed un buon numero di ali grandi.

Sul perimetro muove molto bene i piedi, e la sua stazza gli permette di poter stare un passo indietro rispetto ad altri ed essere comunque in grado di contestare il tiro al proprio uomo; può tenere anche contro i lunghi perimetrali ed accettare cambi su qualsiasi blocco. E' attivo anche lontano dalla palla, sfruttando lunghezza e mobilità , e dà  una buona mano pure a rimbalzo.

Ha mostrato miglioramenti notevoli nella comprensione del gioco e nonostante sia piuttosto intenso e "fisico" (e dopotutto inesperto ad alto livello) in questa stagione ha migliorato la propria capacità  di concentrazione e commette poche ingenuità .

Offensivamente, invece, è ancora un prodotto piuttosto grezzo: il suo gioco perimetrale è ancora molto basilare, e non ha sufficiente abilità  nel palleggio per pensare di battere con continuità  il proprio uomo in uno contro uno dal perimetro nonostante abbia un buon primo passo.

Anche se mostra mano discreta da fuori, è sufficientemente affidabile solo se non deve crearsi il proprio tiro ma punire sugli scarichi, anche a causa di una meccanica di tiro piuttosto lenta. Un aspetto del suo gioco offensivo in cui ha mostrato qualcosa di interessante è il gioco in post spalle a canestro contro giocatori più piccoli; nulla di particolarmente elaborato, ma visto che anche nella NBA avrà  un vantaggio fisico su molti dei suoi pari ruolo varrà  la pena di lavorarci su.

E' comunque un giocatore adatto a una squadra che voglia correre, per la sua combinazione di lunghezza, rapidità  e atletismo: attacca il ferro con decisione quando ne ha la possibilità  e chiude spesso e volentieri schiacciando.

Per continuare a migliorare il proprio gioco offensivo in tutti i suoi aspetti gli farebbe molto comodo trascorrere ancora un po' di tempo in Europa, anche se non è da escludere che si trasferisca immediatamente in America, specialmente se dovesse essere davvero scelto a fine primo giro come sembra che possa avvenire.

Nella NBA non sarà  mai una stella, ma ci sono ottime probabilità  che diventi un prezioso giocatore di ruolo, dalla panchina o forse anche a completare un quintetto in cui abbia compiti da specialista.

SERGIO LLULL
(191×85 kg, PG/SG, Real Madrid)

Llull è l'"altro" playmaker spagnolo presente in questo draft, uno degli ultimi esponenti di una scuola che negli ultimi anni ha portato alla ribalta diversi giocatori di buon/ottimo livello in questa posizione, da Raul Lopez a Carlos Cabezas, da José Calderon a Sergio Rodriguez, per arrivare appunto a Llull e Ricky Rubio.

Il play del Real non è stato precoce quanto alcuni di questi, ma ha continuato a migliorare nel corso degli anni fino a raggiungere un ruolo importante per una squadra di alto livello europeo. A Madrid gli capita di giocare anche da 2 a fianco di Raul Lopez, per avere più trattatori di palla, correre di più o adattarsi a quintetti altrui, ma il suo futuro è da playmaker.

Llull è di statura sufficiente per la posizione, oltre che buonissimo atleta per l'Europa, possedendo velocità , piedi rapidi e anche un discreto stacco da terra. Fisicamente potrebbe aggiungere ancora un po' di muscoli per la NBA ma è già  messo piuttosto bene. Il suo stile di gioco aggressivo e senza timori reverenziali ben si accoppia con queste sue caratteristiche fisico-atletiche.

Ha buone doti di palleggio per portare palla anche contro la pressione avversaria, può battere l'uomo andando sia a destra che a sinistra, ma fa un po' di fatica nel concludere in traffico nonostante le sue buone doti atletiche (e nella NBA questo sarà  ancora più difficile).

Aggiungere qualche chilo forse potrà  aiutarlo in questo senso, ma sarebbe importante per lui mettere nella propria faretra un palleggio-arresto-tiro efficace in modo da poter variare le sue soluzioni una volta battuto l'uomo, visto che talvolta gli capita di attaccare il canestro senza troppo controllo o quando all'interno dell'area la difesa è già  pronta ad attenderlo.

La qualità  delle decisioni e il saper giocare sotto controllo sono, comunque, aspetti del gioco nei quali Llull è costantemente migliorato, avendo limitato le palle perse e imparato a giocare nel sistema offensivo del Real.

E' un buon passatore, con "visioni" interessanti e bravo nel pescare il compagno libero in situazioni di penetra-e-scarica o di gioco a due, anche se uno dei suoi limiti è di cercare spesso il passaggio in salto, perdendo controllo del corpo; col tempo è diventato un gestore del gioco sempre più affidabile, in grado di eseguire passaggi semplici e con i tempi giusti.

