Mike Bibby porta i suoi al secondo turno dopo dieci anni dall'ultima volta
Hawks avanti, tutto sommato con merito, in una serie che non è riuscita ad avvincere più di tanto nonostante si sia arrivati a gara 7.
Che sia stato per l'inesperienza di molti giocatori, per l'eccessiva dipendenza dalle prestazioni di pochi leaders, per la brevità delle panchine, ma tutte le 7 gare hanno avuto una conclusione netta, senza possibili recriminazioni, e chi si è trovato in difficoltà non è mai, dico mai, riuscito a cambiare l'andamento della partita.
Tutte le gare della serie sono state decise molto presto, chi ha chiuso al comando il primo quarto si è poi aggiudicato la gara, e anche stavolta non c'è stata alcuna eccezione.
Inizialmente la prevalenza degli Hawks è stata modesta, primo quarto molto equilibrato chiuso avanti grazie ai tiri liberi nel finale ed agli errori di O'Neal, nell'unico minuto della sua partita, in cui si è visto chiaramente che l'infortunio subito non gli consentiva di reggere il campo.
Nel secondo quarto invece la differenza è stata subito netta. Murray, Johnson, Smith hanno ripetutamente battuta la difesa avversaria, mentre gli Heat hanno proseguito con lo stesso ritmo trotterellante, senza riuscire a chiudere la difesa o a rendersi più pericolosi in attacco. In teoria il divario a metà gara era di 13 punti, ancora ampiamente colmabile, ma nella seconda metà di gara sarebbe servita una squadra diversa.
Invece ancora una volta il solo Wade ha cercato di andare alla riscossa, magari esagerando anche in personalismi ed iniziative personali. Non si può certo addebitare a Dwyane di aver messo fuori ritmo dei compagni che avevano già difficoltà realizzative, solo Beasley infatti riusciva a mettere qualche canestro, ma il suo tentativo isolato alla fine non ha portato alcun risultato; nel terzo quarto infatti si è preso 8 tiri, mettendone a segno 5 per un totale di 11 punti, ma il divario è leggermente aumentato, passando da 13 a 16 punti.
Non che gli Hawks brillassero per la fluidità dell'azione, troppo spesso anche loro andavano per iniziative personali, ma almeno le iniziative erano ben distribuite ed avevano un minimo di varietà e, soprattutto, la loro difesa sembrava avere un minimo di efficacia.
Nell'ultimo quarto ci si attendeva il tutto per tutto degli Heat, che avevano un distacco pesante ma non impossibile da recuperare. Invece se possibile i ragazzi di Spoelstra hanno fatto ancora peggio, affondando miseramente. Subito infatti ci sono stati canestri a ripetizione di Murray e Smith che hanno portato il divario a 23 punti, chiudendo di fatto la gara.
Haslem e Wade hanno provato a reagire, ma ormai era tardi e probabilmente anche loro non avevano più molte energie da spendere. Così Haslem a 4 minuti dalla fine si è fatto cacciare per un brutto fallo su Zaza Pachulia, probabilmente per la frustrazione, e Wade a quel punto è uscito per non rientrare più. Mentre Udonis dava sfogo all suo nervosismo prendendosela con il pubblico, gli Hawks a quel punto non hanno infierito sui resti degli Heat, che hanno limitato il divario al 91 a 78 finale.
E così gli Hawks vanno al secondo turno dieci anni dopo; era infatti dal 1999, quando sconfissero i Pistons, che non prevalevano in una serie. Fra l'altro la vittoria in gara 7 rappresenta una vera rarità per la storia della franchigia, mancava dal 1970, la prima avvenne nel 1961, quando la franchigia aveva sede a San Louis e vi giocava un certo Bob Petitt.
Difficile individuare i migliori, con un Johnson modesto nelle prime gare, che poi però ha iniziato a giocar bene fino a chiudere benissimo con i 27 punti segnati in questa gara, Smith che ha spesso e volentieri messo in grave imbarazzo la difesa avversaria con il suo atletismo, ma spesso ha compiuto scelte non ottimali; gustoso fra l'altro il siparietto con Bibby che lo ha difeso mentre il coach Woodson lo rimproverava duramente per essersi preso un tiro avventato; Horford e Pachulia sono stati poco spettacolari, hanno riempito poco il tabellino, ma sono stati solidi, efficaci, attendi in difesa e pronti ad aiutare i compagni, sia con blocchi e movimento in attacco, sia con aiuti difensivi, Murray spesso ha portato punti veloci dalla panchina.
