Kenyon Martin festeggia col suo pubblico, i Nuggets sono in finale di conference!
Cronaca di una festa annunciata.
Una festa attesa per 24 lunghi anni e che, finalmente, grazie allo stratosferico duo dei Nuggets che risponde al nome di Chauncey Billups e Carmelo Anthony, può iniziare.
Denver, difatti, fa sua gara 5, sedicesima vittoria consecutiva nell'inspugnabile Pepsi Center, superando Dallas che non è mai davvero riuscita ad impensierire gli uomini di coach George Karl.
Ora per la squadra di Anthony, che per la cronaca l'ultima volta che Denver giocava le finali succhiava ancora latte alla tenera età di un anno, attenderà la vincente tra Los Angeles Lakers e Houston Rockets.
Per il prodotto di Syracuse è la prima finale di confernce, leggermente più esperto il suo compagno con la casacca 7, Billups, che è alla finale di conference consecutiva come il numero che porta sulle spalle; come lui solo altri quattro Lakers illustri del passato: Magic Johnson, Michael Cooper, Kurt Rambis e Kareem Abdul Jabbar.
Se a passare, come pronostico vuole, sarà la squadra di Kobe Bryant allora i Nuggets avranno il fattore campo avverso, se in caso contrario ad avere la meglio sarà Ron Artest allora a Denver avranno anche il parquet amico dalla loro. Gli scaramantici tifosi Nuggets vorrano a tutti i costi i Rockets visto e considerato che l'ultima finale di conference, quando Melo aveva un anno, l'hanno persa 4 a 1 proprio con i Lakers che successivamente vinsero l'anello.
I Nuggets agguantano la finale dopo una gara 5 in cui scappano nei primi due quarti, 34 a 27 e 35 a 28 i parziali dei primi 24 minuti, e si limitano a gestire ogni singolo tentativo di rimonta degli indomiti Mavericks negli ultimi due quarti, 25 a 25 e 30 a 30 negli ultimi 24 minuti.
Dopo gli isterismi di gara 4 a dirigere la contesa sono chiamati Bill Kennedy, Ron Garretson e “l'elmetto” Joe Crawford; stavolta però ad essere richiamati all'ordine sono solamente i ragazzi di coach Carlisle che raccolgono tre falli tecnici; due nel terzo quarto di cui uno fischiato a Josh Howard e uno a Jason Terry e uno nell'ultimo quarto ai danni di Antoine Wright.
Probabilmente la frustazione di vedere ogni tantativo di riavvicinamento respinto dai ragazzi di casa al Pepsi Center ha fatto spazientire i giocatori stipendiati da Mark Cuban, assente al palazzetto.
I Nuggets, per la gioia dei 19962 spettatori paganti, tirano meglio sia dal campo con il 58,5% contro il 51,4%, sia dalla lunga distanza con percentuali che recitano 42,3 per Denver a fronte del 35,3 di Dallas.
Entrambe le squadre perdono 13 palloni che però portano a frutti dieversi: 16 punti in transizione veloce per Denver contro i 6 di Dallas, sinonimo di un pronto e migliore rientro difensivo da palla persa per i ragazzi di coach Karl. Ancora una volta nel pitturato Denver fa la voce grossa superando i Mavs di 14 punti: 50 contro 36.
14 punti di vantaggio che sono gli stessi con cui Denver va al riposo; nonostante i Mavs rispondano colpo su colpo tutto il secondo tempo con ancora una volta Nowitzki, protagonista dell'attacco, e con un positivo in attacco Jason Kidd che da tre è quasi una sentenza avendo infilato la retina 5 volte su 9.
Purtroppo pagano a caro prezzo la difesa nulla del primo tempo dove subiscono 69 punti, record negativo di Dallas in gare di playoff, senza saper adottare contromisure adeguate.
Carmelo Anthony è incontrastabile e chiude i primi 24 minuti di gioco con 21 punti e 9/11 al tiro, da qui in poi il solco scavato dai Nuggets non sarà più rimontabile nonostante tutti gli sforzi profusi dai Mavs.
La produzione di Denver è la solita casalinga sinfonia.
Carmelo Anthony è superbo con 30 punti, 5 rimbalzi e 3 assist,. segnando in tutti i modi: fade-away, piazzati, in post, in penetrazione con giravolte, con svitamenti del piede perno: una vera e propria arma illegale, autore della giocata da tre che taglia le gambe ai Mavericks e che Nowitzki ha definito “killer” e Billups “incredibile e inspiegabile”.
Lo stesso Chauncey Billups va in doppi doppia con 28 punti, 12 assist e 7 rimbalzi con un clamoroso 10 su 16 al tiro. Dahntay Jones si presenta con la solita rubata condita da schiacciata in campo aperto e scrive sul referto finale 8 punti, 2 rimbalzi e 1 assist.
