Denver è 2-0 e in controllo delle operazioni…
Se in gara uno i Dallas Mavericks erano riusciti a restare aggrappati alla partita solamente i primi due quarti di gioco, in gara due la squadra di texana si migliora riuscendo ad aggiungere anche il terzo quarto in scia ai padroni di casa.
Peccato che la squadra di coach Carlisle affondi pesantemente ad inizio di quarto periodo. Si conferma così la legge del Pepsi Center che vede i Denver Nuggets ancora imbattuti in casa in questi playoff.
Il punteggio finale recita 117 a 105 per Denver per la gioia dei 19890 tifosi accorsi al palazzetto ad ammirare Anthony e compagni.
Aveva provato Rick Carlisle a dare un nuovo volto alla sua squadra in due mosse: prima cambiando il quintetto iniziale inserendo Wright al posto del nullo Barea di gara uno, poi applicando in alcuni momenti della partita una inusuale difesa a zona che evidentemente non ha dato i risultati sperati.
I suoi piani vengono parzialmente guastati da Josh Howard che è costretto a dare precocemente forfait a causa della caviglia malamente girata in gara uno.
Se nel primo quarto Denver aveva chiuso in vantaggio per 30 a 22, nella seconda frazione i Mavericks rimontava il distacco fino al meno tre di fine primo tempo grazie a una tripla sulla sirena del playmaker Jason Kidd per un parziale nel quarto che decantava un positivo 33 a 28 per i ragazzi a libro paga di Cuban. Grande merito del restare in linea di galleggiamento per Dallas va dato a un ottimo Dirk Nowitzki autore di 17 punti nel primo tempo.
A lui, purtroppo per quanti tifano Mavs risponde un J.R. Smith in versione “il canestro per me è una vasca da bagno” anche lui padre di 17 punti al termine dei primi 24 minuti.
E' il quarto quarto a spaccare in due la partita dove Dallas subisce un velenoso parziale di 16-2 dove Anthony e Nenè fanno la voce grossa con rispettivamente 10 e 6 punti. Il crollo dei Mavericks regala ai Nuggets 17 incolmabile punti di vantaggio; la squadra del Texas non riesce per oltre sei minuti a trovare la via del canestro e deve soccombere alla superba energia degli avversari che impongono un ritmo forsennato agli ultimi minuti di gara.
A mettere l'ombrellino nel long drink ci pensa il solito Carmelo Anthony che piazza la bomba da tre punti che fa illuminare il tabellone del Pepsi Center sul 112 a 94 quando sul cronometro restavano solamente 3.31 minuti alla fine della partita.
Impietose le cifre che in questo caso non mentono: i Nuggets tirano meglio dal campo, il 50% contro il 47,4% dei Mavs, tirano peggio dalla linea dei tre punti, 34,8% per Dallas contro il 28,6% dei padroni di casa, ma perdono meno palloni, solo 9, a fronte degli 11 turnovers della squadra guidata da Jason Kidd.
Ancora una volta i cosiddetti fast break points sono clamorosamente a favore della squadra vincente che ne mette a segno 25 a fronte dei soli 9 griffati Dallas. Continua in dominio inoltre nel pitturato dove Denver supera Dallas per 50 punti a 36.
Anche stavolta gli arbitri, Monty McCutchen, Mike Callahan e Ed Malloy sonpo stati costretti a chiamare ben due falli tecnici contro Denver prima verso Kenyon Martin che un tecnico non se lo fa mancare mai e poi verso Ryan Hollins, sintomo di una linea mentale aggressiva da parte dei Nuggets.
Ancora una volta l'unico ad eccellere tra i Mavericks è il tedesco WunderDirk che flirta con la doppi doppia ,mettrendo a segno 35 punti, 9 rimbalzi e 4 assist. Anche se perde 3 palloni di cui uno che apre le vie del contropiede agli avversari è l'unico che in attacco ha sempre capacità di fare punti contro qualsiasi marcatore. 11 su 20 dal campo per lui con una tripla a segno.
Dei sei minuti di Howard abbiamo già detto, ha fatto in tempo a sbagliare 3 tiri su tre e prendere un rimbalzo poi il ritiro negli spogliatoi.
Deludente Jason Kidd che perde il confronto diretto con Chauncey Billups segnando la miseria di 4 punti con 6 rimbalzi e 7 assist, tirando poco e male e sparendo quando più la squadra ne aveva bisogno.
Dalla panchina invece risponde presente Terry che mette 21 punti con 18 tiri, 6 assist e 3 rimbalzi ma sembra anche l'unico in grado in questo momento di creare pericolo in attacco, nonostante alcune forzature eccessive. Per Wright 10 anonimi punti e una gara sottotraccia. Tra gli altri 8 punti a testa per Bass e Hollins ma pochissimo apporto sostanziale dalla panchina.
