Dallas corsara a San Antonio

Bowen cerca, con poco successo, di contrastare Jason Terry

E' finito un incubo, una maledizione da trasferta che nei Playoff durava dal 3 giugno 2006 (vittoria e titolo della Western Conference in quel di Phoenix) e da ben 9 partite consecutive, sempre perse lontano dall'American Airlines Center.

Proprio all'At&T Center di San Antonio, la peggiore delle rivali, l'acerrima nemica di tante battaglie del nuovo millennio, finisce questo digiuno che è anche il miglior inizio per una serie che si preannuncia ancora lunga.

Questo è il punto di vista Mavs, ma se volessimo vederla con gli Spurs ci si può aggrappare al passato e notare che sia nel 2005 che nel 2007 ( anni del titolo) i Playoff erano iniziati con una sconfitta casalinga: la realtà  è ben diversa e gli Spurs sono una squadra molto più fragile rispetto a prima, un po' come le ginocchia di Tim Duncan.

La partita

Partono subito forte i padroni di casa con Bonner, Thomas e Bowen che si alternano sul pericolo numero 1 Dirk Nowitzki e lo costringono a spendere 2 falli in attacco già  nel primo quarto, con gli Spurs che chiudono avanti 29-18 grazie a 8 di Finley, 7 di Duncan e 4/5 di squadra dall'arco.

Il secondo periodo inizia all'insegna di un grande Drew Gooden, che segna 8 punti nello spazio di 3 minuti e costringe Nowitzki al terzo fallo e alla panchina per il resto del quarto.

Proprio quando l'inerzia sembra definitivamente neroargento con la truppa di Popovich che tocca il +13 (massimo vantaggio), si fa sentire la maggior profondità  della panchina dei Mavs, che mette a referto 17 dei 27 punti (con 10 di Brandon Bass) del secondo parziale e può andare a riposo a contatto 49-45.

Il rientro dagli spogliatoi è traumatico per gli Speroni che vengono travolti dalla furia di Josh Howard (13 punti nel solo terzo quarto e assoluto MVP di Gara 1) e vanno sotto come energia, tenuti a galla solo dal duo Parker-Duncan e da un clamoroso 11/14 totale da 3: le solite armi insomma, ma quando inizia l'ultimo e decisivo periodo, quello per eccellenza in cui i texani padroni di casa si affidano alle giocate di Manu Ginobili, l'assenza dell'imprevedibile argentino fa crollare le forze mentali e atletiche di Duncan e soci, tenuti al 40% dal campo, contro il 58% di Dallas.

A 7 minuti dal termine un ultimo sforzo di TD riporta San Antonio a -3, ma il parziale di 9-0 firmato da Dampier e Barea è il colpo del definitivo KO, che regala un meritatissimo successo agli uomini di Carlisle e mette gli Spurs già  con le spalle al muro.

Le chiavi

La tattica di Popovich di arginare Nowitzki e Terry per costringere i Mavs a giocare senza le 2 principali bocche da fuoco non ha portato i frutti sperati grazie soprattutto ai 25 di Josh Howard e al grande impatto della panchina ( 39 punti, contro i 14 di cui 1 solo nel secondo tempo di quella avversaria).

Il tiro da 3, da sempre ago della bilancia per San Antonio, rischia di non essere un fattore visto che nonostante un 79% dall'arco difficilmente ripetibile non è arrivata la vittoria.

Giocare una serie con punteggi superiori ai 100 punti sarà  un vantaggio per la compagine di Mark Cuban, poiché come dichiarato giustamente da Barea "l'unico giocatore atletico e veloce che hanno gli Spurs è Tony Parker".

Completamente differente l'idea difensiva di Coach Carlisle, che invece di opprimere i 2 giocatori fondamentali degli avversari ha cercato di bloccare il supporting cast, sapendo perfettamente cosa aspettarsi dal franco-belga e dal caraibico.

Mossa che si è dimostrata azzeccata nonostante i 27 punti concessi a Td e i 24 a Parker ( comunque un lusso, visti i 31 tenuti di media in regular season dal francese contro i Mavs), con proprio il Signor Longoria tenuto a freno dalla grande difesa di J.J.Barea.

Il playmaker portoricano è stato la chiave principale di questa vittoria, vista la sua inaspettata produzione offensiva e tenuta difensiva, ma sarà  difficile ripetersi su questi livelli nel proseguo della serie ed essendo svanito l'effetto sorpresa Popovich cercherà  adeguamenti per rallentarlo.

