Live and let die

Outlaw alza le mani, i Suns sono sconfitti

Se come dice McMillan Portland è un team in missione, ecco allora che la citazione del celebre romanzo di Ian Fleming calza a pennello. I Blazers sono riusciti ad uscire vincitori dal match più importante della propria stagione, ponendo un gap quasi incolmabile tra loro ed il nono posto nella Western Conference. La licenza di uccidere è costata quasi sicuramente la vita ai Suns, incapaci di contenere i padroni del Rose Garden e ormai ad un passo dall'off-season.

E dire che le cose non si erano messe esattamente bene. Prima di ospitare The Big Cactus e compagni, Portland era caduta per due volte in overtime (a Cleveland prima, in casa contro i Sixers poi) per due loosing effort che hanno fatto davvero male al morale. Un canestro in meno di questi tempi ti può far passare dal secondo al settimo posto nella griglia playoff della costa Pacifica e con Phoenix che ha ritrovato le proprie energie proprio a un mese dalla fine, tutto poteva tornare in discussione.

In un Rose Garden tutto esaurito e che trasudava voglia di vincere più che paura di perdere Roy, Aldridge e compagni hanno mortificato i Suns con 129 punti (season high).

Questi ragazzi sono in gamba – dichiara a fine gara Shaquille O'Neal. – Di cosa hanno bisogno? Di niente: hanno tutto, sono giovani e giocano insieme. Se possono vincere una serie di playoff? Non vedo ragioni per cui non possano.

Shaq ed i Suns escono battuti di 20 punti in una partita che segna il probabile tramonto di una franchigia (e l'incerto futuro dei suoi illustri veterani) ed il primo passo verso l'eccellenza dei nuovi, giovani eroi del Rose Garden. Brandon Roy a fine gara ha strappato un cimelio al tanto ammirato centro avversario: le scarpe di Shaq.

Sono un regalo per il secondo compleanno di mio figlio. Voglio che si ricordi di chi è stato Shaq.

Uno dei centri più dominanti di sempre, che non verrà  ricordato solo per il basket giocato. Anche questa volta Shaq lascia l'Oregon con una delle sue perle.

Cosa ne pensi di Oden?
Shaq: Non lo so. Non lo so… sono uno Shogun, non fatemi domande su ninja di basso livello. Devo ancora preoccuparmi di Yao Ming e Dwight Howard.

Almeno questa volta non l'ha chiamato Odom.
Nel match contro i Pacers Greg è tornato in campo per la prima volta dall'infortunio patito a metà  febbraio. Dopo quindici gare di stop il rientro non è stato dei più fortunati, soprattutto perché sono riaffiorati i vecchi problemi di falli.

Contro Indiana 4 punti, 7 rimbalzi e 2 falli in 11 minuti.
Contro Cleveland 7 punti, 9 rimbalzi e 5 falli in 12 minuti.
Contro Milwaukee 2 punti, 3 rimbalzi e 5 falli in 9 minuti.
Contro Philadelphia 13 punti, 8 rimbalzi e falli in 25 minuti.
Contro Phoenix 8 punti, 1 rimbalzo e 4 falli in 17 minuti.
Contro Memphis 12 punti, 9 rimbalzi e 4 falli in 22 minuti.

I segnali di crescita ci sono, ma l'impatto di Oden non va limitato alle mere statistiche, perché la sua presenza in campo cambia . A parte Phoenix con Shaq, nessuno può permettersi il lusso di sguarnire l'area contro uno dei migliori rimbalzisti offensivi della Lega. Gli avversari necessariamente devono adeguarsi alla presenza in campo dell'ex centro di Ohio State ed i tiratori perimetrali a disposizione di McMillan sanno approfittarne. Non è un caso se con Oden in campo in queste ultime partite i Blazers hanno mediamente guadagnato dieci punti sugli avversari. Perfino a Cleveland.

La partita cruciale è stata quella contro Phoenix, tuttavia il tema più dibattuto del momento è collegato alle due sconfitte, in particolare a quella contro i Sixers.
Una partita in cui i padroni di casa si sono trovati sotto di quattordici punti all'intervallo, svantaggio recuperato interamente nella terza frazione con le triple di Blake e Fernandez. Ma il dato più incredibile riguarda i 101 tiri tentati da Portland, ben ventisei più degli avversari.

Portland ha tirato tanto e male dal perimetro, mentre Roy è stato contenuto ad un irripetibile 5/18 dal campo. I Blazers hanno fatto una fatica terribile a penetrare nel pitturato dei Sixers e quando l'hanno fatto raramente hanno fatto canestro. La ragione?

Per alcuni la terna arbitrale ha inciso in modo determinante, non fischiando molti contatti sulle entrate di Roy e compagni, mandando invece in lunetta Miller e Iguodala dall'altra parte. Il confronto alla voce tiri liberi dice 39 Philadelphia, 16 Portland. Nel finale il pubblico del Rose Garden se l'è presa con uno degli arbitri rivolgendosi a lui con un irritato Javie Sucks! Senza entrare nel merito dell'uniformità  di giudizio dei fischi, è invece certo che Philadelphia ha fatto fruttare la maggiore esperienza in fatto di playoff-games.

