Detroit Tigers: perchè?

Dal 2006 per i Tigers il valore aggiunto è Jim Leyland

Quattro anni fa furono lo scherzo del baseball.
Tre anni fa lo scherzo divenne una vera presa in giro. Con uno stadio finalmente nuovo e con un record di 55-106 nel 2002 e di 43-119 nel 2003 i Detroit Tigers combinarono per un 98-225 (.303) che la diceva tutta sul pitching staff e sulla potenza del lineup.

Nel 2003 Maroth perse 21 partite, Jeremy Bonderman andò 6-19 e Nate Cornejo ne perse 17, un solo lanciatore con più di 20 IP finì con un'ERA inferiore a 4.50 (Jamie Walker a 3.32). Nessun battitore raggiunse il .300 con il solo Dmitri Young a superare il .450 nello slugging. Alan Trammell, il manager vide la sua squadra segnare 591 punti e subirne 928. Un vero disastro insomma. Comerica Park dovette assistere a molto baseball perdente.

Nel 2004 le cose iniziarono a migliorare. L'arrivo di Ivan Rodriguez dietro al piatto, lo spostamento di Brandon Inge dalla posizione di catcher a quella di terza base, l'inserimento di Craig Monroe all'esterno sinistro e la sicurezza di Carlos Guillen all'interbase, l'entrata in rotazione di Nate Robertson e nel bullpen di Wilfredo Ledezma portarono i Tigers ad un mediocre 72-90 con un bilancio di 827-844 in punti fatti e subiti ed un quarto posto nella difficile Central Division dell'American League. Batterono .272, ma l'ERA restò alta (4.93).

Nel 2005 continuarono gli arrivi: di Placido Polanco in seconda base (batterà  .338 e finirà  con soli 3 errori) e di Magglio Ordonez (giocherà  solo 82 gare per via del noto infortunio) in esterno sinistro solidificarono il lineup (batteranno ancora .272 di squadra), ma soprattutto la difesa (l'ERA scenderà  a 4.51). Cresce intanto anche Curtis Granderson e se nella rotazione non vi sono grandi cambiamenti con Maroth, Robertson e Bonderman a limare le loro ERA intorno al 4 e mezzo, nel bullpen arriva Fernando Rodney (2-3 con 9 salvezze e 2.86 ERA in 44 inning). Il record tuttavia resta perdente: un 71-91 che conferma il quarto posto divisionale.

La stagione 2006

Il cambio decisivo e vincente per il 2006 si chiama Jim Leyland, il manager che è stato a Pittsburgh dal 1986 (anno di esordio di Barry Bonds) fino al 1996 (portò per due volte i Pirates fino a Gara 7 delle NLCS e per una volta a Gara 6 nel triennio 1990-1992) e che ha portato i Marlins alla clamorosa vittoria delle Serie Mondiali nel 1997 trasformando un 80-82 in 92-70, vincendo la wild card e sconfiggendo gli Indians in 7 partite tiratissime. Leyland restò a Florida nel 1998 assistendo alla prima demolizione dei Marlins e poi si ritirò. La richiesta di fare il manager di Detroit da parte del GM Dave Dombrowski, che già  ricostruì quei primi Marlins demoliti, è stata una sorpresa per Leyland che ammise subito di non conoscere bene la squadra. Ma dopo le settimane di spring training e dopo un inizio di regular season stentato la mano ed il carisma di Leyland si sono fatti sentire. E sono emersi i nuovi Tigers. Dei Tigers vincenti.

La rotazione

Al trio Bonderman, Robertson, Maroth (che sarà  infortunato per gran parte della stagione) si sono aggiunti il veterano mancino Kenny Rogers, il rookie super prospetto Justin Verlander e l'altro partente rookie Zach Miner. Nel bullpen sono emersi Rodney e il lanciafiamme a tre cifre Joel Zumaya. E' restato Jamie Walker e si è confermato closer il 38enne Todd Jones, ritornato a livelli non visti da qualche anno. Tutto questo ben di Dio ha ridotto l'ERA ad un minuscolo 3.84 e la miseria di 675 punti concessi.

Il lineup

Chris Shelton si era guadagnato la prima base con un aprile torrido, mentre l'acquisto di mezza estate Sean Casey ora è fuori dopo l'infortunio subito in Gara 1 delle ALCS e la prima base viene coperta a seconda delle esigenze del lineup, mentre Polanco in seconda, Inge in terza e Guillen interbase formano un solido infield difensivo. I tre esterni sono Monroe, Granderson e Ordonez, il DH spesso va a Marcus Thames ed il catcher rimane l'inossidabile All Star Ivan "Pudge" Rodriguez. Ma poi ci sono Omar Infante, Alexis Gomez, Neifi Perez, Ramon Santiago, tanti no-names che contribuiscono giocando il baseball di Leyland: fondamentali e consistenza. Battendo .274 con un modesto .329 on base ma un deciso .449 nello slugging hanno spedito 203 palline oltre le recinzioni portando a Detroit 822 punti.

Il record

Con un bilancio di 95-67 i Tigers hanno vinto la wild card della Central Division dell'AL finendo secondi ad una sola partita dai Minnesota Twins dopo aver condotto a lungo la classifica. Hanno eliminato i New York Yankees per 3-1 dominando Gare 2-3-4 ed hanno spazzato via gli Oakland Athletics con un netto 4-0. Entrano nelle serie mondiali con 7 vittorie consecutive. Red Sox ed White Sox ne hanno vinte 8 consecutive nelle ultime due postseason.

Il passato

I Tigers hanno vinto 4 volte le World Series (1935, 1945, 1968 e 1984). Hanno vinto l'American League (prima dell'avvento delle divisioni), ma perdendo poi le World Series nel triennio 1907-08-09, nel 1934 e nel 1940. Hanno la divisione Est dell'AL nel 1972 e nel 1987, ma poi si sono fermati alle ALCS. Quindi questo è il loro decimo American League pennant.

A prestissimo gli articoli di preview delle Serie Mondiali con i Detroit Tigers ad aspettare la vincente della serie tra Mets e Cardinals.

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