Howard come sempre sta facendo malissimo agli Spurs…
I Dallas Mavericks si stanno dimostrando semplicemente più forti di questi San Antonio Spurs, vincendo una tiratissima Gara 4 e ipotecando il passaggio del turno.
Un Tony Parker eccezionale e un Tim Duncan che mostra ancora una volta il suo cuore immenso non bastano ai neroargento, che ricevono poco o nulla dal resto della squadra, mentre i Mavs nonostante l'opaca prestazione di Nowitzki e Terry trovano la soluzione a tutti i problemi in Josh Howard.
Proprio un profetico Nowitzki aveva dichiarato dopo Gara 3 che se il buon Josh avesse continuato a questi ritmi sarebbe arrivata la terza vittoria biancoblu: così è stato e ora la serie si sposta nuovamente a San Antonio, dove questi derelitti Spurs tenteranno una reazione d'orgoglio.
La partita
Prova la mossa a sorpresa Coach Popovich spedendo in quintetto Bruce Bowen al posto di Mason per cercare da subito di mettere grande pressione in difesa: sembra dare i suoi frutti questa strategia con un avvio di 11-5 firmato come sempre da TP con 4 punti e 3 assist.
Per i Mavs l'occasione di chiudere i conti è troppo ghiotta e rientrano subito in partita grazie ad Howard: il quarto diventa punto a punto fino a 4 minuti dalla sirena quando gli Spurs tentano un nuovo allungo con un parziale di 10-0. Nuovo controparziale Dallas, che chiude avanti la prima frazione di 3 (32-29).
Il secondo quarto è il teatro dello show di un Parker inarrestabile: 18 punti nei 12 minuti contro i 19 totali dei Mavs, con addirittura 2 triple consecutive che rintuzzano un tentativo di fuga dei padroni di casa.
Il problema per gli ospiti è la solitudine in cui vengono lasciati Duncan e Parker: su 26 punti della seconda frazione solo 2 portano una firma diversa da quella del duo, troppo poco per le ambizioni della squadra di Popovich, che va a riposo avanti 55-51.
Josh Howard parte a razzo e le resistenze crollano subito: i Mavs toccano il +12 sulle ali dell'entusiasmo mentre il play nativo di Bruges finisce la benzina e solo il grande cuore di Duncan tiene gli Spurs in linea di galleggiamento.
Finisce 80-71 con ancora 12 minuti da giocare: ancora una volta il terzo quarto sarà fatale ai San Antonio Spurs.
Popovich spara l'ultima cartuccia inserendo George Hill, dichiarato non pronto per i Play-Off prima dell'inizio della Serie, ma la squadra non rientra più.
Dopo l'ultima sfuriata del duo Duncan-Parker conclusa con una tripla di Hill a 2:32 dal termine gli Spurs toccano il -3 ma ancora Howard e Nowitzki evitano il finale in volata e chiudono 99-90.
Le chiavi
Le 2 rivali giocano una partita diametralmente opposta: Dallas con WunderDirk e Terry tenuti a freno trovano la vittoria grazie al supporting cast mentre San Antonio vive solo delle invenzioni di Parker e delle giocate di Duncan: non abbastanza per espugnare l'American Airlines Center.
I ragazzi di Coach Carlisle vincono nonostante un tedesco sottotono e un bassissimo 38% dal campo: una vera e propria dimostrazione di superiorità nei confronti di una squadra che non ha più frecce al proprio arco.
Come promesso alla vigilia Parker ha attaccato il canestro dal primo minuto e Duncan ha fatto il leader ma se questo non ha evitato un'altra sconfitta a San Antonio cosa può farlo?
Gli zero punti di Mason e Bonner sono una dimostrazione di cosa non ha funzionato rispetto alla regular season, dove i 2 giocatori erano pedine fondamentali del roster.
