Kobe & Artest: quando il gioco si fa duro..
I Lakers ci sono e battono un colpo.
Non che in Gara-2 potessero farne a meno, visto che i Rockets avevano già espugnato la prima allo Staples Center.
La lezione subita nel match d'apertura porta qualche consiglio a Phil Jackson ed alla palla a due qualcosa è già cambiato. Andrew Bynum è seduto in panchina, al suo posto lo starter è Odom, con Gasol che scivola a centro.
È per il modo in cui ha giocato, – spiega il coach dei Lakers. Andrew fa troppi falli troppo presto, così di certo non è un vantaggio per noi averlo recuperato.
Per Bynum un'apparizione davvero poco significativa, con otto minuti nei quali ci si accorge a mala pena della sua presenza.
L'avvio ci mostra dei Lakers che vogliono mettere subito in discesa la partita e che Kobe sia in serata lo si capisce fin dalle prime sette conclusioni, quando si concede un solo errore. Questa volta può contare anche sul secodo scorer dei Lakers, quel Pau Gasol grande assente della prima sfida.
L'attacco dei gialloviola è più fluido rispetto a lunedì notte, merito soprattutto di una difesa più grintosa e sufficientemente scaltra da forzare e sfruttare le molte palle perse dei Rockets (19 a fine gara). Ecco dunque che i padroni di casa trovano finalmente dei canestri facili in campo aperto (11-0 alla voce fast break nel solo primo quarto) e quando Bryant infila il buzzer beater, Houston sprofonda a -15.
Houston risorge nella seconda frazione, con un quintetto piccolo che già in gara-1 aveva messo in difficoltà gli avversari. Doppio play Brooks-Lowry, Wafer in ala piccola e la frontline composta da Landry e Hayes.
Il merito è soprattutto dei due lunghi di scorta a disposizione di Adelman. Saranno pure undersized ma recuperano diversi rimbalzi offensivi e se a volte li convertono in punti con un layup o un gancetto, altre volte scaricano sul perimetro dove Brooks e Wafer non si fanno pregare per riaprire il match.
Neppure il ritorno in campo di Kobe e Gasol servirà ad invertire la rotta al secondo quarto, quello tradizionalmente affidato alle second-unit. Houston finisce la frazione con un super Ron Artest ed un ottimo Carl Landry (21 punti e 10 rimbalzi, carrier-high ai playoff), ricuce lo strappo e mette pure la testa avanti. Servirà una tripla del solito Bryant per rimettere in parità il risultato, appena in tempo per l'intervallo.
La sfida tra Kobe e Ron è appassionante, ma non è quella a decidere il match. Yao Ming ha due falli nel primo quarto e quando torna in campo nella seconda frazione si becca subito il terzo. Neppure nella successiva frazione ci vuole molto prima che raccolga il quarto fallo e quando esce per il quarto ha la miseria di 2 punti e 4 rimbalzi.
Il gigante cinese dominatore di gara-1 accumula statistiche (12 punti e 10 rimbalzi) solo nel quarto finale quando la vittoria è già assegnata, dopo un primo tempo davvero pessimo in cui ha subito Gasol. Lo spagnolo, 22 punti e 14 rimbalzi alla fine, ha difeso bene sul cinese, anche in situazioni di single coverage, mentre è stato molto aggressivo in attacco, dove ha sfruttato alcuni 1-contro-1 mettendo a terra la palla e superando l'avversario con delle splendide virate a canestro.
La partita si è decisa al rientro dell'intervallo. A metà della terza frazione Kobe guida i compagni ad un parziale che riporta in doppia cifra il vantaggio. Battier ce la mette tutta per costringerlo a tiri difficili, ma Bryant anche con la mano in faccia continua a infilare i suoi jumper dal perimetro, così come a segnare con arresti e tiro dalla media distanza. Mette in mostra quasi tutte le sue soluzioni offensive, senza mai strafare o forzare. Finisce con 40 punti equamente distribuiti nelle due metà .
Se la panchina di Houston è riuscita a prevalere su quella dei californiani, sono stati gli starter a farsi mettere sotto dai padroni di casa.
Brooks gioca una buona partita e mette alcuni canestri importanti nella terza frazione, tenendo a contatto i suoi, ma alla lunga è stato impreciso dal campo (5/15). Anche Scola ha iniziato la partita molto bene. I suoi movimenti in post basso lasciano sempre a bocca aperta gli appassionati di basket, ma nella ripresa la qualità del gesto tecnica non è ripagata con i punti: a volte sbaglia la conclusione, altre volte viene bloccato dalle stoppate di Ariza e Odom. Le due ali gialloviola si alternano nella marcatura di Artest e Scola e nella ripresa è soprattutto l'argentino a fare fatica, finendo con 4/15 dal campo.
Phil Jackson può essere soddisfatto della prova della sua squadra. In attacco i Lakers hanno segnato la metà dei tiri tentati ed hanno registrato ben 23 assist su 43 canestri. In difesa s'è vista maggiore attenzione, rapidità nelle rotazioni ed anche una certa dose di testosterone la cui mancanza è una frequente imputazione ai lacustri.
Bryant è stato nominato primo quintetto difensivo della regular season, ma anche Fisher, Ariza e Gasol compaiono nella classifica di specialità .
Mi sono congratulato con i ragazzi che hanno ricevuto voti, ben quattro nella nostra squadra, – racconta Phil Jackson. – Poi gli ho detto “let's play some defense!”
Lo sappiamo, l'aspetto difensivo non è all'altezza di quello di altre contenders (Boston, Cleveland) e neppure degli attuali avversari. Ma il tifoso dei Lakers voleva dai suoi idoli una prova grintosa e l'intensità non è mancata.
Odom che provoca ripetutamente Scola è un'immagine a cui, lo ammetto, non ero preparato. Lo stesso Fisher è stato espulso dalla gara, a fine del terzo quarto, dopo aver fatto volare a terra Scola che gli stava per portare un blocco.
Tocca poi ad Artest venire espulso, non per un fallo brutto, ma per aver accennato ad un inizio di rissa con Bryant. La mia opinione è che, caso Fisher a parte, gli arbitri (Crawford in particolare) abbiano esagerato nel mostrare di avere polso e di voler tenere sotto controllo la sfida. Artest non andava espulso.
Ma non è questo che conta. È il fatto che lui abbia imputato a Bryant di avergli piazzato una gomitata vicino alla gola, gesto sfuggito alla terna arbitrale, che conta. Significa che i Lakers hanno accettato la sfida anche dal punto di vista della fisicità .
Stiamo giocando i playoff, ci sono un sacco di contatti in campo, – conferma Kobe. – Se entri in campo pronto a fare sentire il fisico, devi aspettarti che anche gli altri giochino duro con te.
Merita una citazione anche il trash talking che Artest ha riservato a Bryant prima di raggiungere gli spogliatoi. Ho detto a Kobe “Guarda che stai colpendo la persona sbagliata. Ti rendi conto che stai colpendo Ron Artest?”
In sala stampa Kobe sostiene che l'espulsione di Artest è stata esagerata e che quel che è accaduto è semplicemente il basket dei playoff. Ma tant'è, la serie si sposta a Houston con i Rockets inviperiti.
Gara-3 è in programma venerdì notte al Toyota Center, con l'auspicio che né Fisher né Artest vengano squalificati.