I Pacers restano a galla

Brandon Rush finalmente fiducioso dei suoi mezzi

Succede che i Pacers nel giro di poche partite sembrano spacciati e si pensa ingenuamente che faranno tanking ma succede nella medesima situazione che poco dopo rientrino insistentemente nella lotta playoffs.

Succede, ma quante volte è successo in questa stagione? E quante volte questa squadra ha illuso di poter fare un salto di qualità  e una striscia di vittorie utile per entrare nelle prime otto? Troppe volte, fatto sta che ancora una volta Indiana è lì dopo che sembrava fuori.

Con la debacle di Toronto (sconfitta di 23 lunghezze senza storia) e i k.o. casalinghi contro Portland e Dallas sembrava che la squadra di O'Brien fosse definitivamente al tappetto e invece ha avuto la forza e il carattere di andare in casa di una delle concorrenti dirette (Charlotte) e di affermarsi nettamente nonché di battere una squadra già  padrona delle zone playoffs da parecchio tempo come Miami.

Ma anche dopo le tre sconfitte consecutive non è mai passato in mente a O'Brien di tirare i remi in barca e pensare al futuro, magari dando largo spazio ai rookie Rush e Hibbert non per scelta tecnica ma per farli crescere come giocatori.

Sto ruotando dei giocatori che penso che in quel momento debbano essere in campo” – ha sottolineato O'Brien – “Il mio lavoro è quello di far vincere le partite a questa squadra e penso che il miglior messaggio che possa dare a tutti è quello che i giovani devono guadagnarsi i minuti in campo, lavorando duro in allenamento e dimostrando in partita quando si è chiamati in causa“.

A dire la verità  proprio i due rookie nelle ultime partite sembrano avere guadagnato maggiore fiducia da parte del coach, anche il titubante Rush che sembra essersi sciolto positivamente.

Cerco di aiutare la squadra a vincere e mostrare di essere pronto per avere un ruolo più importante in questo team per la prossima stagione” – ha detto Rush – “Non so spiegare il motivo del mio essere esitante nelle partite perchè il coach ci dice di tirare dalla lunga se è un buon tiro, voglio essere un giocatore dalle buone giocate e non stupide“.

Rush trovava spazio in quel di Charlotte segnando 15 punti per una partita complessivamente molto positiva. “Penso che sia uscito dall'angolino un pò di più rispetto a un 10 giorni fa con fiducia in se stesso e giocando bene” – diceva O'Brien a fine gara – “Ha tirato bene, difeso bene ed è sembrato molto in forma in campo. Abbiamo bisogno di lui per il finale di stagione e per il futuro“.

Rush era protagonista anche nella vittoria contro Miami soprattutto in difesa, limitando moltissimo Wade e costringendolo a forzare l'ultimo tiro della partita che poteva decretare la vittoria degli Heat.

Hibbert invece continua nel suo lavoro di adattamento al ruolo di centro NBA, sforzandosi di restare più tempo possibile in campo per via dei falli visto che mettere un canestro da sotto quest'anno non è mai stato un suo problema. “Quando prendo la palla in post, cerco di segnare” – ha detto Hibbert – “Sto lavorando sui movimenti che devo fare per cercare di metterla dentro“.

Le dichiarazioni di O'Brien non volevano solamente dare una motivazione in più ai due rookie, ma non è difficile capire che si aspettava qualcosa in più dai "veterani". “Niente è scontato nella NBA, nessuno ti regala nulla“. affermava O'Brien.

Un episodio spiacevole invece ha dato tanto da discutere. Durante un timeout con 6:22 da giocare nel terzo quarto della partita contro i Mavs T.J. Ford e Jarrett Jack erano protagonista di un acceso dibattito e per poco non stavano venendo alle mani se non fosse stato per il tempestivo di intervento di McRoberts e Graham.

Jack veniva immediatamente cacciato negli spogliatoi da O'Brien, mentre Ford veniva lasciato in panchina per circa un periodo. A quanto pare fra i due c'erano dei dissapori che andavano avanti da tempo.