A testimonianza dei suoi miglioramenti c'è anche il tiro da fuori, un tempo uno dei suoi punti deboli ed ora arma importante, soprattutto quando ha spazio sugli scarichi, sebbene non sia altrettanto pericoloso se deve crearsi il proprio tiro.

Difensivamente Llull ha caratteristiche interessanti.
Come già  detto, è aggressivo e intenso, e possedendo atletismo e piedi veloci è in grado di mettere grande pressione sul playmaker avversario. Potenzialmente è buon difensore sull'uomo anche in un contesto NBA, e spesso al Real viene mandato sulle piste di attaccanti pericolosi, anche più alti di lui.

A volte questa sua aggressività  lo porta ad esagerare, e quando c'è da difendere di squadra non è ancora perfetto nelle letture finendo per ruotare tardi su un tiratore o raddoppiare quando non ce n'è bisogno, ma continuando a fare esperienza migliorerà  ed in ogni caso ha un atteggiamento che gli allenatori amano.

Chiunque lo sceglierà , e che qualcuno lo chiami è probabile (forse anche nella prima metà  del secondo giro), dovrà  quasi certamente essere preparato a lasciarlo maturare a Madrid per almeno un altro paio di stagioni.

Del resto per Llull questa è la situazione ideale, con un ruolo che pare destinato a crescere ancora in una squadra di Eurolega con grandi ambizioni. In ottica NBA non è semplice prevedere quanto possa contribuire, ma sembra realistico che possa quantomeno diventare un cambio di buonissimo livello.

VYACHESLAV “SLAVA” KRAVTSOV
(208 cm, 107 kg, C, BC Kyiv)

Kravtsov è un lungo ucraino dalle grandi qualità  fisiche, poco conosciuto al grande pubblico e con poca esperienza ad alto livello. Altezza sufficiente anche per fare il centro, specialmente considerando che è combinata con braccia lunghe e un fisico già  potente sul quale dovrebbe essere tranquillamente in grado di aggiungere qualche altro chilo di muscoli una volta arrivato in NBA. E' dotato di un atletismo sorprendente: buona mobilità  e capacità  di correre il campo, ma soprattutto grande verticalità  per i suoi cm, ed ottima rapidità  nel salto.

Anche lui è giocatore che viene considerato soprattutto per le sue potenzialità  difensive. In Europa è gia in grado di cambiare la partita nella propria metà  campo. I penetratori avversari devono sempre tenere conto della sua presenza, visto che è rapido nel chiudere e nel salire per la stoppata con buon timing; il che gli permette di stoppare diversi tiri, anche con la mano sinistra, ed alterare la traiettoria di molti altri.

Anche in post può essere efficace, avendo sufficiente forza per non farsi mettere sotto dalla maggior parte degli avversari nella lotta per la posizione, e potendone contestare i tiri grazie alle sue qualità  fisico-atletiche. E' promettente anche in situazioni di gioco a due lontano dal canestro, visto che grazie alla sua mobilità  è potenzialmente molto efficace negli show difensivi e nei conseguenti recuperi o cambi in emergenza. Ha le capacità  fisiche per marcare anche buona parte delle ali grandi, ma nell'NBA odierna ha più senso pensarlo come centro, viste anche le sue caratteristiche offensive. In ogni caso molto di questo discorso si basa sul potenziale, perché chiaramente ora è un giocatore che deve crescere parecchio e fare esperienza.

Difatti ha spesso la tendenza a voler andare per la stoppata a tutti i costi, commettendo talvolta qualche fallo di troppo, abboccando a qualche finta o andando fuori posizione lasciando così libero il proprio uomo. Anche a rimbalzo difensivo ogni tanto si fida troppo dei suoi mezzi invece di pensare prima al tagliafuori. In ogni caso è un buon rimbalzista, soprattutto in attacco: ci va con voglia ed è estremamente difficile da tagliare fuori grazie alla sua combinazione di rapidità , forza ed elevazione, anche saltando più volte consecutive.

Sul suo gioco offensivo, invece, c'è poco da dire: al momento è in sostanza inesistente. Quando riceve palla è praticamente solo per fare sponda. Non ha particolari movimenti in post e non ha tiro da fuori, o quantomeno questo è quello che si può intuire dal fatto che non tira mai e la sua squadra non lo cerca mai per un uno contro uno in post basso.

