Melo ride, Gara 2 è dei Nuggets!
I Los Angeles Lakers riescono a perdere una partita che hanno controllato e condotto per la maggior parte del tempo. E' mancato, allo squadra allenata da Phil Jackson, l'istinto del Killer e ciò ha permesso alla squadra di George Karl di restare in partita e di compiere l'impresa di violare lo Staples Center.
Ora la squadra gialloviola dovrà per forza di cose andare a vincere almeno un match nello stato del Colorado, a quel Pepsi Center ancora inviolato in questi playoff.
Tornando però, idealmente, sul parquet della California, ad inizio partita come sempre non mancano le celebrità dal afecionados Jack Nicholson, vero e proprio capo ultrà delle fosse losangeline, al Maverick di Top Gun al secolo Tom Cruise, a cui si contrappone Iceman Val Kilmer, a Will Ferrel, a Denzel Washington, ad Adam Levine fino a un personaggio che fino a poco tempo fa calcava lo stesso parquet da protagonista: Ron Artest.
Gli spettatori ad ammirare le celebrità e gustasri gara 2 dei playoff, arbitrata da Marc Davis, Dick Bavetta e Steve Javie, sono 18997 tra cui Kareem Abdul Jabbar che ha visto il numero 24 gialloviola superarlo nei punti segnati nei playoff; ora Bryant è secondo e rincorre il mitico Jerry West, icona dell'NBA.
I Lakers partono subito bene con la giusta intensità e una buona difesa che permette che il primo quarto si chiuda sul punteggio di 31 a 23.
La seconda frazione vede la squadra di Kobe Bryant gestire sapientemente il vantaggio fino agli ultimi minuti dove una scellerata gestione dei possessi offensivi e una difesa allentata permettono ai Nuggets di rientrare dallo svantaggio e chiudere il primo tempo sotto solo di una lunghezza, 55 a 54, curiosamente il medesimo punteggio con cui si erano chiusi i primi 24 minuti di gioco di gara 1.
A tenere banco tra le file dei Lakers un velenoso Bryant da 18 punti, con il 50% dal campo, che mette in mostra tutto il suo arsenale offensivo e la sua capacità difensiva; ottimo Ariza che con tre canestri a segno su tre tentativi contribuisce alla causa con otto punti; Andrew Bynum sembra risvegliarsi dal letargo e mette a referto 9 punti con buone giocate e una discreta presenza fisica. Pau Gasol, silenziosamente, mette a segno 6 punti ma prende 9 rimbalzi di cui 3 nella metà campo avversaria.
Come detto i Lakers sembrano in totale controllo del match ma non affondano mai del tutto con la netta sensazione di superficialità e consapevolezza dei propri mezzi che fa si che i giocatori gialloviola presuppongano di poter vincere la
partita in ogni momento.
Ma non hanno fatto i conti con Carmelo Anthony, il talento da Syracuse, dopo un primo quarto da 2 punti, ne segna 14, uno più bello dell'altro, nel secondo quarto e chiude il primo tempo con 16 segnature ma con percentuali dal campo
basse che recitano un 6 su 14 per lui.
Grande apporto lo dà il solido Chauncey Billups che con 10 punti tiene a galla i Nuggets e guida il mini break alla fine del secondo quarto che fa rimontare a Denver lo svantaggio. Kenyon Martin segna 12 punti ma a fare la differenza sono i tiri da tre punti di Linas Kleiza, mancati clamorosamente in gara 1, che fruttano 11 punti determinanti.
Phil Jackson chiede più intensità in difesa e più fluidità in attacco, mentre nell'altro spogliatoio coach George Karl si complimenta con i suoi per essere rientrati in partita e chiede più precisione in fase offensiva e maglie più strette in fase difensiva.
Al rientro dagli spogliatoi però sembrano nuovamente i Lakers a prendere il predominio come ad inizio gara, con le giocate di Bryant, Ariza e il buon apporto della panchina a farla da padrone.
