Nuovo scontro ai play off fra Lakers e Jazz, ad un anno di distanza
E quindi è secondo posto assoluto.
Messo in cassaforte da tempo il primo posto ad ovest, i Lakers hanno provato a lungo a raggiungere quella prima posizione assoluta che avrebbe garantito una eventuale gara 7 delle finali in casa, ma i Cavaliers non hanno perso un colpo, dimostrando una solidità notevole, quindi alla fine Jax ha preferito non insistere troppo, in un inseguimento dagli esiti molto incerti, in quanto c'erano alcuni giocatori in scadimento di forma e non si voleva rischiare di pregiudicare i play off.
Oltretutto nel mercato invernale i Cavaliers hanno aumentato la profondità della loro squadra, con l'inserimento di un veterano ideale per il loro gioco come Joe Smith, mentre i Lakers hanno perso un poco di panchina, con l'infortunio di Bynum, per fortuna ormai rientrato in grande spolvero, con l'involuzione di Farmar e con uno scambio che ha portato un Morrison finora inutile alla causa al posto di un Radmanovic che bene o male un minimo di contributo lo dava.
In realtà la mossa è stata ottima per due motivi, in primo luogo Morrison ha un contratto più vicino alla scadenza, un anno garantito e poi qualifying offer (si può obbligare Ammo, in virtù del suo contratto da matricola, a giocare un anno a $ 6.897.484 e poi divetare unrestricted free agent), mentre Vlado aveva un contratto più lungo e sempre garantito, aspetto importante visto il montesalari dei Lakers, in secondo luogo per pareggiare i contratto è arrivato a Los Angeles Shannon Brown, giovane guardia sconosciuta ai più, con un contratto bassissimo, che però dalla panca sta dando un contributo accettabile, in virtù della sua potenza fisica e di una buona attitudine difensiva.
Certo, fra le guardie la priorità sarebbe un giovane cambio di Fisher, Farmar sarebbe un play di ruolo, mentre sia Brown che Vujacic finora hanno faticato in quella posizione nonostante la triangolo, ma per pensare a questo ci sarà tempo in estate. Ai play off l'esperto Derek un quarto d'ora di riposo lo potrà avere tranquillamente, e per ora questo basta.
Per i play off inoltre gli anni passati si parlava di battaglie durissime ad ovest e di play off semplici ad est, dove in teoria i Pistons se la sarebbero dovuta vedere con una sola avversaria, sempre diversa, ormai da molti anni (solamente in teoria, già lo scorso anno i Celtics hanno avuto diverse gatte da pelare), quest'anno invece ci sono tre squadre che puntano decisamente all'anello, Cavaliers, Celtics e Magic, con altre squadre che possono dar fastidio, come Heat e Hawks, non è affatto detto che in finale vadano i Cavaliers ed in ogni caso la finalista dell'est probabilmente dovrà sudare parecchio.
All'ovest invece ci sono con i Lakers sette squadre solide, con ambizioni, ma solo gli Spurs possono sperare in un anello, Spurs che oltretutto probabilmente saranno ancora una volta senza Manu Ginobili per tutta la durata dei play off.
Quest'anno quindi quale sarà l'unico obiettivo per i Lakers, l'unica cosa cui pensano Kobe Bryant e compagni?
Quando un giornalista è andato a chiedere a Kobe cosa ne pensava della corsa all'MVP della stagione regolare, il numero 24 ha tolto ogni dubbio, rispondendo: "MVP? Io voglio a tutti i costi, a tutti i costi, a tutti i costi, a tutti i costi il titolo!"
Pretattica, dato che si è reso conto che probabilmente nella corsa al premio della stagione regolare arriverà secondo dietro a Lebron James, oppure si tratta del suo reale pensiero? Non lo so, ed alla fine interessa anche poco, questa dichiarazione serve a capire su cosa siano concentrati i Lakers e quale sia il loro obiettivo unico.
Intanto il primo turno sarà quindi contro i Jazz. I Jazz di coach Sloan sono già stati affrontati lo scorso anno, con buoni risultati, a dire il vero, in una serie con un sapore nostalgico, in cui le squadre giocavano molto sulla circolazione di palla e sulla tecnica individuale, poco sull'atletismo e sugli isolamenti.
Certo, Kobe qualche isolamento non se lo faceva mancare, ma nel complesso si vedeva una palla girare come nei vecchi video degli anni passati. Quest'anno i Jazz sono in uno stato di forma sicuramente peggiore, e Boozer sembra proprio l'ombra del giocatore dello scorso anno, mentre i Lakers sono più sicuri di se, hanno più alternative ed hanno Ariza e Bynum che lo scorso anno erano assenti.
Messa così potrebbe sembrare la premessa di un massacro, anche perchè se i Lakers non sembrano avere marcatori credibili per Deron Williams, non si vede fra i Jazz chi possa opporsi ai lunghi ed a Kobe Bryant.
Lo stesso Coach Jerry Sloan, fra pretattica e sincerità , ha affermato: "Si sentono tranquilli a giocare contro di noi, ed in effetti non so dar loro torto!"
In realtà i Jazz negli ultimi anni ai play off hanno sempre stupito, rendendo meglio di quanto ci si aspettasse, e Sloan è un tecnico (uno dei pochi oggi in NBA) che può inventarsi qualche sorpresa capace di infastidire gli avversari, quindi Phil Jackson (uno di quei pochi di cui si parlava sopra) dovrà tenere alta la concentrazione dei suoi ragazzi.