E' stato inevitabile così soccombere di fronte ad una squadra che ha molte più armi offensive: Terry e Nowitzki sono le principali, ma in loro assenza Howard e Barea hanno dimostrato una grande efficacia, senza tralasciare l'indispensabile contributo del solito Jason Kidd.
Il momento in cui le squadre si sono affrontate ha aiutato non poco la compagine di Cuban, in netta risalita e proveniente da un 7-1 alla fine della stagione regolare con Howard rientrante da un brutto infortunio, mentre i cugini erano in crisi e appena scossi dalla notizia di un Ginobili out per i Playoff, proprio mentre si preparavano a tentare l'ultimo disperato assalto al titolo.
Qui San Antonio
Duncan: "Tony è stato incredibile. Ci ha letteralmente trascinato. Sono amareggiato perché uno sforzo come quello è stato inutile."
Parker: "Pop mi voleva aggressivo dopo Gara 3. Ho tentato di esserlo attaccando sempre il canestro e dando il massimo in ogni giocata. Verso la fine ho pagato un po' di stanchezza."
Popovich: "Certamente queste prestazioni di Duncan e Parker erano quello di cui avevamo bisogno. Loro dovevano avere la palla il più possibile per segnare. Speravamo che gli altri migliorassero e mettessero i loro tiri, facendo le giuste giocate. Non è successo, non abbastanza."
Fine della corsa. L'ultima chance Coach Pop se l'è giocata dando tutto in mano a Parker e Duncan, i soliti trascinatori, ma non è bastato nemmeno questo.
Tim è stato immenso oltre ogni previsione andando a 3 assist dalla tripla doppia ( 25 punti, 10 rimbalzi e 7 assist), e ginocchia o non ginocchia, ha dato tutto quello che aveva.
Tony ha eguagliato la miglior prestazione della storia degli Spurs per punti realizzati in un tempo (31, come Gervin nel 1978 in Spurs-Bullets), chiudendo con 43 totali, ma sobbarcarsi il peso di tutto l'attacco gli è costato troppo e ha finito la benzina anzitempo.
68 dei 90 punti totali portano la loro firma con solo 10 punti dalla panchina con un 2/14 che fa venire i brividi pensando che fino a 2 anni fa uscivano dal pino neroargento giocatori del calibro di Barry e Horry, in grado di cambiare le partite con una singola giocata nonostante l'età già avanzata.
Mason doveva essere la terza bocca da fuoco dell'attacco in contumacia argentino ed ha chiuso con 0 punti e 0/3 al tiro.
Serve un miracolo, un ultimo colpo di coda per continuare a sperare: il cuore non manca mai, le energie e il talento iniziano a scarseggiare.
Qui Dallas
Carlisle: "Un 3-1 di vantaggio è ottimo, ma non è ancora una garanzia."
Howard: "E' stato uno sforzo collettivo, ogni ha dato il suo. Noi sapevamo che volevamo fermare Jet e Dirk."
Terry: "Loro hanno cercato di fermare me e Dirk. Ma noi abbiamo compagni che sono saliti di livello, e Josh Howard è stato la chiave. Se lui continuerà ad avere queste performance, noi avremo la nostra chance."
Il Coach predica calma e stenta a dare per finita una squadra dalle mille risorse, ma sa, e con lui tutta la squadra, che il traguardo è davvero ad un passo e lasciarselo scappare è quasi impossibile.
La profondità del roster, il dominio sotto i tabelloni e la consueta energia sono state le risorse con cui i Mavs hanno piegato San Antonio, oggi e in tutta la serie.
Cuban ha già pronto lo champagne e per Dallas si tratta solo di sfruttare uno dei 3 match point a disposizione per farglielo stappare, festeggiando alla rinascita di una squadra che sembrava persa, contemporaneamente alla dipartita della più odiata delle rivali.
Appuntamento a martedì notte con Gara 5, forse l'ultimo saluto della dinastia degli anni dispari che è destinata a finire, 10 anni dopo il primo successo, dove tutto era iniziato.
Win or Go Home.