Le uniche situazioni in cui segna derivano da rimbalzo offensivo o da scarico ricevuto sotto canestro: in questi casi due punti o quantomeno un viaggio in lunetta sono assicurati, perché se riceve palla vicino a canestro è difficile evitargli di concludere con una schiacciata. Mostra qualche limite nella comprensione del gioco, il che è dopotutto normale per un ragazzo che ha cominciato a giocare sul serio da pochi anni. L'atteggiamento in campo è generalmente buono, ma ogni tanto ha qualche calo di concentrazione.

Le probabilità  che venga scelto da qualche parte al secondo giro sono piuttosto alte, perché il materiale fisico su cui lavorare è ottimo, e dopotutto un lungo dal buon fisico ed atletismo, pur senza grandi qualità  in attacco, può comunque avere un relativo successo nella NBA a patto che sia disposto a lavorare con umiltà  e pazienza, e giocare con intensità  sempre. Kravtsov dovrà  dimostrare di possedere queste doti.

Ad ogni modo, si tratterà  di un progetto da sviluppare con pazienza, sia che rimanga in Europa, sia che venga portato da subito in America per seguirlo personalmente come successo per il suo connazionale Kyrylo Fesenko.

NANDO DE COLO
(194 cm, 84 kg, PG/SG, Cholet)

Il francese è una combo guard di buona statura e fisico decente, ma con limiti atletici che appaiono abbastanza evidenti per il piano di sopra, con piedi piuttosto lenti e una certa qual carenza di esplosività .

Dal punto di vista offensivo è forse il giocatore più completo tra tutti i prospetti internazionali: in Europa non ha troppi problemi a battere l'uomo dal palleggio o portare palla nonostante non sia rapidissimo, grazie alle sue qualità  nel ball handling, con un arsenale di buoni movimenti per attaccare il difensore dal palleggio. Resta da verificare se questo suo gioco possa funzionare al meglio anche nella NBA, contro la pressione di difensori più lunghi e atletici.

Ha comunque buoni istinti realizzativi: una volta battuto l'uomo è in grado di finire vicino a canestro con entrambe le mani, ma è in particolar modo molto efficace nell'arrestarsi e tirare dalla media distanza, con un movimento rapido e naturale. E' in grado di metterla anche da fuori, sia dal palleggio, approfittando dello spazio creatogli da un blocco, o sugli scarichi. Le percentuali per questa stagione non sono state straordinarie ma è anche per via del numero e della difficoltà  dei tiri che si è preso essendo la principale arma offensiva dello Cholet, talvolta eccedendo nel prendersi soluzioni da lontano (come del resto spesso capita ai giocatori cui viene affidata una grande responsabilità  offensiva). E' anche un eccellente tiratore di liberi.

De Colo, comunque, non è solo un realizzatore talentuoso, ma è altrettanto bravo nel creare per gli altri. Nell'attacco della sua squadra ha giocato quasi sempre da playmaker, ed ha dimostrato grande maturità  nel farlo, trovando un buon equilibrio tra la sua dimensione realizzativa e quella di gestore del gioco, e sembrando molto a suo agio nel ruolo.

Ha un'ottima visione di gioco ed è rapido nel riconoscere i movimenti della difesa e reagire di conseguenza, il che ne fa un eccellente giocatore di pick&roll, aiutato anche dal fatto che la difesa deve rispettare le sue capacità  nel palleggio-arresto-tiro, permettendogli di pescare i compagni relativamente liberi. E' pericoloso anche nel penetra-e-scarica, trovando passaggi "fantasiosi" che evidenziano il suo talento in questo aspetto del gioco; si può dire che non sia un vero playmaker, ma anche perché una tale definizione sarebbe riduttiva (perlomeno in attacco).

Dire che difensivamente non è allo stesso livello è un eufemismo: è già  un difensore mediocre a livello europeo, e questo nonostante in genere non marchi il playmaker avversario, visto che gioca spesso in coppia con Rodrigue Beaubois.

Oltre ai limiti fisici e atletici, che lo rendono facilmente battibile in uno contro uno dal perimetro, non dimostra una grande capacità  di leggere le intenzioni dell'attacco e, probabilmente anche a causa delle grosse responsabilità  che deve prendersi dall'altra parte del campo, raramente dà  l'impressione di giocare con grande intensità . E' difficile immaginarlo marcare decentemente non solo i playmaker NBA, ma anche le guardie, visto che con molti 2 avrebbe anche problemi di stazza.

Il francese è un giocatore maturo sotto molti punti di vista, e non sembra avere grandissimi margini di miglioramento, anche se fare esperienza a un livello più alto di quello affrontato finora nel campionato di casa gli farebbe molto bene. Le sue prime esperienze con la nazionale francese sono state positive in questo senso.

