Kobe contro Howard e Pietrus. La sofferenza vincente di una squadra dal volto umano.
GARA 4 - Orlando Magic 91 - Los Angeles Lakers 99 - LAL 3 - ORL 1
Il terzo finale consecutivo punto a punto e il secondo overtime di questa serie condannano gli Orlando Magic. Derek Fisher segna due triple decisive, prima per il pareggio nel quarto periodo e poi nell'overtime per l'allungo definitivo. Los Angeles Lakers 3, Orlando Magic 1. Fine delle trasmissioni.
Eppure questi Magic avrebbero meritato il pareggio. Alcuni errori di troppo dalla lunetta di Howard e dei possessi offensivi poco lucidi hanno però allontanato i sogni dei ragazzi di Stan Van Gundy. Ieri notte sono stato ancora contento per lo spettacolo offerto dalle due squadre ma, pur avendo in lode Kobe oramai da un decennio, avrei preferito che con il pareggio a quota due questa serie si fosse allungata il più possibile.
Non so se è finita, ma certo è difficile adesso che Kobe si lasci sfuggire un'occasione del genere. Il suo titolo, quello senza l'ombra di Shaq, è ormai così vicino che ci vorrebbe davvero un miracolo per un cambiamento improvviso di rotta.
Gara 4 è stata una partita più nervosa della precedente, con più errori dal campo. Ancora prima della palla a due mi ha colpito, anzi, mi ha fulminato, la faccia di Kobe. Si, sempre lui, il prossimo ineluttabile MVP di queste Finals. Ancora tanti saluti a Lebron.
Prima dell'inizio di gara il suo volto era più teso, ancora più concentrato del solito. Masticava la sua chewing gum come un forsennato, gli occhi fissi verso l'obiettivo, poche parole ai compagni. Già , dove è finito, mi sono chiesto, il Kobe del documentario di Spike Lee ?
Questo ragazzo mi fa veramente morire. Che fosse un attimo forzato il suo atteggiamento nel documentario non è soltanto una mia opinione. Il vero Kobe non parla troppo, il vero Kobe vuole la palla a ogni possesso. Il vero Kobe è passato da Orlando ieri notte.
La consuetudine vuole che se Kobe si prende più tiri dei punti che segna i Lakers perdono. Ieri ne ha messi a segno 32 su 31 conclusioni. Anche per questo i Lakers l'hanno scampata grossa. Il suo quarto periodo più overtime è stato uno show personale. Il motivo principale dell'odio che raccoglie in giro per il mondo.
Se c'è uno però a cui voglio affidare la palla quando la partita è in bilico, beh, quello è proprio Kobe. Ieri si è visto. Quei tiri li devi mettere, in faccia alla difesa, in isolamento. Grande Kobe, ancora una volta. Che ricomincino pure le esternazioni d'odio.
I Magic perdono quando paradossalmente Howard ritorna Superman. Oddio, ha segnato poco, ha sbagliato i liberi decisivi per il 2-2 nella serie, ma la sua presenza è stata finalmente aggressiva e costante.
Sarà pure l'unico Magic che va a rimbalzo e che intimidisce sotto, ma le cifre che porta a casa sono degne del Wilt Chamberlain del periodo aureo. 21 rimbalzi e 9 stoppate, record per le Finals. Turkoglu eroico lui pure e lui pure con errori nel finale, Lewis sottonono, Rafer Alston ridimensionato.
A proposito di Skip. Dov'era nel finale di gara e nell'overtime ? Perché Stan Van Gundy è tornato da un insulso Jameer Nelson ? Si dice che abbiano litigato e che il coach, stizzito, lo abbia fatto comodamente sedere in panchina. Però così non vale, caro coach, non ci complichiamo la vita da soli.
La verità è che adesso è tutto compromesso. Io comunque mi fido ancora di questi Magic. Non fosse altro che per lo spettacolo. Voglio perlomeno tornare allo Staples Center, a tutti i costi. Poi si vedrà .
TOP STORY
Questo decennio che si approssima alla conclusione è nato con una vittoria dei Lakers (nel 2000 contro gli Indiana Pacers) e finirà , almeno al 90 %, con un'altra vittoria dei Lakers. Di quella squadra che iniziò la dinastia 9 anni fa sono rimasti Kobe Bryant, coach Phil Jackson e Derek Fisher.
Oggi stiamo qui a celebrare un giocatore che per talento non avrebbe meritato così tanto ma ha avuto, un po' la fortuna, di certo anche la bravura di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Lo dicevo prima per Kobe. Quei tiri nel finale di gara devi metterli, mica è scontato che entrino.
E allora con due triple cruciali Derek Fisher si merita tutti gli elogi del giorno dopo e in futuro un posto d'onore nella storia della NBA. La prima, in un mezzo contropiede, sembrava un tiro forzatissimo ma ha pareggiato la gara con 4.6 secondi da giocare.
La seconda, su scarico modello Jordan di Kobe che dissimula il raddoppio, vince in pratica la gara a 31.3 secondi dalla sirena. Anche per questo il titolo '09 sarebbe, a meno di clamorose sorprese, a maggior ragione quello di Kobe, di Fisher e di coach Phil Jackson tornato a vincere con una squadra non imbattibile.
THE STAT
Mi sarebbe piaciuto commentare una roboante tripla doppia di Dwight Howard, ma per una stoppata mancante non si va in archivio. Ripiego allora sui tiri liberi di Orlando. 59,5 % contro il 75 % dei Lakers, con ben 15 errori.
