I Rockets non mollano

Luis Scola ha fatto vedere i sorci verdi ai lunghi gialloviola…

I Lakers in vantaggio 3-2 volano al Toyota Center per chiudere i conti, per prenotare il posto in finale di conference dove li attendono i Nuggets. I Rockets, privi delle loro stelle ma dotati di un cuore immenso, hanno decisamente altre idee.

Houston parte subito forte, i Lakers appaiono subito in difficoltà  e porosi in difesa con Bynum che fatica a chiudere l'area pitturata regalando punti facili alla frontline texana. Scola porta a scuola di post basso Bynum che anche nella metà  campo offensiva soffre terribilmente la difesa di Hayes, 20 cm più basso.

Nelle file dei losangelini anche Kobe è in evidente difficoltà , vittima della staffetta difensiva Artest-Battier architettata da coach Adelman. Il parziale è di 18-1, il Toyota è una bolgia, la sensazione è che i lakers vogliano lasciare la partita dal primo quarto per giocarsi gara 7 in casa.

Durante tutto il primo quarto, poverissimo per i Lakers, Kobe prenderà  diverse conclusioni in isolamento, spesso forzando, dando poca fiducia ai compagni e cercando troppo insistentemente la penetrazione andando a schiantarsi contro la difesa granitica dei texani.

Alla festa come al solito si unisce anche Ron Artest, che trova diverse soluzioni sia con il tiro da fuori che in penetrazione sfruttando il vantaggio del fisico contro Ariza. Per i lakers gli unici lampi sono le triple di Farmar, il primo parziale si chiude con il parziale di 27-15 in una serie dove chi ha vinto il primo quarto ha poi vinto la partita.

Nel secondo quarto i Lakers aumentano la pressione difensiva e l'attacco dei Rockets perde un po' di ritmo facendo calare le percentuali; nonostante la difesa e la faccia cattiva di Kobe, in attacco i losangelini faticano a trovare i due punti mentre sull'altro lato del campo Artest e Battie ricominciano a violentare la retina del Toyota Center.

L'inerzia della partita è sempre nelle mani dei Rockets che trovano buoni spunti da landry e soprattutto da Brooks, in versione "The Answer" che costringe Phil Jackson a schierare Farmar e Brown insieme, portando in panchina Fisher, totalmente inadeguato in situazioni di transizione difensiva e comunque battuto diverse volte nell'attacco contro la difesa schierata.

Le immagini emblematichedi questo primo tempo sono gli sguardi di Kobe, arrabbiato con i compagni e forse con se stesso dopo lo sfondamento subito da un fantastico Battier e la faccia di Gasol, in panchina, umiliato da Chuck Hayes

Nel secondo tempo la musica cambia; i Lakers alzano il volume in difesa e in contropiede Ariza schiacca a facilmente prima di mettere una tripla in transizione. Gasol trova qualche soluzione tirando sulla testa di hayes e in pochi minuti lo svantaggio scende sotto la doppia cifra. Anche i giri del motore di Kobe salgono, e il "mamba" attacca il ferro con decisione.

Dall'altro lato però il solito Scola (20 punti e 10 rimbalzi poco dopo la fine del primo tempo) continua a fare il bello e il cattivo tempo nell'aria offensiva.

La fine dei quarti è da sempre il regno di Kobe che trova ancora ritmo in attacco, servendo anche Gasol che muovendo in modo principesco il perno si svita più volte sulla riga di fondo trovando i due punti. I Rockets però sono incredibili e sempre con il solito Scola e la meravigliosa incoscienza di Brooks e Artest chiudono il terzo quarto sopra di 9.

L'ultima frazione vede in campo alcune riserve per coach Phil Jackson, che preferisce tenere seduto Kobe, forse pensando già  a gara 7. Odom e Gasol, leader al momento sul campo, giocano bene su entrambe le metà  campo e mantengono lo svantaggio sempre tra i 6-7 punti. Il solito Brooks, però, accompagnato da Artest e landry, conduce la partita verso la fine incanalandola in modo tranquillo sui binari di gara 7 con il risultato finale di 95-80.

La vittoria è netta per i Rockets che volano a gara 7 disposti a giocarsi il tutto per tutto allo Staples Center di Los Angeles; In una serie comunque piuttosto regolare chi lo sa che i Lakers, enormemente favoriti per gara 7 possano essere sorpresi dalla furia agonistica e dal cuore dei lottatori texani, o dalle scelte di Adelman, finora impeccabile negli aggiustamenti partita dopo partita.

Appuntamento a gara 7 dunque, una gara che speriamo possa essere l'epilogo insperato di una serie avvincente ma sicuramente meno spettacolare di altre. Queste son comunque chiacchiere, per i fatti bisognerà  aspettare domenica.

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