Difficile aspettarsi Dallas espugnare l'At&T Center senza una super-prestazione di WunderDirk ma è successo, cambiando l'inerzia della serie e costringendo San Antonio ad andare a vincere almeno una gara in trasferta, ma attenzione al futuro più prossimo perché farsi sgambettare nuovamente a domicilio porrebbe definitivamente fine ai sogni di gloria dei neroargento.

QUI SAN ANTONIO
Popovich: "Noi dobbiamo realizzare che Manu Ginobili non sarà  parte della squadra per tutti i Playoff, perché in un certo modo se noi pensiamo troppo a Manu, questo rischia di portarci lontano dalla solita concentrazione"

Duncan: "Siamo già  stati in questa situazione, ma è comunque una brutta sconfitta casalinga"

Dalle parole dei due uomini-simbolo si capisce che questa sconfitta è amara ma la serie è appena iniziata e se gli Spurs riusciranno a dimenticare Ginobili e a trovare la giusta mentalità  potranno riprendere l'inerzia perduta.

Proprio la mentalità  vincente ha permesso spesso a San Antonio di battere i cugini texani, molto fragili da questo punto di vista, e se gli Speroni non riusciranno a rallentare il ritmo ed imporre il proprio difficilmente diventeranno padroni della sfida.

La chiave è tutta nel riuscire a giocare al ritmo congeniale e aumentare l'intensità  difensiva: tutti sanno che senza Ginobili l'attacco a metacampo di San Antonio, uno dei migliori per esecuzione dell'NBA, diventa estremamente prevedibile e troppo legato alle intuizioni di Parker, ma la squadra deve dimenticare l'argentino e cercare valide alternative offensive.

Bonner è troppo debole e poco intenso per reggere le sfide sotto le plance o rallentare almeno in minima parte il tedesco, così Pop potrebbe perseguire più di frequente le strade Thomas e Gooden, fisicamente e mentalmente più preparati per questo livello.

Un giorno di riposo per ricaricare le stanche batterie e cercare di trasferirsi a Dallas almeno in situazione di parità  nella serie.

QUI DALLAS
Terry: "Questo è probabilmente il peggior posto, dopo Cleveland, in cui giocare nella Lega. E non sarà  diverso lunedì sera."

Carlisle (riferito a Howard) : "Tenerlo seduto in panchina nel quarto quarto è stata la cosa migliore per la sua caviglia, e il quintetto abbassato ha finito bene il match."

Barea: "Ho solo tentato di fare del mio meglio per fermarlo (Parker), stargli di fronte più che potevo e cercare di subire un paio di sfondamenti. Mi è riuscito."

Da quanto affermato da Jason Terry si percepisce l'aria di impresa riuscita nello spogliatoio Mavs, che non possono rilassarsi e cercheranno di porre fine alla disputa proprio Lunedì nell'odiato At&T Center.

L'elemento fondamentale è stato senz'altro l'energia messa in campo dagli uomini di Carlisle, che dispongono di forze fisiche superiori a quelle degli avversari e hanno cercato di far leva su questo punto debole.

L'MVP della serata Josh Howard dal suo rientro dopo l'infortunio alla caviglia patito (che lo costringerà  all'operazione in estate) ha girato la stagione dei Mavs con 7 vittorie e 1 sconfitta in regular season e una grande prestazione in Gara 1.

Carlisle si è anche permesso il lusso di farlo sedere nell'ultimo periodo per tenere a riposo la sua malconcia caviglia, senza perdere quella forza inizialmente sprigionata proprio dal numero 5.
L'Head Coach dovrà  fare un grande lavoro soprattutto a livello psicologico per tenere alta la concentrazione, perché il rischio è di un rilassamento eccessivo, e Nowitzki e compagni ben sanno che con gli Spurs alle calcagna è meglio stare attenti.

Mark Cuban già  gongola all'idea di fare la festa agli odiati cugini, e visto il talento dei suoi giocatori, non è vietato sognare se questi Mavs, che hanno tutte le carte in regola per una grande post-season, dovessero reggere la pressione che il vantaggio nella serie inevitabilmente porta con sé.

Appuntamento lunedì notte per Gara 2, con Dallas alla ricerca di conferme e San Antonio di riscossa, in quello che si preannuncia un lungo derby texano.

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