Kobe decisivo con 40 punti in Gara1
L'onore e l'onere di dare il via alle finali di conference è toccato ai Denver
Nuggets e ai Los Angeles Lakers che sul parquet dello Staples Center della città
degli angeli hanno dato vita ad una degna gara 1 di finale dove la tensione, le
grandi giocate offensive e difensive e i grandi duelli non sono mancati.
Su tutti il confronto che ha visto opporsi un mostruoso Anthony e un grande Kobe
Bryant.
Gli spettatori presenti all'incontro, diretto dai signori Joe DeRosa, Tony
Brothers e Scott Foster, sono 18997 tra cui non possono mancare le solite
celebrità come Jack Nicholson, Spike Lee, Tobey Maguire e un abbronzatissimo
Owen Wilson.
Il match è stato molto equilibrato e combattuto e ha visto interessanti
dinamiche che nel corso della serie potranno essere ulteriormente sviluppate
come la marcatura su Anthony di Kobe, il duello che ha visto fronteggiarsi
Trevor Ariza e Chauncey Billups e la sfida sotto i tabelloni delle due front-
line.
Il suddetto equilibrio è dimostrato anche dai 13 cambi di leadership nel match e
le 5 occasioni in cui il punteggio si è equivalso, dai 15 palloni persi per
entrambe le squadre, dai 7 punti veloci che le due franchigie hanno prodotto e
dai punti nel pitturato, 46 per Denver e 40 per Los Angeles.
I parziali dei quattro quarti affermano che dopo i primi due quarti in cui alla
fulminea partenza dei Nuggets ha risposto la lenta risalita della marea
gialloviola, 31 a 23 per Denver nei primi dodici minuti contro il 32 a 23 per i
Lakers nel secondo quarto, nel secondo tempo si è praticamente giocato punto a
punto con mini parziali a favore dell'una e dell'altra squadra, 22 a 19 per i
Nuggets nel terzo quarto e 31 a 27 per Los Angeles negli ultimi docici minuti.
Il primo tempo ha la firma inconfondibile del talentuosissimo numero 15 dei
Nuggets, Carmelo Anthony, che mette a referto 20 punti con un fantastico 8 su 11
dal campo e con il 100% di realizzazioni, 2 su 2, dalla lunga distanza. E'
praticamente immarcabile sia in uscita dai blocchi, sia in post basso, sia dalla
media che dalla lunga distanza, una sentenza per i marcatori della prima ora:
Trevor Ariza e Lamar Odom che sono costretti a fermarlo con le cattive spendendo
falli che gravano soprattutto sul numero 7 gialloviola originario di New York.
Da segnalare ai danni di Anthony anche un tecnico fischiato nel secondo quarto
per proteste seguenti a un fallo che secondo l'ala dei Denver Nuggets doveva
essere fischiato a suo favore.
A rispondere al prodotto di Syracuse ci pensa il ragazzo che porta il nome di
una bistecca giapponese, Bryant, che di punti ne segna 18 ma con percentuali
peggiori, 7 su 16 dal campo.
Al prodotto delle due stelle del match si affiancano da un lato Nenè e Martin,
il primo con 14 segnature, il secondo con 11, dall'altro lato del parquet,
sponda Lakers, ad aiutare il numero 24 losangelino sono un pò tutti da Fisher,
autore della tripla a fil di sirena che fissa il punteggio sul 55 a 54 Lakers,
alla panchina molto sostanziosa.
Il secondo tempo vede le due squadre affrontarsi ancora a viso aperto e la
marcatura su Anthony che tanto aveva fatto soffrire i Lakers nel primo tempo
diventa prerogativa esclusiva di Bryant che, seguendo le direttive di coach
Jackson, dirotta Ariza su Billups, ottimamente contenuto.
Lo spostamento da i suoi frutti e Anthony non riesce in egual modo a martellare
la difesa gialloviola nonostante Bryant paghi qualche chilo e qualche centimetro
al talento di Denver. I parziali e i contro parziali portano la partita alle
soglie del quarto quarto sul punteggio di 76 a 74 per la squadra del Colorado
guidata da coach George Karl.
L'ultima frazione di gioco vede salire in cattedra un Kobe Bryant da 16 punti,
autore di scarichi, quando la difesa collassa su di lui, che generano assist e
punti per i compagni e portatore di una cattiveria e una determinazione
difensiva, già subodorata quando il numero 24 si merita un fallo tecnico per
proteste, che sprona i compagni a dare il meglio di sè.
Il finale è al cardiopalma, ben lontano da ciò che il pubblico losangelino era
abituato a vedere nella serie contro i Rockets. I Lakers accorciano e riescono a
superare Denver sul 97 a 96 grazie a una tripla di Derek Fisher dall'angolo che,
come direbbe l'avvocato Federico Buffa, ha tempi scenici perfetti per segnare
canestri pesanti, e ai punti del numero 24.
