Carmelo Anthony ora dovrà vedersela con i Mavs
E' scivolato lentamente e inesorabilmente come la sabbia in una clessidra il
tempo degli Hornets nei playoff, ed ora è finito. Perdono a Denver, alla Pepsi
Arena contro la maggiore qualità tecnica e tattica dei Nuggets guidati da un
superlativo Carmelo Anthony e dal solito ottimo mr. Big Shot Chauncey Billups.
Ci si aspettava una reazione veemente di orgoglio da parte della squadra
allenata da Byron Scott e guidata sul campo da Chris Paul dopo l'umiliante
figuraccia portata a casa in gara 4.
L'inizio sembra promettere bene visto che gli Hornets riescono e tenere testa
ai Nuggets per tutta la durata della prima frazione di gioco. Ad alzare il
livello di gioco rispetto alla pessima gara 4 sono soprattutto un solido West e
un ritrovato Stojakovic che aiutano Chris Paul a mantenere viva la speranza di
allungare una seria già per molti addetti ai lavori e per molti tifosi
compromessa.
Per quanto riguarda il numero 3 dei calabroni tutto il primo quarto e gran
parte del secondo sono completamente dedicati alle assistenze dato che
l'arcigna difesa dei Nuggets gli chiude ogni possibile pericolosità di tiro.
Il primo quarto si chiude con il vantaggio ospite con il punteggio di 27 a 24;
punteggio completamente ribaltato nel secondo quarto con un parziale di 25 a 22
che alla fine del primo tempo fa si che le squadre impattino in perfetta parità
sul 49-49.
Dopo l'intervallo sembra tutto rimanere come nei primi 24 minuti, equilibrio e
parità ma la sensazione generale è che i Nuggets stiano viaggiano a marce basse
e che possono accelerare in qualsiasi momento creando uno strappo con un
parziale a loro favorevole.
Difatti negli ultimi 6 minuti del terzo quarto accade ciò che tutta la Pepsi
Arena sta aspettando: il cambio di passo della squadra di casa.
La partita a questo punto si spezza in due: un parziale tremendo di 16-4 taglia
le gambe agli Hornets, emotivamente fragili e poco convinti dei loro mezzi.
Grandissimi protagonisti del parziale decisivo Billups e Smith che bombardono
da lontano la retina di New Orleans, e soprattutto un immenso Anthony che non
viene mai fermato dalla difesa degli Hornets sia in penetrazione, sia nei suoi
immarcabili jump shot.
Dall'altro lato del parquet un'ottima difesa di squadra spegne la luce di Chris
Paul e quindi, di conseguenza, quella di di New Orleans. Curato prima da Jones,
poi da Billups e infine da Parker il playmaker con il numero 3 è mentalmente e
fisicamente arrivato al capolinea e con lui le sperenza di Byron Scott.
Alla fine del terzo quarto il punteggio recita 80 a 66 per i Nuggets, sempre
più convinti dei loro mezzi e delle loro possibilità di passare il turno.
L'arrivo è in vista lontano solo 12 minuti e la squadra delle pepite non ha
cali di concentrazione di nessun tipo.
I primi due minuti dell'ultimo quarto danno anzi lo strappo decisivo che porta
i Nuggets sul +20 e gli Hornets a un uscita prematura al primo turno.
J.R. Smith, magnifico, continua a tessere capolavori di parobole che si
spengono nel canestro avversario, il pubblico è in visibilio ed è solo l'inizio
di una festa che il pubblico di Denver aspettava da 14 anni; tanto è passato
difatti dall'ultimo passaggio di turno delle pepite del Colorado. Il punteggio
finale recita dunque 107 a 86 per Denver e la festa ufficiale ha inizio.
Gli Hornets abbandono ogni velleità e dovranno riflettere su alcune scelte di
mercato e soprattutto sul coaching staff, Byron Scott in testa.
A fare impressione difatti è stata l'incapacità a reagire alle diverse
situazioni sul campo generando un deficit medio di -24 punti nella serie. Scott
non è stato in grado di effettuare nemmeno un aggiustamento e alla fine ha
pagato con un prezzo molto salato come l'eliminazione questa sua mancanza.
