Matt Stafford: prima scelta 2010?
Questa sembra un'annata decisamente negativa per le franchigie che hanno un disperato bisogno di un QB, perchè la classe è molto povera di talento oltre che particolarmente corta. E se da un lato questi sono gli stessi dicorsi che si facevano riguardo la classe dello scorso anno, e poi abbiamo avuto un debutto a dir poco strabiliante di Matt Ryan e un Joe Flacco che si è fermato ad un passo dal Super Bowl dimostrando che le previsioni sui rookie sono una questione complicatissima, dall'altro è oggettivo che di prospetti con un potenziale che gli permetta di giocarsi la possibilità di diventare starter in questo draft sono veramente pochi.
Partiamo con Matt Staford di Georgia. Il suo pedigree è di tutto rispetto. Era già un prospetto sotto i riflettori prima di andare al college, emergendo come uno dei QB più promettenti delle high school di tutti gli Stati Uniti, tanto che qualcuno già aveva predetto non solo il suo approdo in NFL, ma anche che sarebbe stato la prima scelta assoluta del draft. La sua esperienza con i Bulldogs ci parla di tre anni in cui ha collezionato quasi 8000 yards, 51 TD ed un rating superiore a 133, diventando il terzo giocatore in tutte le principali categorie della storia dell'ateneo.
Ma oltre alle cifre, i motivi che fanno di Stafford la probabile scelta numero 1 sono un braccio così potente da permettergli di fare tutti i lanci che vuole, e che sono previsti nei vari playbook NFL, di allungare il campo se richiesto, poi un gioco che a Georgia è vicino a quello giocato tra i professionisti facendo quindi presumere tempi più brevi di adattamento, quindi un palmares riempito con 2 bowl, lo Shugar Bowl del 2008 e il Capital One Bowl di quest'anno, che lo qualificano come un giocatore vincente. Qualità quest'ultima molto importante se contiamo che alla prima scelta ci sono i Detroit Lions alla disperata ricerca di un franchise QB. Ha inoltre una discreta abilità nel muovere i piedi e ha una meccanica di tiro molto compatta e veloce che gli permettono di non perdere tempo una volta deciso il bersaglio da colpire.
Al contempo, sempre guardando i numeri alzati al college, vediamo che ha lanciato 33 intercetti, frutto di letture non sempre perfette anche prima dello snap, ma soprattutto sbagliate nel momento in cui subisce una grande pressione, e questo è un aspetto che deve assolutamente migliorare da professionista, perchè il margine di errore in NFL diventa molto più sottile che in NCAA. Inoltre ha sì un buon istinto, ma talvolta si fida troppo di questo e della potenza del suo braccio, commettendo errori evitabili. Infine deve migliorare il gioco di medio-corto raggio, quando i suoi ricevitori si muovono nello spazio che si crea tra la schiena dei LB e davanti ai DB, e nelle tracce ad incrociare.
Tutti questi sono problemi non di poco conto, ed è per questo che in molti ritengono che l'altro top QB di questa classe, Mark Sanchez, sia una scelta più affidabile, o che comunque rappresenti una minor percentuale di rischio, e che in ogni caso Stafford sia un giocatore che nel draft del 2008 non sarebbe andato più in alto di una ventesima scelta al primo giro.
Un altro punto a suo discredito è il non aver voluto lanciare alla combine, ritenendosi già la prima assoluta e che una cattiva prestazione lo avrebbe penalizzato, mentre una buona non avrebbe potuto dargli ulteriori giovamenti. Così ha fatto vedere i suoi numeri solo al pro day insieme ai ricevitori che conosce, presentandosi appena entrato in campo scagliando la palla a più di 60 yards, il suo biglietto da visita per ricordare a tutti che ha un braccio da èlite.
Abbiamo quindi un giocatore che nel rapporto potenza/precisione è probabilmente il migliore della classe, ed è indiscutibilmente un leader, un giocatore molto presente nell'huddle ed ha anche un buon atletismo, ma al contempo ha già palesato dei limiti che lo rendono un'incognita maggiore di Sanchez sul lungo periodo, mentre la sua maggiore esperienza lo rende una scelta più saggia se la necessità di un QB è immediata.
Dopo di lui c'è appunto Mark Sanchez, da USC. Il prodotto di Southern California è per certi versi un prospetto molto più interessante di Stafford. Anche lui ha avuto una grandissima carriera all'high school ed ha scelto poi di andare in un college che gli potesse dare maggiori possibilità di crescita, ed a USC il coach Pete Carroll ha sviluppato un playbook molto complicato che però mette in evidenza le capacità di lettura e di decisione di un QB, e che quindi in caso di successo al college, rappresentano un biglietto da visita molto interessante per gli scout NFL.
