Orgoglio Jazz, ma è 2-0 Lakers

Col Mamba allo Staples non si negozia…

Ci si aspettava una gara diversa rispetto a quella di due giorni fa, e così è stato. I Lakers, con maggiore fatica rispetto a gara-1, riescono a mantenere inviolato lo Staples Center e portano la serie sul 2 a 0. Lo scarto finale tra le due squadre è di 10 punti (119-109), ma mai come in questo caso vale la pena di andare oltre il risultato e di analizzare la partita.

I giallo-viola partono subito a mille, sfruttando la superiorità  dei loro lunghi rispetto a quelli avversari. Una superiorità  che si manifesta su entrambi i lati del campo, dal momento che Gasol, Odom e Bynum mettono a segno diversi punti e al contempo occupano ottimamente la propria area.

Questa sembra la maggiore novità  rispetto a gara-1: Phil Jackson lascia maggiore libertà  nel tirare dalla media e da 3 a Williams, Brewer e Korver, per far sì che i suoi giocatori possano tagliare qualsiasi rifornimento ai lunghi di Utah. In effetti nei primi 9 minuti Boozer e Collins non segnano nemmeno un canestro.

La difesa gira a dovere, ma è soprattutto in attacco che i Lakers sorprendono i propri avversari. Su 21 tiri, sono ben 18 le conclusioni portate a segno, per un totale di 41 punti. I Jazz ne mettono a segno 29 frutto, più che di un attacco concreto, dei ritmi molto elevati della partita. Da segnalare la buona prova di Bynum, autore di 10 punti nella prima frazione di gioco. Rimarranno, però, gli unici punti segnati in questa partita dal numero 17 di Los Angeles.

Nel secondo quarto Utah prova a riavvicinarsi, ma non riesce mai a scendere sotto i 7 punti di svantaggio. In tutto questo, Bryant tira pochissimo (3 sole conclusioni nel primo tempo, 2 delle quali a segno) ma serve 7 assist, lasciando intendere di voler far entrare in ritmo i propri compagni. Il primo tempo si chiude sul 66-55.

Nel terzo quarto si ripete lo stesso copione. I Jazz si avvicinano, guidati da Williams e Boozer, e tutti i ragazzi di Sloan tentano di agguantare i padroni di casa, senza successo.

Bryant inizia a scaldare la mano, mette solo 3 tiri su 8 tentati nel quarto ma, ad un minuto dal termine, manda a segno un jump-shot in allontanamento irreale per il +8 Lakers. Passano pochi secondi, e Shannon Brown infila la tripla che vale il +11 giallo-viola. Siamo 89 a 78, i Lakers sentono di avere in pugno la gara ma è a questo punto che Utah tira fuori l'orgoglio.

L'ultimo quarto scivola via senza grandi sussulti, fino a che i Jazz, a cinque minuti dal termine, iniziano un parziale di 9 a 2 che li porta a -5 dai padroni di casa. Pau Gasol va in lunetta, ha la possibilità  di regalare alla propria squadra il +7 ma fallisce entrambi i tiri liberi. Utah attacca, ma è sempre lo spagnolo ad effettuare una stoppata nei confronti di Brewer sul finire dei 24 secondi.

Il possesso della palla torna ai Lakers, e Bryant gonfia la retina con un jump-shot quasi dal perimetro. Stavolta è davvero +7 per i Lakers. Brewer mette due liberi dopo aver subito il fallo da Odom, dopodichè Ariza, con un minuto e mezzo da giocare, manda a segno la tripla che chiude la partita.

Lakers, che attacco!

I Lakers hanno vinto questa partita nella metà  campo degli avversari. Primo quarto stellare in tal senso, e gara-2 va agli archivi con i ragazzi di Phil Jackson che tirano con il 60% dal campo. Anche i Jazz si rendono autori di una buona gara offensiva, e a differenza di gara-1 portano la loro percentuale al 50%.

I padroni di casa hanno condotto la gara dall'inizio alla fine, sfruttando principalmente la superiorità  dei propri lunghi e un buon tiro da 3. La capacità  da parte di Bryant, ma anche di Odom, Ariza e Brown di mettere triple importanti ha rappresentato un vantaggio consistente, tant'è che non appena gli avversari si avvicinavano, arrivava puntuale un canestro messo a segno.

Ancora una volta lo schema a triangolo permette agli attaccanti giallo-viola di esaltare le proprie caratteristiche, e quasi tutti beneficiano del lavoro dei compagni. Sono ben 7 i lacustri andati in doppia cifra, con un podio formato da Bryant (26 punti, 6 rimbalzi, 9 assist), Gasol (22) e Odom (19).

Fisher dà  il suo contributo alla causa (11 punti per lui), e come in gara-1 stupiscono Brown ed Ariza. Il primo gioca 16 minuti e fa 12 punti, il secondo ne fa 13 e in più serve 9 assist, facendo circolare la palla a dovere.

Le uniche note dolenti, tra i padroni di casa, sono rappresentate da Bynum e da Vujacic: il primo si esalta con 10 punti nel primo quarto e poi non ne mette più uno a segno. Vujacic, invece, viene cercato poco dai compagni e non infila nemmeno un canestro, nonostante i 3 tentativi.

Utah, la strada è quella giusta

I Jazz dovevano lavorare su due aspetti per poter coltivare speranze di giocarsela con i Lakers: una miglior difesa e più precisione al tiro. La difesa non è stata delle migliori, con 119 punti concessi agli avversari. Avversari che però, come abbiamo detto poc'anzi, erano in buona serata.

A parte questo, Jerry Sloan non sembra aver trovato grandi soluzioni nella propria metà  campo. La pressione dei suoi ragazzi e l'impegno mostrato in campo è stato lodevole, e pur essendo riusciti nell'intento di alzare il ritmo del gioco i Lakers hanno risposto adeguatamente.

Un altro problema irrisolto è quello dei lunghi, con Boozer e compagni in grande difficoltà  nel limitare Odom e Gasol più che Bynum. Non è facile, sotto canestro manca intimidazione e atletismo, ma d'altronde si sapeva che i Lakers da questo punto di vista avevano un vantaggio.

Difesa da rivedere, dunque. Ma la capacità  di rincorrere gli avversari per tutta la partita e la maggior precisione al tiro sono due note positive. I Jazz dovevano dare un segnale e dimostrare di poter giocarsela: missione riuscita, visto che nell'ultimo quarto sono arrivati anche a 3 soli punti (e palla in mano) dai padroni di casa.

Inoltre, ben 6 giocatori sono andati in doppia cifra. Williams, anima della sua squadra, ha risposto alla grandissima con 35 punti e anche Boozer ha lasciato intendere che l'ottima prestazione di gara-1 non era un caso isolato, facendo registrare 20 punti e 10 rimbalzi.

Ma anche i cosiddetti comprimari sono saliti di livello: Korver, Kirilenko, Brewer, Millsap…tutti hanno contribuito alla rimonta.

Questi progressi andranno confermati in gara-3, che si svolgerà  dopodomani a Salt Lake City, ma una cosa è certa: i Jazz sono vivi e hanno voglia di lottare fino alla fine.

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