Nella NBA, offensivamente, sarebbe già  in grado di dare un buon contributo, anche se, come detto, il suo gioco è da verificare in un contesto americano; il motivo per cui ci sono dubbi su di lui è però chiaramente la difesa.

E se nel basket europeo si può dire che possa giocare tranquillamente in entrambe le posizioni, nella NBA rischia di essere un tweener nel senso peggiore del termine. Per queste ragioni non sarà  una prima scelta, ma qualcuno al secondo giro dovrebbe buttarci un occhio. Sarà  comunque improbabile vederlo nella NBA in tempi brevi.

HENK NOREL
(210 cm, 102 kg, PF/C, Joventut Badalona)

Lungo olandese dal gioco tipicamente europeo, Norel è alto (in America sarebbe considerato un “settepiedi”) e con lunghe leve, ancorché tuttora molto magro per il ruolo. Atleta nella norma, è però piuttosto veloce e agile per l'altezza sebbene abbia uno stile di corsa decisamente poco aggraziato.

Il suo gioco offensivo al momento non è particolarmente sviluppato: mano morbida dalla media distanza, per il resto la maggior parte dei suoi punti arrivano da rimbalzi offensivi e dalla ricezione di scarichi vicino a canestro; è infatti un buon bersaglio per quegli scarichi, per la statura ma anche per il fatto che si muove bene e con intelligenza, e sa come farsi trovare pronto con buone mani. In realtà  avrebbe qualche movimento vicino a canestro, in particolar modo un gancetto semplice ma che esegue con buon tocco con entrambe le mani; il suo problema è che nella maggior parte dei casi manca della forza necessaria per prendere posizione e, quando ci riesce, per concludere. E' comunque un “gregario” perciò al momento non viene cercato spesso.

In difesa contesta qualche tiro grazie alla sua lunghezza; la sua relativa velocità  di piedi è promettente per le situazioni in cui deve uscire sul perimetro sui giochi a due. Paga però molto cara la sua mancanza di chili, che consente agli avversari forti fisicamente di spazzarlo via nel prendere posizione e nei movimenti di avvicinamento a canestro. Inoltre la sua scarsa esperienza e la voglia di fare lo portano a commettere ancora qualche ingenuità  e qualche fallo di troppo.

Il suo atteggiamento è infatti una delle parti interessanti del suo gioco: è attivo, gioca con intensità  e nonostante le apparenze non è un giocatore che considererei soft, mentalmente parlando. A rimbalzo ci va con voglia e in attacco mobilità  e lunghezza lo rendono difficile da contenere. Difensivamente fa quello che può nel tagliafuori ma come in ogni fase del gioco la sua mancanza di forza fisica lo penalizza enormemente, rendendolo facile da spostare.

Questo è stato solo il suo primo anno ad alto livello nel basket professionistico, e pur con qualche alto e basso di troppo e un ruolo limitato ha mostrato cose promettenti; cestisticamente è inoltre molto più giovane della sua vera età , anche per il fatto che spesso i lunghi maturano più tardi. In ogni caso è fin troppo evidente che non è pronto per la NBA, e se mai potrà  esserlo non sarà  prima di qualche anno.

E' un progetto a lungo termine e non è garantito che realizzi tutto il suo potenziale, anche se da quel che si dice è un ragazzo che lavora duro e ha voglia di crescere. La cosa più importante per lui al momento è mettere su chili e muscoli, migliorando l'aspetto che al momento condiziona più pesantemente il suo gioco su entrambi i lati del campo, poi verrà  il resto.

In ottica draft, anche se all'Eurocamp non ha fatto una buona impressione (arrivando peraltro in condizioni fisiche non ottimali), a un lungo che mostra qualità  atletiche e tecniche promettenti solitamente non si nega una seconda scelta, anche se negli ultimi anni è una tendenza che è leggermente scemata per quanto riguarda giocatori che hanno dimostrato poco a livello senior.

Tuttavia sembra possibile una chiamata da parte di una delle squadre “specializzate” nello scegliere europei e lasciarli maturare per qualche tempo nel vecchio continente.

MILENKO TEPIC
(201 cm, 90 kg, PG/SG/SF, Partizan Belgrado)

Il serbo è uno dei giocatori conosciuti da più tempo in questa nidiata, essendo stato acquistato a 19 anni dal Partizan e avendoci giocato fin da subito tanti minuti, anche in Eurolega, in ossequio alla tradizione del basket slavo.

Tepic è molto alto per la posizione, ed ha delle movenze fluide e coordinate. Non ha un fisico particolarmente potente ma non è neppure troppo debole; manca però di rapidità  ed esplosività , e la sua mobilità  laterale è solo discreta: da lui non ci si possono aspettare schiacciate spettacolari o scatti brucianti.

