Sempre più Lebron

Ancora Lebron, sempre Lebron…

Diciamo la verità : eravamo tutti curiosi di vedere se ai Cavaliers sarebbe accaduta la stessa disavventura toccata un anno fa ai Celtics, i quali vinsero agevolmente le prime due partite casalinghe, sembravano destinati ad una vittoria per 4 a 0, poi ad Atlanta vennero regolarmente battuti ed ebbero bisogno di 7 partite per superare un turno che in teoria avrebbe dovuto essere molto agevole.

La cronaca dei play off dello scorso anno deve però averla letta anche Lebron James, il quale ha preferito evitare rischi. Se finora ha sempre giocato con la squadra e per la squadra, prendendosi relativamente pochi tiri, e se finora non aveva mai dato l'impressione di voler forzare, stavolta ha preferito impegnarsi davvero.

47 punti, raggiunti con 15 centri su 25 tentativi dal campo, con 5 su 10 da tre punti, ben 16 tiri liberi conquistati, 12 rimbalzi ed 8 assist.
Davvero occorre spendere parole per descrivere la prestazione del prescelto?

Una prestazione che i numeri del tabellino, nudi e crudi, già  lasciano intravedere. Un vero e proprio incubo per la difesa degli Hawks. Lebron regolarmente ha battuto il suo avversario, se marcato in modo aggressivo è andato in penetrazione, se tenuto a distanza è stato devastante al tiro, i raddoppi non hanno mai funzionato, quando tutta la difesa si è chiusa su di lui non si è scomposto ed ha smazzato assist. Tutto ciò senza mai dare l'impressione di essere un cannibale e di ignorare i compagni, pur scagliando più di un tiro su tre complessivi della sua squadra.

E dire che stavolta i poveri Hawks ce l'avevano messa tutta.
Tutti e tre gli infortunati, Joe Johnson, Al Horford e Marvin Williams, sono stati precettati, hanno stretto i denti e sono scesi in campo, fin dall'inizio hanno tutti cercato di giocare in modo aggressivo, di mettere pressione agli avversari, di cercare modi logici per sorprendere l'attenta difesa dei Cavaliers.

Come in gara 1, lo sforzo degli Hawks per metà  gara ha avuto risultati.
Grazie soprattutto ai canestri di Joe Johnson, Josh Smith e Rip Murray la squadra di Atlanta è riuscita a restare alle calcagna degli avversari, chiudendo sotto di 4 punti il primo quarto ed operando il sorpasso ad inizio secondo; dopo alcuni minuti di partita vera, a tratti anche avvincente, si è arrivati alla pausa di metà  partita sul punteggio di 47 a 46 per Lebron e soci.

Il copione era quello solito, tiri da fuori di Bibby e Murray, accelerazioni di Smith, Johnson che prova a variare il gioco a seconda delle situazioni, raramente palla sotto al centro, con Zaza Pachulia ed il rientrante Al Horford votati al sacrificio.

La difficoltà  a rimbalzo, con un Horford in condizioni non ottimali ed impossibilitato a lottare alla pari, poteva sembrare un problema, che gli Hawks cercavano di rendere meno evidente con una attenta gestione della palla, molto più accurata del solito, ed un costante tentativo di rubar palla.

Come sempre, però, nel terzo quarto c'è stato l'allungo decisivo. E dire che i ragazzi di Atlanta se lo aspettavano ed hanno fatto di tutto per evitarlo. Eppure nei primi due minuti e mezzo del quarto in un attimo i Cavs sono arrivati a 12 punti di vantaggio, grazie ai canestri di James, West ed Ilgauskas, mentre una difesa ancora più aggressiva teneva a freno gli avversari.

Stavolta gli Hawks non si sono lasciati andare, hanno stretto i denti ed hanno provato a reagire, addirittura grazie ad un bel parziale sono tornati avanti con un canestro di Horford, che però è rimasto l'unico segnato negli ultimi quattro minuti di un terzo quarto chiuso dai Cavaliers con un vantaggio d 7 punti, ed oltretutto Zaza Pachulia si è fatto espellere a causa di proteste troppo accese.
Stesso copione nell'ultimo quarto, con una difesa molto efficace messa in atto dai Cavaliers, gli Hawks che hanno provato ancora a reagire, ma una nuova stretta difensiva di Lebron e compagni ha permesso loro di tenere nuovamente gli avversari quasi a secco per i primi 10', in cui gli Hawks hanno siglato due soli canestri, ed il finale è stato privo di qualsiasi patema d'animo, scivolando via per il risultato finale di 97 a 82.

Poco si possono rimproverare stavolta i giocatori ed il coach di Atlanta, hanno fatto tutto quello che potevano, il piano di gioco è stato decente, le scelte in genere accettabili, la difesa attenta, c'è stata grande aggressività  ed anche nei momenti difficili nessuno si è arreso fino alla fine, ma davvero la differenza in campo si è vista.

Nonostante per una volta la circolazione di palla si sia equivalsa, anzi, i Cavaliers hanno commesso qualche errorino di più, nonostante fra di loro abbia tirato bene da tre il solo Lebron, gli altri hanno veramente sparacchiato, con un canestro su 12 tentativi, i giocatori della franchigia dell'Ohio hanno comunque tirato con percentuali migliori ed hanno ancora una volta dominato sottocanestro. Facile, si potrebbe pensare, hanno James. Non è così semplice, perchè quella di coach Brown ancora una volta ha dimostrato di essere una squadra vera, ed ancora una volta il suo segno distitntivo è stata la difesa.

E questa difesa non è come, ad esempio, quella dei famosi 76ers di coach Larry Brown, in cui quattro gregari si spremevano per Allen Iverson, qui ci sono giocatori che fino a ieri erano quasi tutti modesti difensori che danno l'anima in un perfetto sistema difensivo, ed il primo a lottare su ogni pallone ed a rispettare alla perfezione le consegne è proprio Lebron James.

Magari gli infortuni hanno acuito le differenze, ma davvero sembra che fra le due squadre in questo momento non possa esserci un confronto davvero equilibrato in una serie al meglio delle 7 partite.

"Lebron era fuori dalla nostra portata stasera!" ha commentato un rassegnato Josh Smith.

"Ha preso la palla e mi ha detto che ci avrebbe pensato lui a segnare. OK, ho detto agli altri, pensiamo a difendere!" dice coach Mike Brown che tiene il solito profilo basso, lasciando come sempre il proscenio.

"Quando senti di avere la mano calda, continui a provarci." ha ribadito il prescelto, che non ha gradito i commenti di uno degli spettatori e lo ha ribadito anche in sala stampa.

Ed ora non resta da vedere se ci sarà  un ulteriore 4 a 0 oppure gli Hawks riusciranno a tornare a Cleveland.

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