A tenere a galla i Nuggets, oltre al solito Anthony anche mr. Big Shot Chauncey
Billups che, dopo che Pau Gasol sbaglia due tiri liberi per il possibili 99 a 96
Lakers, mette a segno una tripla con la manona dello stesso centro spagnolo in
faccia per il 99 a 97 Denver.
Gasol si rifà segnando i liberi del pareggio dopo aver conquistato un miracoloso
rimbalzo offensivo che costringe Nenè al sesto e ultimo fallo della sua partita.
Il proscenio finale è per Bryant che dopo aver guidato la difesa si va a
prendere un discutibile fallo di Martin che genera due punti dai liberi e
successivamente, dopo l'incredibile rubata di Ariza dalla rimessa, vera e
propria giocata del match, ne mette a referto altri due che portano i Lakers in
vantaggio sul punteggio di 103 a 99 quando mancano 10 secondi alla fine.
Sembra finita ma Chauncey Billups segna una tripla impossibile con Ariza addosso
dall'angolo regalando ancora speranza per i tifosi dei Nuggets, da sottolineare
che nel fare il proverbiale passo di allontanamento prima del tiro il numero 7
di Denver pesta la linea laterale ma gli arbitri non se ne accorgono e la
giocata è dunque valida.
Sul 103 a 102 però la mano del capitano dei Lakers non trema dalla lunetta e,
dopo il libero sbagliato da J.R. Smith, riesce anche a catturare il rimbalzo
finale gettando la palla in aria a pochi istanti dalla fine, rompendo
l'equilibrio e regalando la vittoria in gara uno alla squadra padrona di casa
per la gioia dell'attore di "Qualcuno volò sul nido del cuculo".
I Nuggets si dimostrano tuttavia un osso molto duro per questi Lakers, avendo
condotto per buona parte il match e dimostrando di poter tentare di vincere allo
Staples Center.
Los Angeles ha dimostrato una maturità fin qui non vista andando a riprendere
una partita che più volte ha rischiato di vedersi scappare via sopratutto quando
il vantaggio Nuggets era salito fino alle 13 lunghezze.
Per quanto riguarda la squadra lacustre, un Kobe Bryant da 40 punti, di cui 18
nell'ultimo quarto, 6 rimbalzi, 4 assist e una stoppata allucinante guida la
squadra nelle segnature e dimostra, almeno in questo match, una maturità anche
nella gestione dei possessi forzando pochissime volte e difendendo con il
coltello tra i denti; per la cronaca per l'ex numero 8 è la settima partita ai
playoff dove scollina oltre i trenta punti.
Grande sostanza anche da Derek Fisher che segna 13 punti con 6 assist e 2
rimbalzi, con il buzzer beater di fine primo tempo e una freddezza degna di
nota.
Pau Gasol segna anch'esso 13 punti ma raggiunge la doppia doppia grazie ai 14
rimbalzi di cui 6 offensivi e un lavoro forse meno visibile ma utilissimo alla
causa nel finale di partita dove la difesa è dovuta salire di livello.
Trevor Ariza produce poco in attacco, solo 6 punti, soffre in difesa Anthony ed
è costretto a deviare sulle piste di Billups ma mette a segno la giocata della
partita rubando un pallone nei secondi finali su una rimessa dei Nuggets,
replica della rubata con assist per Fisher nel primo tempo.
Il bambinone, Andrew Bynum, condizionato quasi subito dai falli resta in campo
15 minuti per un totale di 6 punti e 6 rimbalzi, smentendo i piccoli progressi
visti in gara 7 contro i Rockets, ha ancora ampi margini di miglioramento in
questi playoff.
Dalla panchina danno il loro aiuto tutti: Lamar Odom, gravato dai falli, produce
7 punti, 8 rimbalzi e 4 assist ma perde anche alcuni palloni imperdonabili,
alternando ottime giocate difensive a pessime scelte in attacco; Luke Walton,
chiamato a dare ordine alle geometrie offensive della triangolo segna 5 punti,
Sasha “The Machine” Vujacic mette a segno una tripla sbagliando gli altri
tentativi, 1 su 5 dal campo per lui; Shannon Brown in 6 minuti riesce a mettere
a segno una tripla importante e prendersi in faccia il durissimo blocco di
Andersen; Jordan Farmar con 5 punti e Josh Powell con 4 riuniscono le briciole
che i giocatori dalla panchina producono per un totale di 27 punti. Spettatori
non paganti sono Adam Morrison, in borghese, e D.J. Mbenga che gioca gli ultimi
22 secondi del primo tempo.
Sulla sponda Nuggets uno stratosferico Anthony non basta a evitare la sconfitta.
