Gasol vince il duello con Howard e decide Gara 2!
Allo Staples Center di Los Angeles si è vista in gara 2 una partita degna delle
finali NBA con continui emozioni e ribaltamenti che in gara 1 sia per merito dei
Lakers, sia per demerito dei Magic erano mancati.
Il tutto esaurito da 18997 spettatori è accompagnato dalla solita parata di
stelle luminosissime: Jack Nicholson e figlia, Tobey Maguire, Tom Cruise e
consorte Katie Holmes, Leonardo DiCaprio, Warren Beatty, Denzel Washington, che
con vecchie star Nba come Gary Payton, Chris Webber e Steve Smith ha scherzato e
riso fino alla dichiarazione dei tre ex-giocatori: “Noi potremmo competere
con il suo team [Lakers ndr]. Per circa un quarto”; insomma non si può dare
torto al figlio del Queens Lamar Odom quando afferma: “Questa è Hollywood!”
Esattamente come una sceneggiatura da studios gara 2 vedeva scendere sul campo i
Magic che, dopo la batosta di gara uno, erano chiamati a dare il meglio e a
rispondere a quanti avevano mosso delle critiche ingiuste sul fatto che la loro
partecipazione alle finals NBA fosse come semplice vittima sacrificale dei Los
Angeles Lakers di Kobe Bryant.
Il regista e sceneggiatore Stan Van Gundy insieme ai suoi prim'attori Lewis,
Turkoglu e Howard sono riusciti nell'intento di girare un thriller nel set dello
Staples Center che ha fatto sudare freddo coach Jackson e tutti i tifosi Lakers
che all'overtime hanno davvero avuto paura di perdere partita e fattore campo.
Ovviamente non poteva mancare un villain, un cattivo nella storia e, essendo
questa Hollywood, di antagonisti ve ne sono tre: Kobe Bryant, Lamar Odom e Pau
Gasol, i big three di Los Angeles. Quest'ultimi rovinano il finale alla Magic
Nation con giocate decisive sia in difesa, Lamar Odom su tutti, sia in attacco.
Nel primo quarto, chiuso sul 15 pari, regna grande equilibrio e le due squadre
restano sul chi va là in attesa che una delle stelle accende la miccia che
faccia infiammare il match.
Nei secondi dodici minuti i Lakers sembrano poter mettere la testa avanti con un
giro di vite difensivo e buone scelte offensive, il risultato è un parziale nel
quarto di 25 a 20 che manda le squadre al riposo sul 40 a 35 per i gialloviola
nell'occasione in completa divisa bianca essendo la partita in un giorno
festivo.
Al ritorno in campo dopo la pausa lunga chi si aspettava il colpo di grazia sui
traballanti Magic aveva sottovalutato la capacità di reazione della squadra
della Florida che adopera alla fine dei 12 minuti del terzo quarto il contro-
sorpasso con un parziale di 30 a 23 che metteva un minimo di pressione sui
Lakers, costretti a iniziare l'ultima frazione sotto di due punti sul 65 a 63.
L'ultimo quarto e soprattutto gli ultimi minuti sono davvero per cuori forti.
Entrambe le squadre difendono alla morte e non lasciano respiro all'avversario
diretto con due eccellenti duelli tra Ariza e Turkoglu e lo stesso turco contro
Bryant.
Negli ultimi istanti succede di tutto: prima Orlando riesce ad andare avanti
sull'88 a 86 grazie a un tiro di Turkoglu preso a due secondi dallo scadere dei
24 consentiti per il tiro dopo una superlativa difesa sull'uomo di Ariza.
I Lakers pareggiano grazie a una penetrazione con scarico di Fisher che consente
a Gasol di impattare il match sull'88 pari.
Sul cambio di campo i Magic hanno con Lee l'occasione della vita ma il rookie
sbaglia e Odom prende un maestoso e vitale rimbalzo saltando due volte in
pochissimi secondi e arpionando il pallone con determinazione da campione NBA.
Tutti si aspettano ora che salga sul palco dell'ultimo tiro Kobe Bryant che si
ritrova in una situazioni davvero di jordanesca memoria e il numero 24
gialloviola non delude le attese.
Si prende tutte le responsabilità del caso e prima batte dal palleggio Turkoglu,
poi circondate da 4 uomini avrebbe la possibilità di scaricare su Odom, ben
piazzato, e su Ariza ma tenta il tiro il sospensione venendo stoppato dal
ritorno di Hidayet il turco che lo blocca e riesce anche a chiamare timeout con
6 decimi di secondo ancora da giocare.
