L'entusiamo di Chris Andersen è contagioso per compagni e pubblico…
Tornato sul luogo del delitto, quel Pepsi Center di Denver nel Colorado dove giocano i Nuggets. Tornato sul luogo del delitto dove avevo fatto 36 punti, alcune vittime e pochi prigionieri. Tornato sul luogo del delitto per scrivere nuovamente 31 punti, ancor meno prigionieri e una vittima illustre: Chris Paul.
Chauncey Billups è tornato sul luogo del delitto per vincere la seconda gare contro i New Orleans Hornets, andare 2-0 nella serie e fornire il secondo indizio di alto tasso di pericolosità per Derek Fisher e i Lakers in una, ad oggi probabile, finale di conference.
Difatti come accennato poco fa i Nuggets hanno strapazzato per la seconda volta sul parquet amico i calabroni di coach Scott che sembrano in balia degli eventi, impotenti e senza nessuna contromisura efficace nel limitare l'attacco di coach george Karl. 108 a 93 il punteggio finale che ha visto le pepite del Colorado gestire sempre il ritmo della partita e la sua inerzia; Billups e compagni tengono sotto controllo per tutti i quattro quarti l'attaco avversario.
15 palle perse per gli Hornets sono davvero troppe e oltre al predicatore nel deserto Chris Paul si è visto davvero poco, West escluso.
Come dicevamo match mai in discussione dove il massimo vantaggio Hornets agli albori della partita è stato un +3 e il massimo vantaggio Nuggets un sonoro e pesante +23. Nonostante l'attuale manifesta superiorità non sono mancati attimi di nervosismo all'interno del palazzetto come testimoniano i falli tecnici per Nenè e Tyson Chandler che non se le mandono a dire e il tecnico comminato al Birdman Andersen per un balzo avventato sulla testa di CP3.
A riguardo curiosa dichiarazione del numero 11 dei Nuggets, che per la cronaca ha messo a segno 6 punti e 1 stoppata: “Sapete tutti che adoro rimandare il pallone in faccia a chi cerca di andare a canestro e volevo regalare ai miei tifosi un'altra stoppata, giusto per surriscaldare un pò il campo”.
Per quanto riguarda le cifre, oltre al solito Billups da 31 punti, 4 rimbalzi e 4 assist per un plus/minus da +10 e un altro assurdo 4/6 dalla lunga distanza, da segnalare un carmelo Anthony risvegliatosi dopo gara 1 che segna 22 punti e smista 9 assistenze. In doppia cifra anche Jones, Martin e il meraviglioso J.R. Smith che segna 15 punti di cui 10 in meno di quattro minuti di gioco durante l'ultima frazione.
In generale la squadra, sotto la guida sapiente di Billups, sembra energica, carica emotivamente, sicura dei propri mezzi e anche con un pizzico di incoscienza che non guasta mai. Insomma la forma sembra quella dei migliori giorni: Denver difatti non vinceva le prime due partite di una serie di playoff dal lontano 1985.
A tal proposito calma i bollenti spiriti coach Karl che afferma che la strada è ancora lunga e soprattutto ora che la serie si sposta in Lousiana bisogna raddoppiare gli sforzi e tenere alto il livello di concentrazione.
Billups, a domanda riguardante l'andamento del match, afferma invece che: “In attacco, ognuno di noi può sempre avere una grande serata, ma se stiamo giocando bene è tutto merito della nostra difesa. Siamo molto concentrati e preparati a mandare due o tre uomini su Chris Paul”.
Questo fa capire quanto sia temuto il piccolo grande play con il numero 3. Chiedendo invece al buon Anthony cosa ne pensasse dell'apporto di Billups risponde con un laconico; Mr. Big Shot.dall'altra lato dell'arcobaleno ci sono gli sfiduciati Hornets che aspettano il ritorno a casa come ossigeno puro. Ossigeno che forse hanno avuto troppo in abbondanza ai 1609 metri sul livello del mare del Pepsi Center.
Si salva come detto il solito Paul con la solita doppia doppia da 14 punti e 13 assist, a dargli un aiuto ci prova West che mette a referto un doppia doppia anche lui con 21 punti e 10 rimbalzi. In doppia cifra anche Stojakovic, 17, Butler, 12 e Posey, 12.
Troppo poco per fermare questi Nuggets.
Anche nelle dichiarazioni post partita emerge difatti questa sensazione.
Chris Paul ammette che in questo momento è impossibile fermare uno che sta giocando come meglio non si potrebbe. Continua il playmaker dicendo: “Guardate l'anno scorso con gli Spurs era la stessa situazione, per questo teniamo la testa alta e torniamo a casa a giocarci le nostra possibilità "
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Coach Byron Scott oltre a non averci capito ancora nulla in questa serie predica: “Loro hanno tenuto il servizio in casa ora tocca a noi fare lo stesso”. Come se bastasse dirlo.
Se Billups è quello che abbiamo visto.
Se Anthony, Smith e gli altri lo appoggiano e lo seguono come nelle prime due partite.
Se non si inventano qualcosa di autodistruttivo nel Colorado.
Se queste sono le condizioni allora è prevedibile uno sweep o un 4-1 Denver.
Se viceversa si inventano qualcosa nel coaching staff di New Orleans.
Se con Paul e l'aria di casa salgono di livello tutti i giocatori del roster.
Se Scott inizia ad allenare la serie.
In questo caso tutto è ancora possibile.
Come sempre nei playoff tanti “se” e poche certezze.
I tifosi Hornets sperano che l'aria di casa faccia bene ai loro beniamini.
Non è la prima volta che succede una trasformazione radicale tra le mure amiche in una seria di playoff. Ma l'importante è ricordarsi che gara 7 si gioca ancora in Colorado e che bisognerà vincerla una a Denver per passare la serie.
Tutto è comunque ancora anche se il 90% dei destini della serie passa attraverso la fondamentale gara 3 di scena sabato 25 alla New Orleans Arena.
Restate connessi perchè ci sarà aria di grandissima sfida.
Where Amazing Happens.