Houston tiene il comando

Shaun Battier, prestazione decisiva la sua nella partita

Sono contento perché Yao e Ron ha fatto pochi canestri ma siamo riusciti lo stesso a vincere la partita. Solo le buone squadre riescono a farlo e noi siamo un buona squadra.

Le parole misurate (good team) di Luis Scola sono quelle che meglio descrivono quanto accaduto ieri notte nella prima sfida texana della serie.
I Rockets sono riusciti a vincere nonostante le due primedonne della formazione di casa abbiano offerto molto poco alla causa dei Rockets, soprattutto nella metà  campo offensiva. Né Yao né Artest vanno in doppia cifra per punti, ciò nonostante Houston domina la gara toccando anche i diciassette punti di vantaggio. Un brutto, bruttissimo segno per i Blazers.

La partita si riapre nel finale solo per una mitragliata di triple della disperazione con cui Portland si riporta sotto di uno all'ultimo minuto ed ha con Blake il tiro del pareggio che però si concretizza in una airball un po' frettolosa.

A questo punto ci possono essere due letture. La prima suggerita dalla dichiarazione dell'argentino e che ci ricorda che Houston ha una maturità  superiore che le permette di controllare la sfida anche senza le sue star. La seconda è che Portland, nonostante tutto, sia arrivata ad un tiro dal vincere una partita giocata decisamente male. Per molte ragioni la prima ipotesi sembra prevalere.

Tra i meriti di Houston, a sorpresa, va annotata la capacità  di superare Portland nello sfruttare tutte le sue armi offensive. Yao e Brooks in gara1, Artest ed ancora Brooks in gara2, Battier e Scola in gara3. Coach Adelman ha creato un attacco bilanciato in cui tutti, a turno, possono essere protagonisti. Ma non era Portland la squadra con la maggiore profondità  offensiva, quella con la second unit più temibile della Lega?

C'è poco da raccontare sul fronte Houston che al Toyota Center ha perso solo una della ultime dodici partite contro i Blazers e che quest'anno ha sempre dominato la franchigia dell'Oregon in visita in Texas.

Sicuramente coach Adelman prima di sabato ha alcuni aspetti da rivedere con i suoi giocatori, tra cui la cattiva gestione del vantaggio accumulato nel corso della partita. Due le principali differenze adottate rispetto alla sconfitta incassata martedì: la marcatura su Roy, quella su Aldridge.

Nel primo caso in realtà  è cambiato ben poco, semplicemente Artest e Battier sono riusciti a rimanere più vicini al go-to-guy dei Blazers. McMillan ha spiegato che oggi molti blocchi sono stati portati male e questo ha permesso alla difesa avversaria di contenere meglio la star dei Blazers. Roy, da parte sua, ha messo in campo il solito talento e la consueta prestazione solida. Unica pecca, è riuscito a fare canestro solo attaccando il canestro o dalla lunetta, mancando pressoché tutti i jumper dalla media e lunga distanza.

Adelman non è troppo preoccupato dal rendimento di Roy, probabilmente perché sa di poter alternare su di lui due dei migliori specialisti difensivi della Lega e se nonostante questo il #7 infila 40 punti, forse è semplicemente perché è uno dei migliori giocatori della Lega, di quelli contro cui in alcune occasioni non c'è nulla da fare. Ecco allora che l'esperto coach dei texani sposta il mirino su Aldridge.

LaMarcus è stato un fattore in gara-2, con 27 punti e 12 rimbalzi, dopo una pessima prova in occasione del debutto ai playoff. Due prestazioni molto diverse che, guarda caso, coincidono con l'esito più o meno favorevole alla sua squadra. Adelman decide di raddoppiare l'ala forte avversaria quasi sistematicamente ed Aldridge ha subito questo aggiustamento: una partita davvero poco aggressiva, preferendo liberarsi in fretta della palla in favore di un compagno. A fine gara per lui ci sono 13 punti (6/15 al tiro), nessun tiro libero guadagnato e quattro palle perse.

Prima di domenica i pensieri di Adelman si concentreranno principalmente su Yao Ming ed è lo stesso cinese a far capire che non può continuare a restare ai margini del gioco offensivo dei Rockets.

Ho fatto solo 7 tiri e solo 7 punti in tutta la partita, non si può certo andare avanti così. In alcune occasioni credo di avere preso bene posizione al centro dell'area ma non mi hanno passato la palla. Guarderemo assieme la registrazione della partita per capire il motivo.

McMillan ha avuto successo in gara-2 anche grazie alla decisione di bloccare il cinese ed ha ripetuto anche ieri questo gameplan difensivo: marcare in anticipo e/o raddoppiare il centro cinese. Sempre.

La palla arriva poche volte al cinese ma questa volta non è bastato fermare Yao per superare i Rockets. Scola, con 19 punti e 9 rimbalzi, è riuscito a supplire alla poca produttività  dell'asiatico. Landry, Lowry e Wafer hanno contribuito con 24 punti dalla panchina ma soprattutto è stato Battier con 16 punti e due triple pesantissime a mettere in ginocchio i Blazers.

Aaron Brooks continua a fare impazzire la difesa di Portland e ad imbarazzare il povero Steve Blake, totalmente incapace di reggere la rapidità  del giovane avversario, più di quanto non dica il boxscore. Quei jumper che nelle prime due gare lo hanno fatto volare ad oltre 50 punti complessivi questa sera non sono entrati, ma questo non per merito della difesa avversaria.

A proposito di point-guard, si registra un sorprendente dnp (did not play, non entra in campo) per entrambi i play di riserva, Rodriguez e Bayless. Parto da questo dato per fare il punto in casa Blazers ed in particolare sulla gestione tecnica.

Sono sempre più frequenti le voci che si alzano a criticare coach McMillan, alcune anche ferocemente. Se l'ipotesi di mettere Bayless in marcatura su Brooks non è affatto peregrina, all'allenatore dei Blazers si imputa soprattutto la poca creatività  ed il poco coraggio.

Il riferimento principale è alla gestione del tempo concesso ai giocatori a disposizione: sempre quello. Perfino i più grandi estimatori di Outlaw non possono negare che il sesto uomo dei Blazers sta giocando una serie molto sotto il suo standard, patendo drammaticamente la marcatura di Battier. Ma le gerarchie della regular season sembrano essere inattaccabili ed Outlaw continua a godere della fiducia di McMillan. Per lui trentuno minuti in campo anche ieri notte, mentre Fernandez ne ha giocati ventidue. Inutile dire che il confronto tra i due per quanto riguarda gara-3 non inizia neppure: 2/11 per Travis con 3 rimbalzi, 6/9 per Rudy con 3 assist e 2 recuperi.

Lo spagnolo chiude la partita con 17 punti, cinque triple e la sensazione che se non fosse stato richiamato in panchina durante la frazione finale, forse la rimonta di Portland non sarebbe stata tardiva.

McMillan deve trovare delle soluzioni, difficile da ottenere senza prova a cambiare qualcosa. Deve anche trovare delle spiegazioni migliori di quelle con cui si presenta ai microfoni nel dopo gara.

We didn't get into a rhythm all night long.

Ai playoff nessun good team ti concede il lusso di prendere ritmo ed entrare in partita. Un'altra cattiva notizia per Nate è la promessa minacciosa con cui Yao Ming anticipa gara-4.

Per me è stata dura, come se fossi costantemente in un sandwich. Ma non posso lasciare che questa difesa mi sconfigga ancora.

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