Non è più tempo di promesse

Travis Outlaw continuerà  ad essere Mr. 4°Quarto a Portland?

C'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo.
Un tempo per demolire e un tempo per costruire.

Quante volte abbiamo letto, scritto, sostenuto che i Trail Blazers sono la squadra del futuro? Quante lodi sono state spese per chi ha saputo risollevare una franchigia prossima a toccare il fondo, bonificandola secondo il criterio che mette sullo stesso piano il talento dell'atleta e il valore della persona? Quante volte abbiamo predestinato i giovani fuoriclasse dell'Oregon ad un futuro di successi inevitabili?

Niente è così facile, specie in una Lega che per anni e anni ha visto vincere quasi sempre le stesse facce ed arrendersi ad un passo dal Paradiso grandi campioni senza anelli.

La fortuna e la salute giocano un ruolo determinante, come ci dimostrano i Rockets del gigante Yao Ming. Quanto tempo c'è voluto per vincere anche solo una serie di playoff! E trovarsi in ritardo sul programma può costare molto caro, perché spesso un grande campione può contare su un adeguato supporting cast solo per un paio d'anni in tutta la carriera. Anche qui la NBA è piena di storie che parlano di treni persi, tra una dinastia e l'altra.

Barkley, uno dei tanti ringless, si è detto infastidito dai Lakers. Perché con la squadra che si ritrovano, con il talento di cui dispongono non possono continuare a giocare con la giusta intensità  solo quando ne hanno voglia. Lui una squadra di questo livello non l'ha mai avuta, sostiene con amarezza, ed ammette di aver sperato che perdessero contro i Rockets in gara-7. Se giocano così, conclude, non si meritano l'anello!

Nella loro di scaletta i Trail Blazers non sono certo attardati. Con un incremento medio di oltre dieci vittorie a stagione, le giovani promesse messe assieme dal GM Kevin Pritchard sono già  approdate ai playoff e lo hanno fatto vincendo meno partite solo dei Lakers.

Una stagione da cinquantaquattro successi parla chiaro e cambia le prospettive.

Vogliamo vincere. Prima eravamo molto attenti alla chimica di squadra, ma ora abbiamo voltato l'angolo. Abbiamo una squadra da 54 vittorie. – Kevin Pritchard.

Mi sono chiesto 'Perchè nessuno dice che possiamo vincere il titolo?' E mi sono risposto che il motivo è che siamo noi a non parlare della nostra come di una squadra in lotta per il titolo; e allora perché dovrebbero dirlo gli altri?
È il momento di passare al livello successivo e dobbiamo farlo sul serio, ora. – Brandon Roy, tornato a Portland dopo la sconfitta in gara-6 a Houston.

Non c'è nessuna presunzione nelle parole di Roy, così come in quelle del suo General Manager. Semmai la semplice constatazione che quando ti trovi con una delle migliori squadre della Lega e disputi i playoff, non ci sono obiettivi intermedi: sudi per il titolo di campione della Lega.

Non significa che i favoriti non siano altri. È ovvio che ci sono compagini più esperte e più pronte a conquistare l'Anello ed è con queste che Portland deve confrontare il proprio valore. D'altronde è una vecchia legge dello sport: si impara a giocare (e a vincere) affrontando quelli più forti.

Cambiano le ambizioni e con esse le prestazioni attese dai protagonisti in campo. Aumenta la pressione, perché tornare sotto le cinquanta vittorie potrebbe costare qualche scalpo eccellente, compreso coach McMillan.

I Blazers sono cresciuti in fretta in una Conference molto competitiva e quest'anno hanno superato le previsioni più ottimistiche, quei best case scenario che prospettavano un Greg Oden dominante fin dal suo campionato d'esordio. Sappiamo che non è stato così.

A maggior ragione, ora per Portland è il momento di mettere da parte i complimenti e smettere di pensare a se stessa come ad una squadra promettente.

Semmai per molti sarà  la stagione degli esami, quella in cui la dirigenza traccerà  due colonne: da una parte i nomi di chi farà  parte del supporting cast in ottica titolo, dall'altra quella dei partenti. Valutazioni che Pritchard e McMillan hanno già  iniziato a fare, perché i vari Batum, Webster, Outlaw e Fernandez affollano un paio di posizioni lasciando altrove dei vuoti da colmare. Quindi è probabile che qualcuno non avrà  neppure una nuova opportunità  in qeusta squadra.

Sull'Oregonian la off-season ripropone anche quest'anno il sondaggio You Be The GM, in cui giorno dopo giorno viene chiesto ai lettori di votare la conferma o meno dei giocatori attualmente presenti nel roster. Tra i bocciati non compaiono solo Frye e Rodriguez, ma anche Travis Outlaw. E a sorpresa scopro il crollo di popolarità  anche per Steve Blake, con solo il sessanta percento dei tifosi ad auspicarne la permanenza in Oregon.

I tifosi dei Blazers accompagnano le loro scelte con un commento che quasi sempre sottolinea un certo affetto nei confronti del giocatore a lungo applaudito in campo. Ma dopo la premessa (territorio del cuore), subentra l'analisi (dove regna la ragione) in cui il fan degli Zers elenca i motivi per cui quel giocatore non è la risposta alle esigenze prioritarie della squadra ed è dunque tempo di lasciarlo andare altrove o di scambiarlo con nuovi rinforzi dalle caratteristiche diverse.

L'atmosfera è ben diversa da quella della scorsa primavera. Una stagione esaltante si è conclusa con dei giudizi molto più severi di quella precedente, sintomo che i supporters non ha più voglia di sentire le abbaglianti promesse di un futuro radioso.

Qualcosa in Oregon è già  cambiato.

Nota finale: effettuato il sorteggio per l'ordine di scelta al prossimo Draft. Sono già  ore di lavoro per il management, specie con un GM noto per gli scambi durante il giorno dei pick e delle strette di mano a Stern. Just because we're not in the lottery, it doesn't mean we're not in the lottery, – annuncia Pritchard facendo intendere che non è escluso alcun tipo di mossa di mercato.

Maggiori e frequenti informazioni già  nei prossimi giorni nel mio blog.

Scores & Stats

Dati principali della Regular Season dei Blazers.

Record: 54-28 (65,4%) – incremento di 13 vittorie rispetto alla stagione precedente

Primi ex-aequo nella NorthWest Division.
Secondi ex-aequo nella Western Conference.

Valutazioni basate sull'efficienza, quindi in rapporto al pace:
– secondo miglior attacco della Lega;
– decima miglior difesa;
– quinti per differenza punti.

Il migliore, Brandon Roy:
– due volte miglior giocatore della settimana nella Western Conference;
– convocato per l'AllStar Game;
– nominato con Chris Paul tra le guardie del Secondo Quintetto NBA della stagione.
– 52 punti contro i Phoenix Suns, personale career-high di punti in una singola partita e secondo miglior score nella storia della franchigia.

La matricola, Rudy Fernandez:
– nominato nel Secondo Quintetto dei Rookie.
– nuovo record per triple segnate da un esordiente: 159 (con il 40%).

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