E' un ottimo trattatore di palla: nonostante la statura non si trova in difficoltà  anche quando aggredito e Riesce a battere l'uomo -nonostante sia quasi sempre più alto e lento del proprio marcatore- grazie alla sua abilità  nel cambiare velocità  e direzione quando lo attacca, mantenendo sempre un grande controllo del corpo. La statura lo aiuta a finire nei pressi del canestro con discreta efficacia nel traffico, anche se i limiti atletici lo penalizzano e nella NBA sarebbe molto più dura; è però in grado di avvantaggiarsi della stazza e portare un marcatore più piccolo vicino a canestro.

Uno dei suoi limiti più evidenti era il suo tiro da fuori, che non segnava praticamente mai: con il passare degli anni ne ha migliorato l'esecuzione e, sebbene sia ancora in qualche modo incostante, ora quantomeno le difese non possono più battezzarlo in modo troppo esplicito, anche se non sarà  mai un grande tiratore. Il suo andamento ondivago dalla lunetta ne è un'altra conferma.

E' un eccellente gestore del gioco a metà  campo: è sempre in controllo della situazione e prende le decisioni giuste, molto di rado lo si vede prendere rischi o forzare qualcosa; è inoltre un buonissimo passatore, uno che preferisce il passaggio più semplice a quello più spettacolare e aspetta con pazienza il momento migliore per effettuarlo. Ha ovviamente grande visione del gioco dall'alto dei suoi due metri abbondanti.

Sebbene la statura sia quella del 3, offensivamente è un playmaker vero, e coach Vujosevic lo utilizza spesso da tale nel sistema offensivo del Partizan.

Difensivamente è un giocatore intelligente e furbo, conscio dei propri limiti e capace di supplirvi fino a un certo punto, soprattutto all'interno di una difesa di squadra ben organizzata: la sua è una difesa più "di testa" che di gambe. Ciò non toglie che nell'uno contro uno contro avversari atletici e con buone proprietà  di palleggio soffre parecchio e viene battuto con relativa facilità  sul perimetro, e nella NBA, la cui tipologia di gioco è solitamente incentrata su questo tipo di situazioni, andrebbe in grande difficoltà  contro molti avversari giocando in una qualsiasi delle posizioni del backcourt.

Il suo approccio al gioco si basa sul controllo e sul prendere le decisioni giuste, ma allo stesso tempo è competitivo e a modo suo intenso; è già  un giocatore di esperienza avendo tre anni di Eurolega alle spalle, e questo si riflette nel suo gioco. Non ha grandi margini di miglioramento, l'unica cosa in cui può davvero crescere, tecnicamente parlando, è la capacità  di prendersi un tiro in sospensione dal palleggio.

Nel complesso, comunque, ci sono pochi dubbi sul fatto che il suo gioco gli permetterà  di essere un grande protagonista in Europa negli anni a venire; il Panathinaikos l'ha capito e gli ha fatto firmare un triennale a cifre importanti, dandogli la possibilità  di imporsi definitivamente oltre che di ritrovare l'ex compagno al Partizan Nikola Pekovic.

Ci sono anche pochi dubbi sul fatto che Tepic è giocatore chiaramente più adatto al basket europeo che a quello americano, e al di là  dell'oceano potrebbe pensare di dare un buon contributo soprattutto a squadre che giochino un basket “di sistema”, a metà  campo e ragionato. Ma non sembra particolarmente interessato all'idea e difficilmente nella NBA potrà  guadagnare cifre superiori a quelle che prenderà  in Europa visti i suoi limiti per quel tipo di gioco.

Per questo, nonostante il livello del giocatore, non sarà  una prima scelta e c'è qualche possibilità  che non sarà  neppure una seconda, visto che non ci sono garanzie sul fatto che vorrà  un giorno provare a fare il salto. Ma non è comunque escluso che qualcuno spenda una scelta su di lui, semplicemente perché potrebbe sempre valerne la pena.

JOE INGLES
(202 cm, 96 kg, SF, Melbourne South Dragons)

Ingles è un mancino australiano che già  da qualche stagione fa parlare di sé in ottica draft. Di buona statura e "lunghezza" per il ruolo, fino a non molto tempo fa era veramente pelle e ossa ma nell'ultimo anno ha messo su diversi chili senza perdere in agilità ; va detto che gliene serviranno ancora di più per la NBA.

E' un buon atleta, non dotato di esplosività  straordinaria ma con buona corsa, rapidità  e fluidità  nei movimenti.