Sento dire che questo è il basket dei playoff , – lamenta a fine gara LaMarcus Aldridge, l'unico dei suoi a giocare un buon primo tempo e capace di strappare ben dieci rimbalzi offensivi nella gara. Anche McMillan ha sottolineato che più ci si avvicina alla post-season e sempre più frequenti sono le trattenute in campo su cui gli arbitri sorvolano. Portland deve dunque diventare una squadra più fisica ed aggressiva.

A mio avviso sarebbe un errore soffermarsi troppo su questo aspetto, perché contro Philadelphia è stato quasi un miracolo essere riusciti a riaprire una partita altrimenti dominata dagli ospiti, un dominio tecnico prima che fisico. Anche McMillan si troverà  presto ad essere giudicato, perché da Portland presto ci si aspetterà  un salto di qualità  che, alla luce del continuo sviluppo dei giocatori, non può che venire dal gioco.

Playoff

Questa notte primo dei quattro scontri diretti con le rivali della Western. Al Rose Garden arrivano i Jazz, con i precedenti in favore di Utah (2-1). Le due franchigie sono attualmente appaiate al secondo posto nella NorthWest Division, ad una lunghezza e mezza da Denver. Il calendario è estremamente favorevole per i Nuggets che, se anche dovessero perdere contro Jazz e Blazers, dovrebbe comunque fare loro il titolo divisionale.

Vincere questa notte potrebbe comunque tenere vive le ambizioni dei Blazers di agguantare un buon posto nella griglia playoff ed il successo potrebbe anche dare quella spinta emotiva importante per affrontare le prossime quattro partite on the road, comprese le difficili tappe a Houston e San Antonio. Ma coach Sloan ed i suoi ragazzi hanno già  dato due pesanti lezioni di basket a McMillan ed arrivano in Oregon finalmente al gran completo.

Dal secondo all'ottavo posto sembra ancora tutto possibile: alle spalle Dallas stenta e scendono anche le quotazioni di New Orleans ora che deve fare a meno anche di Posey per le prossime tre gare; davanti gli Spurs hanno perso la metà  delle ultime dieci partite disputate, ma ritrovano il loro tris d'assi, mentre Houston è tra le squadre più in forma. Per guadagnarsi il fattore campo nel primo turno, Portland deve imparare a vincere anche lontano dall'Oregon.

Frammenti

Can't cut it ~ Forse vi sarete accorti che da un po' Blake e Roy hanno un'insolita peluria incolta sul viso. Non si tratta di una casuale ed improvvisa pigrizia nel radersi, al contrario è un patto che Steve e Brandon hanno stretto più di una decina di giorni fa. Non ci faremo la barba finché non saremo matematicamente qualificati per i playoff. Pare che le più ansiose che ciò accada siano le rispettive compagne. Il 3 aprile potrebbe essere un buon giorno per riprendere in mano la schiuma da barba.

Frankensteinin' ~ Rodriguez e Bayless continuano a scambiarsi il ruolo di vice-Blake nelle rotazioni di McMillan. Il quotidiano spagnolo La Marca ha fatto un sondaggio in proposito ed i lettori hanno risposto (80%) che Sergio non gioca semplicemente perché il coach dei Blazers ce l'ha con lui a livello personale.
Sulla questione, ho trovato molto più brillante un commento, apparso sull'oregonian digitale, di un tifoso dei Blazers:
Sergio, take a class from Bayless on how to play defense. Bayless, take a class from Sergio on how to pass. Dr Frankenstein, sew the two of them together.

Figurone in Ohio ~ Ci sono solo quattro Arene più inespugnabili del Rose Garden ed ovviamente la prima della lista è la Quicken Loans Arena di Cleveland. Sul parquet che ha visto trionfare solo i Lakers a fronte di 35 vittorie dei Cavs, i Blazers si presentano con due starters in meno: LaMarcus Aldridge e Nicolas Batum. Ciò nonostante Portland ha portato al termine una delle migliori prestazioni on the road dell'intera stagione, con tutto il quintetto finito in doppia cifra per punti, costringendo LeBron all'overtime.

Come nella passata stagione Portland continua nella sua tradizione vincente nella partite decise da 3 punti o meno (8-1), non altrettanto fortunati gli approdi ai tempi supplementari (1-4).

Scores & standings

Wed 18/03 @ Indiana W 95-85
Thu 19/03 @ Cleveland L 92-97 (ot)
Sat 21/03 @ Milwaukee W 96-84
Mon 23/03 vs Philadelphia L 108-114 (ot)
Thu 26/03 vs Phoenix W 129-109
Sat 28/03 vs Memphis W 86-66

next:
Tue 31/03 vs Utah
Fri 03/04 @ Oklahoma City
Sun 05/04 @ Houston
Tue 07/04 @ Memphis
Wed 08/04 @ San Antonio

Record: 46-27 (62,7%)
6th Western Conference
3rd NorthWest Division

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