Hornets delusi: e ora?

Chris Paul a New Orleans a volte è sembrato predicare nel deserto…

La più grande sorpresa nei play-off NBA dell'anno scorso furono i New Orleans Hornets. La squadra, guidata da coach Byron Scott, riuscì a superare il primo turno contro i Dallas Mavericks vincendo la serie 4-1, e a portare gli allora campioni in carica dei San Antonio Spurs alla fatidica gara-7, perdendola, ma dimostrando a tutti di potersela giocare contro una squadra così forte ed esperta.

A New Orleans si respirava grande entusiasmo, e tutti i pezzi sembravano trovarsi al posto giusto: un pubblico caloroso, ottimi giocatori, un leader giovane ma già  maturo come Chris Paul, capace di grandi prestazioni e di giocarsi fino all'ultimo il premio di MVP di regular season.

Nell'estate del 2008 inizia a circolare la parola "anello" nel locker room degli Hornets, e per inseguire questo sogno viene acquistato uno specialista, James Posey. Difesa, tiro da 3 e carattere da vincente, ecco cosa si chiedeva a questo giocatore free agent.

La regular season di Paul e compagni è buona, ma non eccellente: 49 vittorie e 33 sconfitte, settimo posto ad Ovest e un record peggiore rispetto alla stagione 2007-2008, quando le vittorie furono ben 56.

Chiamati a confermare le grandi prestazioni offerte negli scorsi play-off, gli Hornets dimostrano invece di aver fatto un passo indietro. I Denver Nuggets mostrano di essere nettamente superiori, ed impongono un 4-1 ai propri avversari che non ammette repliche, compreso l'umiliante scarto di 58 punti (121-63) inflitto loro in gara-4.

Da quel momento in poi, si è capito che la off-season a New Orleans sarebbe stata molto movimentata, e mai come in questo caso le dichiarazioni rilasciate dai vari componenti del team hanno lasciato trasparire una certa amarezza su come sono andate le cose.

Byron Scott al capolinea?

Il roster dei "calabroni" non è peggiorato rispetto all'anno scorso, anzi. Paul, West, Stojakovic, Chandler, Peterson…i giocatori più importanti sono rimasti, e a loro si è aggiunto, come abbiamo detto sopra, un elemento di qualità  come James Posey. Era logico, ai nastri di partenza della stagione, aspettarsi un miglioramento della squadra.

Miglioramento che, risultati alla mano, non c'è stato. E, si sa, quando la colpa non può essere data ai giocatori il dito viene puntato contro l'allenatore, in questo caso Byron Scott, alla guida della squadra da cinque stagioni.

Interpellato dai giornalisti sulla permanenza o meno del coach, il proprietario della franchigia, George Shinn, ha risposto così:

Molte squadre sarebbero state contente di vincere 49 partite in regular season, come abbiamo fatto noi. La nostra squadra non ha potuto rendere al meglio a causa degli infortuni, e chissà  dove saremmo potuti arrivare senza questi problemi. Ritengo il lavoro svolto dallo staff tecnico un buon lavoro, ma in questa off-season mi siederò ad un tavolo con i miei collaboratori e analizzeremo tutto ciò che c'è da analizzare

Insomma, Shinn non ha dato una risposta chiara sul futuro, ma ha lasciato intendere di voler comunque riservarsi la possibilità  di mandar via Scott, qualora quest'ultimo non riuscisse ad offrire delle garanzie.

Una cosa è certa: con questo ruolino di marcia non esaltante e un solo anno di contratto a disposizione, il coach non è più intoccabile come un anno fa.

Le cause della sconfitta

Si parlava di infortuni. Indubbiamente, quando un giocatore viene a mancare a causa dei suoi problemi fisici, tutta la squadra ne risente, specie se si tratta di una pedina importante. Quali sono stati i maggiori problemi da questo punto di vista?

Tyson Chandler, centro titolare, è rimasto fuori per diverse partite, e ai play-off non è sembrato in grande condizione. Ha perso quasi metà  della stagione regolare, e sembra che i suoi problemi non siano da sottovalutare…a febbraio il suo trasferimento ad Oklahoma City era cosa fatta, ma non passò le visite mediche, segno che qualcosa non andava.

Anche Peja Stojakovic ha saltato diverse partite, tormentato da dei dolori alla schiena che ogni tanto si ripresentano. Tra un mese il tiratore serbo compirà  32 anni, e ovviamente più passa il tempo più Stojakovic viene condizionato da questi infortuni. Un peccato, perchè aveva iniziato bene la stagione ma da marzo in poi ha giocato molto sottotono, compresi dei play-off in cui non ha certo brillato.

