Peavy ha rifiutato la cessione ai White Sox. I suoi Padres sapranno affrofittarne ?
Chi pensava che la sospensione di Manny Ramirez potesse rimescolare le carte nella NL West ha dovuto ricredersi prontamente: i Dodgers veleggiano tranquilli in testa alla division come se nulla fosse successo e detengono orgogliosi il miglior record di tutta la MLB.
La debolezza delle rivali inoltre acuisce il divario cosicchè i primi inseguitori, i Giants, arrancano a ben nove partite di distacco; il momentaccio dei giganti ha fatto sì che i Padres abbiano recuperato terreno sino a portarsi a ridosso del secondo posto.
Tutto ciò a dispetto dell'inquitudine di Towers che ha ceduto Gerut per Tony Gwinn Jr e soprattutto ha tentato di scambiare Peavy con i White Sox: il rifiuto dell'asso a muoversi da S.Diego ha fatto spendere fiumi di parole ma è evidente che S.Diego vuole abbassare il payroll e non ha assolutamente intenzione di provare a inseguire un qualsivoglia risultato nel 2009.
Chiudono la classifica Arizona e Colorado; un cammino simile, caratterizzato da risultati alterni che non fanno presagire grandi prospettive per il futuro.
Se tutto rimane così, questa division sembra già aver emesso i propri verdetti ma c'è ancora tantissimo baseball da giocare e questo bellissimo sport sa rovesciare le situazioni in un attimo.
Vedremo se almeno una rivale potrà impensierire LA e darci una division un poco più combattuta.
Analizziamo ora gli ultimi 15 giorni.
Los Angeles Dodgers (29-13)
Dopo aver perso la serie interna contro i Giants ed ancora sotto shock per la sospensione di Manny, LA vola ad est e regola in ordine Philadelphia e Florida prima di tornare a casa e spazzare via i Mets in tre partite.
Otto vittorie e tre sconfitte per i Dodgers nel periodo ma la vera notizia è il rendimento di Juan Pierre: il sostituto di Ramirez sta giocando a livelli mai visti su queste sponde, esibendo numeri da capogiro (405/479/524) e risultando spesso il protagonista assoluto dei successi di LA.
Una bella rivincita per il bistrattato esterno, un premio per la sua incredibile etica del lavoro che lo ha fatto trovare pronto al momento giusto.
Una bella mano ai Dodgers l'ha data anche Blake, leader di squadra per HR (9), proprio nel momento dello slump di Ethier che ha privato Torre della principale bocca da fuoco del lineup, dopo ovviamente Ramirez.
Chi non si ferma mai è Orlando Hudson che continua a contribuire offensivamente e difensivamente come un satanasso: un acquisizione veramente decisiva per Colletti, il cui amore per i veterani stavolta gli ha fatto fare bingo.
Sul monte, benissimo la rotazione con Wolf e Billingsley su tutti e, se si esclude l'incerto esordio di Milton, buone nuove arrivano anche da Kershaw, Stults e pure da Weaver che viene usato sia come partente che come rilievo.
Il bullpen tiene soprattutto grazie al trio Troncoso, Belisario e Broxton, anche se Torre ripone molta fiducia sul giovane Leach che sembra migliorare dopo un esordio cruento.
S.Francisco Giants (19-21)
S. Francisco perde terreno, dopo un inizio di quindicina promettente che ha visto espugnare il Dodgers Stadium e regolare i Nationals in casa.
I Mets visitano la baia e vincono tre partite su quattro mentre i Padres mostrano le scope ai ragazzi di Bochy in tre partite equilibrate in cui mai i Giants riescono a trovare il giuzzo decisivo.
A poco è servita la resurrezione di Winn e l'aiuto di Sandoval ed in parte di Rowand al sempre caldo Molina: resta l'attacco la maggiore carenza dei Giants che sprecano, specialmente contro i Padres, ottime prestazioni dei partenti.
Per citare un esempio, Zito ha il più basso run support di tutta la lega e la sua stagione migliore da quando è arrivato ai Giants non è certo rappresentata fedelmente dal bilancio di 1-4 che mostrano le sue stats.
Bene, ovviamente, Lincecum e Cain mentre leggermente più alterni Sanchez e Randy Johnson, specie quest'ultimo che quando non è in giornata viene spesso travolto.
Nota di demerito invece per Wilson: il closer getta due partite contro i Mets ed una contro i Padres e la sua ERA sale a 4,87, non consona al ruolo che ricopre. Discreto invece l'apporto del bullpen, con Affeldt e Miller su tutti.
