Kobe e Ariza zittiscono Denver

Ariza ruba palla sulla rimessa, Anthony commette il sesto fallo: così si è decisa Gara3

Esattamente come nella serie contro gli Houston Rockets i Lakers si presentano in trasferta, in Colorado, al Pepsi Center avendo perso il fattoere campo ed essendo sull'uno a uno. Esattamente come allora i Lakers riescono nell'impresa di sbancare il parquer avversario con un'ottima prestazione, guidati dal loro leader Kobe Bryant e da un magnifico Trevor Ariza, autore di una serie fino a questo momento superlativa.

Denver non vedeva i tabelloni amici del Pepsi Center generare una sconfitta dal 9 marzo scorso avendo infilato una strscia positiva di 16 vittorie. Testimoni dell'interruzione del record positivo oltre i 19939 spettatori presenti anche i direttori di gara Dan Crawford, James Capers e Derrick Stafford.

Quest'ultimi sono stati costretti a fischiare molto sia falli di gioco, lo conferma l'alto numero di viaggi in lunetta dei Lakers, sia falli tecnici: nell'ordine, Kleiza, Fisher, Carter, Smith e Farmar.
Questa moltitudine di falli è figlia della grande aggressività  casalinga dei Nuggets che con molta energia e qualche provocazione a volte passano il limite del lecito e incappano in fischi arbitrali contrari.

I Lakers, nel consueto viola da tresferta, rimangono in vita nel primo tempo dove l'energia dei Nuggets sembra avere il sopravvento e nel secondo tempo, specialmente nell'ultimo quarto mantengono meglio i nervi saldi e strappano la vittoria per 103 A 97.

Per quanto riguarda i dati statistici possiamo vedere che la squadra losangelina perde 12 palloni, a fronte degli 11 persi dai Nuggets, soffre nel pitturato dove mette a referto 34 segnature contro le 40 di Denver.

La percentuale di tiro è di gran lunga favorevole a Los Angeles sia dal campo, 45,8% contro 39,3%, sia da tre, 31,6% contro 18,5%, ma i ragazzi di coach Jackson tirano in modo pessimo dalla lunetta con un misero 68,9% mentre i giocatori di coach Karl segnano nell'83,9% dei casi in cui viaggiano in lunetta.

Se nel primo tempo la partita scorre con Denver che tenta di scappare e Los Angeles che cerca di restarle alle costole in tutti i modi, nel terzo quarto la partita si infiamma e il finale del periodo vede i Nuggets trovare il massimo vantaggio di 8 lunghezze, 79 a 71, grazie a due tiri da tre di J.R. Smith, che se da un lato compie tecnicamente una grande giocata dall'altro si fa fischiare un tecnico a tempo scaduto per insulti e provocazioni a Vujacic che consente a Bryant di realizzare il conseguente tiro libero ad inizio quarto quarto.
E' la molla che porta i Lakers a credere alla vittoria.

Pau Gasol è ottimo in post basso e scrive 8 punti negli ultimi dodici minuti, un sublime Trevor Ariza, che fortunatamente per Bryant e compagni torna in campo dopo alcuni minuti trascorsi in spogliatoio a causa di una caduta. Il numero 3 gialloviola mette a segno la tripla del sorpasso, 80 a 81, su un assist di un lucido Bryant.

In fotocopia segna una seconda tripla poco dopo che consente ai Lakers di controsorpassare i Nuggets che si erano rifatti sotto sul punteggio di 85 a 83. Chauncey Billups però non ci sta è mette a segno un incredibile gioco da 4 punti generato da una tripla dall'angolo a cui Bryant aggiunge un fallo portando Denver è di nuovo a +3 a 4'50" dalla fine.

E quando la tensione sale a salire in cattedra per i Lakers è il ragazzo con il numero 24 dal nome di bistecca che realizza il sorpasso, quello definitivo, riuscendo a non farsi condizionare dalla marcatura molto stretta e molto fisica di J.R. Smith.

Bryant non si fa intimorire, ha gli occhi del killer, e pretende il pallone nelle sue mani dai compagni di squadra, realizzando in un minuto 8 fondamentali punti per portare Los Angeles a vincere gara-3.

A mettere la ciliegina sulla torta è, come in gara uno, in un deja-vu terribile per i tifosi Nuggets, Trevor Ariza che su rimessa, battuta in modo scellerato da Kenyon Martin, ruba palla e costringe Carmelo Anthony al suo sesto fallo per fermarlo. Ancora Martin commette un inutile fallo su Bryant, circondato dalla buona difesa Nuggets,che manda alla linea del tiro libero il capitano
losangelino per il +4 Lakers per la rabbia di Carmelo Anthony spettatore in panchina.

Il prodotto di Syracuse ha certamente disputato la sua più brutta gara di questi playoff e nel secondo tempo è clamorosamente mancato segnando solamente tre punti.

Difatti alla fine per Anthony i punti saranno 21 con 5 rimbalzi e 3 assist ma tirando 4 su 13 dal campo e perdendo 4 sanguinose palle. dopo il buon primo tempo il numero 15 dei Nuggets è sparito dalle mappe geografiche del match per rientrarci solamente per aver perso la palla decisiva e aver fatto il sesto fallo che l'ha tolto dal match nel finale.

Chauncey Billups segna 18 punti, è sempre molto lucido e soldo con 7 assist e 6 rimbalzi, è tra gli ultimi a crederci fino alla fine e a restare freddo, probabilmente coach Karl dovrebbe puntare molto di più su di lui nonostante le 4 palle perse evitabili.

