Wade mira in alto… ma fino a dove può arrivare con questi compagni?
La stagione regolare si chiude, ed ora anche per Miami è tempo di playoff.
Dopo l'anno d'inferno (quello scorso), la post-season torna ad essere realtà per i 20mila dell'American Airlines Arena.
Scores
Miami Heat @ Dallas Mavericks 96-98 L
Miami Heat @ Charlotte Bobcats 97-92 W
Miami Heat @ Washington Wizards 118-104 W
Miami Heat vs New Orleans Hornets 87-93 L
Miami Heat @ Boston Celtics 98-105 L
Miami Heat vs New York Knicks 122-105 W
Miami Heat @ Atlanta Hawks 79-81 L
Miami Heat vs Detroit Pistons 102-96 (OT) W
I ragazzi della Florida non si discostano dal rendimento che, in pratica, ha caratterizzato tutta la stagione degli Heat. Una squadra in altalena, cui troppo spesso è mancata la continuità , anche a causa di una panchina non proprio lunghissima.
La squadra chiude con un record positivo (43-39) e comunque questo è già un ottimo risultato, considerando che Miami veniva dalla peggiore stagione della sua storia.
Il processo di ricostruzione della squadra intorno al fenomeno Dwyane Wade, ha dato i suoi primi frutti; certo, a regular season ormai conclusa, qualcuno obietterà che si poteva fare anche di più, ma non sarebbe giusto minimizzare i meriti di un roster che molti, ancora nelle ultime settimane, non ritenevano all'altezza della posizione occupata in classifica.
Invece il quinto posto è meritato e anzi, rimane qualche rimpianto per la quarta piazza che, senza qualche inaspettata sconfitta, si poteva conquistare. Unica magra consolazione: l'avversaria sarebbe stata la stessa, Atlanta, ma con il fattore campo a favore. Così sarà più difficile, ma di certo non impossibile. Non con questo Wade.
La squadra
Partiamo da una curiosità , ma non senza importanza: negli ultimi giorni, contro le squadre di seconda fascia, Miami non ha mai fallito. Contro le big, o comunque contro franchigie dal record positivo (oppure in netta crescita come i Bulls), la tendenza è praticamente invertita.
Particolare non secondario, dicevamo, poiché spiega senza bisogno di ulteriori analisi il limite principale degli Heat versione 2008-2009: una squadra Wade-dipendente, ma anche senza vere alternative.
Se per disgrazia, come accaduto negli ultimi 2 anni, Flash fosse rimasto a lungo fuori per infortunio, Miami, nonostante il buon collettivo, avrebbe messo insieme un record da lotteria, come la stagione passata.
Le basi per crescere sono state poste, lo abbiamo già detto nei precedenti report, il grande lavoro estivo andrà fatto tanto sul mercato quanto in ufficio, per le conferme e per impostare le strategie giuste. Ma questo Pat Riley di certo lo sa bene.
Coach Erik Spoelstra ha confermato anche nel finale di stagione la tendenza adottata fin dai primi giorni, non senza sorpresa per un giovane, al debutto come head coach, pur con la regia di Riley: l'ampia rotazione di giocatori nell'arco di tutto il campionato, accantonando e riprendendo diversi elementi più volte e spesso con risultati da non sottovalutare.
Di Wade non c'è molto altro da aggiungere dall'ultimo report: rendimento ancora in crescita, nelle ultime gare di regular season ha viaggiato bel oltre i 30 di media, con la ciliegina dei 55 rifilati ai Knicks, già in versione estiva, conquistando il titolo di miglior marcatore della Nba,
I numeri: 30.2 punti in 79 gare giocate, poco meno del 50% dal campo, con 22 tiri a partita (più di chiunque altro).
A proposito di rotazioni e giocatori persi e ritrovati, buone notizie da Jamaal Magloire. Il centro da Kentucky, a novembre, non stava in campo più di 8 minuti a sera, con infortuni, qualche DNP e anche un po' di sfortuna.
Ma il rendimento di Magloire, che in 8 anni da pro ha cambiato 7 maglie, è cresciuto, tanto da raddoppiare i minuti in campo e mettere insieme numeri di qualità , come dimostrano i 5 rimbalzi di media e le buone percentuali dal campo negli ultimi 3 mesi. Nella battaglia sotto le plance della Philips Arena, servirà anche il suo contributo.
Capitolo Michael Beasley"
Con la seconda chiamata al draft, lo sapeva pure lui che sarebbe stato al centro della discussione cestistica in mezza America, e in tutti quegli angoli di globo dove la Nba è passione e oggetto di discussione tra i fans.
Non potrebbe essere altrimenti per un ragazzo che, discorso vecchio, ha qualità e potenzialità , che deve tirar fuori e sviluppare. E' di qualche settimana fa il dibattito sul ruolo ma soprattutto sul rendimento del giocatore, che in queste ultime gare di regular season ha mandato segnali positivi a dirigenza e tifosi, con prestazioni convincenti.
