Knicks: non tutto è da buttare

I Knicks ripartiranno da Wilson Chandler e poco altro…

Team report di fine stagione, la squadra in vacanza ed il front office già  al lavoro per cercare di fare il tanto agoniato salto di qualità  la prossima stagione.

A dire il vero di dilemmi ce ne sono molti, specie alla luce della passata regular season.

È stato un anno pieno di contraddizioni, perché se da un lato si è visto un miglioramento nel gioco e nella mentalità , dall'altro lato sono emersi una serie di problemi che hanno portato al mancato obiettivo dei play off. Walsh e D'Antoni ci credevano già  da questa stagione, ed ai fini del loro progetto sarebbe stato utile cominciare ad accumulare esperienza di post season, anziché vedere gli altri giocarsela. Insomma una stagione in chiaro scuro, che in parte ha dato dei verdetti, ma la cui sostanza è un risultato ben noto a chi sfoggia la propria passioni bianco blu arancio.

Andiamo per ordine.
Le speranze cominciano a fiorire di questi tempi più o meno un anno fa. Walsh è stato nominato presidente della franchigia, i Suns ahimè sono usciti al primo turno per mano di San Antonio, e D'Antoni è in rottura con la dirigenza dell'Arizona.

Walsh non si lascia sfuggire l'occasione è in un batter d'occhio inchiostra uno dei migliori coach sulla piazza. Fin qui tutto bene, nel frattempo i Celtics vincono l'anello, ma a New York si guarda al draft, il cui prezzo pregato si sa è quel Derrick Rose, fresca matricola dell'anno, ai tempi ancora in ballottaggio con Beasley per la prima chiamata.

Le speranze di una scelta al numero uno erano esigue, ma alla fine la sorte premia Chicago, alla faccia degli Heat volutamente disastrosi.

Ai Knicks tocca la sesta, e a sorpresa viene chiamto Danilo Gallinari quando era disponibile gente come Eric Gordon, finito a LA con la settima, e Jerryd Bayless, dato molto prima dai vari mock draft. E Gallinari sia, una partita di summer league a Las Vegas, un ottima impressione, ma subito la tegola, infortunio alla schiena e tempi di recupero incerti.

Come ben sappiamo il guaio il Gallo se lo è portato dietro tutta la stagione, potendo dimostrare solo a sprazzi il suo talento. La dirigenza puntava molto su di lui, per stessa ammissione di Walsh e D'Antoni, ma il dolore era troppo forte.

Prima stagione da dimenticare ed inevitabile operazione, ben riuscita, in attesa di un pieno recupero. E questa speriamo sia una delle belle note di partenza della prossima regular season.
A mio parere un Gallo al top potrebbe far ricredere molti, perché sono ancora convinto che tra duetre stagioni valga più di un Eric Gordon (chiarisco subito che al momento le cifre premiano la guardia di LA, è evidente, ma non bisogna osservare solo le statistiche; una guardia undersize con attitudine alla forzatura ed all'uno contro uno in entrata non sempre ti da quanto dicono le cifre).

Danilo sembra fatto apposta per il sistema di D'Antoni, inoltre con qualche muscolo in più, rappresenta il prototipo del giocatore moderno; un ala piccola con tiro mortifero, grande tecnica in attacco, atletico e presente a rimbalzo. DA migliorare la difesa, ma nessuno è perfetto. Attorno a lui c'è molta fiducia ed è stato dichiarato uno dei due incedibili della squadra.

L'altro incedibile, per restare in tema, è Wilson Chandler.
Oggetto misterioso lo scorso anno, quest'anno ha dimostrato di poter essere un diamante, ancora molto grezzo ma con margini enormi di miglioramento.

Atletico, versatile, dotato di buon tiro e discreta difesa, è l'ala piccolaguardia che serviva (più ala, anche se il prossimo anno già  si parla di un suo impiego da due, visto che da tre dovrebbe essere schierato Danilo). Altro pezzo su misura per lo stile del baffo, deve dimostrare maggiore continuità , ma i numeri ci sono.

Partito in sordina, si è ben presto guadagnato il posto nello starting five, fornendo ottimi numeri. D'Antoni ha detto di lui che è una potenziale star, vedremo se saprà  dimostrarlo. Onestamente non mi aspettavo fosse così talentuoso, non avrei scommesso un centesimo su di lui ad inzio anno, ma è questo il bello, chiunque può sbagliare, ed in questo caso ben venga.

Chiuso il capitolo incedibili, e già  fatte le pagelle nel precedente report, il resto è un rebus.
In corso d'anno il roster è stato rivoltato come un calzino, secondo me in maniera ottima. Si è ceduto subito i due top scorer Crawford e Randolph.

Probabilmente con loro si sarebbe andati ai play off, o perlomeno molto vicini, ma i loro anni nella lega e le loro esperienze hanno già  emesso un verdetto; non sono due vincenti, e non ti portano lontano, classico esempio di giocatori con ottimi numeri ma scarsa incidenza.

Perciò via i loro contratti n cambio di gente come Harrington, Tim Thomas e Cuttino. Gli ultimi due per motivi diversi non hanno inciso o addirittura non hanno nemmeno indossato la casacca dei Knicks, come nel caso di Mobley.

Harrington è stato il miglior realizzatore della squadra, ma a sua volta è uno che non sposta gli equilibri; anzi ha un insana tendenza a voler strafare nei momenti clou, dimenticandosi che i top player ti fanno vincere 10-15 partite in più, uno come lui te ne fa vincere cinque a fronte di quindici perse.

Big Al è e forse sarà  l'ala forte adatta al run & gun di New York, ma ha bisogno di un bagno d'umiltà  e di una stella cui fare da secondo (o terzo) violino. Ad ogni modo le due trade hanno liberato un enormità  di spazio salariale, specie in vista del 2010.