Eppure Nick Anderson, microfono in mano per aizzare la folla nel pre-game show, avrebbe dovuto essere di monito. I suoi 4 errori consecutivi in gara 1 delle Finals del 1995 costarono quella vittoria e l'inerzia di tutta la serie. I fantasmi del passato sono tornati a fare paura.
LA DOMANDA
Come fanno i Lakers a vincere praticamente senza panchina ? Se si esclude Lamar Odom, che però in pratica gioca come se fosse titolare al posto di Bynum, nessun altro Laker sta avendo un impatto significativo.
Scorrevo distrattamente nella notte alcune immagini di repertorio su NBA TV del Lakers-Celtics dello scorso anno e puntualmente mi imbattevo nelle scorribande di Farmar, Vujacic e Walton. Quest'anno nessuno dei tre, né tantomeno Shannon Brown o Josh Powell, ha avuto partite in cui ha inciso oltre lo standard richiesto al ricambio.
IL PUNTO DI HOMER SIMPSON
Il signor Burns è uno sprucido, taccagno, avido sfruttatore. Non guarda in faccia a nessuno e ucciderebbe la mamma per arricchirsi. Kobe lo segue per come cerca questo titolo. Intanto ha ucciso il triple post offense, la veridicità del documentario di Spike e forse sotto sotto ha rotto anche le balle a un po' tutti i suoi compagni.
LOS ANGELES LAKERS
Derek Fisher. L'eroe della giornata. Soffre in difesa come un porcellino al macello ma il perdono è una sentenza. 12 punti, 4 rimbalzi e un assist dopo 5 errori consecutivi due sole triple. Quelle triple"8,5
Kobe Bryant. 11/31 da film già visto e poco apprezzato dagli stessi fan dei Lakers ma il vero Kobe di ieri mette anche tanti tiri importanti. 32 punti, 7 rimbalzi e per la quarta volta consecutiva 8 assist, ancora una volta il migliore della partita. Serie finora come da copione, MVP, la storia, la leggenda. 8
Trevor Ariza. Bentornato Trevor. Finalmente si sblocca in attacco e allora sono dolori per tutti. 16 punti e 9 rimbalzi col 3/4 da tre, le sue braccia lunghe già toccano il Larry O'Brien Trophy. 7,5
Pau Gasol. Ha calato il suo rendimento in attacco ma la doppia doppia (16 punti e 10 rimbalzi) la porta pur sempre a casa. Non la sua migliore gara, un po' remissivo, ma in difesa nonostante l'aumentata aggressività di Howard è ancora troppo prezioso. 7
Andrew Bynum. 6 punti e 2 rimbalzi in 16 minuti, una scommessa persa. 5
Lamar Odom. Purtroppo non è scintillante come vorrei, ma nonostante i 9 punti e i 5 rimbalzi in 28 minuti porta a casa la pagnotta con una difesa sempre molto volenterosa. 6
ORLANDO MAGIC
Rafer Alston. Non si è più visto dopo un buon inizio da 11 punti e 2 assist. Colpa sua o di Stan Van Gundy non importa, anche dalla sua lunga panchina finale è passata la sconfitta dei Magic. 6
Courtney Lee. Soli 7 minuti d'impiego, 4 punti e niente più. Coach Stan ha preferito cavalcare Pietrus e Turkoglu, dando spazio addirittura a JJ Redick. 5
Hedo Turkoglu. Il migliore dei Magic. Non lo si può colpevolizzare per un paio di errori di troppo nell'overtime perché quel paio di tiri li aveva messi pochi minuti prima dando quasi la vittoria ai suoi. 25 punti, 5 rimbalzi e 3 assist, 8/13 dal campo e altrettanto dalla lunetta. Gli è mancato il rettilineo finale per vincere la maratona. 7,5
Rashard Lewis. Fin dall'inizio assente dal gioco, un altro serio motivo della sconfitta, al di là dei tiri che entrano e escono nel finale che stanno decidendo queste Finals, è stata la sua giornata no. 7 rimbalzi, 4 assist ma soli 6 punti col 2/10 dal campo e un 2/6 da tre in 46 minuti sono inammissibili. 4
Dwight Howard. Dominio sotto canestro addirittura imbarazzante ma temo ricorderà a lungo i liberi sbagliati nel finale di quarto periodo. 16 punti, 21 rimbalzi e 9 stoppate, ma anche 7 palle perse. Partita drammaticamente a due facce. 7
Mickael Pietrus. E' tornato definitivamente il migliore Pietrus anti-Cavs. 15 punti in 37 minuti con il 4/8 dal campo, sporca tanti tiri a Kobe ma la sensazione è che la guardia dei Lakers gli possa segnare più o meno quando vuole. Se non ci fosse lui probabilmente andrebbe via a 40 di media a partita. 7
Jameer Nelson. 26 minuti in cui fa solo danni, compresa la difesa sulla tripla di Fisher del quarto periodo e un raddoppio nell'overtime che ne scaturisce l'altra. Non è colpa sua (2 punti, 3 rimbalzi e 3 assist), ma coach Stan Van Gundy avrebbe di più da Antohony Johnson, vergine in queste Finals. 4,5
Domenica notte si inizia alle due, ultima partita in Florida. I Magic sono ormai abituati a sorprendere, ma su tre finali punto a punto ne hanno persi due, ovvero i due overtime. Los Angeles giocherà come giocherà Kobe.
Non vuole perdere altro tempo. Non è certo tipo che preferirebbe festeggiare il titolo in casa, tra parenti e amici.