L'ex Portland non lasciava nessuna dichiarazioni mentre Ford agiva con professionalità  alle scelte dell'allenatore. “Non sono la persona che deve fare per forza delle domande e chiedere le ragioni per quello che è successo. Lui è il coach e ha il diritto di prendere le decisioni che ritiene opportuno“. Le sue parole. “Penso fosse il momento cruciale del match” – continuava Ford – “Non vuoi mai mostrare ai fans queste cose, specialmente sapendo che ci sono bambini a vedere la partita. Mi volevo scusare per le mie azioni e per ciò che è avvenuto“.

Entrando nella cronaca delle ultime partite è chiaramente netta la differenza di atteggiamento della squadra tenuto a Toronto rispetto a quello tenuto pochi giorni dopo a Charlotte.

Contro i Raptors i Pacers giocavano una delle partite più brutte della stagione, non entrando mai in partita e non sembrando affatto una squadra che voleva agguantare un posto nei playoffs, andando anche sotto di 30 lunghezze.

Ci hanno sovrastato. E' imbarazzante perchè sono stati superiori in tutte le fasi del gioco“. Diceva uno sconsolato Foster alla fine della debacle.

La dimostrazione di quanto i Paces fossero fuori dalla partita erano i 21 punti in 22 minuti da parte di Pops Mensah-Bonsu, arrivato da poco a Toronto e di certo non molto famoso per le sue abilità  di scorer. “Ha giocato contro di noi la partita della vita” – diceva Granger, che tornava dopo 11 gare di infortunio.

A Charlotte invece i Pacers dominavano l'avversario più o meno allo stesso modo di come avevano abusato i Raptors. Alla domanda su quali fossero i veri Pacers a quel punto, Granger rispondeva in questo modo.”Non so cosa sia successo” – dichiarava Granger – “E' stata una di quelle gare in cui ti riesce tutto, potrebbe essere ormai tardi per i playoff ma non puoi mai sapere cosa possa succedere“.

Jack, motivatissimo dall'episodio successo nella partita con Dallas segnava 31 punti tirando 13-14 dal campo, prendendosi anche il lusso di riposare nel quarto periodo. “Sono stato bravo a mettere qualche buon tiro e a trovare il giusto ritmo” – dichiarava Jack.

Jack e Rush in quintetto base e Ford dalla panchina, dopo che le due PG per molto tempo avevano giocato assieme nello starting linuep. “Avevamo perso 5 gare di fila” – diceva O'Brien – “Ho parlato con T.J. perchè non stava giocando al top, per questo ho provato a fare questo cambiamento“. Ma il vero plus era la performance di Jack. “Ci ha dato un contributo incredibile in point guard. E' stata aggressivo e ha condotto la squadra in attacco in difesa con grande leadership, non solo segnando bene ma anche guidandoci nel modo migliore“.

Concedendo solo 9 punti nel terzo quarto Indiana mostrava finalmente una grande difesa e procurando ai Bobcats i fischi dei tifosi della Time Varner Arena.

Le due sconfitte casalinghe contro Blazers e Mavs arrivavano anch'esse in maniera diversa. Nella prima occasione Indiana rimaneva per tutta la partita sotto e non riusciva mai a trovare la forza per provare una rimonta mentre nella seconda un grande Nowitzki fermava la buona rimonta.

Infatti contro Dallas si perdeva 92-94 con un jumper buttandosi all'indietro del tedesco. “Ha messo un canestro veramente difficile, ecco perchè è un All-Star” – diceva Foster – “Ha messo canestri canestri di questo genere per anni, sfortunatamente oggi è toccato a noi“.

L'ultima opportunità  per pareggiare era un lob per Granger come contro i Cavs qualche settimana fa, solo che questa volta arrivava una stoppata non fallosa da parte di Hollins.

Le buone giocate da parte delle seconde scelte (Rush e Graham in particolare) dopo l'episodio Jack-Ford aiutavano la squadra ad andare dal -10 fino a ben 5 sorpassi durante l'ultimo periodo.

Dieci partite alla fine della regular season e nelle prossime cinque Indiana affronterà  in casa Washington, Chicago e San Antonio mentre farà  visita ai Bulls e agli Oklahoma City Thunder.

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