Ma, nuovamente, come a fine secondo quarto, alla squadra delle pepite è concesso, dai ragazzi allenati da Jackson, di rientrare nel match con un'altra tripla di Kleiza e i punti di Billups; il parziale di 7 a 2 che riporta i Nuggets in partita è arrivato, a onor di cronaca, dopo il quarto fallo di Bryant che l'ha tolto dal campo per il finale di quarto.
Il quarto quarto inizia perciò sul punteggio in equilibrio che recita 81 a 80 per i Los Angeles Lakers. I Nuggets, guidati dal sorriso di Billups e dalla consapevolezza di non aver nulla da perdere, giocano leggeri e senza pressioni; quest'ultima non mancano sulle spalle dei Lakers che subiscono il contraccolpo psicologico di aver sempre condotto la gara e ritrovarsi a pochi minuti dalla fine sotto nel punteggio.
Denver arriva a condurre anche di 5 lunghezze, ma una tripla spettacolosa di Bryant in faccia a Anthony, replica di una precedente, e le splendide giocate difensive di un immenso Trevor Ariza riportano Los Angeles davanti.
A questo punto della gara sono i nervi a contare di più e Denver, a differenza di gara uno non perde il controllo e con Anthony e Billups affonda i Lakers. Quest'ultimi traditi dai cattivi possessi offensivi di Bryant che per una sera
non prende le decisioni giuste, dalla scarsa precisione di Pau Gasol dalla linea dei tiri liberi e dal loro miglior giocatore della serata: Trevor Ariza.
Il tiro della disperazione è di Derek Fisher, in serata negativa, che da tre tenta di mandare la partita al supplementare senza riuscirvi.
Le serie impatta quindi sull'uno a uno per la gioia di quanti tifano Denver e la delusione dei tifosi Lakers che hanno visto i gialloviola condurre per tutto l'incontro ed essere superati nel rush finale; piccola legge del contrapasso dopo gara uno in cui le parti erano invertite.
Per quanto riguarda i Nuggets, strepitosa prestazione di Anthony che per la seconda volta consecutive delizia lo Staples Center con le sue giocate e con il suo duello a distanza con Bryant. Per lui alla fine i punti sono 34 con 9 rimbalzi e 4 assist, una leadership inusitata e una freddezza tutta nuova per lui esordiente alle finali di conference; da sottolineare che dal lontano 1976 è il primo Nugget a collezionare 30 o più punti in 5 partite consecutive di playoff.
Il veterano delle finali d'altro canto, Chauncey Billups, mette a referto 27 punti e i liberi decisivi risultando determinante ai fini della vittoria. Alle segnature aggiunge anche 4 assist e 2 rimbalzi ma soprattutto pochissimi errori
e quasi sempre ottime scelte tattiche.
16 punti per K-Mart, Kenyon Martin, che si becca un tecnico insieme a Gasol, ma dà la solita energia anche se a rimbalzo soffre con solamente 3 palloni portati a casa.
Dahntay Jones soffre moltissimo i centimetri e i chili di Kobe Bryant che lo maltratta e in fase offensiva produce poco con 2 punti frutto di una schiacciata dovuta alla pessima rotazione difensiva dei Lakers.
Manca l'apporto di Nenè che segna solamente 6 punti con 9 rimbalzi e 6 assist, dato insolito per lui.
Grande apporto lo dà per una sera da Hollywood Linas Kleiza che punisce la rotazione difensiva di Los Angeles con le sue triple che fruttano 16 punti. Importante la sue determinazione anche a rimbalzo dove colleziona otto palloni.
Per J.R. Smith un'altra gara sottotono con 3 punti, 1 su 6 dal campo, e 4 rimbalzi. Il Birdman Andersen segna 2 punti ma non si nega e non ci nega la sua quotidiana stoppata, in questo caso ai danni di Fisher. Anthony Carter, l'ex Scafati, in sei minuti non tira mai dal campo ed è una presenza nulla nel gioco dei Nuggets soffrendo anche in difesa sulle azioni di Bryant.
Coach Karl lascia in panchina a vedere il match da posti privilegiati i vari Balkman, Hart, Petro, Hunter, Weems.