L'inizio di carriera NCAA non è facile, né sul campo in cui sostituendo un infortunato Booty non è riuscito a prendergli il posto con una serie di prestazioni poco convincenti, e nemmeno fuori a causa di un'accusa per molestie sessuali. Però nell'anno da junior è esploso, lanciando più di 3200 yards e 34 TD a fronte di 10 intercetti, e portando la sua squadra a vincere il Rose Bowl, disputando tra l'altro una finale strepitosa. Ad attenderlo c'era una stagione da senior che avrebbe dovuto essere una campagna di consacrazione, ma vista la debolezza complessiva già citata della classe, ha deciso di anticipare il salto nel professionismo, facendo storcere il naso a più di qualcuno perchè se sul suo talento di dubbi ce ne sono pochissimi, risulta comunque essere ancora un giocatore acerbo, e se non trattato da una squadra che si può permettere di farlo crescere, potrebbe correre il rischio di bruciarsi.
Se infatti noi analizziamo Sanchez nei singoli aspetti del gioco, ha tutto per essere un grande QB del futuro: capacità di lettura dovute al sistema giocato a USC, una precisione chirurgica nei passaggi e doti da leader e di vincente non comuni. Non ha la potenza di Stafford, ma ha un lancio molto più preciso ed ha una migliore capacità di lettura sia pre snap che delle coperture durante il gioco, e infatti alcuni analisti lo vedono come un meraviglioso prospetto da west coast offence, anche perchè ha un rilascio perfetto e velocissimo. Noi però crediamo che non sia assolutamente un giocatore che verrà limitato ad un tipo di gioco, ma che anzi abbia dei margini di miglioramento più ampi di qualsiasi altro QB di questo draft, e che quindi si adatterà benissimo anche ad attacchi verticali. Inoltre è il migliore nella sua classe ad anticipare le traiettorie dei suoi WR nel senso che gli recapita la palla dove ha capito che si libereranno dei defensive backs, ed è il migliore dei suoi pari età nell'individuare le zone morbide delle difese. Inoltre soffre la pressione molto meno di Stafford, perchè si muove meglio dentro la tasca e capisce da dove arriva e quindi come sfuggirle.
Però come detto sul piatto della bilancia ci finisce anche un solo anno da titolare, seppur quasi perfetto, e questo risulta un problema perchè comporta periodi di maturazione più lunghi di quelli che si ritiene avrà Stafford, che ha guidato la sua squadra per il triplo del tempo rispetto al collega che così risulta ancora davanti a lui nei mock draft proprio perchè visto come più pronto a prendere in mano una franchigia NFL di quanto non lo sia Sanchez, sebbene il QB di USC abbia avuto una combine ottima ed un pro day che hanno mostrato ancora che a livello di talento puro sia il migliore nel suo ruolo.
Se Detroit deciderà di aspettarlo, allora potrebbe andare su di lui, ma se riterranno invece di aver bisogno di un QB da far debuttare se non subito, almeno da metà stagione, e che permetta di sfruttare la velocità e l'elevazione di Calvin Johnson sul profondo, allora la scelta ricadrà su un più rischioso in senso assoluto, ma più pronto ora, Matt Stafford. E questa è la prospettiva più probabile, visto che al momento a Detroit il ruolo di QB è scopertissimo.
Dopo di loro c'è veramente poco, come talento e come quantità di giocatori. Il terzo QB viene ritenuto essere Josh Freeman da Kansas State. Giocatore dotato del lancio più potente del draft, che però non utilizza molto perchè anche se non si possono muovere troppe critiche alla sua meccanica, che comunque dovrà migliorare, pecca ancora molto in precisione, quindi non può sfruttare al meglio la forza di cui è dotato. Al contempo, anche nelle tracce brevi deve lavorare molto, perchè difetta fortemente come tocco sulla palla, come sensibilità nel lancio corto. Se però poi consideriamo la grande mobilità e le doti atletiche di prim'ordine, capiamo perchè questo sia il terzo QB della classe. E' pur vero che qua siamo di fronte ad un prospetto assolutamente non pronto per essere titolare sin da subito, deficitario anche nelle letture perchè deve vedere lo spazio per lanciare e non riesce ad anticipare la sua formazione, cosa che in NFL bisogna assolutamente saper fare, e la squadra che lo prenderà non dovrà quindi avere necessità immediate ma lavorare su di lui parecchio per perfezionarne il gioco, insegnargli ad affrontare le coperture, e di conseguenza poter sfruttarne al meglio la sua mobilità nel momento in cui le secondarie dovranno preoccuparsi seriamente del suo passing game.
