Sfida tutta dal Queens. Lamar Odom contro Rafer Alston. La gloria finora è per il gialloviola.
GARA 2 - Los Angeles Lakers 101 - Orlando Magic 96 - LAL 2, ORL 0
Dopo lo show personale di Kobe in gara 1, il secondo atto di queste Finals ci riconduce nella via maestra dello spettacolo. Il finale punto a punto. Kobe, sempre lui, insieme e Gasol e Odom da un parte e il duo Lewis - Turkoglu dall'altra. Overtime, tensione in campo.
Se fosse entrato quell'alley-oop di Courtney Lee sulla sirena dei tempi regolamentari saremmo qui a parlare della rinascita dei Magic e di una serie aperta. In realtà Orlando ha comunque dimostrato, dopo una iniziale sbandata, di poter giocare queste Finals ad un grande livello di competitività .
I Lakers sono arrivati nell'overtime con la netta sensazione di averla scampata grossa, poi Kobe ha semplicemente plasmato i compagni della sua freddezza nei finali punto a punto. Gasol, in particolare, ha risposto presente. Layup col fallo su assist del ragazzo cresciuto in Italia. Lakers 2, Orlando 0.
Questa volta le percentuali non hanno tradito la squadra della Florida, questa volta Rashard Lewis per tutta la partita e Hedo soprattutto nel finale hanno fatto il loro dovere e Stan Van Gundy ha ridato lezioni di genialità (si veda la rimessa per far tirare Courtney Lee sulla sirena).
Qualcuno manca, però. Anzi, mancano un paio di elementi. L'asse playmaker - centro, quello che trovate nei manuali di basket alla voce "come si costruisce una squadra vincente" ha fallito ancora. Non bastano i 16 rimbalzi per fare la voce grossa, Dwight Howard non è stato nessun Superman, tutto qui.
Tra Rafer Alston e Jameer Nelson c'è di mezzo l'altra scatola nera del disastro. Skip ha perso la fiducia in se stesso e ha forzato troppo (1/8 dal campo), Jameer Nelson ha sparato a salve. Il comandante in capo Hedo si è preso le sue belle responsabilità e non ha deluso, ma a coach Stan serve lo Skip delle Finali di Conference oppure il Nelson dei vecchi tempi. Questa ambiguità fa male.
Gara 2 è stata una partita nervosa, iniziata lentamente ma finita poi col turbo con grandi emozioni. Gli ultimi minuti dei regolamentari sono stati fantastici e questo rende degne queste Finals. I Lakers sono stati più lucidi, sicuramente anche per la maggiore esperienza.
L'auspicio è di vedere altre partite siffatte, e certamente che i Magic vincano gara 3, altrimenti è davvero finita. Mi fido della squadra di Van Gundy, sinceramente, a maggior ragione adesso che sono sotto di due gare.
Il loro scintillante basket offensivo, rivisto finalmente ieri notte, ha reso meno amara da parte mia la delusione di non vedere Kobe vs. Lebron. Ma questa è un'altra storia e preferisco sorvolare. La terapia migliore è vedere questi Magic disegnare i loro tiri sugli scarichi, la loro circolazione di palla e tutti gli altri dettagli che li fanno amare in giro per il mondo.
Mi fido di loro, un po' meno di Howard. La sensazione è che sia un paio d'anno fuori target, già dominante per potenza fisica, ci mancherebbe, ma ancora insufficiente nel costruirsi dei movimenti autonomi sotto canestro che lo renderebbero davvero immarcabile. Come lo Shaq dei giorni migliori.
Nel frattempo c'è il sistema di coach Van Gundy a servirlo. Lewis e Turkoglu hanno corretto la mira, adesso tocca a lui. Forza Superman, vai nella cabina telefonica e mettiti il mantello.
TOP STORY
Copertina per Lamar Odom, posto che il Kobe maturo di gara 2 meriterebbe elegiache in greco antico. Chi ha visto Lamar Odom giocare ieri per la prima volta se ne sarà innamorato. Soprattutto per la sua doppia dimensione. Ha catturato 8 rimbalzi ma ha messo anche tiri importanti dalla media. Alla fine ha concluso con un quasi perfetto 8/9 dal campo e gli applausi di tutti.
Fa piacere vederlo partecipe, completamente a suo agio, fa piacere vederlo grintoso. In questo 2-0 Lakers c'è tanto Lamar, c'è tanto Pippen old school. Phil Jackson lo ama, lo fa partire dalla panchina ma ieri ha giocato 46 minuti, tre in meno del massimo, ovviamente di Kobe.
D Howard "is struggling", come dicono in America. Le braccia lunghissime del ragazzo del Queens c'entrano qualcosa in tutto questo.
THE STAT
8. Gli assist di Kobe Bryant, come in gara 1. Se taglia a fette la torta e le regala ai compagni, è finita amici. Anche perché in due gare segna 34,5 punti a partita.