Per lui 39 punti, di cui 20 nel primo tempo, 6 rimbalzi e 4 assist con
percentuali irreali: 14 su 20 dal campo e 4 su 5 da tre, perde tre palloni di
cui uno sanguinoso, ma resta il faro di Denver per tutto l'incontro e una
minaccia costante per la difesa losangelina.
Buon apporto da quasi tutto il quintetto base: un ottimo Billups da 18 punti, 8
assist e 5 rimbalzi, un Nenè che segna 14 punti ma tutti nel primo tempo
eclissandosi nella ripresa, Martin che scrive 15 punti e 8 rimbalzi ma si
macchia nel finale del dubbio fallo su Bryant rischiando anche un tecnico per le
seguenti proteste.
Tra i partenti pessima prestazione di Dahntay Jones che oltre a essere nullo in
attacco, subisce in difesa i muscoli, i centimetri e l'immensa tecnica di Bryant
che lo porta a scuola per una sera.
La panchina è misera rispetto a quella dei Lakers, 16 punti contro i 27, J.R.
Smith delude e ritorna e essere il giocatore umorale che conoscevamo sbagliando
di tutto per la disperazione di coach Karl, segna 8 punti con 2 su 7 dal cmapo e
3 terribili palle perse. Andersen si regala e ci regala la consueta stoppata sul
malcapitato Vujacic e segna 8 punti con 5 rimbalzi dando sostanza ai Nuggets;
nulli Carter e Kleiza che si fanno notare in negativo per i falli su Bryant e
Gasol, producendo in 2 la miseria di zero punti.
La differenza sostanziale l'hanno fatta da un lato l'ultimo grande quarto di
Kobe Bryant e dall'altro lato la difesa dei Lakers che per una volta è riuscita
a salire di livello quando più contava anche nei giocatori che finora, nelle
stesse circostanze, avevano deluso, come Pau Gasol, autore di un superbo ultimo
quarto difensivo.
I Nuggets hanno tirato meglio dal campo, 48,6% contro il 41,1% dei Lakers, hanno
tirato il 42,1% da tre contro il 44% di Los Angeles ma si sono fatti asfaltare
per quanto riguarda la realizzazione dei tiri liberi dove anche un solitamente
preciso Billups ha sbagliato tre volte: 65,7%, 23 su 35, di Denver contro
l'83,3% di Los Angeles, 20 su 24.
Le dichiarazioni post partita, come sempre sono di umore opposto.
Kobe Bryant, a caldo, afferma: “Ho detto ai ragazzi nel timeout che questa è
una serie differente, siamo un pò affaticati e stanchi da gara 7 ma questo non
doveva influire sul match”, continua il fenomeno della squadra californiana
a proposito del duello con Anthony, “E' stato molto divertente, lui ha tirato
fuori il meglio di sè e altrettanto ho dovuto fare io”.
Conclude il capitano del Lakers: “Dobbiamo smettere di essere bipolari e dare
sempre il 100% di energia e determinazione, solo così potremo ambire
all'anello”
Coach Karl, di pessimo umore, se la prende con la chiamata che gli arbitri hanno
fatto ai danni di Martin nel finale e redarguisce la sua squadra: “Non siamo
stati capaci di tenere la concentrazione alta fino alla fine e sbagliando la
rimessa abbiamo regalato il match ai Lakers, non deve più accadere, difatti non
esistono vittorie morali nel basket”, chiara allusione all'occasione
sprecata dai suoi giocatori di sbancare lo Staples Center.
Chauncey Billups parla di opportunità mancata, mentre Phil Jackson si sofferma
maggiormente sulla necessità di tenere i suoi “big-man”, Gasol, Odom e Bynum
lontani dal problema dei falli, una frecciatina indiretta alla direzione di gara
che per coach Zen ha fischiato troppo.
Denver, come detto, ha condotto la maggior parte del match nel giorno del suo
ritorno alle semifinali dopo 24 anni ma non è riuscita a fermare Bryant nel
finale di partita.
I Lakers, quest'anno, riescono ad andare 7 a 1 nelle partite casalinghe dei
playoff e ogni volta che scollinano quota cento punti la vittoria è certa: 8 a 0
il record.
L'impressione è che la serie avrà molto da dire e grandi duelli da mostrare,
restiamo a vedere cosa ci propone gara 2 in programma giovedì allo Staples
Center di Los Angeles in California alle 3 di notte ora italiana.
Come dice Lamar Odom “questa è Hollywood”, sinonimo di spettacolo, e
sembra proprio che questa sfida lo voglia regalare in intensità , talento e
giocate.
I Lakers vanno in vantaggio uno a zero nella serie. L'equilibrio è rotto, colpa
di Bryant, spetta ai Nuggets provare fin da gara 2 a ripristinarlo, il Mamba
permettendo.