Il premio di allenatore dell'anno a Mike Brown è sicuramente meritato…
Prima di tutto il dato statistico: Mike Brown ha vinto il premio, ora intitolato a Red Auerbach, come allenatore dell'anno con 55 voti su 122, voti che gli hanno consentito di diventare il secondo allenatore dei Cavaliers, dopo Bill Fitch a vincere questa onorificenza.
Questa è stata una stagione piena di traguardi individuali e di squadra raggiunti: miglior record NBA, e miglior record della storia della franchigia, con 66 vittorie e 16 sconfitte; 39 vinte e 2 perse come record casalingo, solo 6 squadre nella storia della NBA hanno avuto un record pari o migliore a quello di questi Cavaliers, una squadra che ha saputo vincere sempre o quasi, da Novembre ad Aprile, preparandosi così nel migliore dei modi alla post season.
Mike Brown è il diciassettesimo allenatore della storia dei Cavaliers, arriva in Ohio nel 2005, dopo 3 anni con gli Spurs e altre due stagioni ai Pacers come assistente responsabile della difesa. Con i Pacers è arrivato alle finali della Eastern Conference del 2004, mentre con gli Spurs ha vinto il titolo del 2003.
Brown ha già portato i Cavaliers alle finali della Eastern Conference nel 2008 e alle finali NBA nel 2007, certo avere in squadra Lebron James o Tim Duncan aiuta, i risultati della carriera di Brown parlano di un allenatore vincente, o comunque di un allenatore che è stato in grado scegliere contesti vincenti in cui lavorare.
La carriera NBA del 39enne Brown è iniziata a Denver come addetto alla preparazione dei video per lo staff tecnico e poi come scout nel 1992, dopo 5 anni Washington come assistente, quindi Indiana e Spurs.
Una carriera professionale che è cominciata dalla vera e propria “gavetta” da cui Brown, con il lavoro e la dedizione è pian piano emerso fino a diventare l'allenatore dell'anno nella NBA per il 2009.
Brown ha sempre allenato la difesa e la scuola degli Spurs ha contribuito a questa sua formazione, da quando è ai Cavaliers si è dovuto via via dedicare anche ad allenare l'attacco, difatti dalla prima versione Brown i Cavaliers di quest'anno attaccano meglio, hanno più soluzioni, più organizzazione anche nella metà campo offensiva, pur avendo mantenuto una solida organizzazione difensiva.
Chiaramente anche il roster della squadra è cambiato nel corso del tempo, si è fatto via via più funzionale alle esigenze dello staff tecnico e di Lebron James, Lebron stesso si è evoluto, è cambiato ha saputo diventare sempre più un giocatore completo nelle due metà campo.
Tutto questo non è solo opera di Mike Brown però è certo l'indice di un allenatore che ha saputo crearsi uno staff tecnico adeguato, ha trovato il modo migliore per interfacciarsi con la proprietà , con il General Manager e con la sua stella.
La sua fama di studente, di maniaco, del gioco lo ha avvicinato a Lebron James che ha trovato una persona che lavora quanto lui, che studia il gioco quanto lui e che ha saputo trovare un equilibrio tra il ruolo dell'allenatore autoritario e “guida” della squadra, senza però essere ne troppo accondiscendente con il suo giocatore di riferimento, ne tanto meno cercare di imporsi come l'artefice dei successi della squadra.
Brown ha vinto il premio di Coach of The Year prima di tutto guadagnandosi la fiducia ed il rispetto di Lebron James prima e degli altri giocatori della squadra; l'impressione è che i Cavaliers siano sempre sulla stessa pagina, con le idee chiare, con un progetto sia tecnico, difensivo e e offensivo, sia di squadra ben delineato; e questo si può avere solo quando la guida tecnica sia in campo sia dalla panchina è chiara e accettata da tutti.
Adesso Brown da uomo concreto quale è ha sicuramente preparato un posto d'onore per il premio vinto in casa sua, ma è già pronto a fare spazio all'unico riconoscimento che a Cleveland vogliono davvero vincere quest'anno: il titolo NBA.