Lebron? Zero tituli!

Finale di stagione amaro per The Chosen One

Ammetto che il titolo e' un po' carognetta. Fossi uomo di classe, avrei “aperto” con le scuse per due pronostici clamorosamente bucati.

Avevo chiesto una serie per i Cavs, e non solo e' arrivata.
Di piu', i Magic ci hanno preso talmente tanto gusto che avrebbero addirittura cappottato i rivali, se in gara2 Lebron non avesse realizzato la piu' incredibile (e, a posteriori, la piu' beffarda) delle sue magie.

Avevo anche indicato i Nuggets come finalisti ad Ovest, e la serie aveva dato segnali confortanti per le prime due gare. Ma nella terza Kobe ha ristabilito le gerarchie, e da li in poi sono avvenuti due fatti: il supporting cast del 24 ha dato ampissimi segnali di presenza (Gara 5 di Odom da leccarsi baffi, dita, braccia e gambe), mentre piano piano, il faro di Denver, quello con l'anello gia' al dito, smetteva di illuminare la rotta ai suoi, i quali inevitabilmente tornavano ad essere il gruppo di scellerati talentoni in attesa di timoniere che da un paio d'anni sono.

E' chiaro pero' che il sorpresone e' avvenuto ad Est, e siamo tutti qui a chiederci come sia potuto succedere. Io non sono tanto bravo a fare valutazioni tecniche, quindi e' inutile che vi prenda in giro raccontandovi cose che o sapete gia', o comunque neanche io conosco troppo bene.

A me affascinano invece i processi mentali che fanno assomigliare le serie a dei singoli film.
Da una parte avevamo dei Cavs che parevano invincibili, e che avevano disposto in 8 gare dei propri avversari: e' sempre pericoloso parlar male di chi viene cappottato, ma obiettivamente sia Pistons (squadra che attende il 2010 come mio nipote il Natale) che Hawks (impossibile vincere se non c'e' una dirigenza, e qui facciamo sembrare l'assemblea di condominio la riunione tipo del Partito Comunista Cinese) non avevano opposto resistenza alle spallate, letterali, di Lebron e compagnia.

Dall'altra i Magic avevano giocato alle montagne russe prima contro gli Iguodalers di Philadelphia, poi contro i vedovi in verde, e ritrovandosi contro questi ultimi sotto 2-3, avevano rischiato di brutto gara 6 in casa. La settima al Garden, con tutto contro, avevano verificato che nel serbatoio di Pierce e soci non c'era niente altro che l'orgoglio, ed avevano vinto per distacco.

Appagati? Vittime sacrificali del novello Lebronetor? Preambolo in attesa di Kobe vs James?

Come no? Gara 1 da quei matti della Quicken Loans Arena e doppiavu NONOSTANTE una gara mostruosa del Lebron…..

Attenzione, il maiuscolo sull'avverbio non e' indice di tasto Caps Lock bloccato.
Battere gli strafavoriti a casa loro (quasi imposssibile) non a causa di una serata libera del loro Condottiero, ma NONOSTANTE (aridaje) i 49 del James, mi ha fatto esclamare un poco oxfordiano “per i Cavs ora sono ca…i”.

Facile, perche' se il capitano Mo, il Maresciallo Z, il tenente Delonte ed il resto della truppa steccano nonostante tutte le direttive del Generale Lee(Bron) siano puntualmente arrivate, cade l'assioma che il 23, in un modo o nell'altro, in casa non ti fa mai perdere.

Per ampi tratti di gara 1, mi e' sembrato di vedere il piu' forte ed il piu' frustrato dei Kobe Bryant d'annata che, constatata la difficolta' dei suoi, calamitava la palla, si isolava dove volete voi, e palleggiava per 10 secondi 10, salvo poi trovare una soluzione che gli aggradasse (cosa che oggi troverebbe anche se a marcarlo chiamassero uno dei Transformer), ma con i 4 compagni nella posa delle statue dei pastorelli in una delle qualsiasi rappresentazioni religiose che usiamo preparare quando sul calendario c'e' scritto “dicembre”.

Purtroppo, sulle disastrose conseguenze dell'atteggiamento “faso tutto mi”, ci hanno sbattuto un po' tutti i leggendari protagonisti di questi ultimi 20 anni, e neanche Jordan aveva nelle primordiali corde l'atteggiamento di far felici tutti nei primi 12 minuti, salvo poi prendere in mano la questione.

Per sovrammercato, in maglia blu abitava la squadra piu' rognosa abbinabile ai Cavs (ma non solo a loro, e non sono certissimo che questi abbiano finito).

Prendi infatti il piu' curioso giocatore di pallacanestro tra quelli alti piu' di 2'10m, e mettigli attorno una banda di cecchini, comandati in panca da un triste ma geniale coach che sembra la versione piu' alta del nanetto di Fantasilandia (citazione televisiva ad uso e consumo dei quarantenni, sigh) e diretta sul campo da un bucaniere di lungo corso, con antenati sparsi per tutti i Balcani, e con la sinistra capacita' di diventare vieppiu' infallibile man mano che il cronometro si avvicina allo zero.

Fai togliere loro la scimmia dalle spalle contro i Celtics (o quel che restava di loro) e falli giocare leggeri ma non appagati. Et voila, ecco servito il piu' letale dei veleni sportivi per i Cavs e, di conseguenza, per il duello che avrebbe bagnato i pantaloni di tutto il settore marketing di Stern e dintorni.

E adesso? E adesso viene il bello.
Se ai Magic, intendo tutto l'ambiente, dal coaching staff ai giocatori, riesce il miracolo di trasformare la loro finale NBA in una “serie normale”, allora questi hanno una chance davvero grossa, perche' le magagne difensive dei Lakers sono note.