Marbury ha finito di minare lo spogliatoio del Garden, e dopo aver capito di non essere cedibile ha ottenuto il tanto sospirato buy out, dopo un anno di inattività . Adesso è a Boston, gli è pure andata male con l'infortunio di Garnett, e contro Chicago non ha certo lasciando il segno, ma almeno non fa più disastri a i Knicks.

A febbraio è arrivato Hughes, ombra del giocatore ammirato a Washington, ma autore di qualche buona prova, nonché titolare di un contratto con scadenza 2010, merce che fa gola sia che rimanga, sia che venga utilizzato come merce di scambio.

Il capolavoro di Walsh è stata la cessione di Jerome James. Chissà  come l'ha presa Sexy, peggior giocatore della lega in relazione al rapporto salariocontributo in campo. Gli avevano fatto un armadietto di pietra dopo il contratto che gli aveva fatto Isiah, e sorpresa han dovuto spedirlo a Chicago (spiegando come mai non è stato tagliato a suo tempo, cosa che faranno i Bulls).

La front line della squadra è stato David Lee, miglior doppio doppista della lega, e Knicks con maggior mercato questa'estate. È free agent, lui vorrebbe la riconferma, Walsh pure ma con cifre lontane dai 10 milioni di cui si vocifera.

Gran lavoratore e mastino in campo, è ancora necessario che sviluppi certi aspetti del suo gioco, decisamente mediocri per uno che chiede certe cifre (jumper e difesa su tutti). Quest'anno ha giocato da centro ma il suo ruolo naturale è ala grande, anche se il suo raggio di tiro limitato gli farebbe pagare dazio coi top player della lega.

Se partirà  ci si augura che lo si faccia con un sign & trade che porti in cambio talento. Al pari di Lee è free agent anche Nate Robinson, reduce dal career year, ma troppo incostante ed indisciplinato per ambire ad un riconferma da titolare; da sesto uomo avrebbe un senso ma non alle cifre da lui auspicate, altro papabile per un sign & trade. Considerato il suo caratterino, bisognerà  vedere a chi potrebbe far gola.

Come direbbe Califano il resto è noia.
Curry se non perde peso è solo un macigno per il payroll; qualora la clinica di Detroit facesse miracoli potrebbe beneficiare del gioco di D'Antoni ed eventualmente essere ceduto, visto che ha perlomeno la carta d'identità  dalla sua. Una causa persa. Il resto è materiale più o meno buono, sacrificabile in vista 2010 o in scadenza. Una nota merita Duhon, autore di un buon inizio di stagione, ma onestamente un back up nello spot di guardia, a conferma della mia tesi il suo crollo post All Star Game (ma sono sempre pronto a ricredermi).

Per finire D'Antoni.
Ha dato un gioco dove non c'era la minima idea di cosa fosse. Ha fallito il primo anno, ma nessuno si aspettava troppo da lui; la prossima stagione avrà  pochi alibi, visto che molti hanno già  cominciato a spazientirsi. Personalmente rimango della mia idea, è uno dei migliori coach della lega, ha sbattuto contro una realtà  abituata a perdere e male, ha cambiato in parte modo di pensare, ma ha bisogno di miglior materiale umano, perché con quello che ha ora non si vince. Piace a molti giocatori, e la sua scelta potrebbe essere determinate per attrarre uno dei top free agent. Con lui tutta la vita.

Capitolo General Manager, dopo che i Warriors hanno liquidato Chris Mullin, si vocifera su un possibile ritorno a casa del natio della grande mela. Se così fosse sinceramente non sarei né felice né abbacchiato, nella baia ha fatto cose buone ma ha pure commesso errori evitabili.

Capitolo Free Agent: chi ha i campioni se li tiene o fa di tutto per tenerli.
Basta parlare di Lebron, ci sono poche chance, se vince il titolo quest'anno nessuna. Bosh è un ottimo giocatore ma non sposta nessun equilibrio, quindi mi auguro non si facciano follie per lui. Wade è un altro papabile, è una star. Migliora i suoi team ma non è determinante come Lebron.

Il prescelto migliora come pochi chiunque gli stia vicino, anche i parcheggiatori dei palazzetti. Nel suo ruolo uno che sposta gli equilibri è Chris Paul.

New Orleans è apparsa una squadra innanzitutto male allenata, male assortita e necessaria di rivoluzioni; nessuno cederebbe un giocatore del calibro di Paul ma in caso contrario un assalto è d'obbligo (ovviamente sono solo delle mie congetture e non c'è nessuna voce a riguardo, ma non mi stupirebbe che si stia lavorando per arrivare a lui). Inoltre qualche vecchietto tipo Kidd gradirebbe tornare a NY, e Nash vorrebbe cambiare, ma si tratta di semplici rumors.

Chiudo con il primo obiettivo del 20092010, il draft.
Serve un lungo intimidatore che porti in dote rimbalzi eo stoppate, il meglio è Tahbeet, ma ci vuole almeno la chimata numero due (o tre).
Ricky Rubio sarebbe un altro innesto gradito in cabina di regia.
Se si ha lo stesso sedere dei Bulls dell'anno scorso, e si pesca la numero uno, arriva Blake Griffin, e a quel punto Lee o Harrington salutano la grande mela. Il resto del draft è una pura incognita.

Potrei scrivere altre chiacchiere da bar, ma direi che al momento basta questo. Una cosa è certa, nella grande mela non ci si annoia, i Knicks fanno sempre discutere, e ne vedremo delle belle. Di sicuro.

Buone vacanze a tutti i tifosi "newyorkesi" e grazie per tutti i commenti, ci si sente alla prossima.

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