LA DOMANDA
Vorrei chiedermi se Rashard Lewis si è drogato prima di scendere in campo ma sorvolo anche qui. Piuttosto, vista la natura difensiva di Rashard Lewis e la poca aggressività di Howard, cosa si inventerà Stan Van Gundy per limitare il catalano Pau Gasol ?
IL PUNTO DI HOMER SIMPSON
Anthony Johnson, onesto manovale, un veterano, reduce da belle partite di back-up in tutti i playoff è il più attapirato di tutti per la questione dell'ambiguità in point guard. Mi sembra come una recluta dei Marines che ha sofferto per mesi nei campi di addestramento, sudando e cicatrizzando ferite.
Peccato però che la guerra è finita.
ORLANDO MAGIC
Rafer Alston. Non è il sorprendente condottiero delle Finali di Conference. Ieri ha messo a segno 5 assist in 26 minuti ma con l'1/8 dal campo. Non è un caso che le chiavi in mano nei momenti decisivi ce li abbia il turco. 4
Courtney Lee. Non mi sento di biasimarlo per l'errore sulla sirena che avrebbe potuto significare l'uno pari, ma è un dato di fatto che con 2 punti in 12 minuti non è un fattore come lo è stato nelle precedenti serie di playoff. 4,5
Hedo Turkloglu. 22 punti, 6 rimbalzi e 4 assist con 8/17 dal campo e 3/6 da tre, canestri della vita nel finale sui 48 minuti, una stoppata decisiva su Kobe che andava per la vittoria e un'altra giocata difensiva importante nell'overtime. Si è svegliato dopo gara 1, la sua è stata una gara generosa. Frustato nel finale, ma almeno lui poteva fare poco di più. 8
Rashard Lewis. La sua più bella partita in carriera. 34 punti, 11 rimbalzi e 7 assist, 6/12 da tre, con una tripla impossibile in pochi decimi di secondo, girandosi come un ballerino su un nickelino. 8,5
Dwight Howard. 17 punti, 16 rimbalzi, 4 assist, 4 stoppate e 4 recuperi denotano una grande partita ma da Howard ci si aspetta più intimidazione, perché Gasol non può spadroneggiare così con lui. Il 7/9 ai liberi può tornare utile, ma non le 7 palle perse. 6,5
Mickael Pietrus. Oltre a Lee, un po' di Howard e la diatriba nel ruolo di point guard c'è anche la sua questione a tenere banco. 2 soli punti in 23 minuti, una sola tripla tentata, con Kobe che gli passa sotto ad possesso. Van Gundy lo aspetta in Florida. 4,5
Jameer Nelson. Solo 17 minuti ieri notte, impatto inesistente, anzi, decisione forzate e tanti tanti dubbi nella testa di coach Stan. 4,5
LOS ANGELES LAKERS
Derek Fisher. 41 minuti, 4/9 dal campo e 2/3 da tre, 12 punti, 3 assist e 3 recuperi, il vecchio Derek quando la posta in gioco è alta non fa mai mancare il suo supporto. 6,5
Kobe Bryant. Attende la partita e difatti la partita viene a lui. Poi certo, quei tiri li deve mettere, e anche l'assist al catalano. La differenza tra i Magic e i Lakers è la sua potenza nei finali di gara, specialità in cui al top nella storia di questo gioco. 29 punti, 4 rimbalzi e 8 assist, 10/22 dal campo, faccia grintosa e ancora tanti saluti al Lebron che avrebbe dovuto essere. 8,5
Trevor Ariza. I numeri non sono dalla sua parte. 8 punti in 38 minuti, anche se 7 rimbalzi portano tanto. E' in difesa però la sua forza, aspettando qualche bella "hot zone" da cavalcare. 7
Pau Gasol. Una delle sue perle in carriera. 24 punti, 10 rimbalzi e 3 assist, 7/14 dal campo, 10/11 dalla lunetta. Una presenza difensiva oramai costante, una varietà di soluzione offensive disarmante. Va detto che non ha grande opposizione sotto canestro da parte dei Magic, ma l'efficacia dei suoi movimenti è quello che Kobe si aspetta da lui. 8
Andrew Bynum. 5 punti e un solo rimbalzo in 16 minuti. Meglio ripassare un'altra volta. 4,5
Lamar Odom. Ancora oltre i 19 punti e gli 8 rimbalzi, le 3 stoppate attestano una sua presenza in queste Finals che è soprattutto mentale. L'8/9 dal campo ricama una gara quasi perfetta, pronta per essere replicata. 8,5
Adesso si va in Florida per le Finals per la prima volta dal 1995.
I Magic hanno un record di 0-6.
Scommetto tutto quello che volete per la prima vittoria, a partire da martedì notte.