Paul (a sinistra) e Dizzy Dean, gli eroi delle World Series del 1934
Le prossime World Series presenteranno la sfida tra i Detroit Tigers, campioni della American League, e i St. Louis Cardinals, vincitori del Senior Circuit. Questo confronto non è una novità per la serie finale: le due compagini, infatti, si erano già affrontate nel 1934 e nel 1968, dando vita a sfide emozionanti che ancora oggi sono ricordate dagli appassionati. In occasione delle World Series 2006, Play.it presenterà ai suoi lettori quelle due memorabili serie.
Sul finire degli anni '20, i Cardinals emersero come una delle principali squadre della National League: dopo numerose stagioni mediocri, St. Louis si aggiudicò le World Series nel 1926 e nel 1931, sconfiggendo i New York Yankees e i Philadelphia Athletics, due delle squadre più forti nella storia del baseball; oltre a questi prestigiosi successi, va ricordato anche il pennant del 1928.
Dopo il secondo titolo mondiale, St. Louis ebbe una leggera flessione per poi emergere nel 1934: compilando un record di 95-58, i Cardinals staccarono i New York Giants di due lunghezze e si assicurarono l'accesso alle World Series. In verità , la squadra del Missouri approfittò di un impensabile calo dei New York Giants, che il 12 settembre (alla vigilia dell'ultima serie tra le due formazioni) avevano un vantaggio di 5 lunghezze e mezza. I Giants persero tre partite su quattro e probabilmente ne rimasero scioccati: New York inspiegabilmente cedette, chiudendo la stagione con cinque sconfitte consecutive. St. Louis, invece, vinse 13 delle 15 partite finali, effettuando il sorpasso nella penultima giornata.
Alla guida dei Cardinals c'era Frankie Frisch, che oltre a coprire il ruolo di manager giocava anche in seconda base. Quei St. Louis Cardinals erano famosi per il loro gioco duro e violento, spesso ai limiti del regolamento; ben presto fu coniato un termine che fu immediatamente appiccicato a quella formazione: the Gas House Gang.
Tuttavia, i Cardinals del 1934 erano una squadra eccellente, completa in ogni reparto: in attacco, gli interni Ripper Collins (35 HR), Frankie Frisch e Pepper Martin assieme all'esterno Joe Medwick disputarono una stagione eccezionale; St. Louis compilò una media battuta di .288, la migliore della National League. Sul monte di lancio, i Cardinals potevano disporre dei magnifici fratelli Jay e Paul Dean (nati rispettivamente nel 1910 e nel 1913), meglio noti come “Dizzy and Daffy”. Fu soprattutto il maggiore a salire alla ribalta, grazie a 30 vittorie stagionali e 195 strikeout, prestazioni che gli valsero la prima posizione nelle speciali classifiche. La Pitching Triple Crown gli fu però negata da Carl Hubbell, il pitcher dei Giants, che compilò un'ERA pari a 2.30 contro il 2.60 di Dizzy.
Nota: Dopo Dizzy Dean, soltanto un altro lanciatore sarebbe stato in grado di superare il muro dei 30 successi: Denny McLain (Detroit Tigers) nel 1968.
Tuttavia va ricordato anche l'apporto del fratellino Paul, che collezionò 19 importantissime vittorie in stagione. Un altro membro della Gas House Gang che merita una citazione è senza dubbio lo shortstop Leo Durocher, che, per il suo comportamento in campo, era forse il simbolo di quella celebre compagine.
I loro avversari nelle World Series furono i Detroit Tigers, una squadra che dopo i fasti di Ty Cobb era sempre rimasta nella mediocrità . Nel 1934, invece, Detroit dominò la American League, conquistando 101 successi e superando i New York Yankees di sette lunghezze.
Alla guida della squadra c'era Mickey Cochrane, uno dei pilastri dei leggendari Philadelphia A's che vinsero tre pennant consecutivi tra il 1929 e il 1931. Cochrane era il catcher, ma gli era stata affidata anche la posizione di manager. Nel 1934 i Tigers formarono uno dei migliori attacchi nella storia delle majors, in grado di segnare addirittura 958 punti. Il cuore del lineup erano composto dai quattro interni, più precisamente il prima base Hank Greenberg, il seconda base Charlie Gehringer, il terza base Marv Owen e lo shortstop Billy Rogell; complessivamente i quattro giocatori totalizzarono 462 RBI. Nel quartetto, chi emerse maggiormente fu Gehringer, che, con 214 valide e 134 punti, guidò le speciali classifiche della American League.