Ingles è un giocatore offensivo di ottima completezza: è in possesso di un buon ball handling, anche se palleggia soprattutto con la mano sinistra e contro difensori aggressivi rischia di esporre troppo il pallone. Quando attacca l'uomo dal palleggio e va fino in fondo non mostra una grandissima capacità  di concludere nel traffico nonostante i cm, a causa della relativa mancanza di forza ed esplosività ; infatti anche se ora ha migliorato il fisico continua a non gradire i contatti e per questo raramente arriva fino al ferro.

Dunque quando attacca dal palleggio, preferisce un arresto e tiro dalla media distanza, che può prendersi andando da entrambe le parti. Non ha una meccanica molto ortodossa e spesso tende a tirare fuori equilibrio, ma ha molta fiducia in questo tiro, lo mette con ottima continuità  e naturalezza, e visti i suoi cm è difficile da contestare; è certamente la sua arma realizzativa migliore.

Da fuori è un tiratore discreto, un po' streaky ma che dopotutto ha dimostrato di essere affidabile, con percentuali di poco inferiori al 40% su un buon numero di tentativi.

Un aspetto importante del suo gioco offensivo è indubbiamente rappresentato dai suoi istinti per il passaggio: non un giocatore egoista, Ingles ha una buonissima intelligenza cestistica e sa eseguire il passaggio giusto al momento giusto, che si tratti di servire il tagliante, il lungo dal pick&roll o il rimorchio in un contropiede. Magari non ci si può aspettare che crei dal nulla per i compagni con grande costanza, ma all'interno di un sistema offensivo che preveda molta circolazione di palla la sua capacità  di vedere il campo dall'alto dei suoi due metri abbondanti può essere molto utile.

Relativa velocità , buon trattamento di palla e abilità  nel passaggio lo rendono anche un ottimo giocatore di contropiede.

Difensivamente, ha caratteristiche simili a quelle della maggior parte dei suoi pari ruolo internazionali in questo draft: statura, lunghezza e discreta intensità  lo aiutano a infastidire l'attacco sulle linee di passaggio, gli permettono di contestare decentemente i tiri dal perimetro del suo uomo e di dare una mano a rimbalzo ma, d'altra parte, in ottica NBA la sua mobilità  laterale è insufficiente per tenere dal palleggio i 3 più rapidi e la sua mancanza di forza fisica potrebbe permettere a quelli più muscolati di portarlo vicino a canestro, anche se i suoi miglioramenti in questo senso fanno ben sperare.

In generale, Ingles è un giocatore di talento ma che sembra ancora piuttosto indietro sulla strada della realizzazione del proprio buon potenziale. La lega australiana (che il prossimo anno non verrà  disputata) non è certo all'altezza di molti campionati europei, e l'impressione è che abbia decisamente bisogno di confrontarsi con un basket più competitivo per migliorare prima di poter pensare alla NBA.

All'Eurocamp di Treviso non ha particolarmente impressionato gli scout, e proprio per questo, mentre fino a qualche mese fa sembrava che una seconda scelta sarebbe quasi certamente arrivata, ora non appare più garantito che venga scelto.

EMIR PRELDZIC
(203 cm, 99 kg, SF, Fenerbahà§e)

Esterno sloveno di origine bosniaca, è decisamente alto per il suo ruolo, vale a dire ala piccola ma con tendenze da point forward. Magrolino dalle braccia lunghe, per essere un 3 nella NBA sembrano mancargli davvero tanti muscoli; è inoltre un atleta sotto la media per il basket americano, non essendo esplosivo o particolarmente rapido.

Preldzic è davvero un ottimo trattatore di palla nonostante la statura, spesso nel Fenerbahà§e il playmaking, di fatto, è compito suo; a livello europeo inoltre sa attaccare e battere l'uomo dal palleggio nonostante lo scarso atletismo grazie alla sua abilità  nel palleggio ed alla sua intelligenza cestistica nell'attaccarlo al momento giusto.

Soprattutto, è un ottimo passatore in diverse situazioni: gioca bene il pick&roll, sa trovare gli scarichi giusti anche nel traffico, quando penetra, e con la sua lunghezza può trovare angoli inusuali per il passaggio. A volte si prende qualche rischio di troppo ma del resto è anche quello che gli viene chiesto essendo uno dei principali creatori di gioco della sua squadra ed avendo in questo senso molta fiducia da Boscia Tanjevic.

Ha in realtà  anche dei discreti istinti realizzativi, sebbene spesso si dedichi maggiormente a servire i compagni: è in grado di crearsi il proprio tiro dal palleggio e può segnare dalla media distanza o trovare un modo di concludere vicino a canestro dove ha un buon tocco anche se la sua mancanza di esplosività  e forza fisica lo penalizza.

