L'esperienza di Fisher ha deciso Gara 4 e forse la serie…
Ancora una volta c'è il tutto esaurito all'Amway Arena di Orlando in Florida dove i 17461 spettatori hanno potuto osservare in mezzo a loro celebrità come Tiger Woods, Carlos Boozer, Dwayne Wade e il sempreverde Hulk Hogan che all'intervallo diletta il pubblico con le sue consuete esibizioni e con una maglietta blu Magic con scritto ben chiaro Beat L.A.
A dirigere la contesa ci sono Bennett Salvatore, Mike Callahan e Scott Foster che avranno non poche contestazioni sia durante il match sia nel post partita per le loro scelte arbitrali.
Nel primo tempo Orlando gioca davvero bene e mette in profonda difficoltà Los Angeles che non riesce a prendere le misure all'attacco dei Magic e si ritrova passivamente nel match a rincorrere la squadra di coach Stan Van Gundy.
Per i Lakers a complicare ulteriormente la situazione un atteggiamento nell'approccio alla partita sicuramente sbagliato e troppo poco determinato ed energico e soprattutto gravi problemi di falli per tutta la batteria dei lunghi che, a causa di un arbitraggio dal metro molto fiscale, si ritrovano presto fuori dal match lasciando spazio alle seconde e terze linee come Powell e MBenga; Lamar Odom difatti si ritrova ben prima dell'intervallo con 3 falli, Andrew Bynum ne commette 3 in 5 minuti di gioco e Pau Gasol arriva nel solo primo quarto a quota 2.
Ma se nel primo quarto Los Angeles era andata sotto di soli quattro punti, 24 a 20, nel terzo i suddetti falli si sono fatti maggiormente sentire e con un parziale nella frazione di 25 a 17 Orlando andava al riposo sul 49 a 37.
Immenso e dominante, nonostante i pochi tiri dal campo, un Dwight Howard in versione Bill Russel che con 6 punti e 14 rimbalzi gestisce in modo autorevole le aree sotto i canestri. Con Superman ottima prestazione anche di Hedo Turkoglu che, mantenendo fede alla promessa fatta via telefono al premier turco Erdogan, gioco in modo sublime e segna 15 punti con 3 rimbalzi.
Rafer Alston conferma quanto di buono fatto vedere in gara 3 sia nella versione ortodossa da parquet NBA sia nella versione da playground newyorkese di Skip to my Lou segnando 9 punti di cui un paio con gli effetti speciali.
Los Angeles resta in linea di galleggiamemto, nonostante le pessime percentuali al tiro, grazie a un Kobe Bryant molto silente ma da 16 punti e 3 rimbalzi. Ad aiutare minimamente il Black Mamba è Pau Gasol con 7 punti, il resto sono briciole visto anche il minutaggio per tutti i 12 giocatori in distinta Lakers.
La frustrazione per l'arbitraggio, giudicato troppo severo e penalizzante, porta i gialloviola a subire anche due falli tecnici: il primo a Trevor Ariza nel primo quarto, il secondo a Phil Jackson nel secondo quarto anche se quest'ultimo sarebbe da comminare alla panchina losangelina e a Frank Hamblen.
Il primo tempo si chiude quindi sul 49 a 37 per la squadra di casa, i Magic, che hanno da amministrare nel terzo quarto ben 12 lunghezze di vantaggio.
Ma ad inizio terzo quarto i Lakers sono un'altra squadra rispetto al primo tempo e riescono, cavalcando uno splendido e redivivo Trevor Ariza, a ricucire i 12 punti di svantaggio con un clamoroso parziale nel quarto di 30 a 14.
Los Angeles riesce sia con i tiri dalla lunga distanza di Ariza dopo una buona circolazione di palla sia con i punti di Bryant a mettere pressione su Orlando che dal canto suo non riesce a essere più fluida come nel primo tempo in attacco e per di più si vede fischiare a uno dei suoi giocatori chiave, Turkoglu, il quarto fallo che lo toglie per buona parte del terzo quarto dal parquet e dal gioco consentendo a coach Jackson di cavalcare sia in fase offensiva che difensiva l'entrata di J.J.Redick al posto del turco.
Negli ultimi dodici minuti, come spesso è accaduto in questi playoff per Orlando, si decide perciò la partita partendo da un punteggio che recita 67 a 63 per Los Angeles. Se da un lato continua il personale e inconsueto litigio di Kobe Bryant con il canestro dall'altro a salire in cattedra è colui che in Texas, precisamente a San Antonio, rimpiangono amaramente al secolo Hidayet Turkoglu. Il giocatore turco prende il mano le redini del gioco dei Magic e con una ottima circolazione di palla e con i punti di Howard e Pietrus tieni la partita in pareggio e addirittura in vantaggio di ben 3 punti sull'82 a 79.