Oltre allo spettacolare infield, ci fu un altro giocatore che si distinse in battuta, vale a dire l'esterno Goose Goslin, che compilò una batting average di .305 e totalizzò 100 RBI. Goslin, Gehringer e Greenberg furono soprannominati the G-Men, ovvio riferimento al termine usato per i membri dell'FBI. Sul monte di lancio, invece, il contributo maggiore arrivò da Tommy Bridges e Schoolboy Rowe, che conquistarono complessivamente 22 e 24 successi. Rowe, inoltre, completò una striscia di 16 vittorie consecutive, una delle migliori prestazioni di tutti i tempi.
Mercoledì 3 ottobre, 1934 il Navin Field (Tiger Stadium) ospitò Gara 1 della Serie Mondiale. Detroit disputò una pessima partita, commettendo addirittura cinque errori nei primi tre inning! Medwick completò un eccellente 4 su 5, mentre Dizzy Dean lanciò per nove solidi inning: i Cardinals conquistarono così un agevole successo per 8-3.
St. Louis iniziò la seconda partita nel modo migliore, portandosi sul 2-0 dopo le prime tre riprese. Tuttavia, i Cardinals non riuscirono a mantenere il vantaggio, subendo il punto del pareggio nel nono inning; nella dodicesima frazione, due basi su ball consecutive (a Gehringer e Greenberg) e il singolo di Goslin permisero a Detroit di vincere per 3-2. L'eroe della gara fu Schoolboy Rowe, che lanciò un complete game, ma soprattutto concesse appena sette valide, di cui solo una dopo il quarto inning.
La serie si spostò a St. Louis per i tre incontri centrali: Paul Dean condusse i Cardinals al successo (4-1) in gara 3, ma Detroit rispose con due vittorie consecutive (10-4 e 3-1). La quinta partita vide il pitching duel tra Tommy Bridges e Dizzy Dean, che fu sorprendentemente vinto dal lanciatore dei Tigers. In vantaggio per 3-2 e con due partite da giocare in casa, la squadra del Michigan era pronta a festeggiare il primo titolo mondiale della sua storia.
In Gara 6, Frisch ripropose Paul Dean sul monte, una scelta che si rivelò vincente, nonostante i soli due giorni di riposo: non solo Daffy lanciò per nove eccellenti inning, ma soprattutto batté la valida che consegnò a St. Louis la vittoria per 4-3. Tuttavia i Tigers reclamarono per una dubbia chiamata arbitrale avvenuta nel sesto inning: questo episodio è narrato da Gehringer in “Baseball: When the Grass was Real”, il celebre libro di Donald Honig. Con Cochrane e Gehringer in seconda ed in prima base, Goslin effettuò un bunt: la palla fu raccolta dal catcher Bill DeLancey, che tirò in terza base. L'arbitro Brick Owens accordò l'eliminazione di Cochrane, ma questa decisione fu alquanta dubbia. Tutto fu quindi rinviato a Gara 7.
Per la partita decisiva, Dizzy Dean salì sul monte di lancio per la terza volta nella serie: il pitcher di St. Louis si rivelò mortifero per i battitori di Detroit, infatti, in nove inning subì appena sei valide, senza concedere neanche un punto. I Cardinals esplosero nel terzo inning, quando segnarono sette volte, punendo duramente Elden Auker; Cochrane inserì sia Schoolboy Rowe, sia Tommy Bridges, ma ciò non fu sufficiente a ribaltare la situazione. Nel sesto inning si verificò un episodio controverso che diventò il simbolo di quella sfida: dopo aver battuto la palla, Joe Medwick superò la prima e la seconda base, per poi dirigersi verso la terza; per conquistare quella base, Medwick effettuò una durissima scivolata, colpendo Marv Owen. Questa azione fu pesantemente contestata dai tifosi di Detroit, che iniziarono a lanciare verso il giocatore di St. Louis oggetti di ogni genere; per calmare gli animi, il commissioner Kenesaw Mountain Landis decise di espellere Medwick.
Ad ogni modo, questo episodio si rivelò ininfluente, infatti, St. Louis vinse 11-0, conquistando il terzo titolo mondiale della propria storia: gli eroi del trionfo furono ovviamente i fratelli Dean, che ottennero due successi a testa. Per Detroit, invece, si materializzò la quarta sconfitta in altrettante World Series: tuttavia, un anno più tardi, i Tigers rivinsero il pennant della AL e, superando 4-2 i Chicago Cubs, raggiunsero il sospirato titolo!