Un vero e proprio mortorio da deserto dell'Arizona. Anche stavolta è venuto a mancare l'apporto della second unit e quando non c'è il tedesco a togliere le castagne dal fuoco si fa durissima.
Altre cifre e altri umori nello spogliatoio dei Nuggets. Denver manda ben tre giocatori oltre i 20 punti e altri due in doppia cifra.
Miglior marcatore dell'incontro per i Nuggets è un solido Carmelo Anthony che però deve dividere la palma del top scorer con il confermatissimo Nenè. Il dominio del duo è assoluto.
Il primo, prodotto di Syracuse, mette a referto 25 punti, 5 assist e 5 rimbalzi e un dominio tecnico nell'ultimo periodo imbarazzante. Il secondo si riconferma dopo l'ottima prova di gara uno e segna altri 25 punti conditi da 8 rimbalzi e una schiacciata con gli effetti speciali. Il terzo ventellista dell'incontro dei Nuggets è il “panchinaro” J.R. Smith che partendo dal pino ne mette a segno 21 accompagnati da un ottimo +27 di plus/minus.
Doppia cifra anche per l'ottimo Billups, che ha davvero cambiato i connotati di questa squadra, autore di 18 punti, alcuni in momenti teatrali del match e sempre mortiferi per gli avversari; ad essi aggiunge 8 assist e 3 palle rubate. Il vero cambio di marcia della squadra passa dalla sua carica, è l'uomo barometro del team.
Dahntay Jones si spende per i suoi canonici 15 minuti non riuscendo a prendere la retina sbagliano ogni singolo tiro dal campo, assieme a lui poco apporto anche da Kleiza con 4 punti in soli 6 minuti e Parker, stessa produzione di Linus ma 20 minuti di campo per lui.
12 solidi punti per Kenyon Martin con 7 rimbalzi e 4 assist; resta per lui l'enorme sofferenza della difesa che gli tocca kin un modo o nell'altro su Nowitzki. Oltre J.R. Smith, dalla panchina 8 punti anche da Andewrsen, il Birdman non riesce però a stoppare nessuno seppur mette a segno un bellissimo tap-in e raccoglie 9 rimbalzi.
Denver pare proprio inarrestabile con un predominio tecnico e mentale sulla serie che lascia poco spazio ad ogni altra valutazione. Sembra che la squadra lasci sfogare i Mavericks e poi li colpisca quando le energie avversario scendono approfittando dei pessimi accoppiamenti difensivi.
E' proprio la difesa il tallone d'Achille della squadra perdente, i Mavs. Devono assolutamente migliorare in questa fase di gioco, Carlisle dovrà per forza di cose invetarsi degli aggiustamenti che non siano la difesa a zona, e devono avere un maggior supporto tecnico e morale da parte della panchina, cosa che probabilmente tra le mura amiche dovrebbe accadere. Troppo poco il solo Nowitzki che in trasferta senza apporto alcuno da parte dei compagni la partita non la vince, soprattutto ai playoff.
Dallas aveva provato a giocare con più determinazione e fisicità ma ha retto per soli tre quarti, poi la maggior energia e il maggior ritmo dei Nuggets hanno avuto il sopravvento. E' sembrato un film già visto, un deja vu di gara uno dove i Mavs sono restati in gara finchè hanno retto fisicamente.
Carmelo Anthony a tal prosposito ha dichiarato: “Nell'ultimo periodo continuavamo ad avere forze per correre e segnare ancora”. Difatti, aggiungiamo noi, 15 dei suoi 25 punti sono arrivati nell'ultimo quarto.
Dirk Nowitzki dal canto suo conferma l'impressione di deja vu affermando: “E' stato tutto come l'altra notte, succedeva la stessa cosa. Non dovremmo farli correre, non dovremmo perdere palloni facili e non dovremmo fare brutte scelte di tiro”.
Più positivo coach Rick Carlisle che dichiara, prendendo in prestito termini tennistici: “Hanno mantenuto il servizio, dobbiamo tornare a Dallas e fare lo stesso anche noi, abbiamo pochi giorni per compattarci e lavorare”.
La serie ora si sposta quindi in Texas dove sabato avrà luogo gara 3 della serie. Una gara vitale per Dallas e importante per Denver che ora in stagione è 6-0 nei confronti degli avversari. Ancora in forte dubbio la presenza di Josh Howard e la sua assenza sarebbe una tegola davvero pesante per la squadra di Cuban.
Sperando nell'appoggio del pubblico di casa, che all'American Airlines Center si deve fare sentire, Nowitzki deve continuare a essere il faro dei compagni; ma ha bisogno del loro aiuto perchè da solo mai nessuno ha vinto una serie.