Luis Scola, sette pesantissimi rimbalzi offensivi
È stata una partita bellissima.
Le emozioni non sono mai mancate, con l'inerzia della gara che passa da una contendente all'altra, con molti errori ma anche tante giocate incredibili. Con buone probabilità questa risulterà la gara decisiva nella serie e ad aggiudicarsela, meritatamente, è la squadra che si è dimostrata più solida.
Ha ragione Yao Ming nel dopo gara, quando spiega che vincere una gara di playoff significa anzitutto lavorare sull'eliminazione dei propri errori e nelle battute finali Houston ha sbagliato di meno.
Portland invece lascia il Texas con grandi rimpianti, dopo aver giocato due partite diametralmente opposte. Pessima gara-3: sempre in affanno ma, approfittando dell'unico momento di rilassamento dei padroni di casa, i Blazers tornano a contatto nel finale. Grandissima gara-4: ancora una volta capaci di rimontare uno svantaggio in doppia cifra e perfino di fare paura ai texani con un terzo quarto commovente per aggressività difensiva. In tutte e due le partite Portland ha fallito il tiro per andare all'overtime.
Gara-4 poteva essere decisiva e nel momento del bisogno arrivano due grandi ritorni, quello di Yao Ming e quello di Travis Outlaw.
Il centro cinese, sempre presente sul lato difensivo, torna ad essere un fattore anche in attacco. Parte forte trovando subito canestri e soprattutto raccogliendo falli: due a testa per Oden e Przybilla nel primo quarto. Il problema dei falli peserà molto nel quarto finale della gara, quando Yao approfitta di una marcatura più soft dagli avversari che non possono finire fouled-out a metà frazione. Ecco allora che riesce a prendere posizione e ricevere palla a due passi dal ferro, distanza dalla quale li suo gancetto è infallibile.
Il cinese è la priorità difensiva di McMillan, quasi sempre intrappolato in un sandwich per inibire i compagni a frequenti passaggi in mezzo all'area. Ma come si è già visto nelle altre partite della serie, la coperta corta dei Blazers permette ad altri giocatori di battere la difesa di Portland: le triple sul perimetro di Battier (4/6) e Wafer (3/3) ed i 17 punti di Scola ne sono la prova più evidente.
Nonostante il grande lavoro del generoso Przybilla, Yao è riuscito a mantenere la promessa di pochi giorni fa, si prende 14 tiri (il doppio di gara-3) e finisce top scorer dei suoi con 21 punti (e 13 rimbalzi) in 44 minuti.
Sul versante opposto il grande assente di questa serie era senza dubbio Travis Outlaw ed anche lui è riuscito, finalmente, a dare il suo contributo. Nel secondo quarto è soprattutto merito suo se i Blazers non perdono contatto dai padroni di casa. Porta sul perimetro Scola e lo batte con due triple e due jumper, poi suona la carica con una schiacciata fragorosa a difesa schierata. Finisce la partita con 14 punti, ma anche due recuperi e due stoppate importanti.
Inutile dire che Brandon Roy è Portland. Segna 31 punti nonostante Adelman non gli conceda un istante in campo senza avere appiccicati addosso Artest o Battier. Mette una tripla in faccia ad Artest nel finale con la freddezza ed il coraggio del grande campione. In difesa è l'esempio per tutti i suoi compagni, gioca con grande intensità , ruba palla (3), stoppa (3), lotta (4 falli).
Nel terzo quarto i Blazers giocano quel basket che giustifica la loro presenza nei playoff. Dominano a rimbalzo, Roy, Outlaw, Przybilla e Aldridge sono bravi negli aiuti difensivi e le stoppate fioccano (sono nove a fine gara). Houston subisce un parziale di 11-0 nel finale di terzo quarto che porta al massimo vantaggio Blazers della gara: +7.
Che la terza frazione sia dei Blazers lo dice anche il numero di tiri liberi delle due squadre: 7/7 per Portland, 1/2 i Rockets.
McMillan concede pochi minuti di riposo a Roy ad inizio del quarto quarto ma tanto basta a Houston per ricucire lo strappo con due azioni devastanti di Wafer. Da quel momento la partita resta punto a punto fino alla fine.
Cosa decide la partita? Difficile trovare una sola risposta. La tentazione forte è quella di assegnare al fattore rimbalzi la chiave della gara. Contrariamente al terzo quarto, negli ultimi minuti Houston sbaglia molti tiri ma con Scola, Landry e perfino Lowry fa incetta di rimbalzi offensivi e trova punti fondamentali alla voce seconde opportunità .
Houston tira decisamente peggio dei Blazers (39,8% contro 45,7%) ma il deficit viene ampiamente recuperato grazie ai 13 tentativi in più rispetto agli avversari.
McMillan ha citato le troppe palle perse. Negli ultimi sei minuti Roy prima e Blake poi hanno buttato via cinque possessi. Blake in particolare ha sprecato malamente un recupero di Outlaw che aveva aperto il contropiede dando la palla al play dei Blazers. Blake però si ferma appena dietro l'arco dei tre punti e mentre guarda a chi dare la palla si fa soffiare la palla da dietro dall'accorrente Artest.
Altri due episodi down the stretch condannano i Blazers. La prima palla del pareggio è per Roy che supera Battier in penetrazione, ma poi commette sfondamento su quel Chuck Hayes che Adelman manda in campo proprio durante il timeout chiamato da McMillan. Giocata difensiva da applausi.
I tiri liberi però tengono in gara i Blazers. Portland è perfetta dalla lunetta (17/17 di cui 13/13 da parte di Roy) mentre Houston lascia qualche punto per strada. Con nove secondi da giocare e il penultimo timeout a disposizione, McMillan dispone uno schema per cui non può non essere seppellito dalle critiche.
Rimessa in gioco nelle mani di Outlaw che tira subito, da otto metri e con i piedi tutt'altro che orientati verso il canestro. Sdeng!
Poco più tardi Brooks sbaglierà un tiro libero e sul -4 ci pensa Rudy Fernandez a farci vedere come si infila la tripla decisiva. Troppo tardi però, perché a Lowry basta sbagliare il secondo tiro libero per non dare tempo ai Blazers di tentare l'ultimo tiro.
Una partita fantastica in cui entrambe le squadre avrebbero meritato la vittoria, ma che alla fine ne premia solo una, quella che è riuscita a reggere meglio la pressione.
Scola e Battier sono due giocatori fantastici e stanno facendo pesare la loro esperienza in questa serie. Artest ha tirato male (5/20) ma bisogna dargli atto che si è preso sempre la responsabilità di cercare un tiro (anche forzato) quando Houston ha fatto circolare male la palla e si è trovata obbligata a forzare una conclusione prima che scadessero i ventiquattro secondi. Ma difensivamente si è fatto sentire, come sempre.
La serie torna in Oregon, pressoché compromessa. Sono curioso di vedere se questi giovani Blazers accuseranno questa sanguinosa sconfitta o riusciranno a reagire con personalità .
Houston è pronta a lasciarsi alle spalle le sei eliminazioni consecutive al First Round, guidata da un coach esperto come Adelman e senza Tracy McGrady. Sarà un caso?