Una chance per Yao Ming

Yao Ming, solo illusioni con i Rockets?

Spesso negli ultimi tempi si parla di Yao Ming solamente fuori dal parquet.
Yao Ming e lo spot per la Coca Cola spacciato per servizio giornalistico, Yao Ming connection, Yao Ming frutto di un esperimento genetico oppure innovativo veicolo promozionale e chi più ne ha più ne metta.

Con la loro capacità  di reinventare in continuazione i meccanismi del circo Barnum, i pubblicitari americani (ma non solo loro) sanno come servirsi del gigante dei Rockets. Spot dopo spot. Ma togli il folclore, togli i luoghi comuni sul gigante buono e il merchandising resta il giocatore Yao che sul campo in questa stagione, nonostante tecnica e centimetri, non sta affatto dominando.

Si dice già  da tempo che il centro cinese è di gran lunga il miglior centro della lega e se sta bene non ce n'è per nessuno. Ma c’è anche chi la pensa diversamente e sostiene che adesso c’è Howard ad oscurarlo e che, nonostante sia sulla carta devastante, non è ancora riuscito a superare un primo turno dei playoff.

Chi si attendeva un Yao Ming fattore dominante nella Nba del Terzo millennio, grazie a un talento tecnico e atletico impensabile per un atleta alto 2.26, sta ancora aspettando. I Rockets non hanno avuto dubbi nel prolungargli il contratto fino al 2011. Ma lo scetticismo c’è.

Per il gigante cinese non è stato agevole adattarsi alla “filosofia” della Nba. La sua storia è intrisa della cultura del proprio Paese, in cui per anni non si segnavano i punti segnati dai singoli giocatori per rafforzare il concetto di gioco di squadra.

Yao è figlio di Da Fang e Da Yao, due grandi giocatori in Cina. Ha cominciato a lavorare in palestra a nove anni (era già  alto 1.70) quando era un ragazzino timido che amava prima di ogni altra cosa leggere la storia delle antiche battaglie.

Diventare famoso non gli ha però fatto dimenticare l'educazione, la volontà  di rappresentare al meglio il suo Paese, l’esigenza di pensare il basket come collettivo.

Ecco, il collettivo. Questa è una parola chiave che forse può aiutarci a capire perché il centro di Shanghai non riesce a dare il meglio di sé a Houston.

Lo scorso anno Yao è stato vittima di una frattura da stress al piede sinistro. Infortuni di questo tipo richiedono a volte anche un anno per essere riassorbiti, ma le cure ai raggi X e le altre metodologie d'intervento cui il campione si è sottoposto a Houston lo hanno riportato in campo in tempo per le Olimpiadi. Anche nel 2007 Yao aveva avuto un infortunio simile, stavolta a una tibia: approfittò della pausa forzata per sposarsi.

Prima delle Olimpiadi di Pechino si scriveva che la stella dei Rockets, nonostante rischiasse di non parteciparvi, era ugualmente il più ricercato e remunerato. Una miniera d'oro, per l’esattezza. Yao Ming è l'atleta più affermato della Cina, nazione che vanta oltre trecento milioni di tifosi della palla a spicchi.

“Il dubbio sulla presenza o meno di Yao Ming alle Olimpiadi – aveva detto Chris Renner, presidente dell'agenzia di marketing sportivo 'Helios Partners China' – accrescerà  ancora di più l'interesse intorno al torneo olimpico”.

Il cestista cinese, stando ad alcune valutazioni, guadagna circa 25 milioni di dollari l’anno grazie ai ricchi contratti che ha firmato con diverse fra le aziende più note al mondo come Reebok, Coca Cola, McDonald's e Visa.

In questa stagione il cinese è altalenante, fa fatica a unire stazza ad atletismo e da spesso l’impressione di incidere poco sulla propria squadra. Vediamo alcuni momenti significativi dell’attuale stagione.

Il 23 Novembre, a inizio torneo, un eccellente Yao Ming con 22 punti e 13 rimbalzi aiuta decisamente i Rockets a superare i Magic e regala ai Rockets il settimo successo consecutivo. Solo 13 punti con 9 rimbalzi in 27 minuti per il grande rivale Dwight Howard.