Anche lui viene da un sistema pro-style, e quindi sotto questo profilo, il suo adattamento sarà meno traumatico di altri prospetti che hanno giocato la spread offence in NCAA, inoltre ha un buon football IQ nelle capacità di scelta dei giochi, e questi sono altri fattori importanti per la sua scalata nei gradimenti, ma ripetiamo, sebbene abbia fatto una buona combine e squadre come i NY Jets o Tampa Bay stiano seriamente valutando la possibilità di draftarlo, rimane un buon progetto ma con dei limiti nella precisione del lancio e quindi con necessità di essere raffinato per sfruttare il suo potenziale.
Dopo Freeman, abbiamo Pat White da West Virginia. Questo è un giocatore alla Kordell Stewart per chi ha ricordi del football della seconda metà degli anni '90. Più che un QB è un atleta a dir poco versatile, un RB/WR/QB che ha voluto affrontare le combine come QB. E le sue prestazioni ad Indianapolis sono state anche buone, facendolo salire nei ranking, perchè comunque è molto veloce, ha una buona accelerazione e buoni movimenti di corsa. Però è anche vero che questa ascesa è dovuta alla già citata scarsità di materiale nel ruolo. White è pur sempre un giocatore di 6-0, che non è la stazza più indicata per giocare dietro al centro, come gli mancano potenza e precisione per guidare una squadra, ed è quindi più adatto a giochi speciali quali la wild cat o flanker screen per poi lanciare ad un altro WR che non ad essere un vero regista. Ed infatti pare essersi arreso, ed al suo pro day è stato valutato nelle sue capacità di ricevitore. Quindi ci troviamo di fronte ad un giocatore come detto versatile, ma che non sarà mai un vero QB NFL e quindi non sarà scelto da squadre che hanno il ruolo scoperto, ma più verosimilmente da un coaching staff che ha già idea di come utilizzarlo ed in quali situazioni, ma che soprattutto ha già il top spot al sicuro.
Da Texas A&M proviene Stephen McGee. Qua abbiamo un giocatore in una situazione interlocutoria. Dopo un'ottima carriera all'high school che lo ha messo in posizione di scegliere tra varie università che lo volevano alla guida della propria squadra, lui ha scelto Texas A&M che gioca un read option system. Non solo, i primi 3 anni sono stati ottimi, guadagnandosi il posto da titolare alla fine dell'anno da freshman, per poi confermarsi da sophmore e da junior, due stagioni in cui ha lanciato quasi 5000 yards e 23 TD, e corso per più di 1500 yards aggiungendo altri 9 TD via terra. Cifre strabilianti, che però sono passate in secondo piano nel momento in cui all'inizio della sua stagione da senior si è gravemente infortunato, perdendo l'anno e di conseguenza facendolo sparire dai radar degli scout e per questo non menzionato nei primissimi mock. Ma più ci avviciniamo al draft, e più McGee scala le posizioni. Combine, pro day ed inviti ne hanno rimesso in luce le qualità , come la mobilità che gli permette di disimpegnarsi bene dentro alla tasca guadagnando tempo, di sfuggire alla pressione e se necessario, di sfruttare i corridoi che si creano davanti a lui per guadagnare yards su corsa. E per capire quanto consistente è questo suo aspetto del gioco, sottilineiamo che ad Indianapolis ha corso le 40 yards in un, per un QB, meraviglioso 4:60. Non solo, ha una grande potenza nel braccio che unita ad una leadership indiscutibile, ad un carattere molto forte ed atteggiamenti da vincente, ne fanno un giocatore come detto interessante. Al contempo, deve necessariamente migliorare la precisione e le letture, nonché diventare più paziente perchè troppo spesso tende ad accelerare i tempi, anticipando i lanci sulle tracce o decidendo troppo frettolosamente di correre per sfuggire alla pressione. E come sappiamo, la più grande differenza tra l'NCAA e la NFL è la velocità del gioco, così questi errori tra i professionisti si pagano sempre ed a caro prezzo, perchè la pressione non ha solo lo scopo di mettere le mani sul QB, ma anche quello di fargli prendere la decisione in un tempo più breve di quello che necessita, e se il quaterback ha difficoltà di lettura e manca di istinto, sicuramente prenderà la decisione sbagliata.