Nel roster della squadra sconfitta a guidare il gruppo non può che essere il Mamba, Kobe Bryant che segna 32 punti cin 5 rimbalzi e 3 assist ma nei minuti finali del quarto quarto, il suo terreno naturale, frana portando nell'abisso con sè tutta la squadra. Pau Gasol dà segno di solidità con la doppia doppia abbondante che recita 17 punti e 17 rimbalzi; anche in difesa segue l'uomo sulla linea da tre accettando spesso e volentieri il cambio sul pick & roll e tenendo bene il piccolo che a turno è J.R. Smith o Billups. Imperdonabili tuttavia i due liberi sbagliati nel finale che sparigliano le carte in favore dei Nuggets.
Trevor Ariza in difesa è magnifico, lo Scottie Pippen di questa squadra che vogliamo azzardare un paragone. In attaco è quasi perfetto con un 6 su 7 dal campo che genera 20 punti conditi da 3 rimbalzi e 2 assist. Peccato per la palla persa nel finale, altra legge del contrappasso di gara 1, che però non avrebbe avuto luogo se Bryant avesse scelto un'altra soluzione precedentemente. Il migliore in campo dei Lakers è attesso ora alla prova trasferta dove solitamente non ha lo stesso apporto per la sua squadra.
Andrew Bynum, gravato nuovamente dai falli e dimenticato in panchina da coach Jackson, segna i suoi 9 punti nel primo tempo, prendendo 2 rimbalzi e “gustandosi” la partita dalla panchina nel resto del match.
Il sesto uomo della squadra, Lamar Odom, flirta con la doppia doppia con 10 punti e 9 rimbalzi ma anche lui è gravato dai falli che gli fanno perdere intensità e cattiveria difensiva.
Shannon Brown segna 8 punti e sembra in ripresa rispetto a gara 1, a mancare clamorosamente invece è l'apporto dell'ex Udine Sasha Vujacic che non segna in 4 tentativi nemmeno un canestro. Luke Walton segna 2 punti ma subisce in modo clamoroso Anthony in difesa che fa di lui ciò che vuole, in attacco è buona la sua circolazione di palla che gli frutta 4 assist.
Per i Lakers troppe palle perse in una partita casalinga, 13 contro le 14 dei Nuggets, il dominio gialloviola nel pitturato, 52 a 38 per Gasol e compagni, non serve a portare a casa la vittoria. Los Angeles ha tutte le statistiche dalla sua: tira meglio dal campo, 45,5% contro 44,3% di Denver, tira meglio da tre, 40% contro il 33,3% e nei liberi è poco al di sotto dei Nuggets, 78,4% contro 77,1%.
Per la prima volta in questi playoff la squadra della città degli angeli perde una partita dopo aver scollinato quota cento segnature e a nulla serve il tacos gratis ai tifosi, forse solo ad alleviare la delusione.
Nonostante la possibilità di andare 2 a zero nella serie e mettere un'ipoteca per il volo alla Finals, i gialloviola sprecano tutto e sono costretti ora a sudare ed espugnare il fortino del Pepsi Center.
Poche dichiarazione nel post-partita, Carmelo Anthony afferma: “E' sempre necessario vincere una gara in trasferta, questa vittoria ci ripaga di della sconfitta subita in gara 1”.
Coach George Karl ammette che questa serie è destinata a essere molto lunga e che la difesa su Kobe nel quarto quarto è stata ottima e preparata molto bene in allenamento.
Phil Jackson in conferenza stampa parla di troppe palle perse e di una partita regalata ai Nuggets.
Kobe Bryant esce con la faccia molto scura che non promette nulla di buono per gara 3 per quanti tifano Nuggets.
Ora la serie si trasferisce in Colorado dove sabato notte ore 2.30 italiane ci sarà gara 3, sempre in diretta su Sky Sport 2 per quanti non vogliono perderla.
Si attende la pronta risposta dei Lakers anche se il Pepsi Center è inviolato quest'anno ai playoff.
Sarà una serie molto lunga come dice coach Karl, a noi non resta che godercela tutta fino in fondo.
Una risposta allo spot NBA sul dove avverrà l'Amazing quest'anno forse l'abbiamo trovata.