S.Diego Padres (19-22)
La quindicina dei Padres è caratterizzata da due strisce: la prima negativa, di cinque partite esterne tutte perse contro Houston e Cubs, dove i miracoli di Adrian Gonzales che spedisce fuori campo tutto quello che passa dalle parti del piatto non bastano a compensare partenze zoppicanti degli starter e un bullpen che definire ballerino è già un complimento.
La solitudine offensiva del prima base in questa prima fase della stagione è decisamente clamorosa.
La seconda striscia coincide con il ritorno al PETCO Park e vede i Padres sweeppare prima i Reds e poi i Giants, in rapida successione.
La notizia è che Gonzo non la fa da padrone, a parte il suo 15° HR nell'opener contro i Reds; arriva finalmente un po' di aiuto dai compagni, specialmente grazie alle mazze di Hundley, Kouzmanoff e Hairston che si ergono alternativamente a protagonisti in vittorie sudate ed ottenute soprattutto grazie ai partenti (Geer a parte) che concedono veramente le briciole agli avversari.
Peavy e Young come è nelle loro corde, Gaudin e Correia un po' a sorpresa, sono quasi intoccabili ed il bullpen vive su un Bell veramente mostruoso: il closer di S.Diego subisce il primo punto della stagione contro i Giants, nel 18° inning da lui lanciato in stagione (ERA 0,50) ma i compagni lo salvano con due punti nella parte bassa dell'inning lasciando immacolato il suo tabellino (2 W, 0 L, 11 salvezze su 11 opportunità ).
L'eredità di Hoffmann è in buone mani.
Adesso il secondo posto è ad un passo ma le mosse della dirigenza non daranno certo una spinta morale alla squadra per cercare di trovare la forza di andare a prendere i Dodgers: speriamo che i giocatori ci credano più di Towers e di De Podesta.
Arizona Diamondbacks (17-24)
Cammino senza infamia e senza lode per i D'Backs di Hinch che giocano meglio fuori casa (serie vinta contro i Marlins e pareggiata ad Atlanta) che in casa dove vengono sweeppati dai Reds e perdono dai derelitti Nationals.
Hinch ha messo in piedi una linea diretta con le Minors e fa viaggiare numerosi giocatori in una direzione e nell'altra con assidua frequenza: i lanciatori Zavada, Augenstein e Korecki hanno percorso il viaggio più volte senza lasciare segni positivi, anzi, forse facendo più danni che altro.
Positivo invece l'innesto dell'esterno Parra e quello di Ryan Roberts che, uniti al ritorno alla forma di Reynolds e all'esplosione di Upton hanno dato anche ai D'Backs una dimensione offensiva che sinora era clamorosamente mancata.
Alla rotazione manca un quinto partente (dopo il fallimento dell'esperimento Augenstein) ma Haren, Davis, Garland e Scherzer il loro lavoro lo fanno egregiamente, così come il bullpen dove Pena e Qualls si distinguono per rendimento e continuità .
Purtroppo, dobbiamo segnalare un gravissimo lutto che ha colpito la famiglia del rilievo Schoeneweis: la moglie è stata trovata morta pochi giorni fa e la notizia ha scosso notevolmente l'ambiente e tutti coloro che sono vicini al lanciatore ex Mets. Anche noi, nel nostro piccolo, porgiamo le condoglianze a Scott ed ai suoi quattro figli.
Colorado Rockies (16-24)
Serie interne perse contro Florida e Houston, serie esterna persa a Pittsburgh e pareggiata ad Atlanta: è questo il non esaltante bilancio dei Rockies degli ultimi 15 giorni.
Una rotazione che alterna grandi prestazioni a rovesci clamorosi e dove tutti i suoi componenti hanno una ERA superiore al 4,27 ( De La Rosa, attualmente leader nella statistica), un bullpen dove solo Grilli e Street pur senza meravigliare svolgono un lavoro decente.
Si vive perciò di attacco, dove l'eterno Helton ha potuto festeggiare la sua hit n° 2000 nella sconfitta 1-8 contro Atlanta: per rimediare all'infausta coincidenza ha colpito due sere dopo un Grand Slam decisivo sempre contro i Braves.
E' lui, in ogni caso, l'ago della bilancia di Colorado: solo Hawpe riesce a dargli una mano con continuità mentre gli altri cercano di volta in volta di dare il loro contributo ma ci riescono solo in modo sporadico.
Ne risulta il peggior record della division ma la buona notizia è che le altre (Dodgers esclusi, ovviamente) non stanno facendo molto meglio e che l'ultimo posto attuale potrebbe non essere quello definitivo: obiettivi minimi ma se non altro c'è da lottare per qualcosa, almeno per adesso.