Stan Van Gundy, genialmente, prima abbozza una rimessa, perfetto specchietto per
le allodole, per vedere come difendono i Lakers, poi dipinge la sua personale
cappella Sistina mandando, su passaggio millimetrico di Turkoglu, il rookie Lee
a 30 cm dal canestro; vuoi per la pressione, vuoi per la giovane età , vuoi che
gli Dei del basket in alcuni momenti della storia sembrano girarti le spalle,
vuoi per il disturbo di Gasol, la palla di Lee esce e allo Staples Center è
overtime e anche gli arbitri, Steve Javie, Tom Washington e Monty McCutchen si
rinfrescano con una bibita dissetante dopo 48 minuti di scelte onerose.
Nei cinque minuti aggiuntivi ad avere la meglio è la squadra di casa che con due
grandi giocate di Bryant e due di Fisher scava un solco che nemmeno una stupenda
tripla di Lewis può colmare. Il Mamba, infuriato per come erano finiti i
canonici 48 minuti, prima segna un canestro irreale cadendo all'indietro su una
gamba sola con la mano di Turkoglu in faccia, poi penetra nell'aria dei Magic e
scarica sull'aiuto di Howard per l'accorrente Gasol dal pick and roll che segna
e subisce fallo per il gioco da tre punti che chiude di fatto il match.
Il numero 2 gialloviola d'altro canto, prima penetra e scarica, alla Kobe, per
Odom poi ruba un pallone malamente trattato da Redick e coast to coast va a
subire il fallo segnando i due liberi consecutivi.
E' il finale, 101 a 96 che condanna Orlando, ancora con zero vittorie in sei
partite di finali NBA, a tornare tra le mura amiche dell'Amway Center sotto due
a zero nella serie e che ipoteca per i Lakers il quarto anello per Kobe e il
decimo per Jackson con buona pace dell'immenso Red Auerbach lassù nell'alto dei
cieli.
Adesso, infatti, i Magic dovrebbero battero quattro volte in cinque partite i
Lakers di Bryant, un'impresa che appare alquanto difficile.
C'è da dire che Orlando ha dimostrato che gara uno è stata solo un incidente e
che probabilmente i valori più realistici della serie sono quelli della gara
finita all'overtime e rimasta in parità per 21 volte e con ben 23 cambi di
vantaggio.
Rispetto al primo match Orlando subisce molto meno nel pitturato dove anzi segna
più punti, 30 contro 28, e prende più rimbalzi 44 contro 35. Per la squadra di
Van Gundy 20 palle perse, 8 in più dei Lakers, allo Staples sono davvero troppe
anche se le percentuali al tiro sono di gran lunga migliori di quelle di gara
uno: dal campo Orlando segna il 41,8 % dei tiri, mentre Los Angeles il 46,2%,
dalla lunga distanza le due squadre si equivalgono con il 33.3% mentre ai liberi
fanno meglio i Lakers, 85,7%, di cui gli ultimi 14 della partita filati e
decisivi, a fronte del 74,1% di Orlando.
Per quanto riguarda Orlando il migliore è Rashard Lewis che, rispondendo alle
critiche, segna 34 punti con 21 tiri, prende 11 rimbalzi e smista 7 assist con
un buon 6 su 12 dalla lunga distanza.
Hedo Turkoglu giganteggia nel finale di gara, suo territorio naturale, segnando
22 punti con 6 rimbalzi e 4 assist ma perde 5 palloni; bisogna sempre tenerlo
d'occhio negli ultimi decisivi minuti e solo un'immensa difesa di Ariza riesce a
limitarlo, si vede che gli anni alla corte di coach Popovich gli hanno
insegnato, attraverso Duncan e Ginobili, come si fa a vincere quando il tempo ti
è nemico.
Superman Howard va in doppia doppia con 17 punti e 16 rimbalzi ma nonostante
tutto viene ottimamente limitato, soprattutto nel finale e nell'overtime dalla
difesa di Gasol che lo costringe a perdere anche alcuni palloni, saranno sette
alla fine del match.
Courtney Lee che passerà forse alla storia per il decisivo buzzer beater
mancato, segna 2 punti in 11 minuti raccogliendo 2 assist.
Alston segna 4 punti ma viene dimenticato in panchina nei momenti decisivi del
match, Pietrus, il Lebron-stopper, accusa un pò di fatica dopo aver marcato in
serie Igoudala, Pierce, James e il Bryant di gara uno e segna 2 punti.
Gortat con 4 punti e 3 rimbalzi in 15 minuti fa rifiatare Howard, mentre Redick
in 27 minuti segna 5 punti ma perde un pallone nell'overtime sanguinoso.
Nelson è ben lontano da una forma accettabile e segna 4 punti con 1 assist
facendo qualche passo indietro rispetto a gara uno; Battie segna 2 punti in 5
minuti mentre i suoi compagni Foyle e Johnson ammirano le curve pericolose delle
Laker-girls che durante i timeout sono come risvegliarli il cuore.