“Nella fase offensiva siamo riusciti a fare quel che ci erravamo proposti – dichiara il coach dei Rockets Rick Adelman – Quando la palla arrivava a Yao, per noi si aprivano un sacco di opportunità : lui ha un grandissimo impatto sul gioco”.

L’8 Gennaio è una serata perfetta. Nella vittoria in casa dei Rockets su Miami Heat 93-86. 26 punti, con 12 su 12 al tiro, 10 rimbalzi il suo score.

Il 4 Febbraio Andrea Bargnani vince ai punti il duello con Yao Ming, ma i Toronto Raptors perdono in casa degli Houston Rockets per 107-97. Il Mago elargisce un’ottima prova con 25 punti in 33'38'' di gioco. Bargnani e Chris Bosh (25 punti e 7 rimbalzi) accentuano le carenze in difesa di Yao Ming, che patisce particolarmente nella prima frazione. Il centro cinese finisce la partita con 20 punti e 11 rimbalzi.

Il 10 febbraio Milwaukee è la protagonista di giornata in Nba, con la rotonda vittoria su Houston per 124 – 112. I Rockets soffrono in difesa e si lasciano scappare il match nel terzo periodo, con i Bucks che dettano un parziale di 34-18. Non bene il centro dei Razzi in attacco (7 punti), discretamente come rimbalzista (10).

Il 27 febbraio, invece, un super Yao Ming da 28 punti e 8 rimbalzi si mangia letteralmente Cleveland ed è decisivo per la sesta vittoria di fila a Houston.

L’8 Marzo i Rockets si prendono una facile vittoria prima di una settimana impegnativa.
Yao Ming realizza 24 punti con 17 rimbalzi e tre stoppate, e gli Houston Rockets allungano a 12 vittorie la loro striscia casalinga sconfiggendo 93-83 i Memphis Grizzlies.

Houston supera Utah e New Orleans al quarto posto della Western Conference.
I Rockets sono caduti due volte a Memphis quest’anno, principalmente a causa delle solite indecisioni difensive. E’ significativo il fatto che stavolta hanno vinto la lotta a rimbalzo 50-36 limitando i Grizzlies al 38 per cento dal campo.

Raramente si è vista la squadra difendere così bene, soprattutto nei contesti tattici in cui un raddoppio, con un'eventuale rotazione, si rende necessario.
“Non potevamo giocare come le ultime due volte contro di loro” ha detto Yao al termine della gara. “Volevamo imporre il nostro gioco stavolta.”

Ci possono essere diverse ragioni nel perchè Yao non influisca energicamente sulla propria squadra, ma lo faccia solo a tratti. Il fatto fisico è rilevante, essenziale, ma c’è sicuramente dell’altro.

“La vittoria non arriva da te solo perché stai seduto ad aspettarla – diceva dopo una sconfitta dei Rockets – Dobbiamo lavorare duramente. Non mi riferisco ai tiri sbagliati, ma all'impegno.”

Oggi Yao fa più vedere le proprie emozioni sul parquet.
È più grintoso, dimostra più cuore, ma in diverse occasioni lo sforzo si traduce in falli. Però l'uomo creato per imperversare sul basket mondiale e portare in alto il nome della Cina non riesce a far vincere i Rockets, malgrado i quasi 20 punti di media.

Forse il problema sono i compagni di squadra non all’altezza? Il sistema di gioco? L’ambiente? I troppi impegni extra-basket?

Recentemente Yao Ming si è lamentato di Tracy McGrady e lo ha fatto in un modo inusitato per il carattere e l’equilibrio sempre dimostrato dal gigante cinese.

Yao ha sottolineato lo scarso impegno in allenamento di T-Mac, la sua carente attenzione nel corso della partita, ma anche il suo pessimo esempio e l’influenza negativa nello spogliatoio. Tutto il contrario della sua concezione del basket: tutti per il collettivo.

McGrady è ora fuori per il resto della stagione e chissà  che questo fatto non si trasformi in episodio-chiave decisivo per la stagione di Houston.

Adesso Rick Adelman può finalmente trovare un assetto stabile al team e in uno sport dove contano tante qualità  positive come la lotta, l'impegno, la capacità  e l'intelligenza può ora mettere in campo gente come Yao Ming, Luìs Scola, Brent Barry, Shane Battier e altri.
Anche Ron Artest si dovrà  adattare.

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