Il suo tiro da fuori, però, non è particolarmente affidabile, anzi è decisamente incostante: può alternare partite con grandi percentuali ad altre in cui non la mette mai, e ad alto livello ha dimostrato di fare più fatica, tirando considerevolmente peggio in Eurolega rispetto al campionato turco. Crescere in questo aspetto del gioco sarebbe fondamentale per poter avere impatto a livello NBA.

Difensivamente siamo alle solite. Lunghezza e intensità  gli consentono di dare un buon contributo nell'ambito di una difesa di squadra, visto che è un giocatore piuttosto intelligente e sa come muoversi, ma nella NBA si fatica a trovare una tipologia di giocatore che lui possa pensare di marcare in uno contro uno: troppo lento per gli esterni rapidi, troppo debole per i 3 più “fisici".

L'intensità  che ci mette in campo è comunque testimoniata dalle sue capacità  a rimbalzo, situazione in cui, nonostante sia un giocatore prettamente perimetrale, riesce a dare un buon contributo su entrambi i lati del campo.

Preldzic è senza dubbio un gran bel giocatore di pallacanestro, con tanto talento e buona personalità ; tuttavia ci sono molti fattori che fanno pensare che lo sloveno sia più adatto all'Europa nella NBA, per ragioni fisiche ma anche per il fatto che dà  il suo meglio quando ha per lungo tempo la palla tra le mani, e per lui non sarebbe semplice trovare una franchigia disposta a concederglielo.

Giocando lontano dalla palla il suo valore si abbassa, anche perché non è (ancora) un tiratore affidabile.

Tra l'altro non è garantito che il suo gioco offensivo, fatto soprattutto di tecnica e fondamentali, si possa trasportare anche dall'altra parte dell'oceano, anche se il recente successo di Hidayet Turkoglu può dare qualche rassicurazione in questo senso.

In ogni caso, per lui si può fare un discorso simile a quello fatto per Milenko Tepic: come il serbo, probabilmente in Europa potrà  prendersi più soddisfazioni e più soldi rispetto a quanto potrà  fare nella NBA. E, sempre come il serbo, ci sono comunque discrete possibilità  che qualcuno spenda una seconda scelta su di lui, scommettendo (a basso costo) sul suo talento.

LUIGI DATOME
(202 cm, 92 kg, SF, Virtus Roma)

L'ultimo prospetto che analizzeremo è il "nostro" Gigi Datome. Purtroppo, il motivo principale per cui lo faremo è proprio perché si tratta di un giocatore del nostro Paese, perché per il resto è un prospetto che qualche anno fa era tra i primi in Europa ma che con il passare degli anni non ha fatto gli stessi miglioramenti di altri suoi coetanei.

Datome ha buoni centimetri per la posizione di ala piccola anche in ottica NBA, con braccia piuttosto lunghe anche se il fisico è ancora un po' leggero. E' un buonissimo atleta in ambito europeo e discreto anche per gli USA: corre bene il campo, è attivo ed è un buon saltatore.

La sua principale qualità  offensiva è indubbiamente il tiro da fuori: tra i prospetti qui presentati è decisamente uno dei migliori. Dotato di una meccanica compatta e veloce, Datome è quasi automatico dalla distanza se non deve mettere palla per terra, e non esita a prendersi un tiro quando se lo sente.

Ha anche buoni istinti da realizzatore: è in grado di segnare dalla media distanza, ha centimetri ed elevazione sufficienti per chiudere bene al ferro quando ne ha l'occasione, ed in generale ha tocco per metterla dentro anche in situazioni di equilibrio precario o di contatto.

Il suo vero problema, offensivamente, è un ball-handling ancora insufficiente per potergli permettere di crearsi il proprio tiro con continuità : troppo spesso non protegge a sufficienza il pallone utilizzando un palleggio troppo alto, e quando esegue un movimento in uno contro uno sembra sempre un po' macchinoso e incapace di reagire con tempismo al comportamento della difesa.

Per questi motivi ad alto livello Gigi, in attacco, è un giocatore che sfrutta il lavoro dei compagni per punire sugli scarichi o muovendosi senza palla piuttosto che uno in grado di prendersi le principali responsabilità  offensive di una squadra. Viste le sue capacità  nella corsa e nel finire a canestro, è inoltre un buon elemento per il contropiede.

Grazie alle sue qualità  fisiche può offrire un buon contributo a rimbalzo, considerando che passa molto tempo sul perimetro: soprattutto a rimbalzo d'attacco ci va con decisione e se non è tagliato fuori è molto pericoloso.

