I Cavs volano in semifinale

Mo Williams festeggia, i Cavs non perdono un colpo…

Un'altra mostruosa prova di Lebron James stende i Pistons dinnanzi al proprio esterefatto pubblico e consegna nel minor tempo possibile il passaggio del turno e l'accesso con record immacolato alla semifinale di conference. Nulla hanno potuto i Pistons contro lo strapotere di Lebron che ha diretto da maestro la sua orchestra in modo perfetto, conducendola ad una vittoria schiacciante.

La scelta dei tifosi, anche e forse specialmente alla luce degli ultimi eventi, è quella di non abbandonare i loro vecchi eroi in difficoltà  e presentandosi ancora una volta in grandissimo numero senza mai negare l'apporto alla propria squadra.

Il tentativo disperato di coach Curry è quello di cercare di fermare Lebron con ogni mezzo: raddoppi, pressione, falli. Ma non basta; l'aggresività  e l'onnipotenza del "prescelto" sono assolute.

Non bisogna attendere che 5 minuti per assistere alla giocata più spettacolare della partita: i Pistons pasticciano in attacco perdendo palla con Hamilton, che più volte si accanirà  nell'uno contro uno rifiutando il ribaltamento di palla, e West, rapidissimo con le mani lancia in contropiede il 23 che inchioda un "mulinello" che lascia basiti ed ammaliati anche i tifosi avversari (guardando il fermo immagine si nota come Lebron sia probabilmente anche 60 cm sopra il ferro).

Il gioco dei Cavs è decisamente più fluido di quello dei padroni di casa, la transizione, sull'asse West-Lebron-Ilgauskas, è svolta in maniera ottimale e porta più volte a punti rapidi.

Nel finale di quarto Bynum (22 punti per lui, forse l'unica nota positiva di questa post season) però tiene i Pistons a contatto, prima segna in pitturato subendo anche il fallo, poi sulla rimessa strappa la palla dalle mani di un distratto Mo Williams e libera Afflalo per un comodo jumper dalla media distanza.

Nel secondo quarto Williams, forse risentitosi per l'affronto subito in precedenza, decide di prendere la partita in mano e dominarla, concedendo un po' di riposo a Lebron.

Il playmaker da Alabama strapazza la difesa dei Pistons, stracciando la retina prima da 3 punti poi con l'arresto e tiro dai 5 metri; in seguito sfrutta i blocchi dei lunghi per lanciarsi come un fulmine in penetrazione e chiudere con alcuni layup incontrastati, frutto senz'altro della sua rapidità  ma che comunque sarebbero dovuti essere almeno ostacolati da una difesa attenta, rivelatasi invece anche oggi impreparata, pigra e lontana parente di quella degli anni d'oro.

Il secondo tempo richiede un po' di tempo per decollare, da una parte troviamo Stuckey che riesce a trovare qualche varco nella difesa avversaria e Mcdyess (prova da 26 punti), unico lampo in una notte veramente buia per Detroit, che trova ritmo nel tiro da 5 metri, dall'altra West ottiene buoni risultati contro la difesa di Stuckey e lo batte ripetutamente anticipando gli aiuti troppi pigri della frontline dei Pistons e Lebron snocciola qualche perla per Varejao ed Ilgauskas che come al solito arricchiscono il proprio bottino grazie alla visione di gioco del 23.

Nell'ultima frazione le poche speranze dei tifosi di casa spariscono quando si realizza che Lebron ha intenzione di giocare; la partita finora "normale" del prescelto avrebbe potuto suggerire la sua stanchezza e la volontà  quindi di prendersi un turno di riposo; basta però uno sguardo alla faccia di James che tutti questi pensieri evaporano, e sebbene il distacco non sia incolmabile gli stessi Pistons smettono di crederci (probabilmente però non vi hanno mai creduto").

"King James" maltratta da solo la squadra avversaria, segna in tutti modi e da tutte le posizioni, scherza con qualsiasi difensore coach Curry provi ad affibbiargli tirandogli o schiacciandogli sulla testa, per lui non fa differenza; a memoria, in questa stagione, se escludiamo l'ultimo periodo di Wade contro New York (quello dopo la gomitata di Gallinari") non ricordo un giocatore così dominante all'interno di un quarto; il talento di St. Vincent- St Mary's registra un'altra partita mostrusa (36 punti e 13 assist) e corona una serie perfetta, da oltre 32 punti ed 11 rimbalzi di media, una serie da MVP.

Limitando gli scontati, ma obbligati, elogi a James, e tornando alla serie, rimane da segnalare l'importanza dell'impresa compiuta dai ragazzi di Mike Brown che sono riusciti a vincere e convincere in questa serie, non lasciando che le briciole agli avversari sui quali partivano favoriti, il che non è sempre un vantaggio, chiaro esempio sono le difficoltà  in cui stanno incappando Boston ed Orlando: inoltre il vantaggio di aver terminato la serie con il minimo delle gare regala il grande privilegio di un riposo di circa una settimana (tempo infinitamente lungo per una squadra NBA) e la possibilità  di studiare in modo approfondito le gare restanti della serie tra gli Hawks e gli Heat da cui uscirà  l'ultimo ostacolo per la finale di conference.

Giù il cappello dunque per i Cleveland Cavaliers e per la loro maturità , virtù su cui parecchi non avrebbero scommesso.

Siamo alla fine di un'era per i Pistons? Sicuramente è finita la loro stagione, un'analisi di più ampio raggio sarà  presto pubblicata.

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