Anche un duro come Scott Boras è crollato di fronte alla morte di Nick Adenhart
Doveva essere un inizio di stagione come gli altri per i Los Angeles Angels. E non lo è stato. Doveva essere una stagione di vittorie come le altre e, comunque vada a finire, non lo potrà essere. La morte di Nick Adenhart nelle circostanze nelle quali è avvenuta, ha spezzato i sogni coltivati fin da bambino di quell'adulto che era diventato, e che ha cercato con tutte le forze di arrivare nelle majors.
E nel momento più bello, dopo aver giocato una grande gara contro gli A's, la morte di Adenhart spezza in un sol colpo una giovane vita, crea uno squarcio nel cielo della mlb, ricordando che anche in quel mondo cosi apparentemente perfetto, talvolta ricoperto di una patina dorata, si può di colpo, essere costretti a riflettere sulla caducità della vita.
Peggior scossa emotiva in senso negativo per una squadra che dell'emotività ha fatto da sempre uno dei principali caratteri che la contraddistinguono, non si poteva verificare. E l'inizio di stagione degli Angels ha confermato questo pensiero. Sullo sfondo quel record 4-5 al momento di scrivere queste righe.
Nel passato recente una scena che abbiamo ben presente con il dogout angelino a catapultarsi interamente in campo per difendere il compagno di squadra Bobby Abreu alle prese con il rivale Josh Beckett, reo di un lancio ritenuto simil-omicida. Nel passato recente due sconfitte contro Seattle 2-3 e 3-11.
Al di là degli episodi specifici, è apparso chiaro lo stato mentale della squadra, per il lutto appena accaduto e il tentativo del manager Mike Scioscia di attirarsi le attese punizioni arbitrarie nel caso specifico contro Boston per limitare i danni. La recente sospensione di Beckett ha fatto gridare al “Giustizia è fatta”.
Ma riteniamo sia più importante capire veramente la condizione della squadra. La serie giocata dagli Angels con i sorprendenti Mariners di queste prime due settimane di stagione, ha confermato lo stato di questi Angels, in bilico tra la ricerca di una precisa identità tecnica e la ricerca ancora della rotazione migliore. Mancano John Lackey, ancora Kelvin Escobar ed anche Ervin Santana. In parole povere 3/5 dei partenti designati. Gli altri lanciatori al momento non appaiono nelle condizioni di portare la squadra in alto.
La direzione tecnica della squadra prova ad attingere a piene mani dalle Minors con Rafael Rodriguez e Reggie Willits (già rimandato nelle Minors). Quell'opinione prima dell'inizio della stagione, secondo la quale si poteva osare di più durante lo scorso inverno nel tentativo di rafforzare un settore pitching tradizionalmente forte, ma non adatto ad una squadra che punta a fare squadra nella offseason e che dovrebbe vincere la AL West a mani basse.
No, questo succedeva gli scorsi anni. La storia attuale ci racconta come in altre sedi stiano ricostruendo e bene sembra. Un nuovo corso come quello dei Mariners che doveva e ha sembra aver già cancellato gli errori del recente passato. Siamo solo alle prime settimane di stagione si, ma al momento è proprio l'aria che si respira da quelle parti a sembrare diversa. Come quella che si respira subito dopo un temporale.
Dopo i Mariners, anche gli A's stanno tentando di ricostruire con un processo che richiederà tempo, ma che senza dubbio è avviato. Il percorso degli Angels recente racconta di una squadra vincitrice di 5 titoli divisionali negli ultimi 6 anni. Questo si può tradurre facilmente in un progetto sportivo competitivo. Un progetto che punta a vincere le World Series, ma al quale mancano ancora alcuni tasselli.
Al momento gli Angels piangono, hanno tanta voglia di piangere per la morte di Nick Adenhart, di gridare al mondo la loro rabbia per quanto crudele possa essere la vita, e si ricordano di altri lutti accaduti alla squadra nel recente passato, tra i quali anche un suicidio. Ma intanto il tassametro corre.
I Seattle Marines hanno cominciato bene la stagione, cosi come non accadeva addirittura dal 2001, l'anno nel quale hanno vinto la division. La scorsa notte hanno visto interrompersi ad opera degli Angels la loro striscia di 6 vittorie consecutive. Nel mezzo una buonissima prova del semisconosciuto RHP Chris Jakubauskas, alla sua prima partenza nelle majors da rookie ed in grado di tenere a bada le mazze angeline senza far loro segnare nemmeno un punto fino a quando è rimasto sul monte. Da li in poi Los Angeles ha dilagato.
Seattle era priva di Ken Griffey Jr., come noto tornato all'ovile in questa stagione e non ha potuto niente contro un Joe Saunders poche volte cosi ispirato sul monte, e pronto a dedicare a fine gara la vittoria all'amico Nick Adenhart in primis, ma poi anche alla Hokie Nation.
Adenhart è stato sepolto con una cerimonia privata nel Maryland nella giornata di giovedi, di fronte ad una piccola rappresentanza degli Angels. Mentre Texas e A's sono alle prese con altri tipi di problemi, nella prima settimana di stagione, Angels e Mariners si sono elevate come le due metà del cielo nella AL West. L'una per un tragico motivo, l'altra per una partenza brillante.
Le prossime settimane ci permetteranno di cominciare a fare maggiori valutazioni su ogni squadra.
A presto.