James sta già pensando al prossimo turno…
E così Lebron James, da brava massaia, si mette le pantofole, getta la fascetta e si lega un fazzoletto in testa, prende tutto il necessario e va di scopa, ramazzando via le ambizioni residue dei poveri malcapitati Atlanta Hawks.
Neanche alla Philips Arena c'è spazio per voli pindarici, sogni e romantici tentativi, così i giocatori della franchigia della Georgia, provano, lottano, si sforzano di fare il massimo, ma il loro massimo oggi contro i Cavaliers è fare la figura di Don Chisciotte, che in groppa al suo Ronzinante, lancia in resta, carica i mulini a vento.
Che dire di nuovo, che non sia già stato detto? Davvero difficile. Possiamo solo ricordare una volta in più che Lebron James sta ottenendo numeri che non si vedevano dai tempi di Oscar Robertson, scrivendo sul suo tabellino oltre 30 punti a partita, ma anche oltre 9 rimbalzi ed oltre 8 assist, ma occorre sottolineare che però tali numeri sono solo una parte del suo fatturato, quella più facile da scorgere, la punta dell'iceberg, sotto il livello dell'acqua c'è la sua attitudine vincente, la sua capacità di essere leader nei momenti difficili, la voglia che mette in difesa, il lavoro in palestra che lo porta anno dopo anno a completare il suo bagaglio.
Possiamo anche ripetere per l'ennesima volta che Lebron è si il miglior giocatore della sua squadra, ma che i Cleveland Cavaliers rappresentano un gruppo ottimo, ben strutturato, solido in difesa, profondo, cinico, veramente una squadra in cui ognuno ha il suo ruolo e lo svolge al meglio, in cui quasi tutti stanno vivendo una delle migliori stagioni in carriera, guidata da colui che senza alcuna ombra di dubbio è l'allenatore dell'anno, coach Mike Brown.
I poveri Hawks hanno completamente sbagliato la seconda partita a Cleveland, subendo una sculacciata non indifferente, per il resto hanno lottato, hanno fatto quel che potevano, ma sono un gradino al di sotto degli avversari.
Per il futuro si può anche ben sperare, il gruppo è giovane, cresce di anno in anno, sa essere solido in difesa, ha buone soluzioni offensive, ma servirà un duro lavoro se gli Hawks vorranno ambire al titolo.
Per ora non sono neanche vicini a poterlo sperare. In primo luogo vivono troppo di iniziative isolate, Bibby ed i centri, Horford e Pachulia, sono gli unici a tentare davvero di creare un gruppo omogeneo come quello dei Cavs.
La difesa è buona perchè i giocatori sono mediamente molto atletici e si impegnano, ma raramente si vedono aiuti ed una buona strutturazione, in attacco ci sono troppi isolamenti e troppo poca circolazione di palla, l'unico a cercare di variare il gioco ed i ritmi è Mike Bibby, gli unici ad andare a portare blocchi ed a servire i tiratori appostati sono Al Horford e Zaza Pachulia.
Gli schemi sono pochi e scarni, la visione di gioco di alcuni giocatori è limitata. Il rischio è quello che questo resti un buon gruppo da primo o secondo turno ai play off se si riuscirà a tenere Bibby, se Mike prenderà il suo contratto in scadenza e cercherà di andare a vincere altrove probabilmente il gruppo tornerà quello che lottava disperatamente per strappare un ottavo posto un anno fa, e sarebbe un vero peccato, vista la gioventù, il talento e l'atletismo della maggior parte dei giocatori.
Lo stesso Mike Woodson ha fatto crescere la sua squadra aggiustando il tiro dopo i disastri di qualche anno fa, quando gli Hawks si riempivano di ali e, privi di un play credibile, riuscivano nell'incredibile impresa di scegliere al draft l'ennesima ala, Marvin Williams, quando erano disponibili Chris Paul, Deron Williams e, se vogliamo, Jarret Jack, oppure Shelden Williams quando erano disponibili Rajon Rondo e, perchè no, Brandon Roy, che non sarà un play puro ma è un ottimo passatore ed ha una grande visione di gioco.
Con le aggiunte di Bibby ed Horford lo scorso anno gli Hawks sono diventati una squadra da affrontare con il dovuto rispetto, ora però il prossimo salto di qualità sarà il più difficile da fare, in quanto la squadra ha una sua logica, non ci sono buchi da riempire, ma non c'è nemmeno spazio salariale, occorrerà tirar fuori il meglio dai giocatori che ci sono e sperare che basti. Chissà se Woodson sarà la guida giusta per tentare questo ulteriore passo in avanti.
Intanto anche l'ultima partita della serie merita che si spendano due parole per descriverla. Gli Hawks hanno tentato di dare il tutto per tutto e portar via almeno una vittoria, ed hanno chiuso il primo quarto in vantaggio di 7 punti, grazie ad una difesa molto aggressiva ed un Josh Smith ottimo in fase offensiva.
Già però nel secondo quarto i Cavaliers sono rientrati e sono riusciti ad arrivare a metà partita in vantaggio, nonostante la parziale latitanza di Lebron James, grazie soprattutto alla freddezza ed alla precisione di Delonte West e Wally Szczerbiak ed ad una ritrovata solidità difensiva.
La partita si è giocata proprio sulla solidità difensiva, e su questo campo i Cavaliers sono difficilmente battibili in questo momento, e così si è andati avanti senza giocate spettacolari ma con una intensità notevole.
Negli ultimi due quarti il divario si è lentamente ma inesorabilmente allargato, fino al risultato finale di 84 a 74, e la differenza di 10 punti rappresenta incredibilmente il minimo distacco rifilato dai Cavaliers agli avversari in questo incredibile cammino finora perfetto.
"Siamo contenti di aver già finito, in modo da poterci riposare ed essere pronti per la prossima serie!" ha commentato Wally Szczerbiak.
"Difficile giudicarci, perchè non eravamo al meglio, dobbiamo migliorare molto, ma sono molto fiero di ognuno dei miei giocatori!" dichiara Mike Woodson, che trova giustamente lati positivi nella stagione appena finita per lui e la sua squadra.
Ha ragione anche sugli infortuni, Al Horford e Marvin Williams non stavano in piedi, hanno giocato solo con la forza della determinazione, ma i risultati per forza di cose non sono stati ottimali.
Intanto Lebron James fa capire quanto sia sazio dopo questa vittoria.
"Cosa dovremmo celebrare? Non c'è nulla da celebrare. Un passaggio del turno è un passaggio del turno, che si ottenga in 4 o in 7 partite. Siamo contenti perchè stiamo giocando una buona pallacanestro, ma quello che abbiamo fatto finora non ci basta di certo!"
E si, Lebron ha idee chiare riguardo ai suoi obiettivi, e non sarà facile per nessuno impedirgli di raggiungerli.