Se invece, ed e' tutt'altro che improbabile, la pericolosita' offensiva di Orlando sara' sotto le medie della Finale di Conference (e non mi riferisco certo solo alle percentuali da fuori il prefisso da tre punti), allora la maggior abitudine dei Lakers a questo palcoscenico fara la differenza.

Un paio di fattori sono fisiologicamente a favore dei Lakers: il piu' grosso per me e' il formato della serie. La versione fino alla finale di Conference e' strutturata per dare la piu' grossa delle chances alla squadra con il peggior record in prossimita' di Gara 6.

Questo non e' consentito in Finale, perche' le ultime 2 gare sono in casa di chi ha il miglior record. Gli ultimi a vincere partendo da “dietro” sono stati i Pistons in gara 5 nel 2004 (quella serie poteva finire in cappotto, senza una magia di Kobe), poi mi ricordo Chicago in Gara 6 nel 98 e prima ancora nel 93 (all'MJ versione primavera estate, il formato della finale interessava il giusto).

Nelle altre serie, vittoria sempre per la squadra di casa, e lasciamo stare le serie dominate (Spurs contro Cavs e contro Nets, Lakers contro 76ers). Il vantaggio delle ultime due in casa e' davvero considerevole.

E poi c'e' la variabile 24. Kobe Bryant, che non e' certo vecchio, ma che ha Il contachilometri sui livelli di una mercedes diesel in mano ad un rappresentante, si rende conto che siamo all'ora o mai piu.

Da qualche parte infatti, Lebron trovera' il cast che necessita, lui stesso imparera' a gestirlo al meglio, e poi ci sono sempre un paio di situazioni Contingenti pronte ad esplodere in contender (pescando dal mazzo: i Celtics se imbroccano un'annata senza infortuni, i Blazers se centrano un paio di scambi, una squadra gia' attrezzata che prende Bosh, qualche altro nome che vince il Superenalotto del 2010 e via andare).

Durante questa post-season i Lakers sono stati assai lontani dal concetto di “grande squadra”, ma, com'e' come non e', sono arrivati alla fine.

Hanno il vantaggio del campo, hanno sicuramente una squadra migliore dello scorso anno (hanno mezzo Bynum in piu, e Ariza lo scorso anno non aveva motivi per farsi la doccia a fine gara, mentre quest'anno e' fattore).

E poi c'e' il 24, come dicevo. E' arrivato perfino il supporto di Gozzillone, che, come tutti i Tiranni, con la vecchiaia diventa piu' tenero e piu' buono, dimenticando le vecchie ruggini.

Vado quindi con i Lakers, probabilmente in 6 gare, visto che il 4-2 esce sulla ruota di Stern con buona frequenza.

Due chiose finali: la prima sugli arbitraggi.
Ci sono un paio di grigi al di la' dell'oceano, che mi chiedo sempre perche' non passano al wrestling, dove il loro senso dello spettacolo sarebbe sicuramente piu' apprezzato.

La Crew con Joey Crawford e Bennet Salvatore sara' anche garanzia di nervi saldi e capacita' di portare a casa la partita, reggendo il carisma debordante delle superstar. Ma certe pantomime sono davvero vomitevoli e se la Lega e' ancora legata all'immarcescibile Bavetta, allora anche loro hanno qualche problema.

Per tacere dell'amministrazione del finale di Gara 4 tra Magic e Cavs, con Varejao che chiude il tango con Howard con il piu' classico dei casquè. Simpatico il siparietto del Timeout successivo, con coach Brown che avvicina il carioca con la Medusa in testa e gli dice “siamo in gara grazie a te” omettendo signorilmente il “con ogni mezzo”….

A me piace il Crawford nero, al limite Steve “mano a T” Javie, sopporto Bavetta, ma in finale spero fortemente di vedere poco l'Elmetto, che davvero non riesco a reggere.

Chiudiamo da dove eravamo partiti, ovvero con Lebron e con gli “zero tituli”.
Ormai e' chiaro che questo accetta paragoni solo con MJ, soprattutto nei termini con cui si accinge a governare la lega.

Accettiamo e facciamo qualche parziale: a 24 anni e mezzo (NdR:leggere i commenti dei lettori e' spesso utile…) LBJ ha gia' una finale ed una Finale di Conference, mentre Jordan a quell'intertempo aveva collezionato “solo” un travestimento da Dio al vecchio Garden (63 punti) ed una stagione a 37 di media. I “tituli” sono arrivati dai 28 anni in poi, quindi il Prescelto ha ancora un po' di tempo.

Ma mi pare di capire che la pazienza gli difetta, visto che alla fine di gara 6 si e' pure “dimenticato” di congratulare i Magic che lo avevano sculacciato. Una caduta di stile che non abbiamo certamente apprezzato, superata in negativo solo dalla dichiarazione concessa ai media subito dopo (“Dopo che qualcuno ti batte, non ha alcun senso andare a congratularti con lui”).

E vorrei parlare con l'addetto stampa che ha lasciato passare un simile comportamento, senza avere il fegato, o il buon senso, di spiegare al ragazzo che gente anche piu' brava di lui, prima di vincere, ha dovuto perdere, e parecchio.

“Fortuna” che l'attenzione dei media si e' immediatamente spostata sull'operazione per togliergli la massa dalla mascella (naturalmente auguri!) ma mi resta la speranza che al mondo ci sia sempre qualcuno in grado di dare buoni consigli, e se necessario anche calci nel sedere, a queste superstar spesso viziate e talvolta capricciose.

Buone finali a tutti!

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