Risultati
Domenica, 5 aprile: L.A. Lakers vs L.A. Clippers 88-85 (W)
Martedì, 7 aprile: L.A. Lakers @ Sacramento Kings 122- 104 (W)
Giovedì, 9 aprile: L.A. Lakers vs Denver Nuggets 116- 102 (W)
Venerdì 10 aprile: L.A. Lakers @ Portland Trail Blazers 98- 106 (L)
Domenica 12 aprile: L.A. Lakers vs Memphis Grizzlies 92- 75 (W)
Martedì 14 aprile: L.A. Lakers vs Utah Jazz
La Squadra
Serie di partite casalinghe, giocate senza spremersi più di tanto, che hanno comunque portato una serie di vittorie.
La tanto agognata difesa non si è vista, se non a tratti, ma ormai si pensava solamente alla preparazione ai play off ed i Lakers si erano rassegnati al secondo posto, non sarebbe stato neanche giusto aspettarsi il coltello fra i denti. Intanto però abbiamo visto il ritorno di Andrew Bynum, contro i Nuggets, un Bynum che ha sorpreso, in quanto ha giocato subito ad un buon livello. La sua presenza sarà fondamentale nella serie contro i Jazz che di solito hanno nella buona produzione offensiva dei lunghi uno dei punti di forza, ed inoltre il Bimbo potrà portare quella profondità fra i lunghi che era venuta meno e quella intimidazione in area che è l'unico della rosa gialloviola a poter effettuare.
Ora è il momento di elevare il livello del gioco; ci si aspettava che la cosa avvenisse a marzo, come di consueto per le squadre allenate da Phil Jackson, ciò non è avvenuto ma probabilmente ha avuto ragione il coach, è comunque arrivato il secondo posto assoluto e la squadra non si è spremuta, cosa che ha permesso il recupero degli infortunati e di quasi tutti gli uomini fuori condizione.
I Singoli
I Leaders non hanno esagerato in cattiveria e determinazione, ma hanno giocato come dovevano, Kobe Bryant ha migliorato le percentuali e, soprattutto, è tornato a passar palla ai compagni, Pau Gasol è stato il solito ottimo perno offensivo della squadra, potando punti e rimbalzi con notevole continuità e giostrando al solito da regista aggiunto, Lamar Odom ha portato meno punti rispetto alle ottime abitudini che sembrava aver preso, ma comunque è stato al solito positivo a rimbalzo ed al solito ha portato i famosi "intangibles", che non si leggono sui tabellini ma aiutano a vincere.
Pensare che da molte parti questi tre erano definiti "perdenti", "inadatti ad una squadra che punti a vincere", Kobe era definito "egoista e spaccaspogliatoio", Gasol "bravo ma molle come una mozzarella ed incapace in difesa", Odom "timoroso, timido e senza un ruolo definito", a prescindere dal fatto che queste critiche fossero vere o meno, molte erano ingenerose, fa comprendere il livello del lavoro dello staff tecnico e lo sforzo compiuto dai tre. Ora, in vista dei play off, sono delle autentiche certezze.
Bynum è tornato, ed i tre di cui sopra si sono fatti in quattro perchè si sentisse a casa e riprendesse immediatamente confidenza con il parquet. Il Bimbo in effetti è sembrato subito a suo agio, ha avuto una buona produzione offensiva ed ha dimostrato una buona condizione fisica, che con un fisico come il suo non si pensava potesse mostrare immediatamente.
Vujacic, Walton, Ariza sono sembrati in ripresa, ognuno ha migliorato il proprio gioco ed ha mostrato più continuità , mantenendosi al di sopra della sufficienza e dimostrando di essere pronto per il momento decisivo. La cosa è importante perchè ognuno dei tre ha caratteristiche differenti e tutti e tre sono necessari perchè la squadra giochi al meglio; chiaro che non sono e non saranno mai dei leaders, ma sono ottimi comprimari.
Fisher al solito, come negli ultimi tempi, ha giocato lontano dai riflettori, cercando di non spremersi troppo, ma ha dato un contributo solido ed efficace.
Ingiudicabile Powell, che è tornato in fondo alla panca, come pure un Morrison, ma il primo quando è stato chiamato ha mostrato di poter dare un contributo, il secondo è sembrato un pesce fuor d'acqua.
Chi purtroppo si mantiene su livelli insoddisfacenti e non da alcun segno di ripresa è Farmar, un giocatore che sarebbe importante, in quanto è l'unica vera alternativa a Fisher. I suoi minuti sono lentamente andati ad uno Shannon Brown energico e volitivo, ed il prodotto di Michigan State e Sasha Vujacic si sono divisi i minuti nel ruolo di point guard, quando Fisher riposava in panchina.
I due non sembrano molto a loro agio in quel ruolo, ma si sono sforzato al massimo ed hanno dimostrato di poter stare in campo per qualche minuto, specialmente se in campo con loro ci sono Walton e Gasol, ad aiutarli in regia. Chissà che con un lavoro specifico in estate i due non riescano a cambiare ruolo.
In fin dei conti lo sloveno a suo tempo era stato preso come erede di Fisher, fallendo clamorosamente. Ora, a venticinque anni e più maturo potrebbe essere riprovato, ma deve lavorare tanto su alcuni aspetti in cui non brilla. Meglio sarebbe che il ragazzo di casa Farmar si svegliasse, ma ormai sembra crederci poco pure lui.