Difensivamente sfrutta la sua combinazione di lunghezza e atletismo in aiuto, sulle linee di passaggio o in situazione di pressione a tutto campo: ruba un discreto numero di palloni ed è discretamente attivo.

Sull'uomo, paga uno dei suoi difetti atavici, i piedi non velocissimi, e viene spesso battuto dal palleggio dagli esterni più veloci: nella NBA sarebbe difficile per lui pensare di marcare con grande efficacia le ali piccole avversarie.

A Siena ci fu qualche polemica sul suo atteggiamento in campo e fuori, talvolta ritenuto non consono ad un professionista; negli ultimi tempi però sembra essere maturato, ed a Roma ha trovato una nicchia come prezioso role player, mostrando una concentrazione molto più continua che in passato.

Gli anni non sono ancora troppi per un giocatore che, dopotutto, viene dalla sua seconda “vera” stagione da professionista, stagione in cui sembra essersi finalmente messo sulla strada giusta. Ma ripensando a prestazioni come quelle contro il Panathinaikos, a soli 17 anni, nell'Eurolega 2004/05, non si può che restare delusi nel vedere che quello stesso giocatore, ormai quattro anni più tardi, deve ritenersi più che soddisfatto di una buona stagione da giocatore di ruolo.

Alla fine, a differenza degli altri tre prospetti italiani più pubblicizzati qualche anno fa (parliamo ovviamente di Bargnani, Belinelli e Gallinari) non solo non verrà  scelto al primo giro ma, ed è una possibilità  tutt'altro che remota, potrebbe finire undrafted. Ed in ogni caso l'impressione è che lo aspetti ancora una bella carriera europea e nella nostra nazionale, ma che l'NBA possa restare un sogno.

Gli altri

– Pau Ribas (191 cm, 75 kg, PG/SG, Joventut Badalona), compagno di backcourt di Rubio, è un grintoso play/guardia di buoni istinti e preciso tiro da fuori. Giocatore intelligente e prezioso che diventerà  qualcuno in Europa ma atleticamente e fisicamente sembra del tutto inadatto alla NBA.

– Rudy Mbemba (179 cm, 87 kg, PG, Vanoli Soresina) è un play piccolo e fisicato, ottimo atleta ma troppo spesso fuori controllo e senza grandi istinti per il ruolo. Tiratore discontinuo. Campionato decente in legadue con Soresina, per tanti anni ha flirtato con il draft ma non pare materiale da NBA.

– Andrei Vorontsevich (204 cm, 107 kg, PF, CSKA Mosca) è un lungo scuola CSKA con ottima mano da fuori che, come altri prodotti del vivaio moscovita, ha finora trovato poco spazio con la prima squadra dietro ai vari Smodis e Lorbek. Buon potenziale ancora da esprimere appieno, ma più in ottica europea che altro

– Jaka Klobucar (195 cm, 85 kg, SG, Olimpija Lubiana) è una guardia mancina con un gioco pulito e relativamente completo, buon tiratore e discreto trattatore di palla. Per la NBA manca di atletismo e kg. Arriva da una pessima stagione a Lubiana ma ha ben impressionato all'Eurocamp di Treviso.

– Milos Teodosic (194 cm, 85 kg, PG/SG, Olympiacos) è un play-guardia con buona statura e grandi istinti per il gioco. Ottimo passatore e buon tiratore, ma pessimo difensore e atleta decisamente sotto la media per la NBA. Al Pireo non ha reso come si sperava, anche a causa dell'affollamento nel roster. Giocatore interessante ma limiti forse troppo evidenti per il piano di sopra.

– Gasper Vidmar (209 cm, 114 kg, C) e Oguz Savas (211 cm, 130 kg, C) fanno parte della nutrita batteria di centri del Fenerbahà§e, ed entrambi hanno grossi limiti in ottica NBA. Vidmar è buon rimbalzista e lottatore ma non un buon atleta e privo di un gioco offensivo degno di questo nome. Savas è enorme, ha mani educatissime e intelligenza cestistica ma, detto brutalmente, è immobile. Nessuno dei due è un vero prospetto da NBA ma potranno ritagliarsi buoni spazi in Europa, soprattutto Savas.

– Nemanja Aleksandrov (208 cm, 101 kg, PF) viene menzionato perché era un prospetto estremamente quotato qualche anno fa, tanto da essere ipotizzato tra le primissime scelte nei mock draft. Gli innumerevoli infortuni alle ginocchia ne hanno distrutto le grandi speranze. A 22 anni non ha praticamente combinato nulla nel basket professionistico e neppure l'hype di un tempo gli sarà  sufficiente a trovare una scelta.

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