Dulcis in fundo, Morris Peterson. Salta 40 partite di regular season, e nei play-off non viene praticamente mai utilizzato. Con lui siamo a ben tre giocatori del quintetto titolare che sono rimasti fuori per problemi fisici.

Questi infortuni sono delle attenuanti alla stagione sotto le attese disputata dalla squadra, poco ma sicuro. Lo stesso Scott si è pronunciato così dopo l'uscita dai play-off:

La nostra stagione si è sviluppata tra alti e bassi. Ma non ho nulla da rimproverare ai ragazzi, anzi sono fiero di loro. Hanno sempre dato tutto quello che avevano, anche quando si trovavano in precarie condizioni fisiche. Nonostante ciò, i nostri tifosi ci hanno fischiato dopo la sconfitta in gara-4. L'ho trovata una contestazione ingiusta

A parte questo, c'è da dire che gli Hornets sono sembrati molto inferiori ai Denver Nuggets. Le sconfitte sono arrivate tutte con uno scarto significativo, oltre la doppia cifra, e l'unica vittoria è arrivata di misura, con due soli punti di vantaggio.

I Nuggets sono sembrati più organizzati, più in forma, più tutto. L'impressione è che ci sia molto da lavorare a New Orleans, e il tanto atteso passo in avanti dovrà  essere effettuato già  dal prossimo anno. Il punto è: con questi giocatori, può essere compiuto questo passo in avanti?

La situazione economica del team

David West: "Prima di tutto nella prossima stagione dovremo esser lasciati in pace dagli infortuni. Inoltre, c'è bisogno di qualcuno che affianchi Chris Paul e che gli tolga pressione. Lui è un gran giocatore, capace di mettere su grandi statistiche. Ma deve sapere di non essere l'unico a fare queste cose, e di potersi fidare di altri compagni in grado di fare quello che fa lui"

Tyson Chandler: "Credo che nella nostra squadra non ci siano tutti i pezzi necessari per diventare una contender. Sento che ci mancano un paio di questi pezzi. Questa squadra non va smantellata, va mantenuta intatta nei suoi giocatori più importanti e ad essi devono essere aggiunti altri elementi. Ad esempio, se avessimo tenuto Janeero Pargo lui ci avrebbe dato una mano, invece per un Posey che è arrivato c'è stato un Pargo che è andato via"

Anche i giocatori, quindi, sono d'accordo sul fatto che a questa squadra manchi qualcosa. Intendiamoci, parliamo di un ottimo roster, con dei giocatori buonissimi, ma ci sono dei problemi che non possono essere ignorati.

Detto degli infortuni, ci sarebbe bisogno di aggiungere consistenza sotto canestro e di migliorare nello spot di guardia. Mo Peterson non è uno starter al livello dei suoi compagni, e se c'è un ruolo in cui gli Hornets devono cercare di aggiungere talento quello è proprio il suo. Anche perchè Mo Pete ha 32 anni, e quindi non più giovanissimo.

Tutti questi discorsi, tuttavia, sono resi più complicati dalla situazione salariale del team. Ora come ora, la franchigia della Louisiana avrà  10 giocatori sotto contratto per la stagione 2009/2010, per un totale di 76 milioni da pagare. Una cifra molto alta, che non consente di avere grande flessibilità .

D'altronde, per tutti questi anni la stella Chris Paul ha guadagnato non più di 4,5 milioni di dollari a stagione, e con il rinnovo del contratto ne guadagnerà  ben 10 in più fin dalla prossima stagione, a salire negli anni successivi.

Si potrebbe operare sul mercato, ma con quali giocatori? Stojakovic ha ancora due anni di contratto a 14 e 15 milioni l'anno, ha 32 anni, problemi di infortuni e non vale assolutamente quei soldi. Chandler di milioni ne guadagna 11, e non credo che saranno in molti a cercarlo dopo una stagione al di sotto della sufficienza e con i guai fisici che anche lui si porta dietro.

David West è praticamente intoccabile, così come Paul e Posey naturalmente. Tolti i giocatori citati, rimane poco da scambiare. Anche il mercato dei free agent non è praticabile, fino a che la situazione salariale rimarrà  questa.

Insomma, mai come in questo caso negli uffici della franchigia dovranno inventarsi qualcosa se vorranno puntare con decisione all'anello nelle prossime stagioni. A partire dal ritrovamento di quei giocatori che quest'anno non sono riusciti a dare il loro contributo.

Sarà  Byron Scott l'uomo giusto per dare nuova energia ad un gruppo che sembra essergli sfuggito di mano?

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