Tutti si aspettano ora che il numero 24 gialloviola prenda le redini del gioco e così fa cercando un tiro che non può arrivare visto la grandissima pressione difensiva esercitata su di lui dall'ottimo Pietrus; la palla data ormai per persa a pochi secondi dalla fine dei 24 consentiti per il tiro arriva in mano a Trevor Ariza che si inventa la tripla del pareggio a quota 82 con un tempismo perfetto e una freddezza da elogiare.
In questo istante con la partita in bilico e il palcoscenico finale pronto per i grandissimi giocatori, sale in cattedra personalmente Hidayet Turkoglu orchestrando due attacchi meravigliosi che generano 5 punti in fila che spediscono Los Angeles a un passo dal baratro.
E la squadra della California sta davvero per scendere nel baratro quando dopo un tiro sbagliato da Bryant e con tre punti ancora da recuperare concede 2 tiri liberi a Dwight Howard che nel caso ne mettesse anche solo uno darebbe la vittoria e il 2 a 2 nella serie ai Magic.
Il centro di Orlando autore fino a quel momento di una superba prestazione sbaglia entrambi i tiri dalla linea della carità dando un'esile speranza ai Lakers che hanno pochi secondi per cercare la tripla del pareggio.
Lo schema chiamato da coach Jackson prevede una rimessa per Bryant subito raddoppiato nella sua metà campo, il numero 24 gialloviola scarica per Ariza che subito cambia lato per Fisher che, malamente marcato da Nelson, segna incredibilmente la tripla del pareggio a 4 secondi dalla fine dopo aver avuto una pessima serata al tiro.
Negli ultimi 4 secondi Los Angeles difende alla morte non permettendo ai Magic di prendere il tiro della possibile vittoria, generando quindi il secondo overtime della serie.
Come spesso accade nell'overtime la squadra che l'ha guadagnato ha dalla sua l'inerzia della partita. I Lakers, più pronti e reattivi, nonostante perdano la palla a due, mettono davvero in crisi Orlando che non riesce più a trovare la via del canestro segnando solo 4 punti a fronte dei 12 griffati Lakers.
A prendersi gli onori della gloria sono Bryant, Fisher, Gasol, Ariza e Odom.
Il capitano gialloviola segna i primi 4 punti con due splendidi jump-shot, Fisher mette a segno un'altra tripla su scarico di Bryant; Gasol prende falli fondamentali e segna i canestri della sicurezza con due schiacciate subendo un fallo da censura di Pietrus, fallo che verrà chiamato come flagrant e costerà anche un doppio tecnico ai due giocatori; Ariza e Odom sono la perfezione difensiva.
I Magic non trovano appigli nè in Howard, nè in Turkoglu avendo solo una fiammata con Lewis che infila una tripla ad inizio overtime.
Alla sirena finale il risultato è di 99 a 91 per Los Angeles che riesce a vincere una partita che aveva già perso e porta a casa una vittoria fondamentale sia perchè la porta tre a uno nella serie e a un passo dall'essere campioni NBA sia per il fattore mentale che potrebbe pesare moltissimo su Orlando a cui non sono bastati i portafortuna della bambina Incandela che canta divinamente l'inno e del piccolissimo Ryan Rodriguez che affetto da mutismo è riuscito a parlare proprio al campo dei Magic, per la gioia di papà Izzy che elogia l'organizzazione e l'umanità dei Magic che qualcosa di magico probabilmente l'hanno davvero a prescindere dal gioco.
Orlando pur tirando con miglior percentuale da tre, 34,8% per i Magic contro 33,3% dei Lakers, e avendo praticamente le stesse percentuali dal campo, 41,8% per la squadra di casa a fronte del 41,9% per i losangelini, sbaglia troppi tiri liberi arrivando alla pessima percentuale di 59,5% mentre i gialloviola si attestano sul 75%.
Un'altro dato che dovrebbe far riflettere coach Van Gundy sono le palle perse, 7, ben 10 in più rispetto ai Lakers, mentre per quanto riguarda i punti nel pitturato Los Angeles riesce a segnarne 2 in più di Orlando, 40 a 38.
Il fatturato di Los Angeles è buona soprattutto nella seconda parte di partita:
– Kobe Bryant chiuderà con 32 tirando 31 volte, prendendo 7 rimbalzi e smistando 8 assist, apparendo davvero leggermente affaticato ma scaricando al momento giusto e riuscendo per una volta a essere leader silente e altruista, il numero 24 gialloviola inoltre segna il suo 707esimo punto in finale NBA superando Dennis Johnson fermo a quota 676 raggiungendo il 16esimo posto e mettendo nel mirimo Bob Pettit a quota 709;
– Derek Fisher è l'uomo del match, segna 12 punti con 1 assist e 4 rimbalzi, segnando le due triple fondamentali e gestendo in modo sublime gli ultimi possessi losangelini; Trevor Ariza è la molla che dà il via alla rimonta nel terzo quarto con sette punti filati, segna 16 punti con 9 rimbalzi e 2 assist, difendendo alla grande e rientrando in una serie che l'aveva visto finora in chiaroscuro;
– Lamar Odom è bravissimo a convivere con i suoi falli e segna 9 punti con 5 rimbalzi dando il solito cambio di dimensione sia offensiva che difensiva alla squadra allenata da coach Jackson;
– Pau Gasol, come un diesel, viene fuori alla distanza, riuscendo anche lui a difendere abbastanza bene nonostante i falli e segnando 16 punti con 10 rimbalzi per l'ennesima doppia doppia di questi playoff;
– Andrew Bynum è più positivo di altre volte segnando 6 punti con 2 rimbalzi con qualche amnesia difensiva ma un'altra energia rispetto alle soffici gare precedenti;
– Walton segna 6 punti con 2 rimbalzi mentre Powell, Vujacic, Brown, MBenga, e Farmar producono solo 2 punti, figli di un tiro dalla media di Josh Powell.