Come detto, siamo quindi di fronte ad un giocatore interlocutorio. Progetto ancora limitato perchè ha un gioco ancora troppo verticale che si basa quasi esclusivamente sulla potenza, potremmo infatti definirlo più un lanciatore che non un passatore, ma che non si può negare abbia delle doti che gli danno qualche chance di giocare in NFL, anche perchè l'anno da senior, quello più importante per vedere il suo stato di maturazione, lo ha visto come partente in soli 3 match, quindi nessuno sa quanto ampi siano ancora i suoi margini di sviluppo. Tutto questo rende McGee ancor più una scommessa, perchè se non migliorerà la tecnica, non potrà mai giocare in NFL, ma al contrario se si raffinasse, potrebbe essere un ottimo cambio o un leader di una squadra già forte che al QB non chiede altro che il sindacale. O forse anche qualcosina in più.
Veniamo quindi a Rhett Bomar da Sam Houston State. Altro prospetto che ha una qualche chance di costruirsi una carriera NFL, ed anzi qualcuno lo vede un futuro starter grazie ad un braccio forte, al fatto che è un buon atleta e alla capacità di lanciare in movimento, quindi mostrando l'abilità di sfuggire alla pressione muovendosi anche fuori dal pocket. Ha inoltre un rilascio veloce, quindi può adattarsi a giocare in qualsiasi sistema, e potrebbe crescere anche al cospetto di playbook basati sulla velocità di esecuzione come quelli di Mike Martz, o quelli che si vedono ora ad Arizona o Houston.
Però lui è un altro di quei giocatori che fanno troppo affidamento su specifiche qualità , sfruttando eccessivamente i loro punti di forza che diventano così dei fattori penalizzanti. Anche Bomar ha una eccessiva confidenza nella potenza del suo braccio, pretendendo di fare lanci che risultano poi forzature pericolose. Inoltre deve migliorare nella scansione dei ricevitori, perchè ha il difetto di rimanere troppo legato alla prima opzione del gioco scelto, compromettendo l'imprevedibilità della sua azione. Sappiamo che al piano superiore, un QB deve leggere la difesa prima dello snap, poi vederne i movimenti quando riceve la palla e reagire istantaneamente, e questo senza guardare il suo ricevitore, di cui deve sapere già il movimento e dove si libererà , perchè le secondarie professioniste hanno un tempo di reazione brevissimo, e fissare un WR significa spesso un intercetto. Precisione e imparare a leggere le difese sono allora i campi su cui dovrà concentrarsi il coaching staff della squadra che deciderà di investire su questo ragazzo.
Ulteriori prospetti sono John Parker Wilson da Alabama, dotato di un buon braccio e discreta precisione, ma non è un giocatore da vittoria, cioè al massimo può essere un backup che fa il compitino per non perdere la partita se chiamato in causa, ma che non ha le capacità per poterla vincere. Poi Nate Davis da Ball State, che però è il prodotto di un pass happy spread system che ne ha gonfiato le statistiche. Ci sono inoltre problemi legati alla sua taglia, che è solo 6-1. Passiamo poi a Tom Brandstater da Fresno State, dotato di un buon fisico per la NFL, è un 6-5, con un braccio migliore della media che gli dà qualche possibilità di diventare un backup. Quindi Brian Hoyer di Michigan State, QB dal braccio discreto ma che ha lanciato molti intercetti nella carriera universitaria. Giocatore quindi più indicato ad un sistema west coast, con una semplice lettura pre snap ed esecuzione rapida. Infine abbiamo Graham Harrell di Texas Tech che nonostante le cifre alzate al college e la storica vittoria sui rivali di Texas, è pur sempre uno spread offence system QB, quindi il lavoro dei piedi, la meccanica di lancio e le letture devono essere riviste per trovare un impiego in NFL. Ha avuto inoltre un pessimo Senior Bowl, e questo ha aumentato ancora di più le sue possibilità di non essere draftato.
In quest'ultima carellata di giocatori non vi sono sleepers, forse qualche backup e qualche giocatore che non verrà nemmeno draftato, ma nel complesso vediamo come dopo i primi 3 giocatori menzionati vi sia veramente poca profondità nel ruolo, e già fuori dal primo giro sarà difficile pescare giocatori che potranno dare una mano in concreto. Per questo prevediamo un gran movimento il giorno delle scelte per assicurarsi uno tra Freeman, Sanchez e Stafford da parte di chi ha un urgente bisogno di QB, e la paura di perdere uno dei tre e ritrovarsi già al secondo giro senza alternativa potrebbe innescare logiche di trade a salire che renderanno estremamente elettrizzante il day one delle scelte.