Hornets, la notte più buia

Hornets schiacciati oltre ogni limite in Gara4…

Cos'è l'Imbarazzante?
58 punti di scarto subiti in casa, seppelliti sotto 121 punti riuscendo a metterne a referto solamente 63.
Seppelliti sotto la bellezza di sette giocatori in doppia cifra.
Aver perso ogni singolo quarto senza riuscire a reagire nè con il cuore, nè con i nervi dell'orgoglio.
Aver visto banchettare anche nel garbage time i tuoi avversari con il tuo canestro.
Aver visto i tuoi 17236 fedelissimi tifosi ammutoliti ben al di là  dello shock alla New Orleans Arena che già  alla fine del terzo quarto sul punteggio di 89-50 andava via via svuotandosi.
Aver vissuto 2 ore e 17 minuti da incubo.
La peggior umiliazione della storia della franchigia ai playoff. La notte più buia.
Questo è l'Imbarazzante.

New Orleans si arrende senza lottare, abbandonata anche dal suo leader carismatico Chris Paul, apparso sin da subito molto nervoso e poco preciso sia al tiro sia nella gestione di gioco con uno sguardo spento che non lasciava presagire nulla di buono per quanti, anche in Italia, tifano Hornets.

Insieme al punto di riferimento Paul, stritolato fisicamente dalla tosta difesa su di lui e mentalmete dalle provocazioni di Dahntay Jones, sono crollati tutti di schianto: uno Stojakovic pessimo che si è dedicato più ai cross che ai tiri al canestro, una panchina intangibile, ectoplasmatica come direbbero gli storici Ghostbuster di Bill Murray grande appassionato di basket, due giocatori chiave come West e Chandler molli, senza anima e senza attributi, un coach, Byron Scott, che da grandissimo giocatore da playoff è passato al rango di mediocre coach che non riesce a leggere gli aggiustamenti necessari per trionfare ad aprile in una serie di primo turno.

Dall'altro lato del parquet si è invece assistito al dominio assoluto, in ogni singola zona, in ogni singolo momento.
Una squadra, Denver, che dimostra di avere le caratteristiche adatte in questo momento per essere la sfidante numero uno per i favoritissimi Lakers. Grande cattiveria, grande carattere, grande gestione del gioco da parte di Billups che rende una volta di più impietoso lo scambio che ha portato con mr. Big Shot ordine e disciplina in Colorado spedendo con Iverson sregolatezza e una scarsa alchimia nel Michigan dove il talentuosissimo Allen non è più stato The Answer.

Oltre ciò una panchina che ha molta profondità  e che può contare sull'apporto di un J.R. Smith che, se in serata, è difficilmente marcabile e partendo dal pino può diventare un fattore importante.

Per quanto riguarda i referti, anche loro parlano chiaro. Da un lato grandi cifre e percentuali dall'altro una desolazione da deserto dei Tartari.

I Nuggets mandano in doppia cifra Carmelo Anthony, 26 punti tutti nei primi 3 quarti, Nenè, 13, Billups, 17, Jones, 12, Andersen, 11, Smith, 12, Kleiza, 14. Vale la pena dare un'occhiata alla pagina Nba sul boxscore per ammirare i plus/minus della partita: su tutti Billpus da +39 a cui risponde Stojakovic da -39.

Sulla sponda Hornets per Chris Paul 4 punti e 6 assist, in doppia cifra vanno Stojakovic con 10 segnature ma con un desolante 2/9 dal campo e 0/5 da tre, per West 14 punti con il 40% dal campo, per Posey, forse l'unica salvabile, 12 punti con il 50% dal campo e una tripla messa a segno.

Da segnalare anche in questa gara 4 il nervosismo e la tensione che hanno portato la terna arbitrale, il numero 48 Scott Foster, il numero 24 Mike Callahan e il numero 36 David Jones a fischiare ben 5 falli tecnici prima per le scintille tra Paul e Martin, successivamente a Butler per un battibecco con Carter e infine per nuove e scoppiettanti scintille tra Posey e Anthony.

C'è da dire che probabilmente i Nuggets hanno perso una buona occasione per vincere con stile senza umiliare l'avversario seppellendolo anche nel garbage time fino alla tripla conclusiva di Smith. Probabilmente hanno voluto imprimere nella mente degli Hornets la definitiva consapevolezza della superiorità  di Denver in vista della probabilmente definitiva gara 5 che si giocherà  venerdì 29 al Pepsi Center.

Le dichiarazioni post partita non possono che essere di umori completamenti diversi, coach George Karl afferma che ogni coach che prepara una partita di playoff dice ai suoi ragazzi che ogni singolo possesso ha un valore e deve essere giocato con intensità  e forse per la prima volta nella sua lunga carriera tutto ciò è avvenuto proprio nella città  del Jazz e del Blues.

Il coach di Denver ha speso parole di elogio e di conforto per Chris Paul: “Credo non fosse al 100%, non aveva la sua solita velocità “.

Continua poi a parlare della sua squadra: “Non credo di aver mai avuto una difesa del genere e si sa che quando una difesa gioca così bene l'attacco poi viene di conseguenza”.

Una volta finita la disamina si lascia andare ad un avvertimento per i suoi: “Non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia ora perchè loro hanno dei campioni come Chris che non bisogna mai dare per morti o finiti”.

Il campione di New Orleans svestita la casacca numero 3 si è presentato in conferenza stampa con gli occhi bassi e dopo aver chiesto scusa a quanti erano presenti all'arena e quanti, nel mondo, tifassero Hornets ha analizzato il match.

“Ogni volta che noi provavamo qualcosa loro sapevano come rispondere, noi non abbiamo giocato bene mentre loro hanno eseguito il loro piano di gioco alla perfezione, comprendo che è stato tutto molto imbarazzante ma si è trattato di questa sola partita”.
Piccola rivalsa di orgoglio al termine della dichiarazione, a lasciare intendere che non ricapiterà  mai più.

Per quanto riguarda il roster di Denver a parlare è Carmelo Anthony affermando che mai avrebbe pensato di vincere con uno scarto di 58 punti e che anzi mai nessuna squadra potesse farlo ai playoff.

Non si hanno segni di vita da parte di coach Byron Scott che almeno in questo si mantiene coerente con il suo modo di allenare in questa serie, silente e mai incisivo.

Ricordando il punteggio finale di 121 a 63 per i Nuggets ora si vola a Denver, al Pepsi Center per gara 5 dove la squadra del Colorado può mettere il punto esclamativo e la parola fine a questa serie.

Forse i 58 punti di divario hanno colpito al cuore e nell'orgoglio gli Hornets che potrebbero ritrovare nuova linfa nel desiderio di vendetta. D'altronde l'ha affermato anche coach Karl: mai sottovalutare il cuore di un campione, senza dubbio Chris Paul sia nella sconfitta che nella vittoria dimostra di esserlo.

Tutti i destini passano dalle sue mani e da come affronterà  il duello con Billups che nelle due gara casalinghe lo aveva massacrato. Si aspettano tutti una reazione veemente degli Hornets, per non chiudere in modo indegno una stagione comunque abbastanza positiva.

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