Per Orlando mastodontica prestazione di Dwight Howard macchiata solo dai liberi sbagliati, il centro di Orlando segna 16 punti con 21 rimbalzi e 9 stoppate, dominando fisicamente e dando l'impressione di potere assoluto;
Hedo Turkoglu tiene fede alla sua fama generatasi in questi playoff e non delude segnando 25 punti con 5 rimbalzi e 3 assist aiutando la squadra nei momenti chiave ma fallendo clamorosamente nell'overtime;
Rashard Lewis torna quello di gara uno e a parte il lampo della tripla nell'overtime segna 6 punti con 7 rimbalzi, 4 assist e un pessimo 20% dal campo;
Courteny Lee resta in campo solo 7 minuti segnando 4 punti e lasciando il posto a Pietrus; il francese difende meravigliosamente su Bryant segnando inotre 15 punti con 2 rimbalzi, peccato per il cattivissimo fallo, figlio della frustazione, su Gasol nel finale a partita ormai persa che
macchia moralmente la sua partita;
Rafer Alston non è quello di gara 3 e conferma tutta la sua bipolarità orchestrando un buon primo tempo e una pessima ripresa con 11 punti e 2 assist; Nelson, in campo nei minuti decisivi segna 2 punti con 3 assist ma fa solo da spalla a Turkoglu, vero playmaker dei Magic;
J.J.Redick fa il suo con 6 punti ma subisce troppo in difesa sia Bryant sia Ariza in caso di rotazioni; Gortat si fa vedere solo per una schiacciata e segna 4 punti complessivi,
Battie segna 2 punti con tre tiri per una comparsata non certo indimenticabili; a far da contorno i soliti Foye, Johnson, Lue e Richardson.
Nel postpartita è raggiante Derek Fisher che alla domanda se credeva, dopo tutti i suoi precedenti errori, alla tripla del pareggio risponde: “Si ci credevo perchè ho sempre avuto fede e fiducia, ho sempre avuto amici e famiglia che pregavano per me e sentivo la fiducia del coach e dei miei compagni e poi Nelson mi ha lasciato molto spazio e ho tirato; quando giochi con il 24 devi sempre farti trovare pronto sugli scarichi, e con il coach ho un grandissimo rapporto e per capirci basta uno sguardo”.
Kobe Bryant afferma sorridendo: “E' una grande vittoria Derek è stato fantastico, io ho dovuto scaricare sul raddoppio, non potevo fare altro, ora cercherò di riposarmi per tornare domenica sperando di avere una bella giornata”.
Coach Stan Van Gundy si presenta con una faccia tiratissima in conferenza stampa e appare molto nervoso affermando: “Non penso proprio che l'esperienza c'entri qualcosa con questa sconfitta, è solo una partita di basket come i miei ragazzi ne hanno giocate a centinaia, a migliaia, è solo un clichè parlare di finals experience, si tratta di tiri da tre sbagliati, si tratta di tiri liberi sbagliati, si tratta del troppo spazio concesso da Nelson a Fisher, si tratta che nonostante la buona difesa su Bryant abbiamo perso”.
L'altro coach, il Phil Jackson Zen, dichiara: “Abbiamo giocato molto bene nel terzo quarto, ritornando in partita, e Fisher ha segnato un tremendo canestro, un big shot, per pareggiare la partita; una delle giocate chiave è stato il rimbalzo rubato ad Howard da Kobe subendo fallo; siamo preparati ad affrontare gara 5 perchè io e altri ragazzi del titolo del 2000 [l'assistent coach Shaw,
Bryant e Fisher ndr] abbiamo avuto la stessa identica esperienza contro Indiana e quindi sappiamo cosa fare."
La serie ha subito una svolta cruciale, riusciranno i Magic a riprendersi da questa tremenda sconfitta? La risposta a gara 5, sempre di scena all'Amway Arena di Orlando in Florida, domenica notte alle 2 ora italiana.
I Lakers sono ad un passo dalla vittoria del loro 15esimo titolo e come dice coach Jackson una serie inizia solo quando una squadra vince in trasferta; la seria è iniziata stando a quest'assunto, ma potrebbe essere già finita.