Gli ultimi infortuni, hanno fatto schizzare alle stelle il minutaggio di Beasley che nelle prime 6 gare di aprile, ha sfiorato i 35 minuti a partita, con ottime percentuali dal campo (55% fg, 50% da 3), 20 punti di media e 8.5 rimbalzi. La domanda nasce spontanea: nuovo senso di responsabilità ? Qualità che finalmente vengono fuori? O semplice momento positivo, cui presto seguirà un calo?
Sinceramente, prendo le prime due, mescolate a piacere a seconda della serata.
Il ragazzo ha potenzialità da All Star, ha accettato il ruolo di sesto uomo che Spoelstra gli ha assegnato per questa parte finale di stagione, provando a trarne il meglio. E il meglio è arrivato.
Continuasse così, ai playoff potrebbe anche diventare un fattore decisivo, come decisiva sarà la sfida nel pitturato contro gente come Al Horford, Josh Smith e Zaza Pachulia. Non fenomeni forse, ma giocatori che sanno come comportarsi sotto canestro. Beasley, a differenza di altri in quel ruolo, pagherà un tributo di inesperienza, ma certamente ha dalla sua qualità offensive che possono essere la chiave di volta per supportare il solito, straordinario apporto che ci si aspetta, e che probabilmente arriverà , da Wade.
Bilancio e playoff
Le somme di questa stagione andranno tirate soltanto dopo la conclusione dei playoff. Contro Atlanta sarà dura, ma non impossibile. Molti, ad inizio anno, avrebbero firmato e controfirmato per la quinta piazza nella Eastern Conference, ma è chiaro che con i buoni risultati l'appetito aumenta, e gli Heat devono comunque provarci.
La squadra di Spoeltra sa di non aver nulla da perdere: la post-season è stata raggiunta, il record è tornato in positivo, i rookie (entrambi, soprattutto Mario Chalmers, vero e proprio steal of the draft, giocatore enormemente sottovalutato l'estate scorsa) hanno chiuso una stagione positiva.
Miami ha dalla sua ottime capacità difensive, anche se troppo spesso inespresse, una superstar, ma soprattutto giocherà senza l'ansia di dover conquistare a tutti i costi determinati obiettivi.
Insomma, fin qui bilancio assolutamente positivo. Ed ora viene il bello.
Contro gli Hawks, è assai probabile che vedremo una serie con gare equilibrate all'inverosimile, come quelle di regular season, dove a fare la differenza saranno le giocate dei singoli (in particolare Joe Johnson da una parte e D-Wade dall'altra), la difesa e la battaglia sotto canestro.
Niente da perdere, dunque, e questo è un enorme vantaggio, ma senza dimenticare che i problemi della squadra restano tutti e anzi, rischiano di apparire ancor più evidenti.
Attenzione ad Atlanta, che l'anno scorso battè in casa 3 volte su 3 i Celtics, portando la serie a gara-7 e che, in stagione regolare, ha vinto 3 delle 4 sfide contro Miami.
Ma c'è di più: a conferma di quanto detto poco fa, insieme a New Orleans, Atlanta è la squadra contro la quale Miami ha tirato peggio in stagione, sia dal perimetro (41%), che dall'arco (addirittura 26%), è quella contro cui ha collezionato meno recuperi (5.8) e soprattutto quella che ha fatto faticare di più l'attacco della Florida (appena 82 punti a partita), anche più di Boston e Cleveland. Contro gli Hawks, Miami ha segnato meno che con ciascuna delle altre squadre Nba.
Tutto questo la dice lunga sulla serie che vedremo.
La speranza, per lo staff, è di recuperare gli acciaccati, non schierati nelle ultime partite.
Pillole
– Conterà poco o nulla ai fini della valutazione stagionale di squadra (e società ), ma è pur sempre una soddisfazione. Le "Heat team dancers" hanno vinto, per la 4° volta consecutiva, il titolo di migliori della Nba, battendo in una sfida all'ultimo voto le "Rockets power dancers". Insomma, tutti i limiti che la squadra può avere in campo, sono assolutamente compensati dalla bravura (e bellezza) delle ballerine di Miami. Per conferme, prego consultare il sito ufficiale degli Heat.
– Dwayne Wade, come detto, è ufficialmente il miglior marcatore stagionale della Nba. Per Flash è la prima volta, e si è goduto il titolo dalla panchina, partecipando da spettatore alla vittoria dei suoi contro Detroit. Wade ha polverizzato 5 career highs solamente in questa stagione, che tra l'altro è quella in cui ha disputato il maggior numero di partite rispetto a tutte quelle passate (79), con gli infortuni che si sono finalmente tenuti alla larga.