Nenè, tornando a sentire aria di casa, segna 17 punti con 7 rimbalzi ma anche 4 palle perse evitabili.
K-Mart dà energia e punti, 15, in 38 minuti di gioco dove prende anche 2 rimbalzi e 4 assist, curando maggiormente la fase difensiva.
Dalla panchina si alza la solita sentenza con il numero 1, il talentuosissimo J.R. Smith che ha mani da violinista e mette 18 punti con 4 rimbalzi e 6 assist di cui uno manda a schiacciare al volo Anthony per il punto esclamativo finale negli ultimi istanti di gara.
Anthony Carter segna 8 punti con 5 rimbalzi e 3 assit nei 17 minuti in cui calca il parquet.
Gli altri della panchina, Andersen, Hart, Petro e Balkman producono 0 punti. Se gli ultimi tre vedono i secondi finali del match per il Birdman, dopo il malessere di gara 4 è un ritorno in sordina che però non preclude la solia stoppata che infiamma il pubblico del Colorado.
Sulla panchina dove scorrono i soldi di Cuban c'è stato un giocatore che ha chiuso la serie con cifre sublimi, l'unico in grado di tenete testa a questi Nuggets: Dirk Nowitzki.
WunderDirk mette una media nella serie di 34.4 punti e 11.6 rimbalzi e il 53% dal campo spaventosa che purtroppo non basta ai suoi Mavs per passare il turno. In gara 5 conferma la sua vena segnando 32 punti, 10 rimbalzi e 7 assist spingendo Dallas fino al massimo di meno 6 nella rimonta che però non trova buon esito finale.
Un Josh Howard da 14 punti, 3 rimbalzi e 1 assist è al di sotto delle sue capacità fisiche, forse le mentali gli permettono solo questo. Jason Kidd, nonostante le 5 palle perse, in attacco si fa valere mettendo a referto 19 punti con 9 assist e 3 rimbalzi.
11 punti per Jason Terry che parte in quintetto e che scrive anche 1 rimbalzo e 1 assist; da lui ci si aspettava un apporto diverso e più sostanzioso. Dampier viene nuovamente livellato e riesce solamente a prendere 2 rimbalzi e segnare 6 punti.
Dalla panchina è ottimo Brandon Bass che scrive 17 punti con 9 tiri e raccoglie 7 rimbalzi e 1 assist.
Barea, dopo la buona gara 4, segna 7 punti e prende 2 rimbalzi dimostrando che lontano dalle mura amiche è tutt'altro giocatore.
Wright è nullo con 4 punti in 14 minuti e per gli altri, Hollins, Singleton, Green e Carroll ci sono gli stessi secondi degli ultimi della rotazione di Denver: pochi e a fine match.
Le dichiarazioni post-gara sono ovviamente di umore opposto visto e considerato il risultato finale.
Un risultato mai in discussione come ammette lo stesso Nowitzki: “Ci sono stati superiori in 4 gare ed è giusto che ad andare avanti siano loro”.
“Siamo pericolosi. Se la nostra difesa farà attenzione ai dettagli saremo molto pericolosi, in quanto in attacco siamo esplosivi e con tante armi a disposizione. Abbiamo ancora molto da dire". Queste le parole del leader carismatico Chauncey Billups, un messaggio di avvertimento per i futuri avversari.
Carmelo Anthony, l'altro grande protagonista, afferma: “E' qualcosa di speciale. Abbiamo lavorato duro nel'off-season e tutto l'anno. Abbiamo resistito fermi a tutto, superato le difficoltà , siamo restati uniti e il nostro duro lavoro ha pagato”
Aggiunge poi su Billups: “E' un leader e ci ha trasmesso ordine e mentalità difensiva”. Parole da giocatore consumato e pronto per grandi traguardi.
A tributargli onori anche il coach sconfitto Rick Carlisle che parla di grandi giocatori con grandi possibilità di essere una contender per l'anello.
Coach Karl elogia la sua squadra e il suo atteggiamento difensivo ricordando che gli attacchi vendono i biglietti e le difese vincono i titoli, messaggio neanche troppo indiretto ai possibili avversari futuri: i Los Angeles Lakers di coach Phil Jackson.
Non resta che aspettare ai tifosi di Denver, fiduciosi e gasati più che mai.
Per Dallas un altro anno fallimentare e forse Cuban dovrebbe rivedere qualcosa della sua politica di gestione della squadra in cui in questa serie si salva il solo Nowitzki sempre sulla cresta dell'onda.
Denver adesso fa paura a molti sia per la freschezza atletica sia per il talento che mette in campo. Una squadra da sottovalutare.
Era un underdog, una squadra con poche quotazioni, ma spesso alla fine sono proprio le sorprese più grandi.