Probabilmente però il più continuo ed incisivo è stato Mike Bibby, l'uomo che ha cambiato il passo della squadra dal suo arrivo, lo scorso anno da Sacramento, in un incredibile scambio per un onesto mestierante, Anthony Johnson, uno Shelden Williams in cui non si credeva più e veterani vicini al termine della carriera NBA, come Lue e Wright.
Il play del New Jersey si è ben disimpegnato, ha fatto girar palla, tirato quando doveva con buona continuità , smazzato qualche assist, non ha mai fatto nulla di eclatante ma sempre quel che serviva quando serviva, dovrà essere una priorità della dirigenza degli Hawks tenerlo ad Atlanta il prossimo anno nonostante il contratto in scadenza. Per fortuna degli Hawks sono in poche le franchigie a potergli fare offerte economiche all'altezza, ma il rischio è che il giocatore voglia provare ad andare a vincere altrove.
Anche questa sera, nonostante un modesto 3 su 11 al tiro, soli 11 punti e 6 assist, è stato probabilmente il giocatore con il maggior impatto sulla partita.
Fra gli Heat invece occorre meditare su questo finale di stagione e pensare bene a quali mosse effettuare per il futuro. Il coach Spoelstra ha fatto il possibile, mettendo su un gioco molto semplice e scarno che però andava a puntare sui maggiori difetti degli Hawks, però non si è dimostrato all'altezza quando le cose andavano male e c'erano da apportare modifiche.
Pazienza, è il primo anno in cui lui allena una franchigia NBA, queste sono cose che possono venire con l'esperienza, contrariamente alla capacità di metter su un gioco credibile, una difesa decorosa e di saper adattare il piano di gioco alle caratteristiche degli avversari, ma sarà bene che Pat Riley istruisca bene il suo pupillo in estate.
Chalmers potrebbe essere il play ideale vicino a Dwyane Wade, deve crescere ma c'è del buon materiale, Haslem è sempre un giocatore solido ed efficace, ma le certezze finiscono qui.
Beasley porta punti dalla panchina e è capace di segnare in molti modi, ma non è solo questo quello che ci si aspetta da una seconda scelta assoluta. Deve migliorare le scelte, essere più attento in difesa, giocare con più intensità .
Cook ha dimostrato di poter essere un buon tiratore, ma non sappiamo se sarà solo uno specialista sugli scarichi o qualcosa di più, ad ora ha bisogno di tanto spazio per essere pericoloso. Migliori del previsto i centri, ma Anthony probabilmente non sarà mai più di quello che è ora, un buon copraccione dalla panchina da mandare in campo quando c'è bisogno di chili e di spirito di sacrificio, O'Neal ha giocato piuttosto bene, dimostrando di poter essere ancora un giocatore importante in una serie di play off, ma ha anche una volta di più mostrato la sua fragilità fisica, e purtroppo se lui non è al meglio gli Heat non trovano alternative agli insistiti pick and roll di Wade ed alle sue iniziative personali.
Gli Hawks si preparano ad un secondo turno impegnativo, contro i Cavaliers di Lebron James, sperando che non si sentano appagati, ed avranno bisogno di tante motivazioni e di tutti i giocatori in buono stato di forma per ripetere la buonissima figura fatta con la squadra vincente della stagione regolare lo scorso anno.
Smith qualche perplessità la fa venire con le sue dichiarazioni:
Finalmente ci siamo tolti la scimmia dalle spalle, non solo noi, l'intera città !
Grande entusiasmo anche nelle dichiarazioni degli altri giocatori:
“Occorre ringraziare il nostro pubblico, che è stato decisivo!”
ha affermato Joe Johnson.
Si godano pure questa vittoria, già da domani dovranno pensare a Lebron.