Per quanto riguarda i Lakers su tutti bisogna citare Pau Gasol e Lamar Odom.
Proprio i due giocatori che nelle scorse Finals erano stati accusati di essere
molli e senza attributi, non possedendo quegli intangibles che tanto servono in
talune occasioni, giocano e lottano come leoni sia in difesa che in attacco,
aiutando Bryant e Jackson a battere i Magic.
Il principe della Catalunya, al secolo Gasol Pau, segna 24 punti e raccoglie 10
rimbalzi con 3 assist e una sicurezza offensiva già nota; in difesa eleva il suo
gioco a livelli mai pensabili l'anno scorso quando gli era stato appiccicato il
soprannome Gasoft, e limita Howard fisicamente portandolo poi a scuola
tecnicamente e risultando decisivo come non mai.
Il figlio del Queens, al secolo Odom Lamar, segna 19 punti con 8 rimbalzi di cui
uno spettacoloso e decisivo, è lo Scottie Pippen di Jackson, il vero fattore
difensivo che con 5 falli addosso limita nel finale Lewis e diventa padrone
della fase difensiva dei Lakers; attenzione perchè i Lakers senza di lui hanno
tutta un'altra dimensione sui due lati del campo, Mitch Kupchak deve
assolutamente rifirmarlo.
Kobe Bryant segna 29 punti con 8 assist e 4 rimbalzi ma perde 7 palloni
riuscendo tuttavia a mantenere quegli occhi da killer che hanno nel mirino un
solo e unico obbiettivo: l'anello senza Shaq, da leader indiscusso.
Trevor Ariza segna 8 punti con 7 rimbalzi e in difesa è mostruoso su Turkoglu e
su chiunque incroci le sue piste, prestazione solida e convincente.
Derek Fisher con la sua esperienza segna 12 punti con 3 assist e nell'overtime
sole in cattedra per freddezza e serenità .
Andrew Bynum in 15 minuti segna 5 punti con un rimbalzo confermando che deve
ancora crescere molto sotto l'egida di Jabbar che ai plyoff giocava leggermente
meglio del suo allievo.
La panchina, Odom escluso, non produce molto, solo 4 punti di Farmar con Walton,
Brown e Vujacic fermi al palo a quota zero. Powell e Mbenga non entrano sul
parquet mentre gli inattivi Morrison e Yue, soprattutto il primo, si prodigano
sia come ragazzi pon pon sia come porta borracce e teli per il sudore.
Finita la partita coach Phil Jackson ai microfoni della stampa ammette: “C'è
un senso di sollievo perchè loro hanno giocato bene e non c'è dubbio che hanno
avuto ogni opportunità per vincere”.
Risultano profetiche ora le parole dette prima di gara due da Jackson che
riportiamo: “Non sarà la stessa partita di gara uno ad eccezione dei
giocatori che scenderanno in campo!”, mai profezia fu più veritiera da parte
di coach Zen.
Stan Van Gundy d'altro canto afferma, riferendosi al tiro sbagliato di Lee allo
scadere dei tempi regolamentari: “L'abbiamo mancato, non so che altro
aggiungere, abbiamo eseguito alla grande, Hedo [Turkoglu ndr] ha fatto un grande
passaggio e ha [Lee ndr] sbagliato”.
Kobe Bryant afferma: “Abbiamo saltato molti compiti stasera ma siamo riusciti
comunque a centrare la vittoria” mantenendo lo sguardo e il piglio che gli
ha fatto guadagnare dalle figlie il soprannome di Brontolo negli ultimi tempi.
Probabilmente questa potrebbe essere stata la partita della svolta perchè troppe
occasioni, come dice coach Jackson, hanno avuto i Magic per vincerla e ogni
volta le hanno sprecate.
La serie ora si sposta in florida dove martedì notte ore 3 italiane all'Amway
Center di Orlando avrà luogo la prima delle tre gara casalinghe consecutive dei
Magic, costretti a vincerle per sperare nel miracolo.
Con un Gasol e un Odom così sarà difficile che i Lakers non ne portino via dalla
Florida una per poi chiudere in gara 6 tra le mura amiche. Bisogna solo
aspettare e vedere se anche in trasferta il catalano e Lamarvellous sono
cresciuti.
Quanto meno l'Amway Center trasuda meno carisma e storia del TD Banknorth Garden
di Boston, Howard sembra meno cattivo e affamato di Garnett e il pubblico della
Florida sembra meno aggressivo di quello del Massachussets: questo è un bene per
quanti tifano Lakers confortati anche dal fatto che quando la loro squadra ha
condotto avanti 2 a 0 per 38 volte su 39 ha vinto la serie.