Nenè segna 13 punti, di cui 2 da una pregevole schiacciata, prendendo 6 rimbalzi ma in difesa non è positivo come in attacco soffrendo, per una sera, Gasol. Dahntay Jones è un altro rispetto alla California e tornato alle altitudini del Colorado segna 10 punti con un 4 su 6 dal campo molto buono con 2 rimbalzi e un assist, soffre dannatamente Bryant ma è comprensibile soffrire il numero 24 quando è in versione Mamba.

Nel quintetto base a deludere è Kenyon Martin che segna 6 punti con 7 rimbalzi ed è coautore della palla persa decisiva che manda i Nuggets al tappeto. La panchina è tutt'altra cosa rispetto alle trasferte losangeline e guidata da J.R. Smith che scrive 10 punti, 6 assist e 3 rimbalzi vede un ottimo apporto in Andersen, 15 punti, 7 rimbalzi e 3 abitudinarie stoppate che mandano in visibilio il pubblico.

Carter e Kleiza tuttavia segnano 4 punti in due, tutti il lituano che prende 6 rimbalzi, ma deludono le aspettative di quanti si aspettassero un rendimento superiore tra le mura amiche.

Sulla sponda Lakers al di sopra di tutto e di tutti c'è Kobe Bryant, autore di una prestazione monstre da 41, 6 rimbalzi e 5 assist, tirando il 50% dal campo, 12 su 24. Mette in mostra tuta la sua grinta, la sua determinazione e la sua voglia di vincere e di essere sempre il migliore in assoluto superando quota 40 punti nei playoff per la nona volta in carriera.

Dopo il Mamba, una grande, immenso Trevor Ariza che resiste ai postumi di una brutta caduta e segna 16 vitali punti con ottime percentuali e con 4 rimbalzi e 2 assist. La sua grande difesa è elemento chiave per le fortune dei Lakers come dimostra l'ultima, l'ennesima palla rubate su rimessa alla fine del match che chiude definitivamente i giochi.

Pau Gasol è nuovamente in doppia doppia con 20 punti e 11 rimbalzi a cui aggiunge una vistosa presenza su ambo i lati del campo nel magistrale quarto quarto. Andrew Bynum che ha chiesto più minuti ottenendo come risposta da Jackson un sonoro no, a patto che non migliori e di molto la sua tenuta difensiva, segna 7 punti in 21 minuti riuscendo anche a prendere 4 rimbalzi.

Derek Fisher soffre molto Chauncey Billups e ne risente anche in lucidità  offensiva, segna 4 punti con 2 assist e 3 rimbalzi.

La panchina dei Lakers, guidata dal sesto uomo Lamar Odom non è ottima ma dà  il suo contributo. Il numero 7 gialloviola segna 8 punti con 7 rimbalzi anche se in questa serie sembra essere leggermente sottotono. Sasha Vujiacic segna solo tre punti ma da un fondamentale tripla che dà  ossigeno purio ai Lakers e si “guadagna” il tecnico di Smith.

Shannon Brown e Jordan Farmar segnano 2 punti a testa, nullo Luke Walton che probabilmente aveva dimenticato di essere già  arrivato a Denver per giocare una seria di finale di conference.

Dichiarazioni post partita interessanti, soprattutto per Kobe Bryant che si presenta visibilmente affaticato e con difficoltà  respiratorio dovuto alla scarsa abitudine alle altezza del Colorado, stato che a lui non riporta buoni ricordi.

“Una grande sensazione. È ancora più bello di quando segni davanti al tuo pubblico. In un ambiente ostile tutti vogliono vederti fallire e quando riesci ad ammutolire la folla è una grande sensazione”: così parla Bryant riguardo al gelido silenzio calato alla Pepsi Arena dopo la sua tripla in faccia a Smith.

Sempre il capitano dei Lakers afferma a proposito di Ariza: “E' incredibile, è alto, veloce, mani rapide, legge benissimo i passaggi, fa delle grandissime giocate difensive”
Conclude il numero 24 affermando: “Nel passato avevamo giocatori di grande esperienza come Robert Horry, Rick Fox, Ron Harper, che avevano già  provato queste emozioni, per molti di noi ora sono nuove, per questo reputa questa la più grande vittoria in trasferta da quando sono un Laker”.
Parole importanti di fiducia e speranza per il futuro del capitano.

A proposito del capitano a elogiarlo ci pensa Lamar Odom che dice a proposito della tripla di Bryant: “Kobe l'ha fatto per molte molte molte molte volte per vincere un match, è routine per lui”. Dichiarazione accompagnata da un sorriso eloquente.

Per i Nuggets. su tutti, parla Carmelo Anthony che afferma, a riguardo della palla persa: “Non mi sono arrabbiato tanto per il sesto fallo quanto per la rimessa sbagliata. Appena ho visto il pallone arrivare ho pensato a gara 1. Stessa situazione. Comunque siamo ancora pieni di fiducia e motivati a vincere questa serie".

Continua il numero 15: “Ho sbagliato alcuni tiri facili, e credo che la chiave della partita sia stata Gasol che ha segnato e non ci ha consentito di concentrarci su Kobe”.

La serie resta ora in Colorado per gara 4 che avrà  luogo sempre al Pepsi Center lunedi 25 ore 3 italiane.Si aspetta la reazione d'orgoglio dei Nuggets che non possono permettersi di perdere anche gara 4.

I Lakers non devono dormire sonni leggeri nè rilassarsi per aver riconquistato il fattore campo, poichè vincere gara 4 equivarrebbe a chiudere la serie. Bryant lo sa ma riuscirà  a trasmetterlo ai compagni?

I tifosi Nuggets sperano non ci riesca e che Lebron James non faccia una grande prestazione ad Orlando in gara 3 della finale della Eastern conference perchè sappiamo tutti quanto ci tenga Kobe a essere sempre il primo in assoluto.

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