Per quanto riguarda i giocatori si salvano solo un buon West da 24 punti e 9
rimbalzi e un ottimo Posey che dalla panchina ne segna 18. Ordinaria doppia
doppia per CP3 con 10 assist e 12 punti, sbagliando però buona parte dei tiri
tentati. Stojakovic ne mette a referto 12 ma con un misero 1/6 da tre. Troppo
poco per battere questi Nuggets, per la tristezza dei tifosi Hornets.
Sull'altro lato della medaglia c'è invece la faccia sorridente dei supporter
Nuggets che vedono il miglior Carmelo Anthony dei playoff con il suo career
high di punti, 34, conditi da 6 rimbalzi e 3 assist.
Davvero meravigliosa la sua capacità di segnare in ogni modo che unitamente
alla semplicità con la quale trova la via del canestro ci fa pensare che questo
giocatore con la giusta cattiveria non sia tanto lontano dai suoi amici del
Draft delle Meraviglie, Lebron “The King” James e Dwayne “Flash” Wade.
Doppia doppia per un granitico Chauncey Billups che insieme ai tradizionali 13
punti sforna 11 assist vincendo per l'ennesima volta il duello con Chris Paul.
20 punti, di cui 15 nel secondo tempo, dalla panchina per Smith che sta
raggiungendo un minimo di continuità ed efficacia. In doppia cifra anche Nenè,
10, e Martin, 15.
In definitiva è stato troppo il divario mentale e fisico tra le due squadre con
l'apice di gara 4.
Per gli Hornets è forse il Nadir della recente gestione Scott, attesa a un
salto di qualità dopo gli ottimi playoff dello scorso anno.
Abbiamo invece assistito a una involuzione, sopratutto dell'ex magnifico Tyson
Chandler che non è mai stato un fattore in questa serie. Paul ha fatto quello
che ha potuto anche se ci si poteva aspettare molto di più da West e
Stojakovic. La sufficienza va a Posey mai domo e sempre positivo.
Probabilmente il miglior colpo della stagione Hornets e il peggior affare
dell'ottimo Ainge.
Denver è pronta per la semifinale con dei Dallas Mavericks che sono in ottima
forma e che sembrano aver rotto il sortilegio della finale persa con gli Heat
dopo il vantaggio 2-0 nelle serie.
Da ricordare però che nella stagione regolare il bilancio dice 4 vittorie
Nuggets e 0 “tituli” Mavs.
Sarà una bellissima sfida come prevede coach George Karl: “Sono orgoglioso
dei miei ragazzi. Abbiamo uno spirito diverso quest'anno. Dall'arrivo di
Billups, che molti avevano criticato, siamo diventati una squadra difensiva.
Credo la nostra sia un'ottima squadra. Adesso siamo sicuri dei nostri mezzi, ma
allo stesso tempo non siamo arroganti. Vogliamo mantenere l'umiltà . Ci aspetta
la serie con i Mavs e si ripartirà da zero. Dobbiamo dimenticarci in fretta
queste 5 partite e ripartire come se nulla sia stato ancora fatto”.
A parlare per gli Horntes, mettendoci la faccia è Chris Paul: “Abbiamo
sbagliato l'approccio mentale a questa serie, forse arrivare come testa di
serie numero 7 ci ha un po' demotivati visto che i nostri obbiettivi erano
altri. Ora dobbiamo solo pensare al futuro e migliorarci ancora in vista
dell'anno prossimo. Questa era una di quelle partite che vinci o vai a casa e
noi siamo andati a casa”.
Come afferma Paul era quindi una partita “Win or Go Home”, loro non sono stati
capaci di vincerla, ora il testimone passa ai Dallas Mavericks del tedesco Dirk
e di Jason Kidd. Bei duelli in prospettiva tra Billups e lo stesso Kidd e tra
Nowitzki e Anthony. Entrambe le squadre hanno una panchina lunga e qualitativa
e molto dipenderà da essa, dalle second unit. Il fattore campo recita Nuggets
ma in questi playoff la squadra di Cuban ha già dimostrato di poter andare a
vincere in trasferta.
La prima palla a due è prevista per domenica 3 maggio.
Restate sintonizzati insomma perchè il meglio deve ancora arrivare: secondo
turno, Denver Nuggets vs Dallas Mavericks, Billups vs Kidd, Anthony vs
Nowitzki. A loro la palma della sfidante dei favoritissimi Lakers già
pronosticati dai più in finale, avversari permettendo.